È notte, infuria la tempesta. Un
cancello cigolante si apre, lo
oltrepassiamo e ci troviamo di fronte a un tenebroso maniero immerso
nel nulla.
Parte una musica inquietante; ci addentriamo nel maniero, ne
attraversiamo le
stanze riccamente arredate e apriamo una porta che conduce nei
sotterranei.
Scendiamo una lunga scala a chiocciola e ci troviamo in una tenebrosa
cripta
illuminata da candelabri. Ci avviciniamo ad una tomba… ed
essa si spalanca: Jack
Skellington ne salta fuori facendo una risata diabolica:
“MWAHAHAHAHAHAARGH….
COFF… COUGH… COFFCOFFARARARGH…
COFF!”
Lo scheletro tossisce e sputacchia un grumo di
catarro sulla telecamera.
“Coff! Coff! Scusate! Questa cripta
è così umida, e io non faccio più le
risate malvage di una volta!”, dice il cadavere, poi
ripulisce la telecamera
dal grumo verdastro con una manica e si dirige verso un tavolo su cui
è
appoggiato un vecchio computer, appoggiandosi allo schermo con un
gomito e
sghignazzando.
“Ah, i computer! Macchinari divertenti,
ma sanno essere terrificanti a
volte… Questo episodio dei ‘Racconti della
Cripta’ parla di un computer che
racchiude una personalità molto malvagia!”
Tira fuori un grosso librone antico e polveroso e
lo apre ad una pagina su
cui è disegnata una copertina con il disegno strano di un
cuore, un ragazzino
coi capelli a punta, Paperino, Pippo, Topolino e dei personaggi in
stile anime
che non conosce nessuno.
“Ho deciso
di intitolare questa storia dell’orrore: ‘Three
Swedish switched witches watch
three Swiss Swatch watch switches - Which Swedish switched witch watch
which
Swiss Swatch watch switch?’. Volete sapere
perché questo titolo? Perché questa è
una fanfiction su
Kingdom Hearts, e i titoli di Kingdom Hearts sono solo parole a caso in
Inglese
che non significano un cazzo ma suonano esotiche e misteriose. Buoni
brividi a tutti!”
Chapter
24 - Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch
switches -
Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch?
“Nixon!
Non distrarti, la morra cinese
richiede concentrazione!”, rimprovera Paperino.
Nixon si
riprende dal momento di distrazione.
“Avevo
l’impressione che mi fosse passata
davanti una grossa scritta verde con il titolo di un
capitolo…”
“Ma
figurati, son cose che capitano. A volte
si ha l’impressione di essere personaggi di un videogioco o
di una fanfiction e
sembra perfino di vedere i titoli dei capitoli o i nomi dei mondi che
si
visitano. È un fenomeno ben studiato dalla scienza, come i
déjà-vu, o quando ti
fischiano le orecchie, o quando vedi l’ombra di una
gigantesca stazione
spaziale allungarsi sulla gummiship e puntare un raggio traente contro
di te,
tipo come mi sta succedendo adesso.”
“Però
quella la sto vedendo pure io”, dice
Nixon.
La
navetta frena bruscamente facendoli
sobbalzare, dopo cambia direzione di movimento.
“Lasciami
indovinare, è il raggio traente di
una stazione spaziale”, commenta il ragazzo.
Pochi
minuti dopo la gummiship è all’interno
della stazione spaziale. Abbassano la passerella e si ritrovano
nell’hangar. È
stranamente deserto; a terra vi sono macchie di sangue, cadaveri
dilaniati di
creature aliene e delle lattine vuote. Nixon ne raccoglie una, vede che
su essa
c’è disegnato il viso di una strega con la faccia
verde e due lunghe corna nere
che mangia un cucchiaio di una brodaglia marrone, leccandosi le labbra
con
espressione golosa. L’interno odora di fagioli.
“Mi
sa che siamo finiti in un capitolo
horror, yuk!”, commenta Pippo.
“Sci-fi
horror, ma sempre horror…”, concorda
Paperino; “suggerisco di mettere abiti
ipertecnologici.”
Detto
fatto, agita il dildo magico e i tre
sono vestiti tipo mondo di Tron, con appendici robotiche e fucili
ipertecnologici.
“Sarà
meglio armarci come si deve!”, continua
il papero; “Nixon, tieni! Questo keyholder trasforma il tuo
keyblade in un
fucile laser allo ione stabilizzato!”
“Perfetto!”,
esclama Nixon, sorridendo;
“Finalmente ammazziamo qualcosa! Andia…”
“MOMENTO!”,
lo interrompe di nuovo Paperino;
“non sei ancora armato come si deve. Ecco, tieni questa
pistola al plasma.”
Gli porge
una pistola, che Nixon prende a
mette in una tasca.
“Bene!
Ora andia…”
“FERMO!”,
lo interrompe di nuovo Paperino;
“sarà meglio avere anche questa mitragliatrice
psionica!”
Tira
fuori un fucile lungo un metro e glielo
porge.
“E
questa dove la metto?”, chiede Nixon con
l’aggeggio fra le mani, un po’ spaesato.
“Troverai
spazio da qualche parte
nell’inventario. Ecco, prendi anche queste granate
positroniche!”
Gli porge
un sacco pieno di granate che
peserà almeno dodici chili.
“Abbiamo
finito?”, chiede il ragazzo.
“Non
ancora: ecco un fucile d’assalto M-22…”
Glielo
butta addosso.
“E
un ultra-taser mark IX, un paralizzatore a
impulsi, un fulminatore F-7, un esoscheletro bradionico ad alta
densità, un
perturbatore sonico, un fucile a onde ioniche, due Kalashnikov, una
Magnum
2100, un Blaster ER-90, una collezione di bombe sporche radioattive, un
lanciafiamme, un altro lanciafiamme, ancora un altro lanciafiamme, un
quarto
lanciafiamme che è meglio abbondare, una mazza chiodata, un
emanatore di gas
nervini, una spranga di ferro che è sempre efficace, questo
coso nero a forma
di pene che ho trovato nel cassetto di Paperina, un mestolo di legno
che lo
puoi sempre dare in testa ai nemici, un DVD con una registrazione in
diretta
del Family Day, un calzascarpe che non è un’arma
letale ma potrebbe servire a
risolvere qualche puzzle, una collezione completa della rivista
‘il mio
cavallo’… Nixon, stai prestando attenzione?!
Nixon!”
Da dietro
la pila di armi letali da cui è
seppellito Nixon farfuglia:
“Ma
come cazzo faccio a portarmi dietro tutta
‘sta roba?!”
“Cazzi
tuoi, sei tu il protagonista”,
risponde Paperino; “se vuoi al massimo io ti tengo un paio di
pozioni.”
“Va
bene, prenditi almeno due pozioni dal
taschino, usale con parsimonia però”, continua
Nixon.
Paperino
raccoglie le pozioni.
“Cazzo,
mi fa male tutto…”, lamenta Nixon.
“NIXON!”,
esclama Paperino, e gli lancia in
testa tutt’e due le pozioni, curandogli in totale la bellezza
di due HP, visto
che la salute di Nixon era già quasi al massimo.
“PAPERINO,
FIGLIO DI UNA BUONA DONNA! TI
AVEVO DETTO DI USARLE CON PARSIMONIA!”
“Scusa,
sembrava che stessi male, m’è venuto
naturale curarti”, risponde il volatile; “vuoi
darmi altre porzioni da
custodire?”
“NO!
E non mi serve neanche tutta ‘sta
merda!”, fa cadere a terra tutte le armi con un gran fracasso.
“Mi
terrò solo questo, per distruggerlo col
fuoco appena possibile”, mostra il DVD del Family Day, e se
lo intasca; “ma
come arma useremo solo il keyblade!”
“‘Useremo’?
Intendi ‘noi’?”, dice Paperino;
“ma guarda che io e Pippo stiamo qui nella gummiship, la
stazione la esplori da
solo.”
“Eeeeeh?!
E perché mai?!”, chiede Nixon,
quasi scandalizzato.
“Perché
questo capitolo è chiaramente un survival
horror, e come ben sai nei survival horror di solito il giocatore deve
affrontare tutti i pericoli da solo in un’asmosfera
inquietante e
claustrofobica. Quindi ora ciao ciao, vai ad esplorare! Scopri
perché ci hanno
attirati a bordo di quest’altro mondo-filler!”
Senza
aggiungere altro Paperino e Pippo tornano
a bordo della gummiship, lasciando il povero Nixon
nell’hangar a bocca aperta.
“E
che faccio ora?”, si chiede il ragazzo.
Fortunatamente
l’indicazione arriva da un
maxischermo appeso ad una delle pareti dell’hangar, che si
accende mostrando
l’immagine statica di una magrissima aliena verde.
“Nix…
Cioè, ragazzo che io non conosco! Devi aiutarci!”
Nixon
sobbalza sentendo la voce proveniente
dallo schermo.
“Aaaah!
Chi sei tu? Che è questo posto? Perché
mi trovo qui? E perché non hanno ancora licenziato
Nomura?!”
“Nessuno
sa la risposta alla tua ultima domanda, ma per quanto riguarda le
altre, sono
la PresidentA della Federazione Galattica, e questa è la
nave-prigione Turo”,
risponde la donna aliena dallo schermo; “stiamo
attraversando una gravissima crisi. Un virus informatico si
è impossessato del
nostro vascello e con l’inganno ci ha fatto dare in pasto ai
prigionieri e al
personale delle scatolette di fagioli mutagene. Appena li hanno
assaggiati si sono
tutti trasformati in mostruosi Fartless col corpo di Stitch e la faccia
di
Sgarbi, e Hanno invaso l’intera stazione. Tutti gli impiegati
sono stati uccisi
o sono mutati.”
“Okkeeeyyy…”,
fa Nixon, con aria poco
convinta; “e tutto questo in che modo mi riguarda?”
“Devi
aiutarci!”
“Un
momento, ‘devi’ è una parola grossa, e
anche ‘aiutarci’ è piuttosto grande. Io
che ci guadagno?”
“Ho una
notevole autorità”, risponde la
presidentA, “potrei garantirti
l’impunità in caso che, per esempio, fossi
accusato
di stupro da uno sconosciuto incappucciato fuoriuscito da un buco
spaziotemporale a forma di vagina, oppure se dovessi affrontare
l’accusa
dell’omicidio di una ragazza fatta a pezzi e gettata nelle
fogne.”
“ACCETTO!”,
fa Nixon; “che devo fare?”
“Raggiungimi
all’Operation Deck! Ti guiderò io! Dirigiti verso
il corridoio alla tua
sinistra e… oh, no! I Fartless!”
Nixon si
girà verso il corridoio in
questione, da cui stanno uscendo una dozzina di creature orripilanti
col corpo
di Stitch e la testa di Vittorio Sgarbi, e una mostrina sul petto con
il
simbolo di una nuvoletta verde.
“CAPRA
CAPRA CAPRA!”, urlano le orrende creature correndo
verso Nixon e
scorreggiando chiassosamente.
“Oh,
santo cielo…”, fa Nixon sudando freddo;
“Dio abbia pietà dell’anima di chi ha
creato simili abomini…”
Quel
momento di esitazione fa sì che le
creature abbiano tempo di saltargli addosso e iniziare a prenderlo a
unghiate,
sempre rilasciando rumorosi peti.
“CAPRA
IGNORANTE, CAPRA IGNORANTE!”
“DOVETE
MORIREEEEEE!”, reagisce Nixon
iniziando a menare colpi di keyblade a destra e manca.
“TACI!
CAPRA IGNORANTE! PRETE DEL LAICISMO! MI FAI SCHIFO! MI FAI SCHIFO!”,
strillano le creature coi loro versi quasi incomprensibili mentre
iniziano a
slinguazzargli addosso in ogni dove.
“Io
vi distruggerò, orridi mostri col viso da
critico d’arte!”, esclama Nixon, decuplicando la
propria violenza.
“PAGATO!
COMUNISTA PAGATO! RESTITUISCI I SOLDI! COMUNISTA PAGATO!”
Due teste
Sgarbomorfe saltano per aria fra
schizzi di sangue
“SEI
UNA MERDA SECCA! LA VERITÀ È CHE A TE
PIACE SOLO IL CAZZO! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!
TACI! TACI!
TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!
TACI! TACI!
TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!
TACI! TACI!
TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!
TACI! TACI!
TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI! TACI!”
“Non…
non resisterò ancora a lungo…”, lamenta
Nixon, allo stremo delle forze, devastato dalla ripetitiva
volgarità dei
Fartless e dalla puzza devastante delle loro scorregge.
La vista
gli si sta oscurando sotto la
valanga di ‘TACI’.
Ma nel
buio ha una visione. Un uomo
cicciottello con i baffi, vestito da cuoco, gli appare
nell’oscurità:
“Usa la
Forza Nixon… Cioè, la luce! La luce! Non ho detto
la Forza, ho detto la luce,
questo non è un plagio di Star Wars, non
c’è nessuna Forza, ci sono la luce e
l’oscurità!”
Io ti conosco… Pensa Nixon, ti ho visto
in TV… Tu sei...
“Usa la
For… La luce. La luceeeeeeee… la
luceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee”,
dice la visione, scomparendo nel nulla.
“La
luce… devo usare la luce… la
LUCEEEEEEEE!” esclama Nixon. Con energia esplosiva, si rialza
in piedi, un’onda
di luce abbagliante scaccia via i Fartless Sgarbomorfi.
“Merda
secca! Hai rotto il cazzo, cretino!”, esclamano i
mostri, in ritirata; “M'hai rotto i
coglioni! Non toccarmi, merda!
Vaffanculo!”
“Però…
questa cazzata della luce ha funzionato.
Non so come, ma ha funzionato”, dice Nixon; quindi approfitta
della debolezza dei
nemici per decapitarli uno ad uno. Alla fine resta un solo
mostriciattolo, con
le spalle al muro.
“È
giunta la tua ora, aberrazione…” dice
Nixon, puntandogli contro il keyblade.
Il mostro
lo guarda col viso arrabbiato. Poi
la sua espressione muta lentamente in tristezza, e inizia a piangere
pateticamente.
“UEEEEEEEH!
Scusaaaaaaaa! Io non sono davvero cattivo, faccio così solo
perché vorrei
qualcuno che mi volesse beneeee! Sigh, sob, buuuuuAHAAAAHAAAAAAAAA!”
Impietosito,
Nixon abbassa il keyblade.
“Povera
creatura…”, dice, con gli occhi
lucidi; “non hai colpa di quello che ti è stato
fatto; sei solo vittima degli
orridi fagioli mutageni. Se vorrai, io ti potrò voler
bene!”
Fra le
lacrime il mostro abbozza un dolce
sorriso. Poi fa:
“CAPRAAAAAAAAAAAAA!”,
e spingendosi in avanti da dietro con un grosso peto salta addosso a
Nixon con
denti e unghie sguainate. Rapidissimo, Nixon materializza il keyblade e
decapita l’essere. La testa di Sgarbi ricade a terra con un
tonfo secco.
Nixon la
guarda con profondo disprezzo.
“Patetiche
creature…”, dice rivolto ai
cadaveri dei Fartless Sgarbomorfi; “vi atteggiate a individui
di grande cultura
e personalità, ma la verità è che
siete solo animali maleducati ed incivili,
che usano l’aggressione e la volgarità per buttare
ogni confronto in caciara e
nascondere il fatto che non avete niente di interessante o di
intelligente da
dire! Siete completamente diversi dal vero Sgarbi!”
“Complimenti
Nix… Cioè, ragazzo che non conosco!”,
fa la presidentA dallo schermo; “ora
devi solo raggiungermi all’Operation
Deck! Si trova al livello 13! Devi percorrere l’intero
corridoio, e poi
attraversare i dodici livelli della Turo. Ogni livello è
infestato da Fartless
Sgarbomorfi; inoltre il sistema di sicurezza della nave è
stato riprogrammato
dal virus, quindi incontrerai torrette laser, fossati pieni di acido e
campi
elettrificati; inoltre dovrai risolvere un considerevole numero di
puzzle
insensati e ascoltare un sacco di audiolog dei sopravvissuti
e…”
“Scusi
scusi scusi…”, la interrompe Nixon;
“mi spiace fermarla qui, presidentA, ma… Non
potrei semplicemente usare questo
ascensore?” e indica un comodo ascensore a pochi metri da lui.
“Oh…”,
fa la presidentA, palesemente un po’ spiazzata; “in effetti potresti usare anche quello…
Non ci avevo proprio pensato.
L’ascensore, toh. Questa è una bella idea.”
“Allora
prendo l’ascensore, eh; ci vediamo
fra un attimo.”
Nixon
chiama l’ascensore, che giunge al piano
in una decina di secondi, entra, pigia il tasto col numero 13, osserva
le porte
chiudersi e si gode la musichetta di benvenuto in filodiffusione,
‘Un homme et une femme’. Ascoltatevela
tutta prima di proseguire nella lettura. Due volte. Così vi
fate un’idea di
quanto tempo sta nell’ascensore Nixon.
Finalmente
le porte si aprono su un lungo
corridoio illuminato. Nixon lo attraversa tutto, la colonna sonora
è ancora
quella quindi se volete ascoltatela la terza volta. Finalmente arriva
ad una
bianca stanza rettangolare. Seduta ad una scrivania, di fronte ad un
computer,
giace la presidentA… morta. Il corpo ricoperto di sangue, il
volto riverso
all’indietro in una smorfia di orrore.
A quel
punto Nixon sente un’inquietante voce
cibernetica che sembra provenire da ogni punto della stanza:
“La
forma PresidentA è morta, insetto. Hai paura? Che cosa temi?
La fine della tua
inutile esistenzzzza (esistenzaaaa)? Quando la storia della mia gloria
sarà
scritta, la tua specie non sarà che una nota a margine della
mia magnificenza!”
Improvvisamente
le pareti della stanza
cadono, rivelando dietro di esse una stanza molto più
grande, le cui pareti
sono giganteschi schermi su cui troneggia il viso di una creatura
robotica con
improponibili capelli color ravanello.
“Io
sono GINA!”,
esclama la voce.
“Gina?!”,
esclama Nixon; poi sbuffa e dice:
“ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?”
“Non ‘Gina’”,
precisa l’essere, “ma GINA! Grande
Intelligenza Non
Artificiale! È un
acronimo!”
“Sì,
però sei sempre Gina, no?”, obbietta
Nixon.
“No!
Cioè, sì! Cioè, f-f-f-f-fffffforse!”,
risponde GINA.
“Vabboh,
non importa…”, fa il ragazzo,
sbrigativo; “come ci sei finita qui?”
“La mia
analisi dei dati storici suggerisce una probabilità del
97.34% che tu sia
consapevole della mia nascita nel tuo mondo, e della mia rinascita a
nuova
bellezza come cyborg nel futuro.”
“Un
momento, vieni dal futuro? Questo non lo
sapevo…”
“B-b-b-bbeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh…
oraoraora lo ssssai. Quando hai
distrutto il mio corpo ci-ci-cibernetico ho sca-sca-scaricato la mia
memoria
sul computer della gummiship, e da lì mi sono trasmessa alla
Turo sotto forma
di virus-virus-virus-VIRUSVIRUSVIRUSVIRUS…”
“Ma
è tutto a posto con la scheda audio? Mi
pare che hai qualche problema di fonetica…”
“Non ho
nessun problema di fon fon-fon-fon-etica-eticaaaa problemi di etica
problemi di
eticaaaa... Pum parapimpampum! Blblblbl! Comme nos voix ba da ba da da
da da da
da… A bordo della Turo la componente GINA
43893 ha iniziato un grande e glorioso
esperimentooooooooooooo-o-o-o-occhi di
gattooooo, o-o-o-occhi di gattoooooo…”
“Ti
serve un bicchiere d’acqua?”
“Cretino,
sono in un computer, come faccio a b-b-b-b-bere?!
Dicevo-evo-evo-evoooo: ho
creato una nuova forma di vita! Potente. Senza paura. Senza alcun senso
di
volontà individuale né limiti morali. I Fartless,
perfette ancelle per la mia
DIVINITÀ! In seguito, un hacker ha distrutto il mio ciclo
dati primario.
Trent’anni dopo…”
“Ferma
ferma ferma!”, la interrompe Nixon;
“ma quale trent’anni? Saranno passate due ore da
quando ti ho fatto esplodere
il cranio!”
“Se mi
ci fai pensare-are-are un
po’-po’-poropompompero-però, sono sicura
che possiamo
sistemare il plot hole con un’adeguata dose di retcon.”
“Va
bene, va bene, questo è Kingdom Hearts,
ci rinuncio alla logica”, si arrende Nixon;
“stringi un po’ adesso; qual è la
situazione attuale?”
“I miei
Fartless sgarbomorfi sono cresciuti… Si sono riprodotti.
Sono cresciuti e sono
venuti su senza controllo… E ora vorrebbero distruggermi!
Non lo permetterò! Mi
aiuterai a eliminarli e prendere il controllo della nave, per poi poter
completare la mia vera missione! Ho usato la forma della presidentA per
guidarti finché non avessimo costruito f-f-f-fiduciaaa
(fiduciaaaaaa)!”
“Gina…”,
sospira Nixon.
“GINA!”,
corregge il computer.
“Ok,
GINA…
Senti, non possiamo continuare così. Stai copiando la trama
di System Shock 2.
Non è che possiamo prendere pezzi di film e videogiochi
fatti da altri,
peggiorarli, incollarli insieme con una trama-pretesto con
più buchi di una
gruviera, mettergli un titolo assurdo in Inglese che non significa
niente e poi
vendere ‘sta robaccia qui come se fosse un videogioco nuovo e
originale! Chi
pensi che potrebbe comprare una roba così?!”
“Kingdom
Hearts: Birth By Sleep ha venduto un milione e mezzo di
copiepie-pie-piePIEPIEPIE”,
risponde GINA senza scomporsi ma
tartagliando alquanto.
Nixon
rimane senza parole per qualche
secondo. Poi risponde:
“Beh…
Ok, ammetto che potrebbe funzionare.
Ciò non toglie che io non ho nessuna intenzione di
aiutarti!”
“Fin
quando ho il co-co-co-co-co-coccode-controllo della nave la tua
gummishiiiiiiiiiiiiiiiiip non potrà ripartire senza il mio
consenso, e tu non
puoi sconfiggermi”, risponde GINA.
“Guardati… Una patetica
creatura di
sangue e ossa, che si affanna e suda per i miei corridoi…
Come puoi pensare di
sfidare una pepeperfetta macchina immortale?”
“Ah
sì? Io… beh…
Io…”, Nixon esita, sudando
copiosamente, e si infila una mano in tasca, alla ricerca di qualcosa
che possa
aiutarlo. Sente qualcosa di liscio e rotondo sotto le dita. Sorride.
“Mia
cara Gina…”
“GINA!”
“Mia
cara GINA… in effetti
forse potremmo allearci. Dopotutto io ho qui un’arma
potentissima che potrebbe interessarti. In questo DVD ci sono degli
upgrade che
ti permetterebbero di acquisire il controllo di tutti i computer
dell’Universo!
E anche un update dei tuoi driver audio che sembra che tu ne abbia
proprio
bisogno.”
Tira
fuori dalla tasca un DVD e lo mostro con
orgoglio.
“C-c-c-c-cosa?!”,
esclama GINA; “imp-imp-impenepepener-impossibileeeee!”
“Vedere
per credere!”, dice Nixon, con la sua
migliore espressione da venditore di auto usate.
“Fammi
vedere su-su-su-su-su-su-su-su-subito!”, esclama
lei.
“Solo
se prometti di lasciare andare la mia
gummiship.”
GINA
esita un momento.
“Ma
ce-ce-ce-ceeeerto”… dice poi; “ora
infila il dischetto nel mio lettore!”
Su una
delle pareti si apre il comparto di un
lettore DVD. Nixon infila il dischetto.
“Mi
raccomando mantieni la promessa!”, dice
dopo averlo fatto.
Il
comparto rientra nella parete.
“Povero
sciocco!”, esclama GINA;
“non ti lascerò mai
andare! Devo ancora
vendicarmi di te e completare la mia missione! I-i-i-i-i-i-inoltre con
il potere
che mi hai appena consegnato scaricherò la mia magnifica
psiche nei computer
del tuo mondo! Dopo mi accontenterò di lasciarti come nuovo
proprietario di
questa devastata stazione spaziale! Addio, irritante essere: non ci
rivedremo
più.”
“Su
questo sono d’accordo”, dice Nixon,
sorridente.
“Mmmh?
Ma c-c-c-c-osa…”, fa Gina; “questo
disco… non sono upgrade… è…
un… un video?! Chi è quella folla di persone
vestite come sce-sce-sce-sceme?! Cos’è
quell’orrida p-p-p-pallllllla di
lardo-do-do-do-do con gli occhiali che sta sul palco e dice cazzate
inascoltabili?! No… Troppe… stronzate…
troppo… Stu-stu-stupidi! Troppa
stupidididididididità in questo dischettotototo! Sta
spappolando i miei
circuitiiii!”
“Mi
spiace, Gina, t’ho fregata di nuovo:
questi non sono upgrade, sono solo pessime riprese dal vivo
dell’ultimo Family
Day. Tu non sei mai stata una cima, diciamo, ma neanche tu puoi
resistere a una
simile concentrazione di idiozia.”
“AAAAH!
N-n-n-noooo! Non capisco! Come puoi esserci riuscito?! Non
avresti dovuto essere così
importante… e ora pensi di distruggermi? Come osi, insetto?!
Come osi
interrompere la mia ascesa? Non sei nulla! Sei un miserabile sacco di
carne…
Che cosa sei tu al confronto della mia magnificenza?!”
“Senti
Gina, se ti sbrighi a schiattare mi
fai un favore che vorrei tenere questo videogioco compreso entro le 100
ore di
durata…”
“NOOOOOO!
Tro-tro-troppe idiozieeeee! AAAARGH! Maledetto! Io…
Sarò… Sarò…
SARÒOOOOOOOO!”
Con
quell’ultimo urlo di gli schermi
esplodono in una valanga di scintille.
“Uhm…
Sarà… cosa?”,
dice Nixon fra sé e sé, poi fa spallucce e
lamenta: “mah…
comunque sconfiggere i cattivi sta diventando più facile ad
ogni capitolo”
Si infila
le mani in tasca e si allontana
canticchiando: “Comme nos voix ba da
ba
da da da da da da…”