Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: meiousetsuna    22/08/2017    11 recensioni
Terza classificata nel contest di Nirvana04: Award to best Drabble & Flashfic – II edizione
Storia partecipante al contest “My beloved villain” indetto da Dark Sider sul forum di EFP.
Storia partecipante al contest “Cuore d’Ombra” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp.
Una rilettura in chiave shakespiriana della puntata 6x9.
Ramsay Bolton ritiene che non potrà che vincere, nella Battaglia dei Bastardi.
Si reputa più intelligente, più forte, destinato a prevalere, e non ultimo, più legittimato dal riconoscimento di suo padre nella loro "fantastica" famiglia.
Ma potrebbe sbagliarsi.
Winter is here,
Setsuna
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ramsay Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

Scritta per il contest di Nirvana04: Award to best Drabble & Flashfic – II edizione
Storia partecipante al contest “My beloved villain” indetto da Dark Sider sul forum di EFP.
Storia partecipante al contest “Cuore d’Ombra” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp.
Genere: slice of life, introspettivo, drammatico
Rating: arancione
Personaggio: Ramsay Bolton


Ed ora, l’inverno del nostro scontento
si muta in gloriosa estate, per questo figlio di York


Free Image Hosting at FunkyIMG.com

L’inverno sta arrivando, Jon Snow, orgoglioso bastardo degli Stark.
La neve che dal cielo si riversa sulla terra sembra richiamarti con false lusinghe, conforme al tuo nome che fino al passato mutare della luna era anche il mio, legandoci in un destino simile.
Il mio signor padre l’ha cambiato, rendendomi un uomo migliore; uno che ti schiaccerà sotto il peso della tua stessa pochezza, stupido ragazzo triste e debole.
Non incroceremo una spada o una lancia, non ne trarrei piacere, neppure se vincessi; non è una morte dignitosa e veloce quella che desidero per te.
Io che sono disprezzato, chiamato folle e mostro, abominio delle fedeli casate del Nord, distruggerò tutti i vostri castelli dalle altere torri, le vostre armate; poi il ricordo di esse.
I destrieri del mio esercito ti calpesteranno, e sarai tu a correre incontro a fine certa, innamorato come sei dell’ombra del tuo irresoluto padre, del ricordo del tuo sconsiderato fratello, la cui testa coronata di rovi marcisce lontana dal corpo.
Forse il suo spirito insoddisfatto chiede in prestito la gola e le fauci del mostruoso lupo grigio, ed è quell’ululato di bestia la giusta voce che ti fa rabbrividire nel sonno?
Di notte ti stringi nelle lenzuola come se fossero state tessute per essere il tuo sudario?
Senti piangere tua sorella, la mia cara sposa, priva delle mie attenzioni? Non temere, la riprenderò, e strapperò alla sua dolce lingua amare maledizioni sulla tua anima, per non averla saputa difendere.
Hai ancora qualcosa da perdere, lord Snow.
Un fanciullo i cui respiri sono ormai pochi, su questa terra.
E tu, corrotto da pensieri sensibili e delicati affetti, cadrai nella mia trappola, dall’inetto sciocco che sei.
Lascerò che il giovane lupo cerchi scampo verso il tuo fraterno abbraccio, poi una freccia trapasserà il suo petto sottile.
Sale e fumo annebbieranno i tuoi occhi, sangue innocente si verserà dai suoi; dai miei cadranno lacrime di pietra. *
‘Le nostre lame sono affilate’; non sono parole gonfiate dal vento come vele leggere e incostanti, quelle dei pirati Greyjoy, il cui erede è fuggito alle mie cure, portando via la mia legittima moglie.
Non devo temere nulla dalla loro compagnia, perché lui non è più un uomo, e lei vorrebbe non essere nata femmina, dopo le delizie del nostro talamo.
Non sono futili giocattoli, adatti a tempi d’ozio e feste; ma di questo forse mi ringrazi, perché il pugnale di mio padre ha reciso la gola della donna che ti ha dovuto crescere, dandoti cibo avvelenato dal rancore e infettato dalla gelosia.
Adesso è la mia spada ad avere sete, e berrà il tuo sangue, ma non qui.
Se non morirai prima dilaniato dal mio esercito, che avanza imponente come una foresta, mi divertirò con te, Jon Snow.
Il tuo bel sembiante diverrà una visione così spaventosa da farti implorare di darti in pasto ai miei cani per misericordia, ma non ho mai ascoltato le seduzioni di una così debole e insulsa dama.
Il mio capriccio sarà il tuo terrore, il tuo lutto il mio paramento di festa; o il tuo sepolcro questa neve infinita.
Preparati dunque: l’inverno è arrivato.

Note:
1) Il titolo: Riccardo III; atto I°, scena prima. Ho scelto di usarlo in originale per usufruire dell’inglese elisabettiano, molto adatto ai nomi di valore assoluto. Così ho scritto Winter con la maiuscola, dando forza alla parola; anche per non tradire, insieme, Shakespeare e il motto degli Stark con la traduzione in italiano.
2)La frase citata è famosa per una caratteristica. Essendo andato (subito) perso il manoscritto, il dramma è stato trascritto come era recitato. Essendo gli attori d’epoca a conoscenza di dover creare con la pronuncia un gioco di parole (Sun of York/Son of York) non si conosce la scrittura originale, che resta ‘libera’ per le edizioni del testo. Ho scelto “figlio”. Il Sole degli York fa pensare al più legittimo erede, un figlio ad uno dei possibili: adatto a Ramsay, bastardo di una Casa del Nord.
3)Tutto il gioco della flash è l’interpretazione di Ramsay come un villain shakespiriano, nella fattispecie, ovvio, Riccardo III più un tocco di Macbeth per l’esercito che sembra una foresta.
* Sale e fumo caratterizzano Azor Ahai; dagli occhi di Riccardo III “piovono macine di mulino”.

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: meiousetsuna