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Autore: TeamFreeWill    17/08/2017    7 recensioni
Sam decide di partire per Stanford, ma desidera che il fratello venga con lui dopo aver litigato con il padre lungo quella strada che ci verrà mostrata nella 5*16. Dean a malincuore sceglierà di non andare facendo di quella notte la più brutta della sua vita. Il destino li aveva divisi per 4 anni, ma poi li aveva anche riuniti dando inizio alla leggenda.
Storia che si collega alla 1*01 nel finale. :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Prima dell'inizio'
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Sam Winchester se ne stava seduto lungo il ciglio della strada. Le gambe piegate, i gomiti appoggiati alle ginocchia, le mani sulla testa. Sconvolto.

Respirava affannosamente e piangeva di rabbia. Non poteva credere a quello che era appena successo.

Ripensare a quei momenti faceva male. Ma si costrinse a farlo.

Qualche ora prima era in viaggio con Dean e suo padre, felice e un secondo dopo stava litigando furiosamente con il padre solo perché aveva deciso di condividere  la gioia più grande che un diciottenne può provare: essere stato ammesso a Stanford. Un sogno che si realizza.

Il padre aveva inchiodato di colpo alla notizia e aveva iniziato a litigare furiosamente con il figlio minore, a offenderlo pesantemente.

Molte parole di fuoco volarono tra i due, il maggiore non sapeva più cosa fare per calmarli. Non poteva perdere entrambi. “Vi prego, basta” implorava, ma era come se non fosse ascoltato. Se non fosse nemmeno lì con loro.

All’ennesima offesa pesante Sam non ce la fece più e scese dall’auto prendendo le sue cose dal baule, sbattendo furiosamente il portellone.  Non aspettò che il padre lo raggiungesse, magari per picchiarlo, si avviò lungo la careggiata sentendo solo le parole più dure che un padre potesse dire a suo figlio “Se te ne vai all’università non tornare mai più” e Dean che gridava di tornare indietro, ma non si voltò.

Lo fece solo quando sentì l’auto in lontananza ripartire sgommando. Ancora una volta il maggiore non era in grado di ribellarsi al padre e questa volta il dolore che provava al centro dal petto era troppo.

Certo era libero, ora poteva fare quello che voleva…Soprattutto vivere la vita che voleva e che sicuramente voleva la mamma, ma era comunque solo senza suo fratello.

Fece qualche chilometro e si sedette sul ciglio di quella strada perché si sentiva le gambe pesanti, la testa scoppiare. Tanto la strada era deserta. Non correva nessun pericolo.

Qualche goccia di pioggia iniziò a scendere, lui alzò il viso triste verso il cielo e alcune goccioline si confusero con le sue lacrime.

Sospirò e facendo leva con le braccia sul terreno si alzò iniziando a percorrere quella strada che pareva non finire mai.

Oramai era completamente inzuppato, i capelli continuavano a ricadergli sul viso, nessuno passava. Poi un rombo. Inconfondibile. Unico. L’avrebbe riconosciuto fra un milione di macchine.

L’impala di suo fratello si avvicinava sempre più e quando arrivò a Sammy si fermò bloccandogli la strada qualche metro più avanti.

Dean scese di corsa da baby lasciandola addirittura accesa e corse dal fratello, incurante della piaggia torrenziale che scendeva.

“Sammy…Oddio non ti è capitato niente!” e non aspettò la risposta del minore, lo abbració di slancio. Il moro rimase impassibile in quell'abbraccio stretto e pieno d'amore.

Dean strinse ancora un po’ la presa, ma non vedendosi ricambiato si staccò e si allontanò da lui, un po’ triste.

“Sammy vieni in macchina o ti ammalerai” disse il maggiore prendendo a questo punto il braccio di Sammy e tirandolo verso l’impala. Sammy lo seguì come un automa.

“Che ci fai qui?” chiese solo una volta entrato in macchina e guardando serio il fratello, che sul viso aveva un’espressione addolorata per la loro litigata che era avvenuta qualche ora prima.

“Papà è ubriaco! Sammy…ti prego torna al motel… fallo per me… non lasciare che l’orgoglio rovini la nostra famiglia…Risolveremo la cosa” rispose il maggiore supplicandolo.

“No Dean… voglio solo andare all’università…avere una vita normale….Non caccerò mai più! L’ho gridato anche prima a papà. L’ho giurato a me stesso! Comunque quando mi ha detto di non tornare ma più in cuor mio speravo che tu lo mollassi e m’inseguissi…invece sei salito in auto con lui cazzo!” gridò Sam con le lacrime agli occhi…Quella scelta l’aveva ferito molto più delle parole del padre.

Dean non sapeva che replicare, perché cazzo avrebbe voluto farlo, ma la paura di deludere il padre l’aveva fatto risalire in macchina.

“Lascia perdere…portami in un motel e finiamola qui!” disse solo il minore sconfitto, asciugandosi le lacrime.

Dean era immobile. Turbato. Sconvolto. Non voleva credere che stava accadendo il suo peggior incubo.

Solo la portiera che batté lo fece rinsavire. Vedere il moro fermare poi un’auto di uno sconosciuto e salirci lo fece infuriare.

Fare l’autostop! Ma era deficiente suo fratello? E se il tizio dell’auto era un tipo poco raccomandabile?

Partì sgommando inseguendo quell’auto, con mille pensieri ognuno più brutto dell’altro. Quella era decisamente la serata peggiore della sua vita.

Per cinque chilometri tenne i pugni stretti sul volante, le nocche bianche ignorando il dolore. I Led Zeppelin a tutto volume.

La macchina davanti a sé svoltò all'improvviso a destra e percorse una piccola stradina a senso unico e parcheggiò dopo dieci minuti nel parcheggio di un vecchio motel  dall’insegna traballante.

Fortuna volle che il guidatore fosse solo un semplice guidatore….niente di pericoloso…”Meglio così” pensò tra sé e sé il biondo mentre parcheggiava un po’ distante e osservava il minore scendere da quell’auto e ringraziare il guidatore che ripartì subito dopo.

Poi il moro entrò nel motel. Dio che posto squallido.

Dopo il check-in Dean lo rivide uscire e andare verso una delle stanze che davano sul parcheggio. Non perse tempo.  Corse fuori da Baby e gli bloccò il polso proprio mentre stava per infilare la chiave nella toppa.

“Sei deficiente o cosa a fare l’autostop? Te ora torni a casa! Stronzo!” disse Dean arrabbiato.

 “Sul serio? L’autostop?! L’unica cosa che t’interessa è che ho fatto l’autostop!” rispose a questo punto il minore scuotendo la testa e allontanando il fratello con l’altro braccio. Il maggiore sciolse subito la presa dal polso.

“Scusami se ti ho trattenuto… Si! Poteva succederti qualcosa. Mai fare l’autostop!…lo sai… è parte di me proteggerti…sei il mio fratellino” continuò imbarazzato il maggiore…Sammy si sciolse, il suo fratellone iperprotettivo.

“Vieni con me …dai Dean molla tutto! Ti trovi un lavoro come meccanico mentre io frequento l’università!” disse Sammy speranzoso, mentre girava la chiave nella toppa ed entravano in quella stanza che era veramente logora.

“Non posso Sammy…non posso far finta di niente sapendo cosa c’è la fuori… ” fu la risposta del maggiore che spense la speranza definitivamente del minore, che nel frattempo si era seduto su l’unico letto disponibile che cigolò sotto il suo peso. Dean era rimasto appoggiato alla porta chiusa. Sguardo basso.

“Basta così…capisco…Non c’è bisogno d’aggiungere altro … “ lo fermò dal continuare a parlare. Facevano male quelle parole e quella scelta. Ancora la caccia. Ancora papà.

Dean alzò lo sguardo verso il minore. Bastò per far capire al biondo che Sammy il giorno seguente sarebbe partito per Palo Alto e che la decisione era presa e irremovibile.

Era decisamente la serata più brutta della sua vita per Dean. Per Sam invece fu l’ennesima conferma che quella vita faceva schifo e che stava facendo la scelta giusta.

“Mi spiace…” fu l’unica cosa che disse uscendo dalla stanza e andando verso Baby.

Sam non rispose. Era svuotato di ogni emozione. Poi sentì baby ripartire. Andare sempre più lontano.

Pianse mentre si preparò per andare a letto. Si coricò in quel materasso che sprofondò sempre di più sotto il suo peso rigirandosi in continuazione, tra il caldo e la delusione. La notte la passò insonne e il mattino dopo era distrutto.

Si alzò sospirando. Erano le 6. Fece una collazione veloce prendendo delle brioche confezionate dal suo borsone e chiamò un taxi dalla reception.  Da lì a mezz'ora sarebbe partito e avrebbe iniziato la sua nuova vita.

Il viaggio in taxi fu silenzioso e quando arrivò alla stazione suo fratello era lì, fermo e appoggiato al cofano dell’impala. Il biondo appena lo vide gli venne incontro e lo aiutò a prendere le sue cose dal baule del mezzo.

Aveva le occhiaie anche lui, ma Sammy non disse niente. Era piacevolmente sorpreso. Pagò il tassista e si rivolse a Dean.

"Dean...vuoi venire con me?!" Stupidamente chiese. Sperava di si in cuor suo.

"Sono solo venuto a salutarti come si deve fratellino...Non potevo lasciarti andare così... Ieri sera me ne sono andato come un coglione ..." rispose vergognandosi.

"Già me ne sono accorto... “fu la risposta delusa e stizzita del moro. Che stupido sperare che venisse con lui.

Stettero lì ancora un po’ senza parlare, entrambi appoggiati al cofano di baby, ma non era come le altre volte. Stavolta era tristissimo farlo.

Poi l'avviso di partenza per Palo Alto risuonò dagli altoparlanti. Sammy si staccò e salutò il maggiore con un timido “ciao”, ma a Dean non bastava.

Lo abbracciò di slancio, stretto, non voleva lasciarlo andare. Sammy dal canto suo ricambiò ancora di più la stretta, nella sua mente il continuo ripetersi "perché non vieni con me?". Poi l'autobus suonò e Sam, con le lacrime agli occhi, fu costretto a staccarsi dal suo fratellone.

"Stammi bene jerk" disse, occhioni da cucciolo all'ennesima potenza, tirando su con il naso.
"Anche tu bitch" rispose Dean, che non era messo meglio.

Un altro suono di clacson e Sammy finalmente salì su quell’autobus all’ultimo minuto. Le porte si richiusero subito dopo.

Si sedette vicino al finestrino e guardò verso Dean, mentre il mezzo usciva dalla stazione immettendosi sulla strada.

Il maggiore era lì fermo sul cofano di Baby distrutto dal dolore. Poteva percepirlo, Sammy, ma oramai non poteva più fare niente.

Dean vide il mezzo allontanarsi e guardò un’ultima volta il fratellino che lo salutava con la mano. Lo fece anche lui prima che il mezzo sparisse dalla vista.

Poi si costrinse a calmarsi. Il suo Sammy era andato via e ora era solo. Perché non aveva dato ascolto al minore?! Perché?! Sapeva la risposta. Papà e la caccia!

Con questa fitta al petto entrò nell’auto e ripartì. Un vuoto nel cuore.

I due fratelli si erano separati. Avevano preso strade diverse. Non sapevano se si sarebbero rivisti o no.
 
****

 
I primi giorni all’università erano stati duri, per il moro. Molto duri, ma poi nei mesi successivi aveva conosciuto persone fantastiche e si era integrato alla perfezione. Ed era felice, al sicuro e con la vita che aveva sempre sognato.

Certo gli mancava Dean e a volte s’immaginava come sarebbe stato averlo lì. Il maggiore avrebbe adorato le ragazze universitarie e avrebbe fatto strage di cuori! Di questo era certo si ritrovava a pensare sorridendo.

Già sarebbe stato fantastico anche bere qualche birra assieme come facevano una volta, perché con il suo fratellone tutto era più bello. Diverso.

Ma ormai era andata così. Lui all’università. Il maggiore a caccia con il padre. Non lo sentiva nemmeno. E lui certo non lo chiamava. Evidentemente il padre gli aveva ordinato di non chiamarlo e lui come sempre l’aveva ascoltato. Questo gli dispiaceva molto.

Comunque anche per Dean non fu facile, ma poi si adattò a quella nuova situazione. Anche se ogni tanto, anche lui, ripensava a come poteva essere con suo fratello una caccia o una serata al bar.

La maggior parte del tempo era solo. Il padre spariva per giorni e lo sentiva solo per telefono. Se ci fosse stato Sammy la solitudine sarebbe stata meno pesante e soffocante. Con il suo fratellino al suo fianco era tutto più bello. Diverso.

Si era costretto a non chiamarlo e a lasciarlo in pace, ma insieme a suo padre l'avevano osservato da lontano quando potevano passare.

Sì perché anche per John fu dolorosa la partenza definitiva del figlio quando lo seppe dal maggiore, ma l’orgoglio non gli fece richiamare il minore per dirgli scusa, per dirgli che non era deluso di lui anzi tutto il contrario e che gli voleva bene; che quella cazzo di reazione spropositatamente furiosa era stata dovuto solo alla paura che, lontano da loro, potesse essere in pericolo.

Dalla baby, lontano alla vista, lo vedevano che era felice come non era mai stato e per questo avevano deciso di lasciarlo stare. Se lo meritava. Poi ripartivano orgogliosi di lui e tranquilli che stesse bene.

 
***

 
Dall’ultima volta che l’aveva osservato da lontano con il padre, era passato qualche mese, ma questa volta era da solo e doveva coinvolgerlo.

Era arrivato a Palo Alto da qualche minuto e ora stava osservando l’alloggio di Sam. Era buio all’interno. Evidentemente il suo fratellino era andato a qualche festa di Halloween. Così aspettò il suo ritorno. E quando lo vide rientrare, agì dopo qualche minuto.

Non voleva intraprendere questa missione da solo. Volava farlo con il suo fratellino. Così scese da Baby. Lo avrebbe convinto. Ci sarebbe riuscito.

Esattamente il 31 Ottobre 2005, in piena notte, Dean Winchester entrava nell’ appartamento di suo fratello da una finestra cercando di fare meno rumore possibile, ma suo fratello Sammy aveva l’udito ancora allenato.

Una breve lotta, un breve scambio di battute fraterne. I due Winchester di nuovo insieme, uniti.

Ma non voleva sentire, Sammy, non voleva ascoltare.

Poi però le parole di Dean lo fecero ritornare in quella realtà che lui aveva negato e dimenticato per 4 anni "Papà è andato a caccia e manca da casa da alcuni giorni”.

L'inizio di un lungo viaggio on the road. L'inizio di tutto.

Due fratelli. L'America. L'impala. Il rock classico. Saving people. Hunting things. The family bussiness.

In quel preciso momento i Winchester divennero leggenda e lo sarebbero stati per sempre.





Fratello, lasciami essere il tuo riparo

Non ti lascerò mai da solo

Posso essere quello che chiami

Quando sei giù

Fratello, lasciami essere la tua fortezza

Quando i venti della notte avanzano

Essere quello che illumina la strada

Ti porta a casa







Note autrice
La canzone è Brother di Needtobreathe feat Gavin DeGraw.
http://testicanzoni.mtv.it/testi-NEEDTOBREATHE-feat.-Gavin-DeGraw_28305337
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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