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Autore: miseenabime    19/08/2017    3 recensioni
Daenerys si sedette sull’erba e, con una mano, fece segno a Jon si raggiungerla. Jon, nemmeno in seguito si sarebbe chiesto il perché l’avesse fatto, andò subito a sedersi accanto a lei.
«Ogni anno, in questo periodo, è possibile vedere delle stelle cadenti. Mio fratello diceva che non erano altro stelle che prima di sprofondare nelle tenebre più oscure lasciano una scia luminosa, che consuma tutta la loro luce»
«Sembra triste»
«La parte bella è poter esprimere un desiderio. Si dice che una stella cadente sia in grado di farlo avverare»
«È così?» chiese Jon, Daenerys si voltò verso di lui.
«Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde».

Jon e Daenerys su un prato, a guardare le stelle e esprimere desideri.
Ambientata durante la settima stagione, ma non ci sono spoiler rilevanti.
Fa parte della serie: "A series of Numbers" una raccolta di oneshot ispirate ad elenchi, momenti, parole, particolari.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A series of Numbers'
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5 desideri
che Jon ha chiesto alle stelle

 

“L’energia e la massa
che in realtà sono la stessa cosa
curvano lo spazio

e conseguentemente
anche la luce giunge fino a noi
distorta nella forma del colore
dopo avere attraversato per millenni le galassie.
Ma per una notte
ogni 10 agosto
noi lanciamo ogni sorta di richieste
a dei meteoriti ignari
escludiamo il cielo
concentrandoci sui fatti nostri
invece di pensare a quanto
poco siamo rilevanti

[…]

 

«Non pensavo foste sveglio»
«Gli uomini del nord non dormono mai, mia Signora»
Nel buio della notte, Jon riuscì a percepire gli angoli della bocca di Daenerys curvarsi in un leggero sorriso. L’aria era fresca e l’erba si muoveva di un fruscio continuo sotto i loro piedi. Nel cielo, neanche una nuvola.
«Non volevo spaventarvi»
«Ci vuole ben altro, per spaventarmi»
«I non-morti ci riuscirebbero» Jon si maledì per aver tirato in mezzo la politica anche in una notte come quella e lo sguardo che lei gli rivolse non fece che aumentarne il peso.
«Avete mai visto una stella cadente, Jon Snow?»
«Una stella cadente
«Sì»
«Io…»
«Beh, effettivamente servono notti senza nuvole per riuscire a vederle, non so se succeda mai, al nord»
«Raramente» rispose Jon, lei rimase in silenzio.
«Dev’essere un posto molto freddo» aggiunse, a bassa voce. Non si riferiva solo al clima.
«Lo è»
Daenerys si sedette sull’erba e, con una mano, fece segno a Jon si raggiungerla. Jon, nemmeno in seguito si sarebbe chiesto il perché l’avesse fatto, andò subito a sedersi accanto a lei.
«Ogni anno, in questo periodo, è possibile vedere delle stelle cadenti. Mio fratello diceva che non erano altro stelle che prima di sprofondare nelle tenebre più oscure lasciano una scia luminosa, che consuma tutta la loro luce»
«Sembra triste»
«La parte bella è poter esprimere un desiderio. Si dice che una stella cadente sia in grado di farlo avverare»
«È così?» chiese Jon, Daenerys si voltò verso di lui.
«Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde». Jon rimase in silenzio.
«Guarda il cielo, Jon Snow» la ragazza si sdraiò completamente sul prato «Aspetta la magia»
Jon avrebbe voluto dirle che la magia, la stava già guardando.

 

-

 

La prima stella che vide lo lasciò perplesso. Quindi questo erano le stelle cadenti, una scia luminosa di poche decine di secondi. Jon non era preparato ad una cosa così rapida, perciò non se l’era goduta appieno.«Avete espresso un desiderio?»
«Sì, cioè, no»
«Sì o no?»
«No»
«Fatelo!»
«Un desiderio…»
«Sì»
«Beh, vorrei sconfiggere il Re della Notte»
Daenerys rise, di gusto, voltandosi verso di lui con il viso «Ma non ad alta voce!»
«Ah» Jon non l’aveva mai sentita ridere prima d’ora. Non era mai stata così bella, prima d’ora. Desiderava farla ridere di nuovo, voleva che non smettesse mai di sorridere così. Doveva aver assunto un’espressione quanto meno buffa, perché ora lei lo guardava in modo strano.
«Sconfiggere il Re della Notte è un desiderio impegnativo, per una sola stella»
«Avete ragione. Probabilmente ci vorrebbe l’intera luna» Daenerys gli sorrise, di nuovo, e Jon si accorse che un suo desiderio era appena stato esaudito.

 

-

 

«Oh, eccola! L’avete vista?» fu Jon a parlare, contento come un bambino: stavolta si era preparato alla rapidità dell’avvenimento ed era più che soddisfatto di essere riuscito a coglierlo.
«No, mi è sfuggita» rispose la ragazza, enfatizzando il suo dispiacere. Jon si sentì quasi in colpa per tutta la sua eccitazione.
«Oh, peccato»
«Il desiderio?»
«Espresso»
«…e?» Daenerys lo guardò interrogativa.
«Avete detto non ad alta voce» si difese Jon
«Beh sì, ma sono curiosa»
«Vorrei… che non toccasse a me essere Re del Nord» finì la frase con una punta di amarezza
«Come?» gli si fece più vicina.
«Non sono tagliato per governare, non l’ho mai voluto. Anche per questo non dovete temermi, sedermi sul trono di spade per me non sarebbe altro che un incubo»
«Io non vi temo»
«Non intendevo-»
«Lo so, non vi preoccupate. Siete una brava persona e un uomo forte, quindi un buon re. Anche per questo il vostro popolo vi ha scelto, immagino»
«Così il vostro. Avete promesso loro un mondo migliore e vi state impegnando a costruirlo, questo vi fa onore»
«Mi lusingate, Jon Snow»
«È la verità»
«Ma non è abbastanza per farvi inginocchiare» Jon percepì quest’uscita quasi come fuori luogo, ma lo sguardo di lei sembrava rilassato e ironico, non poté fare a meno di sorriderle.

 

 

[…]

Tutto l’universo nasce e muore
di continuo
e se ne frega
dei progetti e degli amori e dei miei
fallimenti
quindi andare a chiedere favori
alle stelle cadenti
non è tanto di cattivo gusto
quanto arrogante

[…]

 

«Questa era molto luminosa»
«Accidenti, se lo era»
«Serve un desiderio importante, qui» Daenerys lo guardò.
«Di nuovo?»
Lei fece spallucce «La mia curiosità è sconfinata»
Quasi quanto la tua bellezza – Jon si diede, mentalmente, uno schiaffo. Si sistemò meglio sul prato e si morse le labbra prima di parlare.
«Vorrei poter conoscere mia madre»
Daenerys si voltò verso di lui con tutto il corpo
«Mio padre non voleva mai parlare di lei, non mi ha mai nemmeno detto il suo nome. A volte mi chiedo se pensi a me, se si domandi dove sono, cosa faccio, se sono ancora vivo. Qualche volta mi piace immaginare che si sia pentita di avermi lasciato, che preghi, la sera, di incontrarmi per strada e riconoscermi subito, come solo una madre potrebbe fare. E abbracciarmi, come solo una madre potrebbe fare» solo dopo che ebbe finito di parlare Jon si accorse di cosa aveva detto, era andato troppo nel personale, non sarebbe dovuto accadere.
«Ti capisco» la voce di Daenerys lo colse impreparato. Voltò il viso verso il suo e la vide, sdraiata di lato con una mano vicino al mente, i sottili fili d’erba che le solleticavano la pelle e il chiarore delle stelle che le illuminava i lineamenti di una fioca luce argentea. «So cosa vuol dire crescere senza una madre, nemmeno io l’ho mai conosciuta: è morta dando la sua vita per me. Non c’è giorno che non pensi che è colpa mia»
Jon vide la tristezza nei suoi occhi, una tristezza sincera e profonda, che aveva provato anche lui, non resistette e allungò una mano, appoggiandola delicatamente sulla sua. Vedendo che la ragazza non si ritraeva al suo tocco, piano piano la dischiuse e, dolcemente, intrecciò le loro dita.
«Non è colpa tua» le sussurrò.
Daenerys non rispose. Rimasero a guardarsi per un po’, occhi negli occhi e mano nella mano, finché lei non si volse di nuovo al cielo. Jon la imitò.

 

-

 

Un altro lampo di luce trafisse per un secondo l’oscurità. Un’altra stella, un altro desiderio. Jon stavolta era preparato.
«Jon»
«Si?»
«Una stella»
«Sì»
«Sai già cosa chiedere?»
Jon non rispose, sorrise fissando il cielo, mentre percepiva il suo sguardo su di sé.
«Jon»
«Daenerys»
«Allora?»
«Stavo pensando» si voltò verso di lei con tutto il corpo, erano ancora mano nella mano «Ho rivelato tutti i miei desideri, tu nemmeno uno»
«Non me l’hai mai chiesto»
«Era implicito»
«Come no» lei gli sorrise e lui le strinse un po’ di più la mano. Il pollice della ragazza iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sul suo palmo.
«Cos’hai desiderato?» le chiese
«Sai, è una cosa curiosa»
«Cosa?» lui la guardò perplesso
«Questi due nostri desideri potrebbero coincidere»
«Oh» rispose Jon con un tono ironico.
«A questo punto, qualcuno mi protegga da quello che desidero, o almeno mi liberi da quello che vorrei»
«Potrei liberarti ora»
«Non aspetto altro»
Jon le prese il viso tra le mani, e la baciò.

 

-

 

Non aveva mai preso in considerazione questa possibilità, quando era partito da Grande Inverno. Non l’aveva mai presa in considerazione nemmeno quando aveva visto per la prima volta la Madre dei Draghi. Eppure ora, in una notte limpida e fresca, stavano sdraiati, l’uno accanto all’altro, mano nella mano, e labbra su labbra. Il suo profumo era così inebriante, la sua bocca così soffice. Jon constatò che sapeva di vaniglia.
Non seppe per quanto tempo stette rigorosamente con le proprie labbra che sigillavano le sue ma, a un certo punto, quando erano ancora così vicini e la bocca della ragazza ancora ad un soffio dalla sua, aprì gli occhi, e nello spiraglio di cielo tra la terra e i suoi capelli argentei la vide.
Prima che si confondesse, che si perdesse per sempre nell’oscurità del cielo notturno, che se ne andasse silenziosa verso la sua morte, Jon la vide, la stella cadente più luminosa della notte, un tenue spiraglio di vita circondato dalle tenebre senza fine.
Jon strinse più forte la ragazza a sé e affondò il viso nell’incavo del suo collo.
Desiderò che questo momento potesse non finire mai.  

 

 

[…]

Ogni po’ di anni
ovvero circa 12 miliardi
una stella implode
trasformandosi in un buco nero
che risucchia via qualunque cosa
sia nell’orizzonte
fino a quando l’entropia
non prenderà il sopravvento”

 – I cani

 

  
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