Era in trappola, stavolta l'avrei finito.
Si trovava semi-disteso per terra, il labbro spaccato, l'occhio gonfio, il suo sguardo intenso. Mi avvicinai cautamente a lui, tenendo il braccio tremolante teso e la pistola puntata verso di lui, continuando a guardarlo attentamente prestando attenzione ad ogni sua mossa.
«Avanti, spara.» sussurró il moro con voce spezzata e dolorante.