Eccomi di ritorno con una nuova IwaOi!
Ce ne sono troppo poche qui, e la coppia assoluta che tutti devono amare senza dividere merita più amore.
Stavolta, una seconda storia… un po’ malinconica.
Sto preparando il seguito di quella  a tematica spaziale.
A presto!

 

Il regalo più bello



 

Iwaizumi e Oikawa ormai erano una coppia fissa da parecchio tempo.
Tutte le persone che conoscevano li avevano accettati. Inaspettatamente,  anche il loro nemico, Ushijima. Si era accigliato, quasi arrabbiato, quando qualcuno aveva pensato che potesse ostacolarli, visto i trascorsi nel convincere Oikawa.  Solo uno stupido, un ignorante, uno stolto, poteva credere a una storiella simile.
Ushijima non aveva mai avuto quel tipo di interesse verso di lui, perché avrebbe dovuto poi? Non se la prendeva quando Oikawa lo trattava a pesci in faccia, ma di certo, quel calore che aveva sentito con suo padre, quell’affetto, non si avvicinava neanche lontanamente a ciò che il padre gli aveva insegnato sull’amore.
Poteva essere ingenuo, serio, dire le cose come stavano senza un secondo fine, ma sapeva riconoscerlo l’amore.
Ancor più inaspettatamente, Oikawa gli sorrise, per la prima volta da quando lo conosceva.
Accettare il suo orgoglio e che Oikawa-san non fallisse mai un colpo era il primo passo sulla lista di chi Oikawa accettava. Sebbene il vecchio pallino di stenderlo non fosse mai passato.
Per di più, Ushijima sentiva quel calore più familiare verso quello che aveva imparato a considerare suo migliore amico, Tendou Satori… che fosse giunta anche per lui l’ora dell’amore?
All’Aoba Johsai fu grande festa, e Oikawa invitò anche il suo kouhai, Kageyama. Ovviamente obbligato da Iwaizumi.
Si davano sempre appuntamento sotto l’orologio, nel parco. Era un punto particolare, in cui si arrivava subito dopo aver attraversato. Ben presto, quel luogo li avrebbe uniti e divisi allo stesso tempo…
Oikawa aveva sempre l’abitudine di arrivare in ritardo, perché passava ore a scegliere che cosa indossare. Se incontrava qualche sua fan, voleva essere al meglio.
Quel giorno fu speciale, perché Iwaizumi gli regalò un peluche… e poi il loro amore prese la strada dell’età adulta.
Passò un anno, ormai erano universitari, ma il loro luogo d’incontro era sempre lo stesso.
Il destino, però, stava per giocare loro un brutto scherzo…
Quel giorno, destino volle che Oikawa riuscisse, per una volta, ad arrivare con largo anticipo.
Sul marciapiede, accanto a lui in attesa di attraversare, c’erano due bambini con la propria mamma. Uno dei bambini perse il palloncino che aveva in mano,  e Oikawa si allungò a prenderlo, ma fallì.
Corse in strada, afferrando il palloncino. Proprio in quel momento sopraggiunse un camion.
Oikawa non fece in tempo a spostarsi…
Iwaizumi, arrivato sul luogo poco dopo, vide sconvolto l’ambulanza che ormai si allontanava, portando il ragazzo.
Purtroppo, poco dopo, in ospedale, chiunque potè udire le grida di disperazione di Hajime.
Oikawa non ce l’aveva fatta.
Proprio il giorno in cui il suo Iwa-chan aveva una sorpresa per lui…

Passarono tre anni, ormai Hajime stava per terminare gli studi e già lavorava part time. Gli mancava solo la tesi.
Ogni anno, in quel maledetto giorno, tornava sempre lì, depositando dei fiori.
Quel giorno di tre anni prima voleva chiedere alla sua persona più importante di… sposarlo.
Ma il destino aveva stroncato tutto sul nascere.
Non lo aveva dimenticato. Come avrebbe potuto?
Come era stato per il suo Tooru, anche lui non avrebbe mai più potuto provare un amore così forte.
Le loro anime erano cucite insieme, e Hajime viveva per lui.
Sapeva che la persona che amava, da lassù, voleva che vivesse.
Lo avrebbe raggiunto prima o poi.
Non sapeva, però, che lo spirito di Tooru era rimasto al suo fianco in quei tre anni, fiero dell’uomo forte che era diventato. Fiero come lo era sempre stato, sin da bambino.
Aveva l’uomo migliore dell’universo. Non avrebbe mai potuto chiedere di meglio.
Quel giorno, però, voleva che il suo Iwa-chan capisse. Che gli faceva piacere, ma che anche se era testardo, o meglio, tutto muscoli e niente cervello, voleva che fosse felice.
L’aspetto di Oikawa era fermo a tre anni prima, ma gli spiriti possono fare cose che noi umani non immaginiamo.
Tooru prese il cellulare e chiamò Hajime. Sapeva che non aveva cambiato numero.
Iwaizumi tirò fuori il cellulare dalla tasca e fu scosso da un brivido. Poteva essere vero?
Tooru parlò serenamente, andare avanti non era scordarsi ciò che erano stati.
“Tooru, sposiamoci”. Hajime non seppe come gli uscirono quelle parole, ora che era tutto vano.
Oikawa pianse qualche lacrima di gioia, avrebbe così voluto tornare indietro… ma non si poteva.
“Vivi, Iwa-chan” disse soltanto.
Iwaizumi lo fece a modo suo, sempre sotto l’occhio vigile e il sorriso beffardo di Tooru.
Dopo quella telefonata, tra le mani di Hajime improvvisamente cadde un portachiavi a forma di alieno.
Tooru non l’avrebbe mai abbandonato, anche se lui non poteva vederlo.

Hajime non ebbe altre storie, nemmeno qualche avventura. Rimase fedele alla persona che gli aveva rapito il cuore da bambino.
Avrebbe preferito morire piuttosto che gettare via chi era e ciò che era. Quel giorno aveva perso metà della sua anima, metà del suo cuore, metà di se stesso.
Quello squarcio nel petto che si allargava fin nell’anima lo avvertiva. Attendeva solo di ricucire la sua anima con quella di chi, lo sapeva, era la sua anima gemella.
Nemmeno la morte avrebbe potuto separarli, come non ci era mai riuscito nessuno.
Si erano arresi tutti di fronte alla loro immensa fiducia l’uno nell’altro.
Figuriamoci se una qualche stupida avventura avrebbe potuto divideli.

Alla prossima IwaOi!