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Autore: The girl in the moon    21/08/2017    5 recensioni
Shin Hea é una ragazza particolare: lettrice come poche e dall'aspetto tutto tranne che curato.
Compiuti i diciannove anni, decide che é ora di lasciare la casa dei suoi genitori, ma per il poco budget si ritroverà a condividere l'appartamento con Kim Taehyung, un ragazzo che ama gli scherzi tanto quanto lei non li sopporti.
Tra momenti di vita quotidiana, i due dovranno cercare di sopportarsi, ma è difficile se si sta sotto lo stesso tetto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Che era arrivato il momento di lasciare quella casa lo sapeva benissimo, così come sapeva che i suoi genitori erano in parte felici di vederla andare via. Dopotutto stava crescendo e per loro quei giorni sarebbero stati come una seconda luna di miele, ma ovviamente, come per ogni genitore, è difficile vedere la propria figlia andare via di casa, per questo sua madre le aveva preparato i biscotti alle mandorle: erano un bigliettino che diceva a chiare lettere "non dimenticarci".
Ormai era abituata a riconoscere i gesti delle persone e i loro stati d'animo, e questo le piaceva. Conoscere gli altri prima di avvicinartici ti protegge da eventuali pericoli ed era grata di essere in grado di capire chi erano davvero le persone attorno a lei.
Erano le quattro del pomeriggio. Salì in macchina e partì, i sedili posteriori coperti da scatoloni contenenti qualsiasi cosa; da vestiti a lampade. Un buon numero di questi conteneva solo libri. Probabilmente avrebbe dedicato più tempo a sistemare la propria libreria piuttosto che il resto della casa. Ultimamente stava leggendo "La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" e se ne era innamorata.
Avrebbe vissuto in un appartamento con un coinquilino per problemi di budget, ma ancora non lo aveva visto di persona. Sapeva solo che viveva nell'appartamento già da due giorni e il suo nome: Kim Taehyung. Preferiva fosse una femmina, ma non aveva avuto tempo per valutare altre possibilità: prima se ne fosse andata di casa e meglio era.
Non che non amasse i suoi genitori, semplicemente sentiva il bisogno di diventare indipendente in tutto e per tutto. Quella libertà sembrava essere troppo bella per non essere soddisfatta il prima possibile. Niente più "dovresti vendere quei libri ad un mercatino" o "sistema la tua stanza". Era lei che faceva le regole ora. Certo, anche il suo coinquilino, ma era sicura che il suo disordine non gli avrebbe dato troppo fastidio. Avrebbero sicuramente trovato un compromesso, era positiva.
Arrivò all'appartamento nel giro di un quarto d'ora. Era un semplice trilocale con due bagni, perfetto per chi si ritrova in una situazione come la sua: avrebbero dovuto condividere solo la cucina/salotto insieme.
Parcheggiò la macchina davanti al portone -l'avrebbe spostata più tardi- per poi scendere e cominciare a scaricare gli scatoloni.
Non era una ragazza forte, anzi era parecchio gracilina, quindi fece una grande fatica a spostarli tutti solo dentro il portone. Alcuni dovette farli strisciare e il suo maglione si impigliava sempre a qualcosa, rischiando di farla inciampare più di una volta. L'ultimo scatolone conteneva solo libri e rimase a fissarlo per un attimo, sentendo la stanchezza aumentare solo al pensiero di tirarlo su.
"Vuoi una mano?" si voltò nell'udire quella voce maschile. L'aveva sentita una volta sola, al telefono, mentre contrattava per l'appartamento.
"Kim Taehyung?" chiese facendosi sfuggire un sorriso. Ora non avrebbe dovuto portare tutto da sola (le piaceva l'indipendenza, ma se una persona non é in grado di fare una cosa che male c'è nel chiedere aiuto?).
"Tu sei Shin Hea?" sembrava sorpreso. Vide il suo sguardo squadrarla da testa a piedi e non poté fare a meno che stringersi nelle spalle imbarazzata.
Era alta un metro e sessantasette circa, snella e dalle forme nascoste dal maglione azzurro. La carnagione era chiara, il viso tondo, labbra rosate e a forma di cuore, e guance leggermente paffute. Gli occhi erano color cioccolato, nascosti sotto un paio di grandi occhiali. I capelli castani erano legati in due pratiche trecce, mentre la fronte era in parte coperta dalla frangia. Oltre al maglione, indossava un paio di pantaloni a palazzo beige, scarpe aperte nere e calze lunghe bianche. Se avesse messo una gonna fino al ginocchio sarebbe sembrata una vecchietta che andava al mercato.
"Sì, sono io" rispose la ragazza. Lui non era come se lo era immaginata. Le sembrava un bel ragazzo però, anche se non se ne intendeva per niente. Non che intendesse legarsi sentimentalmente a lui, d'altronde non credeva avessero qualcosa in comune. E poi, in quel caso, le cose si sarebbero fatte parecchio imbarazzanti. 
"Ti do una mano con gli scatoloni" si offrì gentilmente, il che era un buon inizio.
Se le cose vanno avanti così siamo a cavallo; pensò la ragazza, la quale sorresse da una parte lo scatolone, mentre lui era intento a tenere l'altra. Non sembrava faticare molto, al contrario di lei.
Ad un tratto, Taehyung allentò la presa, piegandosi sulle ginocchia ed esclamando un "woah!", fingendo che gli stesse cadendo. Per lo spavento, Hae si fece sfuggire uno strillo acuto e il cuore perse un battito. Rimase inizialmente confusa quando lui cominciò a ridere.
"Cretino! Non é divertente!" gli urlò contro, "qui dentro ci sono i miei libri, avrebbero potuto rovinarsi!"
"Eddai, era uno scherzo."
"Non mi piacciono gli scherzi..." mormorò. Si sentiva umiliata, c'era cascata con tutte le scarpe e non era abituata a questo tipo di cose.
"Che lavoro fai?" chiese come se nulla fosse e posando il contenitore. A quanto pareva era molto socievole, mentre lei non lo era proprio per niente: aveva sempre preferito stare da sola, in disparte, non le dispiaceva fare da ombra, rimanere inosservata in un angolino.
"Commessa in una libreria" rispose, ma non domandò quale fosse il lavoro del ragazzo.
"Sembra noioso" commentò ridacchiando. Fu tentata di ribattere che a lei piaceva quel lavoro, così come stare in una libreria in generale, ma poi tacque, sapendo che altrimenti il discorso sarebbe durato più di quanto voleva.
Caricarono gli scatoloni nell'ascensore, per poi spostarli nell'appartamento situato al secondo piano.
Sorrise soddisfatta quando vi entrò, studiando i particolari con sincero interesse. Davanti a lei si presentava la stanza principale, dal pavimento in parquet che si estendeva per quasi tutta la casa e il muro tinto di bianco. I mobili della cucina erano di colore blu oltremare, situati nell'angolo più lontano a sinistra, al centro della stanza un tavolo da sei posti, mentre nell'angolo opposto della cucina c'era un semplice divano con la penisola.
Non era per niente male!
A quel punto, Taehyung puntò con il dito le porta sull'angolo destro, affianco alla cucina. "Quella a destra porta al mio bagno e alla mia stanza, mentre l'altra al tuo bagno e alla tua camera."
Trascinandosi dietro le sue cose, entrò nella sua stanza. Era ancora spoglia, contenente solo una letto da una piazza e mezza ancora da fare, una libreria vuota, un armadietto con sopra un televisore a venticinque pollici davanti al letto e un armadio bianco dalle ante scorrevoli. Le pareti erano tinte di azzurro Tiffany, perfetto per lei.
Cominciò subito a darsi da fare: passò almeno un'ora a ordinare i libri in ordine di colore solo per renderli più belli alla vista, per poi passare a fare il letto con un piumone grigio a stelle bianche. Posò le foto e le lampade sul comodino, i vestiti nell'armadio.
Sorrise soddisfatta sedendosi sul letto per riposarsi. Volse lo sguardo sull'orologio, il quale segnava le sette di sera. Decise che era ora di cenare, così si alzò e si diresse verso la porta; avrebbe dato un'occhiata al bagno più tardi.
Tornò in cucina, trovando ai fornelli un ragazzo che non era Taehyung, anzi quest'ultimo era seduto sul divano che ascoltava musica ad alto volume.
"E tu chi saresti?" chiese confusa la ragazza.
Il "cuoco" si voltò e sorrise. "Kim Seokjin, ma puoi anche chiamarmi Jin."
"E' un mio amico bravo in cucina" spiegò il suo coinquilino, il quale sembrava essersi finalmente accorto di lei ed essersi tolto le cuffie. Le cose stavano già precipitando: non aveva intenzione di ritrovarsi sconosciuti in casa senza essere stata avvisata.
"Avrei preparato io" affermò la giovane.
"Lui ama cucinare, non gli sto facendo un torto" rispose innocentemente Taehyung, "a proposito, mi faccio chiamare V."
"N-non è questo il punto!" esclamò, "dovresti avvisarmi, siamo coin- sai che ti dico? Lascia perdere, mi é passato l'appetito."
Hea tornò in camera sua, mentre tutti i suoi buoni propositi per quella convivenza erano andati a farsi benedire. Come aveva anche solo pensato che le cose sarebbero potute andare bene?
Entrò in bagno e ringraziò il cielo quando vide la spaziosa doccia che in quel momento faceva proprio al caso suo: aveva bisogno di togliersi tutto il sudore e la negatività di dosso. Si spogliò e andò a lavarsi. Stette per un bel po' sotto la doccia, cantando "Sippy Cup" di Melanie Martinez, ovviamente stonata e con alcune parole inventate sul momento.
Uscita, indossò l'intimo dalla fantasia infantile (sopra le mutandine c'era disegnato un panda) e il suo pigiamone in pile rosso a pois bianchi.
Lasciò i capelli sciolti e prese il libro che stava leggendo. Non vedeva l'ora di scoprire dove si trovasse la casa di miss Peregrine e i segreti del nonno di Jacob. Ogni volta che leggeva una frase che le piaceva, la trascriveva su un quadernetto personale; non osava rovinare i libri sottolineandoli o evidenziandoli, per lei erano troppo preziosi.
Ricordava una frase che lesse in un libro di Neil Gaiman, Il cimitero senza lapidi e altre storie nere: "I racconti sono minuscole finestre che si affacciano su altri mondi, su altre intelligenze e su altri sogni. Sono viaggi fino all'estremo opposto dell'universo che puoi fare con la certezza di essere di ritorno per l'ora di cena."
Quanto amava quella frase...per lei era così con tutti i libri che leggeva, che fossero corti o lunghi. Più volte aveva desiderato entrare in quei mondi come la protagonista di Book Jumpersavere un drago come in Eragon, risolvere importanti misteri ed enigmi come ne Il Codice da Vinci, combattere gli angeli della morte come in Pandora, fare magie come in Harry Potter...e la lista continuava, sempre più lunga ad ogni libro che leggeva.
Alle dieci di sera, chiuse a malincuore il libro, adagiandolo accuratamente sul comodino.
Si era isolata tanto da non essersi resa conto del chiacchierio di Seokjin e Taehyung, ma poco importava: era il tipo di persona che riusciva a dormire anche se fosse scoppiata una bomba.
E così fece, dormì, sognando tutti i bambini speciali della casa di miss Peregrine.

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Spazio autrice: ammetto che questo è un piccolo esperimento che sto facendo che, se piacerà almeno a qualcuno, continuerò. Che ne pensate? Sono ancora alle prime armi, per cui accetto anche le critiche costruttive per migliorarmi. Spero davvero che vi piaccia.
A presto!

LittleBadDreamer.

   
 
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