Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: miseenabime    21/08/2017    5 recensioni
A Daenerys non sono mai piaciuti gli addii, Jon non è mai stato bravo ad esternarli.
Comunque, nella loro vita, hanno sempre dovuto affrontarne parecchi, più o meno sentiti, più o meno duri.
In questa storia ve ne racconto tre, più o meno importanti, più o meno definitivi.
Ambientato durante/dopo la settima stagione.
Spoiler settima stagione.
No spoiler leaks.
Fa parte della serie: "A series of Numbers" una raccolta di oneshot ispirata ad elenchi di momenti, parole, particolari.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A series of Numbers'
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3 volte che si sono detti
addio

 

“When you said your last goodbye
I died a little bit inside
I layed in tears in bed all night
alone, without you by my side.

Buti f you loved me,
why’d you leave me?”

 

– Kodaline

 

 

 

 

«Sarai esattamente come tutti gli altri» le aveva detto, eppure lei stava per partire comunque. Gli aveva chiesto cosa fare e sembrava l’avesse convinta, mentre guardava pensierosa i draghi che volavano sopra il mare di Roccia del Drago, eppure lei stava per partire comunque.
Jon pensava davvero che fosse diversa, che non fosse pazza come suo padre, che fosse una persona abbastanza ragionevole da capire che bruciare città per vincere la guerra era un metodo tanto facile quanto moralmente inaccettabile, eppure lei stava per partire comunque. Mentre osservava il vento scuotere il mare, si domandò quante persone innocenti sarebbero morte di lì a poco, tra le sofferenze atroci del fuoco del drago, e quasi si pentì di aver viaggiato così tanto per arrivare da una nuova regina che poco aveva di diverso dall’attuale.
«Non attaccherò Approdo del Re» una voce, dietro di lui, lo colse di sorpresa e lo fece girare di scatto.
«Vostra Grazia?»
«Ho detto, non attaccherò Approdo del Re» Jon rimase stupito.
«Eppure siete pronta per la battaglia»
«Troverò l’esercito dei Lannister, ovunque siano, e attaccherò solo loro» spiegò la ragazza «così moriranno solo i miei nemici, il popolo sarà salvo»
Jon avvertì un improvviso senso di colpa iniziare a crescergli nello stomaco. Si sentì uno stupido per tutto quello che aveva pensato prima, per aver dubitato di lei e dei suoi princìpi.
«Dovete perdonarmi, Vostra Grazia» disse, scuotendo un poco la testa. Lei lo guardò perplessa, così lui si affrettò a spiegare «Pensavo avreste attaccato la città»
«Non so che opinione abbiate di me, lord Snow» gli disse, avvicinandosi «ma non sono una pazza, una sadica o sanguinaria. Ogni singola persona che ho condannato a morte è stata una sconfitta per me, ma non si vince una guerra sedendo a un tavolo e parlando, quando tutto ciò che il nemico sogna è di trafiggerti il cuore con una spada, visto che non c’è riuscito quando eri in fasce. Non voglio uccidere degli innocenti, ma non posso nemmeno stare a guardare mentre i miei alleati vengono sterminati».
Jon non seppe come rispondere di fronte alle parole della ragazza e ai suoi occhi pieni di sincerità e fierezza. Capì che la persona che le stava davanti non aveva nulla a che fare con Cersei Lannister, né con il Re Folle, né con qualsiasi altro sovrano potesse ricordare.
«Ho seguito il vostro consiglio Jon Snow, e per questo vi devo ringraziare» Jon stava per rispondere, quando un ruggito proveniente da sopra le loro teste lo fece sobbalzare, anche i draghi erano ormai pronti.
«Ero venuta qui per dirvi questo, e per salutarvi»
«Allora, pare che questo sia un arrivederci»
«Sperando che non diventi un addio, mio lord» scherzò lei, ma nel sorriso amaro che fece, Jon riuscì a percepire un accenno di preoccupazione e, per la prima volta, si trovò a pensare che, in fin dei conti, stava comunque per andare in battaglia, e nulla era scontato.
«Fate che non lo diventi» le disse, senza pensarci troppo. Daenerys gli rivolse un ultimo accenno di sorriso, chinò leggermente la testa e si voltò, dirigendosi verso Drogon.
«Buona fortuna, maestà!» le urlò Jon, quando ormai era lontana e aggiunse sottovoce «fate attenzione»
«Addio, Jon Snow» sussurrò Daenerys.

 

-

 

A Daenerys non erano mai piaciuti gli addii, e ora stava per salutare, in una volta sola, ben due persone che le stavano a cuore. Ser Jorah era appena arrivato, eppure già se ne stava andando lasciate che possa servirvi, maestà aveva detto.
Jon Snow invece era qui da più tempo, e Daenerys desiderò che fosse rimasto per molto meno, sarebbe stato più facile dirgli addio. Quando aveva espresso l’intenzione di andare in missione, al di là della barriera, per cercare un estraneo, a Daenerys era mancato un battito e tutto quello a cui riusciva a pensare era trovare un modo di impedirglielo, trovare un modo per farlo restare. Non potendo esternare la sua preoccupazione o le sue emozioni, l’unica cosa che riuscì a fare fu provare a far valere la sua autorità, perciò le uscì di bocca l’ultima frase che mai avrebbe voluto dire a Jon Snow: non vi ho dato il mio permesso. Non si era mai sognata di considerarlo un prigioniero, ma in quel momento l’aveva trattato come tale e quella frase non aveva fatto altro che allontanarlo da lei. Perché, da quel momento, lui era diventato più distante, e lo rivedeva per la prima volta adesso, mentre ser Jorah si apprestava a salutarla.
Appena il cavaliere lo vide arrivare, si affrettò a baciarle le mani, avendo premura che lui li vedesse. Mentre Jorah si allontanava, lui la raggiunse.
«Beh, se non tornerò non dovrete più preoccuparvi del Re del Nord»
Daenerys tutto si aspettava a parte dell’ironia, ma forse era meglio così, probabilmente non avrebbe sopportato un saluto più drammatico. Eppure non voleva che le ultime parole che lui si sentisse dire, prima di partire per una missione di alta percentuale suicida, fossero troppo sarcastiche
«Mi ci ero abituata» gli disse guardandolo negli occhi, sperando che lui capisse quello che intendeva, sperando, in una piccola parte di lei, che lui potesse ancora cambiare idea, che restasse qui, con lei, che non la lasciasse per andare a correre un rischio così grande, in un posto così lontano.
«Vi auguro buona fortuna nella guerra a venire, Vostra Grazia» freddo, inflessibile, distaccato. Le voltò la schiena dirigendosi verso la barca, e un altro battito del cuore di Daenerys andò perso. Ormai se n’era andato e Daenerys rimpianse di non aver potuto avere con lui un addio meno formale di quello, di non aver potuto esprimere davvero quello che sentiva, di non avergli detto fai attenzione, non morire, ti aspetto. Dio, non morire, ti prego. Ormai se n’era andato.
«Addio, Jon Snow» sussurrò tra sé, mentre la barca si allontanava.

Jon, a ogni colpo di remi, cercava di dimenticare quegli occhi imploranti a cui lui aveva saputo dire solo buona fortuna. Non voleva lasciarla in quel modo, non era pronto ad andarsene così, ma probabilmente era l’unico modo, perché non sarebbe mai stato pronto. Nella sua testa l’immagine di quelle iridi viola continuava a ripresentarsi e a tormentarlo, doveva farla andar via, doveva dirle addio, addio, si disse, addio Daenerys.

 

-

 

«No»
«Jon»
«Assolutamente no»
«Ti prego»
«Maledizione, ho detto no! No, no, no! Mai e poi mai farò una cosa del genere!» Jon si voltò furioso verso Daenerys, che cercava di mantenere un contegno e nascondere il terrore che stava nascendo in lei, mentre prendeva piede la consapevolezza di quello che dovevano fare, che doveva essere fatto.
«Ascoltami…»
«È una gran stronzata! Tutto questo è una grossa, enorme stronzata!»
«Non è una stronzata, Jon, è una profezia!»
«No, è un omicidio!» le urlò in faccia, restando senza fiato, con il viso deformato dalla rabbia. Vedendola respirare irregolarmente e con le lacrime agli occhi, Jon cercò di calmarsi, o quanto meno moderare il tono della voce. «È un omicidio. E non uno qualunque. Non lo farò mai»
«Stiamo perdendo, Jon» disse lei, la voce bassa e pervasa di tristezza.
«Lo so»
«E perderemo, se non lo fai»
«No, dev’esserci un altro modo» ribatté irremovibile.
«Quante persone sono morte, Jon? Quante ancora ne moriranno solo perché tu non-»
«Io ho giurato, Daenerys, ho giurato sulla mia stessa vita che ti avrei protetto, al costo di morire io stesso. Non posso lasciare che succeda, io non posso… non posso vivere il resto dei miei giorni con questo peso, così come non posso vivere il resto dei miei giorni senza di te» la rabbia di Jon iniziava, man mano, a mischiarsi con il dolore.
La ragazza gli prese le mani «È la nostra unica possibilità» disse mentre le prime lacrime iniziavano a rigarle le guance.
Jon scosse la testa, prima piano, poi nervosamente, sprofondando poco a poco in un pianto silenzioso. Daenerys gli prese il viso tra le mani e poggiò la propria fronte contro la sua.
«Non posso…» sussurrò Jon con la voce rotta.
«Mio amore…»
«Con te morirei anch’io. Non posso…»
«È il nostro destino, il tuo e il mio»
«Si fotta il destino. Io ho bisogno di te»
«Il tuo popolo ha bisogno di te»
«Si fotta anche il popolo»
«Jon…»
«Per tutta la vita ho dovuto scegliere quello che era meglio per gli altri, mai per me. Ho dato la mia stessa vita per gli altri, ma non si prenderanno anche la tua» Jon le prese il viso tra le mani e le accarezzò i capelli.
«Ti prego»
«Non puoi implorarmi di ucciderti»
«Devi farlo»
«No, io…» il pianto di Jon divenne disperato e Daenerys lo strinse forte a sé.
«Vieni» gli disse, conducendolo sul bordo del letto. Restarono l’uno stretto all’altro, finché Jon non si calmò.
«Guardami» gli disse, prendendogli il viso tra le mani «Io ti amo. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, lo capisci questo?» Jon annuì con la testa. «L’ultima cosa che vorrei fare è lasciarti, ma il destino ha voluto che ci incontrassimo e ora vuole che ci separiamo. Dobbiamo vincere questa maledetta guerra, Jon, dobbiamo farlo, insieme, come ti avevo detto, ricordi?» Jon annuì di nuovo «Ho sempre pensato di essere nata per governare i Sette Regni, invece sono nata per liberarli. E tu mi devi aiutare, Jon, non posso farcela senza di te, nessuno può farcela senza di te. Mi sono innamorata di un uomo forte, coraggioso, che non negava di avere delle paure ma aveva la forza per affrontarle, sempre. Mi sono innamorata di un uomo che ha dato la vita e che l’avrebbe rischiata di nuovo per i valori in cui crede. Mi sono innamorata di un bastardo che dal nulla è diventato re della sua gente e poi anche il mio re.» Jon appoggiò le proprie mani sulle sue e fece un respiro profondo, ancora un po’ tremante «Ti prego Jon, mio re, mio amore, questo è l’ultimo sacrificio, questo è l’ultimo passo prima della vittoria, la nostra vittoria»
«Ti amo così tanto» disse in un sospiro.
«Lo so. Anche per questo so che farai la scelta giusta. Ti prego, solo in questo modo la mia morte non può essere vana»
«Uccidere la donna che amo… è un dolore che mi divorerà da dentro per sempre» constatò amaramente.
«Ti prometto» gli disse accarezzandogli il viso «che non sarai mai solo, ti starò sempre accanto, ogni volta che avrai bisogno di me sarò proprio qui» con la mano gli sfiorò il torace, nel punto dove c’era il cuore, dove le cicatrici ancora non si erano rimarginate.
Jon chiuse gli occhi e restò in silenzio. Cercò di calmarsi percependo la presenza di Daenerys, il suo tocco, il suo profumo, la consistenza della sua pelle e il rumore lieve del suo respiro. Quante volte quel rumore l’aveva cullato la notte. Ancora non riusciva a concepire di dover uccidere la donna che amava, non riusciva ad immaginare come avrebbe potuto vivere con un simile peso senza essere schiacciato dal senso di colpa, oppresso dalla sua mancanza, dilaniato dalla colpevolezza di trafiggerle il cuore con una spada, di squarciarlo in due, di vedere il sangue colare dalla ferita lungo tutto il suo corpo e sulla sua spada.
Come avrebbe potuto combattere con quella spada, sporca di quel sangue.
Eppure doveva farlo.

«Odio, odio tutto questo» iniziò «darei la mia vita cento, mille volte, morendo nei peggiori modi possibili, se potessi salvare la tua»
«So che lo faresti. E io darei la mia per salvare la tua, che è proprio quello che voglio fare»
«Dio, è così ingiusto»
«Avevo un debito troppo grande con la vita, quando mi ha concesso la fortuna di incontrarti. Ora è venuta a riscuoterlo»
«Non lasciarmi»
«Mai»

Daenerys si alzò in piedi e si avvicinò alla porta «È tardi» disse, raccogliendo la spada che prima Jon aveva sbattuto a terra «Ogni secondo che aspettiamo, il Re della Notte si avvicina. Non possiamo perdere»
Jon la vide con in mano la sua spada, e realizzò di nuovo che cosa doveva compiere. Chiuse gli occhi e si concentrò sul suo respiro, tentando di stare calmo, in equilibrio sul ciglio dell’abisso.
«Non è giusto» sputò fuori a denti stretti.
«Vieni qui, amore mio. Accanto a me» gli disse la ragazza dolcemente, tendendogli la mano. Jon si alzò, chiuse la sua mano tra le proprie e le si avvicinò.
«Ecco» gli porse la spada dove era scolpita la testa di un lupo bianco, che Jon accettò riluttante, con gli occhi pieni di dolore. Daenerys lo guardò e gli sorrise, un sorriso che irradiava amore, nonostante una lacrima le scorresse sulla guancia sinistra. Jon l’asciugò con la punta delle dita, poi aprì la mano e avvicinò il suo viso a sé, per darle un lungo bacio. Un bacio disperato, amaro, umido di lacrime, ma carico di sentimento.
«Ti prego, sii veloce» lo implorò lei, che a stento riusciva a nascondere la paura. A quella supplica, Jon non riuscì a trattenere le lacrime, che ripresero a scorrere sul suo viso, ma annuì deciso. Non l’avrebbe fatta soffrire. Sfoderò la spada.
«Jon…»
«Daenerys…» sarebbe stata l’ultima volta che la sentiva pronunciare il suo nome. Cercò di fissare nella memoria ogni singolo suono, ma ogni lettera sembrava così sfuggevole, già gli pareva di non ricordare più che consistenza avesse quel Jon plasmato dalle sue labbra.
«Ti amo» Daenerys gli strinse forte la mano, più forte che riusciva e con l’espressione più fiera che poteva, tradita solo dalla tristezza sconfinata nascosta nei suoi occhi, gli fece un breve cenno con la testa.
Jon impugnò la spada «Ti amo anch’io».

Il rumore della lama che le oltrepassava il torace, non l’avrebbe mai dimenticato per il resto della sua vita.

L’orribile suono della carne lacerata avrebbe popolato tutti i suoi incubi.

D’un tratto, tutto il coraggio che c’era sul suo viso, tutta la paura che c’era nei suoi occhi svanì, lasciando spazio al vuoto.

Una parte di Jon morì in quel momento.

Ciò che rimaneva di lui si rese conto di quello che aveva fatto e divenne arrabbiato, triste, furioso e immensamente colmo di disperazione. Il dolore gli trapassò la carne e gli entrò in tutte le ossa, quasi fosse stato colpito anche lui, non da una ma da migliaia di lame affilate. Mentre affondava la spada nel corpo della donna che amava la strinse a sé, piangendo ogni lacrima che aveva da piangere, e una volta finite quelle avrebbe pianto sangue. Sangue caldo, che ora gli scorreva sulle mani, gli bagnava i vestiti, gli entrava fin dentro l’anima e la bruciava, come fosse lava.
«Mi dispiace, mi dispiace, dio, mi dispiace…» le sussurrava mentre la teneva stretta e la adagiava piano sul pavimento. Il suo corpo gli stava tra le braccia. Pallido, morente, freddo, quel corpo che era sempre stato così caldo, quel corpo che aveva resistito al fuoco, quel corpo fatto di sangue di drago, ora si raggelava, mentre si distaccava dalla vita.
«Ti amo, ti amo così tanto…»
Fu un attimo. Gli occhi di lei tornarono improvvisamente a guardarlo, nell’ultimo lampo di vita prima della morte. In quegli occhi e nel leggero sorriso stanco che lei gli rivolse Jon trovò tutto l’amore del mondo, che ormai non era più in grado di dichiarare, ma che l’avrebbe accompagnato per tutta la sua vita.
«Addio, Jon» fu un soffio, prima che la luce delle sue iridi, quella luce che l’aveva fatto innamorare così profondamente si spegnesse per sempre. Jon chiuse gli occhi. Prima che il panico potesse raggiungerlo, prima che il dolore potesse consumarlo, e prima che il destino lo richiamasse per compiere l’ultima orribile impresa, Jon la strinse più forte a sé.
Addio, Daenerys.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice
* la profezia di cui parlano, è quella di Nissa Nissa. Non l'ho spiegata perché ho dato per scontato che i più la conoscano, se così non fosse ve la riassumo:

Azor Ahai, eroe leggendario, è riuscito a sconfiggere gli estranei durante la lunga notte grazie alla sua spada, Portatrice di Luce. Dopo numerosi tentativi capì che l'unico modo per creare l'arma perfetta era trafiggere il cuore della sua amata Nissa Nissa: la sua anima e il suo amore si congiunsero con la spada, creando Portatrice di Luce, che portò alla sconfitta definitiva degli estranei.
Non c'è molto altro da dire, se non che ho fisicamente sofferto nel descrivere la morte di Daenerys, soprattutto perché gran parte delle volte adotto il punto di vista di Jon per narrare (non c'è un motivo preciso, mi viene solo più facile credo) e beh, faccio davvero fatica ad immaginare cosa si potrebbe provare in una situazione del genere. Se mi ci metto a pensarci bene, mi vengono i brividi.
Detto questo, spero vi sia piaciuta, fatemelo sapere se vi va,
ci sentiamo alla prossima (prometto sarà un po' più allegra)
un bacio,
Hyp.

  
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