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Autore: Djokolic    17/08/2017    0 recensioni
Michael e Andreas sono fidanzati. Si amano profondamente e condividono la stessa, strana passione per le biciclette. O meglio, nel loro cuore c'è posto per il sole, per le stelle, per il vento, per le montagne... Ma soprattutto c'è posto per il cielo.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Per prima cosa devo chiarire un paio di cose che potrebbero portare a spiacevoli discussioni.

L'ispirazione per scrivere questa piccola storia è nata dalla fusione di due capolavori.

Il primo é il libro "Over My Sky" di Baspack su Wattpad (se non l'avete ancora letto, cosa state aspettando? Correte!)

Il secondo è la canzone "Who Wants To Live Forever" dei Queen. Consiglio caldamente di ascoltarla mentre leggerete, al momento opportuno, soffermandovi sulle parole.

Detto ciò, sono consapevole che alcuni passaggi sono quasi presi e incollati da "Over My Sky" e che metà storia sono le parole di una canzone, ma spero che vi possa piacere comunque.


Djokolic

 

Un grazie enorme va a Baspack, che ha letto questa storia molto tempo fa, e che ogni giorno dimostra di essere una persona fantastica.

Michael spinse energicamente sui pedali, con i muscoli che bruciavano e il fiato spezzato, alzando lo sguardo verso il cielo. Le nuvole bianche fluttuavano senza ordine, dando vita a forme di ogni tipo. La ripida strada di montagna scompariva contro l'azzurro tenue tipico del cielo del tramonto. 

 

Accanto a lui, Andreas, come sempre, sembrava non avvertire alcuno sforzo. I suoi occhi brillavano di una luce particolare, forse dovuta ai boccoli scuri del ragazzo al suo fianco, che, mossi dal vento tiepido della sera primaverile, parevano danzare nell'aria. Nello stesso istante si girarono uno verso l'altro. I loro visi si distesero in un sorriso spontaneo. Quello stesso sorriso per cui avevano perso la testa. Quel sorriso per il quale avrebbero dato tutto. Quel sorriso di cui si erano innamorati. Entrambi volsero lo sguardo alla salita che li aspettava. Bastò un'occhiata fugace, e la gara iniziò.
-Se mi batti, ti pago da bere!- urlò Andreas, già in vantaggio.
Michael sbuffò ridendo e scuotendo la testa, sapeva di non avere un chance. Dopo pochi minuti già vedeva solo una testolina bionda in lontananza. All'arrivo trovò il ragazzo in equilibrio sulla canna della bicicletta, in attesa di sbeffeggiarlo.
-Allora, mio bel campione?-
-Non... Non...Non prendermi... In giro.- ansimò Michael, scendendo anche lui dalla bici.
-Non mi permetterei mai.- confessò Andreas ridendo -Ho troppa paura della tua vendetta.-
Il ricciolo contrasse il viso in una smorfia a metà tra l'offeso e il fiero, scoppiando a ridere senza ritegno, seguito dal biondo, un secondo più tardi. Quando ebbero recuperato il fiato, si guardarono.
Due sorrisi, due sguardi. Il verde della foresta mescolato con l'azzurro del cielo da un pittore sconosciuto. L'universo negli occhi dell'altro. Amore negli occhi dell'altro. Quattro mani che vagano senza meta perché l'hanno già trovata. Due cuori. Una sola anima. Un bacio.
Cosa è mai un bacio? Forse nulla, forse tutto. Può essere un gesto banale, può essere una cosa automatica. Oppure può essere semplicemente un modo per dirsi grazie. Un grazie sincero, di quelli che vengono dal cuore. Una sola parola con mille significati. Grazie di essere qui. Grazie di sopportarmi. Grazie di prendermi in giro. Grazie di amarmi. Grazie.
I due ragazzi si sedettero sull'erba, osservando lo spettacolo che si presentava ai loro occhi. La valle, illuminata dalla luce rosso sangue del tramonto, si estendeva ai loro piedi. Potevano scorgere il fiume, che dalle montagne si tuffava rapido verso il paese. Sullo sfondo, i monti si stagliavano scuri contro il cielo.
-Casa nostra.- sussurrò il moro.
-Come?- chiese Andreas.
-Non ti senti a casa qui?- ribatté Michael.
Il ragazzo si perse ad osservare il paesaggio per qualche istante, riflettendo.
-Io... sì, ma non sono legato a questo posto in particolare. Sono le persone che rendono speciali i luoghi, i ricordi che essi richiamano alla memoria. - rispose.
Il riccolino prese le mani di Andreas tra le sue. Gli cinse la vita con un braccio, baciandogli la guancia. Il sole pareva infuocare le nuvole, il cielo, le montagne. Non seppero quanto tempo erano rimasti in quella posizione. Quando si alzarono, le stelle avevano già preso il loro posto nella volta celeste. In silenzio, montarono sulle biciclette, pronti a tornare a casa. Appena raggiunsero la discesa, si guardarono.
-Non aver paura, Michael. Fidati di me.-
Nessuno dei due poteva certo immaginare che qualche minuto dopo, la loro vita sarebbe cambiata per sempre.

Michael spinse energicamente sui pedali, con i muscoli che bruciavano e il fiato spezzato, alzando lo sguardo verso il cielo. Le nuvole bianche fluttuavano senza ordine, dando vita a forme di ogni tipo. La ripida strada di montagna scompariva contro l'azzurro tenue tipico del cielo del tramonto. 

 

Accanto a lui, Andreas, come sempre, sembrava non avvertire alcuno sforzo. I suoi occhi brillavano di una luce particolare, forse dovuta ai boccoli scuri del ragazzo al suo fianco, che, mossi dal vento tiepido della sera primaverile, parevano danzare nell'aria.

 

Nello stesso istante si girarono uno verso l'altro. I loro visi si distesero in un sorriso spontaneo. Quello stesso sorriso per cui avevano perso la testa. Quel sorriso per il quale avrebbero dato tutto. Quel sorriso di cui si erano innamorati. Entrambi volsero lo sguardo alla salita che li aspettava. Bastò un'occhiata fugace, e la gara iniziò.


-Se mi batti, ti pago da bere!- urlò Andreas, già in vantaggio.


Michael sbuffò ridendo e scuotendo la testa, sapeva di non avere un chance. Dopo pochi minuti già vedeva solo una testolina bionda in lontananza. All'arrivo trovò il ragazzo in equilibrio sulla canna della bicicletta, in attesa di sbeffeggiarlo.


-Allora, mio bel campione?-


-Non... Non...Non prendermi... In giro.- ansimò Michael, scendendo anche lui dalla bici.


-Non mi permetterei mai.- confessò Andreas ridendo -Ho troppa paura della tua vendetta.-


Il ricciolo contrasse il viso in una smorfia a metà tra l'offeso e il fiero, scoppiando a ridere senza ritegno, seguito dal biondo, un secondo più tardi. Quando ebbero recuperato il fiato, si guardarono.


Due sorrisi, due sguardi. Il verde della foresta mescolato con l'azzurro del cielo da un pittore sconosciuto. L'universo negli occhi dell'altro. Amore negli occhi dell'altro. Quattro mani che vagano senza meta perché l'hanno già trovata. Due cuori. Una sola anima. Un bacio.


Cosa è mai un bacio? Forse nulla, forse tutto. Può essere un gesto banale, può essere una cosa automatica. Oppure può essere semplicemente un modo per dirsi grazie. Un grazie sincero, di quelli che vengono dal cuore. Una sola parola con mille significati. Grazie di essere qui. Grazie di sopportarmi. Grazie di prendermi in giro. Grazie di amarmi. Grazie.


I due ragazzi si sedettero sull'erba, osservando lo spettacolo che si presentava ai loro occhi. La valle, illuminata dalla luce rosso sangue del tramonto, si estendeva ai loro piedi. Potevano scorgere il fiume, che dalle montagne si tuffava rapido verso il paese. Sullo sfondo, i monti si stagliavano scuri contro il cielo.


-Casa nostra.- sussurrò il moro.


-Come?- chiese Andreas.


-Non ti senti a casa qui?- ribatté Michael.


Il ragazzo si perse ad osservare il paesaggio per qualche istante, riflettendo.


-Io... sì, ma non sono legato a questo posto in particolare. Sono le persone che rendono speciali i luoghi, i ricordi che essi richiamano alla memoria. - rispose.


Il riccolino prese le mani di Andreas tra le sue. Gli cinse la vita con un braccio, baciandogli la guancia. Il sole pareva infuocare le nuvole, il cielo, le montagne. Non seppero quanto tempo erano rimasti in quella posizione. Quando si alzarono, le stelle avevano già preso il loro posto nella volta celeste. In silenzio, montarono sulle biciclette, pronti a tornare a casa. Appena raggiunsero la discesa, si guardarono.


-Non aver paura, Michael. Fidati di me.-


Nessuno dei due poteva certo immaginare che qualche minuto dopo, la loro vita sarebbe cambiata per sempre.

   
 
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