Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Evali    22/08/2017    0 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il figlio del ghiaccio e del fuoco non fosse stato il noto personaggio che noi amiamo e conosciamo? Come sarebbe andata la storia se il legittimo erede al trono, figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, fosse stato simile al padre quanto alla madre? Una storia che narrerà le vicende dei nostri beniamini della serie tv, con l'aggiunta di un nuovo giocatore al gioco del trono che modificherà il loro destino. La vicenda è incentrata sulla storyline di una versione originale del figlio dei due sfortunati innamorati e su come avrebbe influito la sua presenza nell'universo creato da George RR Martin. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Walter
Ned Stark salì gli scalini della Torre della Gioia di corsa, con ancora il sapore del sangue in bocca.
Sentiva che se non si fosse sbrigato, l’avrebbe persa per sempre.
Non appena varcò la soglia della porta in cui si trovava sua sorella, il suo volto sbiancò. Lyanna, la sua piccola ed energica Lyanna, era sdraiata, inerme, su un letto, coperta dal sangue.
- Lyanna! – disse il ragazzo accovacciandosi accanto a lei e prendendole delicatamente una mano, cercando di trattenere le lacrime. La fanciulla aprì gli occhi con grande difficoltà e, non appena lo vide, gli sorrise, come se si trovasse dinnanzi ad una splendida visione.
- Ned … sei qui.
- Non ti lascerò più, Lyanna. Andrà tutto bene.
- Ascoltami, Ned. Prima che mi succeda qualcosa, devi sapere ciò che ho da dirti – cercò di articolare quelle frasi a gran fatica, intervallata dai singhiozzi. I suoi occhi erano lucidi e limpidi come sempre.
- Ti ascolto.
- Tu devi proteggerlo, Ned. Fa’ in modo che sia tuo figlio. Nessuno deve sapere o lo uccideranno. Uccideranno il mio bambino, mio e di Rhaegar, perché è figlio legittimo del ghiaccio e del fuoco. Amalo come lo avremmo amato noi, Ned, amalo come solo tu sei in grado di fare e rendilo felice.
- Lyanna, cosa stai … -
- Avrei voluto vedere un’ultima volta il suo sorriso e ricevere una sua carezza, Ned. Invece gli dei ci stanno punendo per ciò che abbiamo fatto. Me lo hanno portato via, non permettere che mi portino via anche nostro figlio. Sono contenta che tu sia qui, Ned - In quel momento, una donna vestita da balia appoggiò tra le braccia del ragazzo un neonato in lacrime. – Promettimelo, Ned. Promettimelo.
Ned guardò il piccolo tra le sue braccia, poi posò nuovamente lo sguardo sulla sua giovanissima sorella. Non se ne sarebbe andata. Sarebbe stata lei a prendersi cura di suo figlio. Sarebbe andato tutto per il meglio e l’avrebbe salvata come non era stato capace di fare con Brandon e suo padre.
- Promettimelo, Ned – ripeté lei cercando di stringere la mano del suo amato fratello con le poche forze che le erano rimaste.
- Te lo prometto, Lya – le rispose sempre più vicino all’orribile consapevolezza che lei non sarebbe sopravvissuta qualsiasi cosa avesse fatto per evitarlo. – Ti prego, non lasciarmi – le disse lasciando libero sfogo alle lacrime quando i suoi occhi si chiusero definitivamente. Nonostante la trance in cui il giovane Stark piombò dopo aver visto sua sorella spegnersi, riuscì ad accorgersi di qualcosa. Percepì come una presenza stranamente familiare alle sue spalle, proprio come gli era capitato un attimo prima, appena fuori dalla torre, quando una giovane voce dai contorni sfocati e quasi impercettibili aveva esclamato “padre!” richiamandolo. Il suo stato di annebbiamento totale avrebbe persistito per ore se non fosse stato come magicamente risvegliato da quella rassicurante presenza.
Il bambino appena venuto alla luce, continuava a piangere vigoroso e bisognoso di attenzioni, degno figlio di Lyanna Stark. Fortunatamente, pensò Ned, ha i capelli neri. Non sarebbe stato difficile nasconderlo, grazie a ciò. Ma la sua gioia svanì di colpo non appena il pargolo aprì i grandi occhioni. Sapeva bene che non si poteva distinguere il colore esatto degli occhi di un bambino nei suoi primi istanti di vita. Tuttavia, in quegli occhi, si potevano scorgere già dei luminosi filamenti viola. Ciò poteva significare solamente che, una volta cresciuto, quei due fari sarebbero stati ancora più brillanti e impossibili da non notare. Occhi Targaryen. In quel momento, Ned si rese conto che quel bambino fosse Stark quanto Targaryen, e che non sarebbe stato così facile nascondere ciò che la natura aveva reso così evidente. D’improvviso, un lampo attraversò la sua mente. Viola come gli occhi dei Dayne. Quel bambino sarebbe stato figlio suo e di Ashara Dayne, la ragazza che, fin dal primo istante, gli aveva mozzato il respiro. Nessun sospetto si sarebbe fatto strada per un bastardo nato da due ragazzi incoscienti, visibilmente attratti l’uno dall’altra prima che il destino li separasse. Ma il loro non era amore. Non era l’amore immortale di Rhaegar e Lyanna. Quel bambino era frutto di quell’amore, pericoloso quanto straordinario, celato per paura che il suo potere potesse essere troppo devastante. Ma il mondo non l’avrebbe mai saputo. Walter Snow sarebbe stato un bastardo del Nord come molti altri.
 
SEDICI ANNI DOPO
- Sto ancora aspettando la mia spada forgiata su misura, Jon!
- Aspetta e spera! Non è ancora detta l’ultima parola! Oggi mi prenderò la mia rivincita grazie al mio rilancio!
- Stai giocando con il fuoco, fratello! – disse Walter con il suo solito sorriso furbo e provocatorio. Ned guardava i due ragazzi combattere dal soppalco, routine che mai avrebbe voluto spezzare. Osservarli divertirsi e comportarsi come due metà complementari l’uno per l’altro era sempre un’immensa gioia per il Lord di Grande Inverno. Tanto diversi quanto uniti erano i giovani cugini, erroneamente ritenuti fratelli. Osservò suo nipote sempre più sorpreso di quanto stesse crescendo velocemente. I suoi capelli lunghi fino a metà collo, si muovevano durante il combattimento, folti, corposi, neri come la pece e lisci al contrario di quelli di Jon. La sua pelle era addirittura più chiara di quella del cugino, mentre i suoi grandi occhi, ammalianti e magnetici, spiccavano da lontano come due biglie splendenti, focosi e vivaci, di un viola acceso e con diverse sfumature al loro interno. Il naso fine ed elegante come tutto il suo viso e il suo corpo. La raffinatezza mista all’irruenza dei suoi nobili tratti, lo rendevano una creatura rara e degna di interesse da parte di chiunque avesse il privilegio di conoscerlo, più di quanto potessero esserlo Rhaegar e Lyanna. Tutti lo osservavano con ammirazione, invidia e incanto grazie alle sue movenze, delicate e prorompenti allo stesso tempo, un misto affascinante così come il suo sguardo smaliziato e irriverente che nascondeva una ricercatezza insita e naturale. Sembrava che non ci fosse mai stata innocenza in lui, poiché il suo carattere carismatico dalla fine intelligenza, lo facevano apparire più grande e vissuto di quanto realmente fosse, oltre alla sua più che invidiabile statura: quasi un metro e novanta ancora in fase di piena crescita, esattamente come suo padre. Un giovane e bellissimo ragazzo così pieno di vita, di energia e di sogni da realizzare, non era mai stato facile da far passare inosservato. Dovunque andasse, attirava l’attenzione e gli sguardi di tutti. Jon era molto diverso da lui. Il sangue del Nord, puro e incontaminato scorreva nelle sue vene. L’erede di Grande Inverno non era neanche lontanamente travolgente e ipnotizzante quanto Walter, ma i suoi occhi e il suo animo erano penetranti, dalla profondità e forza note a chiunque incrociasse il suo sguardo. Molti si fermavano a guardare gli intensi combattimenti tra i due giovani oltre Ned; ad esempio la sua fedele e amata moglie Catelyn Tully, la sua figlioletta Arya insieme agli altri due minori Bran e Rickon. Spesso anche la maggior parte della servitù, dei maestri e soldati riservavano loro un’occhiata interessata . La maggior parte degli incontri veniva vinta dal minore dei due, Walter, il quale avrebbe potuto tener testa anche a qualche Ser di Approdo del re se ne avesse avuto l’occasione, grazie ai suoi movimenti fluidi, decisi, spericolati e cadenzati. Tuttavia, Jon riusciva sempre a tenergli testa egregiamente nonostante la sua bassa statura resa ancora più evidente dinnanzi all’immenso slancio dell’altro. Grazie alla sua tecnica tenace, alla difesa forte e all’attacco resistente, riusciva a prolungare l’incontro fin quando non erano entrambi sfiniti e stremati, prosciugati dalle loro forze.
- Ieri erano cinque incontri di seguito da vincere, mentre oggi otto. Sei sicuro di non voler mollare, Stark? Sembri palesemente in difficoltà – gli disse Walter sorridendogli di nuovo.
- Continuerò a reggere il confronto, Snow – rispose Jon.
Ned continuò ad osservarli con un sorriso accennato in volto mentre Cat gli si avvicinò. – Nonostante il tuo sorriso da padre fiero e orgoglioso, qualcosa mi dice che non sei sereno, mio Lord. Quali pensieri ti affliggono?
- È sempre più alto. Troppo alto.
- Hai paura che qualcuno possa sospettare qualcosa? – le chiese Cat altrettanto preoccupata osservando anch’essa suo nipote e suo figlio sfidarsi. Non appena tornato a Grande Inverno con un neonato tra le braccia, Ned aveva raccontato a sua moglie ogni cosa. Si fidava cecamente di lei e sapeva che avrebbe saputo mantenere il segreto egregiamente con chiunque. Era il loro segreto. Grazie a tale scoperta, Cat si comportò sempre amorevolmente con suo nipote, amandolo esattamente come un figlio e suscitando l’ammirazione di tutte le altre lady che avevano saputo del presunto tradimento del protettore del Nord e che avevano potuto vedere Cat non nutrire nessun rancore verso quel bastardo. Tuttavia non avrebbero potuto destare troppi sospetti togliendogli l’appellativo di “Snow” e riconoscendolo pienamente come Stark nonostante volessero, poiché il ragazzo doveva sembrare pur sempre un bastardo; di conseguenza, la Lady di Grande Inverno non avrebbe potuto permetterlo. Walter avrebbe dovuto sopportare il fardello di tutti i bastardi e lo avrebbe fatto per tutta la vita.
- Ashara era alta ma non così tanto. Forse mi lascio solo prendere troppo dai suoi tratti sempre più particolari ed esotici, come al solito.
- Siamo al sicuro qui, Ned. Ashara era una donna dalla bellezza disarmante e ciò è noto a tutti. Come era anche nota la tua attrazione nei suoi confronti.
- Percepisco una punta di irritazione nella tua voce, mia lady – le disse Ned riservandole uno dei suoi rari sorrisi. Cat sorrise a sua volta ma non accennò a smettere di guardare i due ragazzi sotto di loro.
- Lei è il passato e so che non l’hai mai amata, lei era prima che ci fossi io. Questo mi basta. Tuttavia, c’è qualcos’altro che mi preoccupa, Ned.
- Parlamene.
- Hai sentito i discorsi che fanno Jon e Walter? Fin da piccoli hanno sempre avuto questa ossessione per i Guardiani della Notte e il mondo oltre la Barriera che ci separa dal Nord selvaggio e ribelle. Ho la sensazione che vogliano unirsi alla Confraternita, Ned. È da un po’ che ho questo sospetto. Cosa pensi di fare a riguardo? Jon rinuncerebbe al suo titolo, ai suoi doveri di Lord di Grande Inverno e di tutto il Nord. Nostro figlio, Ned, si unirebbe ad una Confraternita piena di uomini che rischiano la vita ogni giorno. Per non parlare di Walter. Lui è il legittimo erede al Trono di Spade. Se le cose dovessero mettersi male, lui sarebbe la speranza per i Sette Regni. Sarebbe un re meraviglioso e abbiamo promesso a Lyanna di proteggerlo. Non voglio che i nostri ragazzi muoiano alla Barriera.
Suo marito ci mise un po’ prima di rispondere. Dopo qualche minuto, con lo sguardo velato da evidente tristezza rispose. – A Jon non posso impedire di prendere le sue scelte. Ha diciotto anni, Cat, è in grado di sapere ciò che vuole e, per quanto io desideri che cambi idea, non posso oppormi. D’altronde, anche se combattesse una guerra qui o a Sud, sarebbe in costante pericolo di morte come tutti i guerrieri e i Lord che si rispettino. Senza contare che mio fratello Benjen è sopravvissuto fino ad ora ed è conosciuto come uno dei confratelli più famosi, coraggiosi e d’ispirazione della storia. Ci sarà lui a badare al nostro ragazzo. Per quanto riguarda Walter, invece, non posso permettergli di andare. Come hai appena detto, la sua sicurezza non riguarda solo la nostra affezione nei suoi confronti. Bran diventerebbe Protettore del Nord al posto di Jon, se quest’ultimo si arruolasse nei Guardiani. Invece, se dovesse accadere qualcosa a Walter, i Sette Regni non ce lo perdonerebbero mai, così come mia sorella e Rhaegar.
Ned non si era di certo dimenticato quella frase uscita dalla bocca di sua sorella prima di morire: “è il figlio legittimo del ghiaccio e del fuoco”. Ciò poteva dire soltanto che lei e Rhaegar avevano convalidato la loro unione tramite un matrimonio e che Walter fosse ancora più prezioso di quello che potesse immaginare.
 
- Cercavo una complice nelle fredde e desolate terre del Nord, ah! Eccola qui! – disse Walter prendendo Arya di peso e caricandola sulle sue spalle come un sacco di patate mentre continuava a camminare affiancato da Jon.
- Ehi, lasciami, Walt! Sarò la tua complice come sempre ma mettimi giù! – disse Arya dimenandosi ma sorridendo divertita.
- D’accordo, ora ti illustro il mio articolato piano, mia salvatrice.
- Ma sono i guerrieri che salvano le damigelle, non viceversa.
- E chi mai ti ha detto tale fandonia, mio guerriero? Lo sappiamo tutti che la damigella in pericolo qui non sei tu, o sbaglio?
- Non sbagli! – esclamò la piccola felice di tale appellativo.
- Bene, ora, vai da Ser Rodrik e digli che ho badato io ai cavalli come mi aveva chiesto.
-Non lo hai fatto, vero? Cosa hai in mente? Lo sai che controllerà.
- I cavalli non hanno bisogno di tutte queste premure eccessive secondo me.
- Non vorrai quasi ucciderti cavalcandoli sempre più spericolato come l’altra volta, vero?
- Stavolta porterò anche voi con me – le sussurrò il ragazzo all’orecchio facendola gioire e saltellare per aria.
- Non uccidere i nostri fratelli, per favore – gli disse Jon rivolgendogli un sorriso sconsolato mentre Arya si allontanava velocemente e urlava all’altro suo fratello di non fare il noioso e andare con loro condividendo il cavallo. Arya era sempre stata più legata a Jon rispetto agli altri suoi fratelli, d’altronde loro due erano “gli Stark più Stark di tutti gli Stark mai esistiti” come ripetevano i loro genitori. D’altra parte, Brandon e Rickon, invece, erano molto più legati a Walter. Sansa era la più distaccata tra tutti, nonostante fosse degna anche lei delle premure dei suoi fratelli e di sua sorella. Nel complesso, tutti e sei i fratelli Stark erano profondamente legati tra loro come solo dei figli del Nord potevano esserlo.
- In quale missione suicida ti vuoi cacciare stavolta, fratello? – gli chiese Jon afferrando una pagnotta e porgendogliene una.
- Nah, di cosa stai parlando? So perfettamente quello che faccio e, guarda caso, non mi beccano mai – gli rispose affilando lo sguardo e sorridendogli.
- Sì, è vero e non so come ci riesci ma prima o poi succederà. Sai, penso che Bran l’abbia presa da te questa abitudine di arrampicarsi ovunque.
- Io non mi arrampico, Jon. Io corro, salto, cavalco, combatto …
- … menti.
- A volte sì, ma solo a fin di bene!
- Come quando da piccoli hai fatto in modo che i cuochi nelle cucine cucinassero solo dolci per due settimane intere? O come quando hai evitato le lezioni dei maestri per giorni senza che nessuno dubitasse delle tue bugie? O come quando hai rubato i cavalli dei Ser, i libri segreti dei maestri, le armi della fornitura dell’esercito o i vestiti da professione delle septe?
- Quanto erano strani quei vestiti. Davvero pessimi. I loro capelli dovevano essere liberati da quei fardelli inutili.
- E la maggior parte delle volte non sei stato scoperto. Come? A volte penso che saresti capace di ingannare gli dei e questi non se ne accorgerebbero.
- Jon Stark, l’arte della recitazione e dell’immedesimazione sono qualcosa che tutti dovrebbero apprendere e dovrebbe essere esercitata con la stessa facilità con la quale i serpenti cambiano la pelle. Sai, a volte, potresti risultare un po’ noioso – disse il ragazzo cominciando a trafficare con delle uova.
- Le cucine a quest’ora sono deserte.
- Il nostro rifugio segreto.
- Mi mancherà tutto questo.
- Lo so, mancherà anche a me. Ma ormai abbiamo preso la nostra decisione.
- Lo sai che quando saremo Confratelli non potrai più esercitare le tue discutibili “doti”, vero?
- E chi lo dice?
- Ad ogni modo, dovremmo dirglielo il più presto possibile.
- Già. Vedrai, andrà tutto bene.
Jon e Walter ricordavano bene quando da piccoli leggevano appassionati le storie sui coraggiosi e intrepidi Guardiani della Notte, guerrieri spesso ignorati da coloro che vivevano a Sud. Si narravano tra le genti del Nord, storie, fomentate dai racconti della vecchia Nan e sviscerate più attentamente da Maestro Luwin; storie che facevano rabbrividire quanto eccitare i giovani ragazzini intrepidi e pieni di sogni. Erano rimasti entrambi affascinati da tutto ciò che si diceva sul compito dei valorosi Guardiani della Notte, su ciò che si nascondeva a Nord della Barriera. Loro sapevano che non esisteva a Nord il concetto di leggenda. Il desiderio di unirsi alla Confraternita era cresciuto sempre più negli anni in loro, nonostante ciò significasse abbandonare per sempre la possibilità di creare una famiglia propria e, per Jon, di rinunciare al suo titolo e a tutto ciò che comportava. Sapevano che alla Barriera avrebbero trovato ciò che cercavano.
 
Se tra i fratelli Stark c’era un legame profondo e indissolubile, lo stesso non poteva dirsi del loro rapporto con il protetto di Lord Stark, il giovane Theon Greyjoy. Nessuno di loro sopportava l’aria arrogante e strafottente del ragazzo palesemente troppo pieno di sé. Quel giorno, più di ogni altro, Walter si trovò sul punto di volerlo colpire con una freccia per farlo tacere definitivamente, per la gioia di tutti. Ser Rodrik prese con sé alcuni soldati e due dei giovani Stark insieme a Walter e Theon, sotto ordine di Ned per condurre una veloce perlustrazione di un bosco poco lontano da Grande Inverno. Mentre Walter guidava il cavallo che trasportava il piccolo Bran, udirono la voce di Theon richiamare la loro attenzione. – Ehi, venite a vedere!!
I tre ragazzi richiamati si avvicinarono al luogo in cui li stava aspettando il giovane Greyjoy e rimasero interdetti.
- Non è possibile … Sono metalupi. Non si vedevano da anni qui a Nord – disse Jon rimanendo a fissare i cuccioli che tremavano accanto al cadavere della madre morta. Walter sorrise e, senza pensarci due volte, si avvicinò ai lupacchiotti afferrandoli. – Sono meravigliosi … che coincidenza, è proprio il simbolo della casata Stark! Sapete cosa vuol dire?? Che li terremo tutti, ognuno per ogni figlio Stark.
- Ma nostro padre …
- Nostro padre ce li farà tenere sicuramente o lo costringeremo con la forza – si affrettò a rispondere Walter. A tali parole, sul volto di Bran si allargò un meraviglioso sorriso eccitato e afferrò i cuccioli che il ragazzo gli porse, facendosi aiutare da Jon e da Theon.
Sembravano essere tutti di colore diverso, solo un particolare li accomunava: avevano tutti gli occhi neri come la pece. Uno di loro era interamente di un color grigio chiaro e Bran sembrò innamorarsene immediatamente; un altro era interamente bianco con chiazze ocra, grigie e bianche; un altro ancora era semplicemente chiazzato bianco e grigio; ve ne era poi uno completamente bianco e l’ultimo tutto nero.
- Ne sono cinque e noi siamo sei – disse ingenuamente il piccolo Bran.
- Cinque bastano. Gli Stark sono cinque, no? – rispose tranquillamente Walter come se ciò non lo toccasse. Tuttavia, dopo qualche secondo, si accorse di un ulteriore lupacchiotto, il quale si era avvicinato alla sua gamba. – Non lo avevo visto. Che strano. Doveva essere rimasto più appartato, lontano dagli altri.
Il cucciolo aveva la pelliccia di un marrone ramato che a tratti appariva quasi rosso. Non appena lo prese in braccio, Walter si sorprese di scoprire che fosse l’unico con gli occhi differenti dagli altri, poiché possedeva due iridi viola. Un viola più scuro dei suoi, ma ciò non lo bloccò dal sorridere inconsciamente mentre lo osservava.
- L’unico diverso dagli altri. Questo è tuo, Snow – disse Theon con il suo solito ghigno nonostante sapesse che Walter avesse la capacità di farglielo sparire in un attimo.
- Brillante affermazione, Theon, sul serio. Queste constatazioni così logicamente complesse di solito non sono da te. Ah, dimenticavo, ho visto un verme particolarmente pigmentato prima vicino ad un albero. Quello puoi prenderlo tu.
 
Ned accarezzò una rosa blu sopra il davanzale del camino, immerso tra i ricordi dolorosi quanto necessari. Abituarsi a tali assenze non sarebbe mai stato facile.
- Perso in mondi lontani, padre? – lo interruppe improvvisamente Walter entrando nella stanza e sorridendogli curioso. – A cosa stavi pensando? – gli chiese il giovane sedendosi su un letto, venendo poi raggiunto da Ned, il quale si sedette di fronte a lui.
- A tua madre.
- Com’era?
- Era selvaggia. Uno spirito libero che cavalcava solitario e impertinente, incurante verso qualunque cosa la ostacolasse. Aveva uno spirito forte, energico, raggiante, capace di annebbiare qualsiasi altra lady le si avvicinasse, nonostante lei non fosse affatto una lady. Quando i suoi lunghi capelli si libravano in aria mentre combatteva come un cavaliere, tutti riuscivano a vedere la sua forza, il fascino della sua anima rara, capace di far innamorare di lei persino un principe.
- Ashara era così? – gli chiese stupito Walter risvegliandolo da quel sogno.
- Sì, lei era così.
Vorrei poterti parlare anche di tuo padre, Walter. Il tuo vero padre. Meriteresti di sapere anche di lui, dell’uomo straordinario e grande che è stato. Di quelli che nascono ogni dieci generazioni per avvolgere il mondo della propria luce e poi scomparire nel nulla troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile e tante domande senza risposta. Loro erano i tuoi genitori, ragazzo mio. Tu sei figlio di un amore destinato ad essere cantato nelle ballate nei secoli dei secoli, scoperto troppo tardi e condannato a rimanere incompreso. Non sei il frutto di uno sbaglio di due ragazzi inesperti o di un semplice desiderio carnale. Non meriteresti questa menzogna.
 
Cat sistemò i lettini di Bran e Rickon rispolverando vecchi ricordi e oggetti ormai dimenticati. In un piccolo cassetto ritrovò un carillon. Ritrovò QUEL carillon. Lei ne possedeva molti e li utilizzava per calmare i suoi bambini e proteggerli con le dolci note di una musica soave. Ma quel carillon aveva un storia più interessante degli altri. Narrava la storia dell’isola in mezzo al mare, lontana da qualsiasi luogo conosciuto e abitato, la quale ospitava solamente un uomo composto per metà di pietra. L’uomo parlava al mare, chiedendogli quando qualcuno sarebbe giunto da lui per non farlo più sentire solo. Ma nessuno giunse mai sulla piccola isola dell’uomo di pietra perché era troppo lontana. Molti ricordi invasero la mente di Cat che sorrise come una bambina. Quando Walter aveva solo un anno di vita, si ammalò di una brutta malattia e rimase in bilico tra la vita e la morte per giorni. Lei pregò gli dei ogni notte per fare in modo che non glielo portassero via. Mentre rimaneva per giorni accanto alla sua culla, apriva quel carillon e lo lasciava accanto al piccolo, facendo suonare quella melodia splendida a ripetizione per ore e giorni. Quando, finalmente, quel bambino dagli occhi viola guarì dalle sue pene e le rivolse uno dei suoi splendidi sorrisi, non poté esserne più felice. Walter ascoltò talmente tanto quella melodia durante la sua infermità, che i giorni seguenti volle riascoltarla più volte fino ad arrivare al punto di non riuscire ad addormentarsi senza udirla. Era sempre stato un bambino sveglio, anche troppo sveglio per la sua età, vivace, allegro, energico come un uragano che trascinava via chiunque gli fosse accanto. Se lo ricordava perfettamente quando passava ore a saltare sul letto facendo capriole e facendosi male ripetutamente per passare da un letto ad un altro; lo ricordava quando rideva di gusto fino alle lacrime quando lei gli faceva il solletico e desiderasse che quella piacevole tortura durasse per sempre. Lo ricordava quando le raccontava infinite storie sui suoi amati Guardiani della Notte o su come aveva corso per tutto il perimetro di Grande Inverno non stancandosi mai finché non percepiva un sapore amaro in gola e una strana nausea. A volte passava ore a raccontare storie inventate da lui, aggiungendo descrizioni su descrizioni proprio come un cantore di storie e amava farlo anche quando lei gli pettinava i folti capelli che crescevano sempre troppo in fretta, e lui, al contrario dei suoi fratelli, lo permetteva perché gli erano sempre state strette le convenzioni.
La promessa fatta a Lyanna e la reale identità di Walter, non erano i motivi che la spingevano a proteggerlo. Era sempre stato un figlio per lei, al paro di tutti gli altri, e come ogni madre, avrebbe dato la vita per continuare a vederlo sorridere. Lady Stark fu scossa da quei pensieri non appena udì dei battiti sulla porta.
- Avanti, entrate.
- Lady Stark, è giunto un corvo da Approdo del Re, è per vostro marito ma in questo momento è impegnato e ci ha lasciato detto di consegnare a voi eventuali messaggi.
- Certo, porgetemi il messaggio, Ser Rodrik.
 L’uomo fece come gli era stato detto e la donna lesse il messaggio. Doveva andare assolutamente ad avvertire suo marito: Re Robert Baratheon sarebbe arrivato a Grande Inverno insieme alla sua famiglia.




Note:
Premettendo che amo Jon Snow, non intendo sostituirlo. La scelta di creare questo nuovo personaggio è dettata dal fatto che ho sempre visto Jon come completamente Stark e non ho mai approvato il fatto che fosse figlio del ghiaccio e del fuoco, dato che, per me, lui, rimarrà sempre e solo ghiaccio. Ho cercato di immaginare come sarebbe davvero dovuto essere il figlio di Rhaegar e Lyanna e a come sarebbero andate le cose se Jon fosse stato il legittimo figlio di Ned Stark (come l'ho sempre visto io) e il ruolo del bastardo dalle origini sconosciute lo avesse avuto qualcun altro. La fanfiction sarà composta da un numero, per ora, indefinito di capitoli e proverò ad aggiornare ogni settimana :)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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