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Autore: Bankotsu90    15/08/2017    3 recensioni
Prequel di Mirai: Vermouth e Seiya hanno una accesa discussione, riguardante il defunto Shinichi. Una lo giustifica, l'altra lo condanna senza appello.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Vermouth
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Morte e resurrezione.'
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Santuario di Ise, 12 agosto 2019, ore 7:00
 
Vermouth era sdraiata sul suo letto, con lo sguardo rivolto al soffitto. Non aveva chiuso occhio quella notte. A dire il vero non chiudeva occhio da quando aveva assistito alla distruzione della sua squadra da parte degli infetti, avvenuta a Vladivostok due mesi prima, durante una missione di salvataggio che era fallita miseramente. Erano caduti uno dopo l’altro… Revy, Balalaika, Yuriko, Tony, Irina, Saya, Fujiko, Faye e altri ancora. Erano i suoi amici più cari, oltre che dei validi e leali compagni di squadra, e lei non era riuscita a salvarne neppure uno. Neanche Cornelia, che sconvolta dalla morte dei suoi due amanti aveva finito per suicidarsi sotto i suoi occhi. Era rimasta sola, in un mondo da incubo.  Improvvisamente qualcuno bussò alla porta. Lei non rispose e si girò su un fianco: non voleva vedere né sentire nessuno. Bussarono di nuovo, più forte.
 
Fanculo…
 
“Avanti!”
 
La porta si aprì e comparve Toran.
 
“Seiya-sama vuole parlarti.” Le comunicò la yokai pantera.
 
“Non voglio parlare con nessuno.” Replicò lei, senza degnarla di uno sguardo.
 
“Il fatto che tu lo voglia o no non c’entra affatto.” Affermò la ragazza, severa.
 
Campioni di libertà…
 
Pensò, ironica.
 
Lentamente, si girò e si alzò dal letto.
 
“Andiamo.”
 
******
Si incamminarono lungo un corridoio su cui si affacciavano varie porte. Erano gli alloggi dei sopravvissuti: persone che in un modo o nell'altro erano scampate all'epidemia di morte apparente e si erano rifugiate in basi sotterranee gestite dall'Ordine. Nel mondo di prima erano casalinghe, uomini d’affari, insegnanti, studenti, falegnami, fabbri, politici, poliziotti… Ma ora erano soltanto esseri umani che stavano sepolti nel sottosuolo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza far nulla. Alcuni andavano avanti e indietro, altri parlottavano tra loro. Ad esempio c’era Kyoko Hayashi, ex insegnante, che discuteva con la dottoressa Shizuka Marikawa:
 
“Quanto odio gli infetti… Belve sanguinarie e irrazionali, che sbranano senza pietà ogni vivo che incontrano!”
 
“Seguono solo il loro istinto, signorina…”
 
“Professoressa, prego! Anche se la civiltà è finita resto comunque una insegnante!”
 
“Sono come animali carnivori… Vedono una preda, la attaccano.”
 
“Vero… Cambiando discorso: ho saputo che ieri ci sono state delle esecuzioni.”
 
“Sì, una intera famiglia e alcuni poliziotti. Karan li ha bruciati vivi.”
 
“Di cosa erano accusati?”
 
Vermouth non poté udire altro, causa la lontananza.
 
*********
Seiya si trovava nel suo ufficio, e stava leggendo La valle della paura, un romanzo giallo. Era uno dei suoi preferiti, scritto da Arthur C. Doyle. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
 
“Avanti!” Disse, senza staccare gli occhi dal libro.
 
“Somma Seiya, vi ho portato Vermouth.” Annunciò Toran, entrando nella stanza insieme alla diretta interessata.
 
“Lasciaci sole.”
 
La pantera fece un inchino.
 
“Sì, mia signora.”
 
Quando la demone fu uscita, nella stanza calò il silenzio per qualche minuto. Vermouth osservava attentamente la scrivania, dove stava una foto incorniciata. La prese e la esaminò, poi disse:
 
“Per essere una che ama la libertà frequentavi strane compagnie…”
 
La girò verso di lei: la foto la ritraeva in compagnia di un uomo con capelli neri corti e baffetti dello stesso colore; erano uno accanto all'altra. C’era una dedica:
 
A una vera amica, da Adolf Hitler
 
20 marzo 1939
 
Seiya posò il libro che stava leggendo sulla scrivania, poi disse:
 
“Molti all'epoca lo consideravano un baluardo contro l’Unione Sovietica. Io ero tra questi.”
 
“Lo sostenevi, quindi… Fregandotene della guerra che aveva scatenato e del genocidio che metteva in atto.” Disse la bionda, con un accenno di ribrezzo nella voce.
 
“Ho scoperto del genocidio solo dopo la guerra. E per quanto riguarda il conflitto… Beh, io lo avevo avvisato delle conseguenze, ma lui  voleva conquistare il lebensraum.”
 
“Lo spazio vitale…”
 
Seiya annuì.
 
“Già, vale a dire tutti i territori dalla Polonia agli Urali, più alcune acquisizioni a Ovest (Lussemburgo e Alsazia-Lorena). Inoltre l’economia del suo reich millenario era difettosa… Senza la guerra e senza paesi da saccheggiare non poteva reggere a lungo. Ma veniamo al dunque: sono due mesi che non esci da qui, e ho bisogno di esploratori che scovino altri superstiti.”
 
Vermouth scosse la testa.
 
“In questo momento non me la sento, incarica qualcun altro.”
 
“Ho bisogno di tutti e tu sei la migliore. Se ti rifiuti come posso mandare un altro, meno esperto?”
 
“Le ferite sono ancora aperte, devo aspettare che guariscano.”
 
“Non guariranno mai.”
 
“Può darsi.”
 
La demone sbuffò.
 
“So che sei addolorata per la morte dei tuoi amici… E anche io lo sono, erano validi elementi.”
 
Chris le scoccò una occhiataccia.
 
“Per me erano molto di più!”
 
“Ne sono consapevole. Ma se vuoi la mia opinione hai sbagliato ad affezionarti a loro… Amicizia e amore sono legami effimeri, non durano mai. Solo libertà, giustizia e verità, i nostri ideali sacri durano in eterno.”
 
“Tutto cuore… Non sei cambiata affatto, nonostante l’apocalisse. Basta vedere come tratti i sopravvissuti… Ho sentito delle esecuzioni di ieri.” Affermò la bionda, con un misto di sarcasmo e disprezzo.
 
Seiya sbuffò.
 
“Non sopravvissuti, criminali. Quella famiglia aveva ucciso a sangue freddo un uomo innocente e lasciato sua figlia, una bambina, in balia degli infetti. E io non tollero che certi crimini rimangano impuniti.”
 
“E per quanto riguarda gli altri?”
 
“Hanno archiviato l’omicidio di Akemi Miyano come suicidio, rendendosi complici di Gin e Vodka.”
 
“Sulla pistola c’erano solo le impronte di Akemi, è normale che la polizia abbia pensato al suicidio! E quei poliziotti forse non erano neanche di Tokyo.” Afferm Vermouth, con rabbia.
 
“Giusto, il vero responsabile è Shinichi, che pur sapendo la verità ha deciso di tacere.” Seiya pronunciò il nome del defunto come se stesse sputando veleno.
 
Ecco che ricomincia… Ha ancora il dente avvelenato nei suoi confronti, nonostante lui sia morto da 4 anni!
 
“E secondo te avrebbero dato retta a un bambino? Per giunta senza prove?”
 
“Rimanendo in silenzio ha tradito la verità. E non per la prima volta.”
 
“Te la sei proprio legata al dito, vedo.”
 
La yasha la fissò negli occhi.
 
“Certo che me la sono legata al dito, cosa credi?”
 
“Ormai è morto, non credi sia ora di voltare pagina?”
 
“Non è possibile… Troppe sono le sofferenze che ha arrecato alla verità.”
 
“La verità non può soffrire, cosa che fingi di non capire.”
 
“Ad ogni modo è stata tradita,  e più volte.”
 
“Non tradita, taciuta.”
 
Spazientita, Seiya scattò in piedi, guardando inferocita la sua interlocutrice.
 
“È la stessa cosa! Per colpa sua i cittadini vivevano nell'ignoranza! Lui e i suoi complici non hanno fatto nulla per rendere pubblica la verità ho dovuto farlo io personalmente!”
 
“Ti credi chissà cosa per averlo fatto, vero? Ma hai idea delle conseguenze?”
 
“Che grazie a me l’opinione pubblica ha scoperto l’esistenza dell’organizzazione (setta degli otto immortali è troppo altisonante)!”
 
“Rendendo pubblica la sua esistenza hai diffuso panico e paranoia tra la gente, e hai messo in allarme gli affiliati all'organizzazione!”
 
“Quelli li abbiamo eliminati.”
 
“E quanti ne avete abbattuti in poche ore? Due? Cinque? Dieci?  Erano centinaia, e sicuramente molti di loro si saranno dati alla macchia dopo la tua comparsata in TV o avranno fatto sparire le prove a loro carico!”
 
“Una mossa inutile, avevo la memory card coi loro nomi… Ora sanno tutti morti o mutati. E poi che avrei dovuto fare, secondo te?”
 
“Lasciar fare ai servizi segreti e a Shinichi!”
 
“Non erano mai approdati a nulla… Non un arresto, non un progresso nelle indagini.”
 
“Avevano infiltrato delle talpe.”
 
“Tutte morte. E comunque erano come zanzare su un tirannosauro, non potevano fare nulla. E parlando di Shinichi… Sai cosa ha fatto contro la setta?”
 
“Che cosa?”
 
“Niente! Passava tutto il tempo a bighellonare!”
 
“Ha sventato i loro piani, come il tentato omicidio di Yasuteru Domon.”
 
“Punture d’insetto. Solo i Kami sanno quanti altri piani siano andati in porto… Era un detective eccezionale, non lo nego (e prima del suo tradimento lo ammiravo sinceramente, lo consideravo un campione di giustizia e un araldo della verità). Ma era abituato a trattare con criminali comuni, come ladri o assassini. Gli uomini in nero erano a un altro livello… Ma lui non se ne rendeva conto. Si credeva Sherlock Holmes che lotta contro Moriarty, ma non ne azzeccava una, l’idiota! È riuscito solo a farmi imbestialire!” Seiya era sempre più arrabbiata, e non si sforzava di nasconderlo.
 
“Perché non hai mai voluto comprendere i motivi che lo hanno costretto a tacere.”
 
“Non ne aveva!”
 
“L’organizzazione avrebbe ucciso chiunque avesse saputo della sua esistenza.”
 
“Come scusa è fiacca… Avrebbe dovuto avere occhi e orecchie ovunque.”
 
“Ma loro avevano davvero occhi e orecchie ovunque! Non poteva fidarsi di nessuno!”
 
“Nemmeno di Ran, che ha ingannato per mesi?”
 
“Voleva proteggerla…”
 
“Altra scusa che sta in piedi quanto la torre di Tokyo… Se avesse voluto proteggerla l’avrebbe messa in guardia dai pericoli. Ma non l’ha fatto… A causa di ciò Bourbon l’ha rapita, seviziata e costretta ad assumere l’APTX 6845. E infine è morta, uccisa dallo stesso ragazzo che amava alla follia, lo stesso che voleva proteggerla. Al destino non manca il senso dell’ironia…” Fece notare Seiya, sorridendo bieca.
 
“Sembra quasi che l’idea ti renda felice.”
 
La yasha annuì.
 
“Infatti è così. Al mondo non c’è posto per gli idioti come lei… Si è fatta ingannare non so quante volte, speravo riuscisse a smascherare Shinichi ma ha sempre fallito e come se non bastasse è diventata amica di Amuro, diventando sua complice. Era una stupida asina che viveva nell'ignoranza, non si rendeva conto del marcio che c’era sotto le sue luride zampe! E non era l’unica: Sonoko, Kazuha, Megure… Nessuno di loro si rendeva conto della situazione: solo io, Shinichi e quei dannati servizi segreti. E io sono l’unica che ha deciso di rendere pubblica la faccenda, io sono andata in TV e ho svelato l’esistenza di quei criminali!” Affermò, sempre più nervosa, le mani strette a pugno.
 
“Facendo solo danni! La segretezza è alla base dello spionaggio, e tu che leggi La valle della paura dovresti saperlo bene!”
 
“Quello è un romanzo, Vermouth… E non è  irritante, al contrario della finta lotta di Shinichi contro la setta!”
 
“Non era affatto finta, idealista dei miei stivali! In situazioni come quella agire alla luce del sole non è solo controproducente, è un suicidio! Se lui avesse agito secondo il tuo pensiero avrebbe condannato a morte sé stesso e tutti i suoi cari! L’unico modo per proteggerli era tenerli all'oscuro di tutto! ”
 
Seiya si passò una mano sul volto, poi guardò con tristezza la donna davanti a sé.
 
“Che enorme delusione sei... Quando ti ho trovata eri un’assassina, circondata da gente che ti voleva morta, braccata dall’FBI! Ma io ti ho tirata fuori da quel pantano, e ti ho permesso di unirti al mio sacro Ordine, quando avrei potuto ucciderti in quanto favorita del boss!”
 
“I patti erano chiari: io avrei ucciso Shinichi in cambio di un alleanza tra la mia squadra e il tuo ordine, per annientare l’organizzazione. E ho mantenuto la parola. Ma non faccio parte di esso!.”
 
*********
In corridoio Toran stava ascoltando la discussione, con l’orecchio appoggiato allo stipite.
 
Ho come l’impressione che andranno per le lunghe…
 
Pensò.
 
*********
“Sai qual è il tuo problema? Sei troppo accecata dai tuoi ideali! E pur di mantenerti fedele ad essi sei disposta anche ad andare contro la logica e la razionalità! Agisci senza riflettere!” Affermò Vermouth.
 
“Shinichi invece aveva il problema contrario… Rifletteva sempre, ma non agiva mai.”
 
“Mi spieghi perché metti sempre in mezzo lui?” Domandò la bionda, esasperata.
 
“Ingannava tutti, giocava a fare l’eroe, faceva davvero qualsiasi cosa tranne che dire la verità!”
 
Vermouth serrò ambo le mani a pugno, fissando minacciosa la sua interlocutrice. Nonostante la conoscesse da anni la sua ottusità, il suo fanatismo la facevano imbestialire.
 
“Non dire un’altra parola…” Sibilò.
 
“Invece la dico! Shinichi Kudo è il più grande criminale che sia mai esistito! Ha ingannato il mondo intero, non rivelando l’esistenza dei MIB! Era solo un dannato terrorista senza scrupoli!”
 
“ADESSO BASTA!”
 
Sbottò la WIB per poi schiaffeggiarla.
 
Per un tempo lunghissimo calò il silenzio, nell'ufficio: Vermouth era furiosa, Seiya impassibile.
 
“Sei completamente pazza… Il tuo cervello è bruciato! Pensi solo ai tuoi ideali deviati e pur di difenderli hai ucciso delle persone innocenti!” Disse la bionda.
 
Dal canto Seiya non si scompose.
 
“Detto da una donna che ha commesso chissà quanti omicidi… Le tue mani sono più insanguinate delle mie. Ma io uccidevo per una giusta causa, tu su ordine del boss!”
 
“Senti… Non sono dell’umore adatto per continuare questa discussione! E poi non capisco di che ti lamenti: Shinichi è morto, i servizi segreti non esistono più così come l’organizzazione! Non hai ottenuto ciò che volevi?”
 
Seiya annuì.
 
“Infatti… La verità è stata vendicata.”
 
“Allora piantala di pensare al passato e cerca di garantire la sopravvivenza degli ultimi umani rimasti!”
 
“Lo faccio già, miss Adler…”
 
Vermouth la guardò confusa.
 
“Come, prego?”
 
“Tu mi ricordi un po’ Irene Adler… Hai la sua bellezza, la sua astuzia, la sua classe. Ma andiamo avanti: da quando la morte apparente ha consumato il Giappone ho fatto del mio meglio per radunare il maggior numero di sopravvissuti. Ho dato loro cibo, acqua, un rifugio sicuro. E ho mantenuto l’ordine nelle varie basi, anche se so che non approvi i miei metodi. Ma la situazione si fa sempre più difficile col passare del tempo, tutto scarseggia. Possiamo andare avanti ancora per qualche anno, ma poi inizieranno tutti a morire di fame e sete. Purtroppo le nostre scorte idriche e alimentari non sono eterne…” Mentre diceva questo si risiedette e assunse una espressione sconfortata.
 
“Non potremmo tornare in superficie?” Le propose l'americana.
 
“Per diventare cibo per gli infetti? E poi ci sarebbero il problema dell’acqua e del cibo, visto che le terre emerse sono ridotte ad aridi deserti, causa virus.”
 
“Siamo spacciati, allora.”
 
“Non è detto… Alcuni miei scienziati (tra cui Rakshata e Sophie) stanno lavorando a un certo progetto. Se andrà in porto forse riusciremo a risolvere questo pasticcio.”
 
“Di che si tratta?”
 
“Top secret.”
 
“E quando…”
 
“Tra qualche mese… Devi avere pazienza, e vedrai coi tuoi occhi.”
 
Vermouth avrebbe voluto insistere, ma aveva già sfidato troppo la pazienza ella yokai davanti a sé. Già il fatto che non l'avesse dilaniata dopo lo schiaffo era un miracolo. Quindi si limitò ad annuire.
 
“Ok… Ora se permetti me ne torno nel mio alloggio.”
 
“Come vuoi…”
 
La vide uscire dal suo ufficio, pensando:
 
Merda… Non avrei voluto essere così dura con lei, specie dopo quello che ha passato.
 
********
Toran, che si era prudentemente allontanata dalla porta, vide Vermouth che si allontanava dall'ufficio di Seiya.
 
Accidenti, per un attimo ho temuto sarebbe scoppiata una rissa… E in tal caso la somma Seiya avrebbe ucciso Vermouth. Fortunatamente non è accaduto!
 
Pensò, tirando un sospiro di sollievo.
 
*********
Tornata nella sua stanza, Vermouth si sdraiò sul letto e, dopo pochi secondi, scoppiò in lacrime.  Il nervoso procuratole dalla discussione con Seiya, unito al dolore che già provava erano impossibili da sostenere.
 
 Ma perché? Perché? Dove sono finiti... i miei amici, dove sono finiti? Dove sono finiti tutti quei ragazzi? Dove sono finiti loro? Avevo tutti quei compagni intorno, erano amici miei, qui non c'è più nessuno!
 
Pensò.
 
Aprì il cassetto del comodino e da esso tirò fuori una foto, che li ritraeva tutti insieme, felici e sorridenti. Era stata scattata 4 anni prima, dopo l’assalto alla sede centrale dell’organizzazione a Tottori. C’erano tutti… Lei stava al centro, con Revy che le cingeva un braccio attorno al collo; Yuriko teneva in mano un calice di vino rosso; Tony le stava vicino;  Saya discuteva con Melissa; Faye si fumava una sigaretta, Irina e sua madre Balalaika stavano in un angolo, sorridenti; Cornelia era in compagnia di Toran e Shunran; e poi c’era Shinichi, che aveva una espressione addolorata in volto. E in fondo era più che normale: aveva perso i suoi amici, la sua famiglia, la sua amata, la sua patria… Ogni cosa. Per lui non c’era nulla da festeggiare. Quella notte stessa era andata a letto con lui, per poi ucciderlo nel sonno. All'epoca lei non aveva capito i sentimenti che provava, era troppo felice per la morte di Sun-Tao e per la sua liberazione. Ma adesso comprendeva perfettamente il suo stato d’animo… Anche lei era rimasta sola: non aveva amici, non aveva una famiglia, ormai le rimanevano solo Seiya, i suoi seguaci e un manipolo di sconosciuti sopravvissuti all'epidemia.
 
Che diavolo sto vivendo a fare? Non ho nessuna ragione per andare avanti. Tutti i miei amici sono morti, e io vivo in una realtà da incubo. Perché non sono morta insieme a loro? Sarebbe stato meglio!
 
Si disse, mentre le lacrime scendevano copiose.
 
Istintivamente si portò le mani al viso, continuando a piangere in silenzio.
 
FINE
   
 
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