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Autore: Gaian15    12/08/2017    1 recensioni
E allora Chat si svegliò, accolto dalla brezza di fine estate e dal rumore del torrente sottostante, coccolato dal cinguettio degli uccelli, ed ipnotizzato dal tragitto, appena visibile nel cielo, di uno stormo di rondini, aveva capito, aveva finalmente capito.
Genere: Poesia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Felix Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cos'era che stava aspettando da sempre? Che cosa non aveva mai ricevuto nella sua lunga vita? E che cosa ancora desiderava dalla sua immortalità?

 

Era lui il primo a farsi in quattro per gli altri, per loro tutto e per lui niente, ecco come funzionava, sempre alla stessa maniera, ma come potevano biasimarlo infondo. In un certo senso era da lui che dipendeva l'equilibrio dell'Universo, tra un messaggio e l'altro era proprio lui a condurre questo gioco, sempre e soltanto lui a doversi prendere la colpa se qualcosa andava storto. Sempre lui, pronto ad assumersi le responsabilità celate dietro le sue scelte. Sempre lui ad avere posto per tutti nel suo cuore.

 

Chat era il messaggero di tutti, era lui a portare a termine ogni tipo di incarico. Lui c'era sempre, volava al Nord per consegnare un papiro da parte di Ninò, poi tornava al Sud portando la risposta di Felìx, volava al centro per raggiungere Alya, e tornava a destra e a sinistra per Marinette. Grazie a lui, ogni persona nel mondo era felice, grazie a lui ogni giorno le persone si parlavano e si scambiavano idee, pareri, decisioni che segnavano le sorti di tutti. Era lui, che all'innalzarsi del sole era in piedi e che in tarda notte doveva ritirarsi ove il colle si spegne. Colui che guidava le nuvole con le sue ali, che inalava nel vento odor di determinazione, niente paura, solo forza, voglia di vivere. Quella piccola trottola, sempre impegnata coi suoi incarichi, sempre troppo indaffarata, si rese conto che "gira gira" il mondo cambia, si fa immenso, più infinito! Che il germoglio più piccolo era diventato una bellissima petunia, rossa come quelle labbra che mai aveva profanato per dir parola e, che rappresentavano la fede ed il silenzio di ognuno. Un vero e proprio Dio. Così buono, così onesto e così puro... candido più della neve sotto il sole, e così innocente da non chiedere mai un ringraziamento in merito alla sua costante onestà. Infondo, era lui a non aspettarsi mai nulla di diverso, era lui che sapeva perfettamente dove andare e quando trovarsi li. Era lui unico. Era lui solare. Ed era lui... a non chiedere mai nulla in cambio, gli bastava semplicemente adempiere in tempo ai suoi incarichi. Era lui, Chat.

 

Un foglio, tutto quello che aveva in mano in quel momento, un foglio di papiro chiuso, sigillato. Era stato Ninò stesso a consegnarglielo quella mattina, un foglio senza nemmeno un nome sopra. Nessuna lettera, nessuna raccomandazione. Nessun destinatario a doverlo riscattare, nessun luogo da raggiungere, solo il giallo caldo del papiro che rifletteva il suo buon cuore, la sua anima racchiusa in quella consegna, uguale alle altre, ma con qualcosa di veramente diverso...

Allora, fu in quel momento che la sua fantasia si mise in viaggio, immaginando le possibili parole di Ninò verso suo padre. Non ne aveva mai letta una di tutte le lettere che portava con se, ma gli piaceva immaginare tutte le possibili parole che potevano esserci scritte. Quel rapporto tra padre e figlio era per lui il dono più grande, perchè dover affrontare un lungo cammino soltanto per vedere la loro felicità aumentare era un onore  per Chat, altro che un incarico, un piacere, non un peso. 

Si sentiva leggero con ogni sorriso che riceveva dalla gente quando tenevano in mano un nuovo foglio, ma non si sentiva mai veramente completo senza un "grazie" ad accompagnare quei sorrisi. D'altronde però, era sempre stato così, nulla era mai cambiato, lui affrontava i suoi viaggi e vedeva l'orizzonte, scopriva terre nuove e desolate, ma soprattutto, imparava a vedere il mondo sotto prospettive diverse, perchè è l'Universo in se ad essere sempre in continuo cambiamento. 

E allora fece lo stesso, volò e volò per mille orizzonti alla ricerca di un possibile destinatario di quelle parole che poteva solo immaginare stampate nella sua mente. Volò al Nord da Felìx, ma egli rifiutò, in quanto sapeva chi fosse veramente a doverlo ricevere, ma non gli disse nulla. Sarebbe toccato poi a lui scoprirlo. Chat con più energia di prima allora volò al centro da Alya, ma anch'essa rispose nella stessa maniera di suo padre. Provò a destra e a sinistra da Marinette. Sempre la stessa frase. Lo stesso concetto e la stessa base. E lui non riusciva a capire... non riusciva a capire il perchè quel messaggio non potesse trovare pace, qualcuno che potesse riceverlo e sorridere per lui. Qualcuno disposto a dirgli il vero significato delle parole degli Dei. Allora non si arrese e continuò senza arrestarsi il suo volo verso il mare, l'oceano, i monti ed i colli. Passò ovunque,

ma a quanto pare nessuno sapeva che fine doveva avere quel foglio... 

Per un attimo si accovacciò sul ramo di una grande quercia per riposare le sue stanche e addolorate ali. Si accovacciò un momento, ed aspettò che Morfeo lo accogliesse tra le sue braccia. 

Chat,

Chat 

si sentiva chiamare, 

Chat dove sei? Non abbandonare mai l'incarico, anche quel papiro deve trovare la pace tra le braccia di qualcuno. È meglio accogliere un anziano nella propria casa, invece di aspettare che siano gli altri a farlo. Dagli cibo, amore ed un letto per dormire, ed il favore sarà ricambiato, mio caro Dio che tutto vede e che tutto può.

 

E allora Chat si svegliò, accolto dalla brezza di fine estate e dal rumore del torrente sottostante, coccolato dal cinguettio degli uccelli, ed ipnotizzato dal tragitto, appena visibile nel cielo, di uno stormo di rondini, aveva capito, aveva finalmente capito. Aveva compreso che quel foglio, che tanto era diverso dagli altri, conteneva tutto ciò che aveva sempre desiderato, il suo sogno più grande... la prova, che anche lui era nei cuori della gente, e che il suo duro impegno e la sua onestà, non erano vani.

Fu in quel momento che capì veramente, il senso delle parole che gli erano state dette da coloro che riteneva suoi amici. Capì, che la lettera era sua.

   
 
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