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Autore: funny1723    14/08/2017    2 recensioni
Dal testo:
"Quella sera Grantaire era partito con l’idea di dipingere Parigi. Avrebbe rappresentato una patria accesa dalla Rivoluzione e stretta nell'abbraccio rosso del progresso."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Grantaire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL DIPINTO









Quella sera Grantaire era partito con l’idea di dipingere Parigi. Avrebbe rappresentato una patria accesa dalla Rivoluzione e stretta nell’abbraccio rosso del progresso. 
Voleva poi portare il quadro al Cafè ed appenderlo in quella saletta poco illuminata e nascosta che ormai ognuno degli amis era arrivato a chiamare casa. 
Eppure quel che era uscito dall’orfica unione di rosso, blu, bianco ed oro, non era certo una città. Era un uomo. Un essere divino, un ideale in carne ed ossa. 
Enjolras lo guardava con occhi feroci ed espressivi dalla tela. 
Grantaire sospirò. 
Eccolo lì, quel leader implacabile e solitario, disposto a morire per la libertà. 
Enjolras era tutto ciò che Grantaire non sarebbe mai stato. Era l’Achille della Rivoluzione, l’Alessandro dei popoli. Era un Dio, migliore di tutti gli uomini, fonte di luce e conoscenza. 
Enjolras era il lume della sapienza e Grantaire, beh, Grantaire era un naufrago accecato dal tempo e dal cinismo. Rifiutava ogni dottrina, ogni idea precostituita, ogni ideale ed ogni fede. 
R era l’anticristo della Rivoluzione, incapace di credere, incapace di vedere. Incapace di capire. Eppure, per quanto estraneo in quel passionale gruppo di giovani rivoluzionari, si ritrovava impossibilitato a lasciare il Musain, impossibilitato a lasciare Enjolras. Perché in fondo si sa, nessuno ama la luce più del cieco. 
Il dipinto appariva come una confessione che Grantaire sapeva non essere pronto a fare. 
R si massaggiò le tempie, stanco. 
Aveva passato mesi a cercare di non pensare a Enjolras, o meglio, a cosa Enjolras significasse per lui, ed ora eccolo lì, con un quadro grande quanto un affresco della più perfetta incarnazione del trionfo dell’apollineo sul dionisiaco. Un nuovo messia, giunto in Francia per guidarne il popolo verso il Risveglio. 
Grantaire coprì il quadro con un telo e si preparò ad uscire. Per ora, decise, nessuno avrebbe potuto vedere il quadro. Nessuno avrebbe dovuto sapere. Perché la verità era che Enjolras era la speranza che qualsiasi cosa si potesse ottenere, era la luce del mondo e per quanto patetico, Grantaire credeva in lui. 
Quando il leader in rosso parlava, R non si sentiva più solo. Per quanto assurdo, R capiva, capiva davvero Enjolras. Capiva la sua passione, la sua ferocia; capiva persino la sua rabbia e, anche se solo per pochi istanti, grazie a Lui si sentiva parte di qualcosa di più grande. 
Quando Enjolras parlava, Grantaire si sentiva amato. 
Uscì di casa e, bottiglia di vino alla mano, si avviò verso il Musain.
Con passo barcollante ma deciso, il giovane artista percorreva la strada, come tante altre volte aveva già fatto, inconsapevole di stare andando verso morte certa.
 
   
 
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