Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Giuls17_    24/08/2017    0 recensioni
[Dimenticatevi tutto o quasi di quello che sapete su Westeros]. I Targaryen sono rimasti al potere per secoli finché qualcuno non ha deciso che le cose dovevano cambiare e stiamo parlando di Nedd Stark, il quale decide si imporsi e di combatterli. Adesso, dopo anni dalla guerra, la pace è stata raggiunta ma c'è ancora qualcuno che occupa i pensieri, folli, del Re e si tratta di Daenerys Targaryen e degli insorti.
ˆ-Un Targaryen solo nel mondo è una cosa terribile.-ˆ
ˆ-Potrei anche sentirmi onorata, Usurpatore.-ˆ
ˆ...con la nascita di un Targaryen gli Dei lanciavano una moneta per decidere se il bambino sarebbe diventato un grande oppure un folle.
Cos’hanno deciso gli Dei per te, Daenerys Targaryen?ˆ
ˆ...ma era uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto, in quanto coinvolgeva anche i suoi occhi viola.ˆ
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Eddard Stark, Jon Snow, Rhaegar Targaryen, Robb Stark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Approdo del Re.
 
Daenerys seguì silenziosamente Jon per tutta la Fortezza Rossa, ruotando ogni tanto i polsi attorno alle strette catene per evitare che si arrossassero e solo a mattinata inoltrata decisero di uscire, per dirigersi verso la parte più vissuta di Approdo del Re.
Osservò con attenzione quel luogo, quello che aveva rappresentato la sua casa durante la sua giovane età e non si sorprese di constatare che ricordava ancora tutto.
I corridoi, le scorciatoie, era tutto impresso a fuoco nella sua mente, come un ricordo vivido, indelebile, ma che le provocò un dolore sordo all’altezza del petto, proprio dove c’era il suo cuore.
Si fermò senza volerlo davanti al Parco degli Dei, dove un solo albero-diga regnava sovrano, indisturbato, come se i secoli non fossero mai trascorsi e proprio in quel punto ricordò suo fratello e una giovane ragazza dediti alla preghiera.
 
“Non smettere mai di pregarli, Daenerys, la loro forza si mescola con nostra.”
“Certo…”
“Un giorno capirai l’importanza di certi legami, ancora sei troppo piccola.”
Rhaegar l’aveva guardata con affetto, suo fratello le voleva bene, lo leggeva dai suoi occhi, che sorridevano come i suoi.
 
-Stai bene?-
Il viso di Jon l’aveva riportata alla realtà così velocemente che per un momento anche respirare le era risultato difficile, quei ricordi così dolorosi le avevano fatto ricordare la sua morte e l’esatto momento in cui il suo cuore era andato in mille pezzi senza essersi più ricomposto.
-Vi seguo.- sussurrò, portandosi una mano lì, al cuore, e procedendo lungo la strada.
Negli ultimi anni aveva imparato che pensare al passato, soffermarsi sui ricordi, era troppo doloroso ma soprattutto troppo rischioso per lei, poiché ogni volta perdeva se stessa, perdeva se stessa ricordando com’era stata la sua vita, la sua famiglia.
Nonostante tutto l’odio che suo padre aveva riversato su di lei, la sua era una famiglia, non una delle più buone o delle più amarevoli, sua madre non le dava il bacio della buonanotte e suo padre non gli raccontava le favole, ma le avevano insegnato a tenere una spada in mano e usare l’arco e le frecce e lei aveva imparato a volergli bene in quel modo, come ai suoi fratelli.
Erano la sua famiglia e quel legame anche se spezzato, occupava un peso sulle sue fragili spalle, un peso che gli anni non avevano alleggerito, un peso che col tempo aveva assunto l’aspetto di un debito che portava il suo cognome e che mai avrebbe potuto estinguere.
 
“Forse solo con la vita.”
 
Daenerys attraversò con Jon il sentiero che li condusse sulla strada, osservò la folla farsi sempre più vicino, nonostante fossero circondati dalle guardie che li distanziavano, i loro occhi sempre più curiosi la scrutavano come se in lei potessero rivedere lui, Aerys il Folle, suo padre.
Si passò una mano sotto la gola, allentando il tessuto di pelle nero che in quel momento la stava soffocando, e provò a respirare; ma non ci riuscì.
Aveva dimenticato certi sguardi pieni di odio, aveva dimenticato cosa volesse dire sentirsi presa di mira, e nonostante il suo carattere forte le era capitato, neanche Viserys era riuscito a salvarla dalle malelingue, ed adesso il ciclo era ricominciato.
 
“Una Targaryen con problemi di autostima non è una gran cosa.”
Lasciami… stare.
“Sembra che stai per svenire.”
 
Un paio di mani l’afferrarono per i fianchi appena in tempo e ritrovò il volto di Jon vicino al suo, come nella prima mattinata, e dovette ricredersi, il figlio dell’Usurpatore non era brutto, mostrava la bellezza del Nord sul viso, ma nonostante certi tratti duri, i suoi occhi erano dolci, come se avessero una diretta connessione col cuore e non potesse fare a meno di preoccuparsi per lei.
-Tu conosci questo posto.-
Daenerys capì che non era una domanda, ma non poté evitare di annuire con la testa e allora vide i suoi occhi cambiare, una strana determinazione passò attraverso quelli, ma fu solo un attimo, ma lei era certa di averla vista.
Quella luce, l’aveva già vista negli occhi di un uomo.
Jon lentamente la lasciò andare ed osservò i volti della gente, nessuno si era fermato davanti a loro per osservare la scena ma tutti li stavano guardando e stavano parlando.
Stavano dicendo il suo nome o meglio sussurravano il suo cognome: Targaryen.
-Procediamo.- sentenziò, riprendendo il passo.
Dany lo seguì in silenzio, inspirando e espirando lentamente, cercando in tutti i modi di darsi un contegno ma senza suo fratello era tutto fiato sprecato: Viserys l’aveva aiutata molto i primi tempi, soprattutto quando Rhaelle aveva smesso di ricoprire il suo ruolo di madre e aveva deciso di portare il lutto, per il resto dei suoi giorni.
Suo fratello no, si era impegnato, con lei e con tutti, facendo valere il sacrificio di Rhaegar, in tutti i modi e poi era arrivato Ser Jorah, una nuova luce all’interno del suo mondo fatto di tenebre.
 
“Daenerys sei forte, non permettere a queste persone di definire chi sei e chi sarai.”
“Loro però mi guardano in quel modo, i loro occhi sono carichi di odio…”
“Odiamo anche a me, credono all’Usurpatore e solo pochi ti guarderanno con ammirazione, ma ricorda sei una Targaryen e non devono guardarti con ammirazione, ma devono rispettarti, devono temerti e nessun uomo temerà mai una ragazza con l’armatura che trema più di sgualdrina in punto di morte.”
 
Un brivido le percorse la schiena, le parole di suo fratello avevano avuto lo stesso effetto di quella volta, l’avevano riscossa, l’avevano fatta ragionare.
Le era stato insegnato a portare un’armatura, a vestirsi da guerra, non a indossare gonne su gonne e a truccarsi, lei era un guerriero e come tale si sarebbe comportata.
Improvvisamente raddrizzò la schiena e calmò il respiro, non si sarebbe nascosta, lo aveva fatto negli ultimi sei anni e non sarebbe andata oltre.
Daenerys incontrò lo sguardo di Jon, non percepì sorpresa ma sola la consapevolezza di chi era lei e dell’importanza della sua figura.
Nessun Targaryen aveva rimesso più piede ad Approdo del Re dalla morte di Aerys Targaryen, il Re Folle, e lei era stata la prima.
 
***
 
Daenerys si alzò lentamente dalla panchina, era rimasta per tutto il pomeriggio al Parco degli Dei a pregare, lo aveva fatto per suo padre, sua madre e per i suoi fratelli, rendendosi conto che negli ultimi anni aveva smesso, aveva smesso di pregare per le persone che le avevano salvato la vita.
Si strofinino per l’ennesima volta i polsi ormai arrossati per via delle catene, percorso con le dita il solco leggero che avevano creato ma nessun brivido le percorse la schiena, i suoi fratelli le avevano insegnato che ogni ferita doveva essere portata con onore, anche quelle di una serva.
Alzò lo sguardo verso il cielo, il sole stava lentamente scomparendo dietro la collina, aveva passato più di dure ore senza rendersene conto, sospirò, e una volta riportato lo sguardo a terra trovò Jon Stark davanti a se.
-Posso esserti utile in qualche modo?- chiese, raggiungendolo.
-Le mie guardie mi hanno detto che avevi richiesto di essere portata qui.-
-L’ultima volta che ho visto un Albero-Diga vivo ancora qui. E credevo che L’Usurpatore lo avesse fatto rimuovere.-
-Anche gli Stark credono negli Antichi Dei.-
Lei voltò lo sguardo verso di lui, incredula; in effetti non riusciva a credere che quelle persone potessero pregare i suoi stessi Dei e che quegli stessi Dei avessero preferito gli Stark ai Targaryen, che quegli stessi Dei fossero favorevoli alla morte di Rhaegar e Viserys.
 
Si fronteggiarono per un tempo che le parve quasi infinito, odiava essere lì, ed odiava di più quel ragazzo che assomigliava in modo impressionante a suo padre che le aveva portato via tutto, senza battere ciglio, ed odiava se stessa per essersi ridotta ad essere la sua serva.
 
Non permetterò che finisca così. Non morirò come una serva e se dovrò farlo sarà alle mie condizioni.
 
-Smettila di pensare, io non sono un tuo nemico Daenerys, non l’hai ancora capito?-
-Perché allora vorresti essere mio amico, io non ti devo niente mentre tu dovresti volermi morta.-
-Io non sono come mio padre. Voglio essere migliore e credo che anche tu voglia essere migliore del tuo.-
-Tu non sai niente di lui.- disse, stringendo le mani a pugno.
-Avevo la tua stessa età quando il popolo ha deciso di insorgere, quando mio padre ha guidato la rivolta ero un ragazzino, terrorizzato, dalle conseguenze del padre ed anche tu lo eri. Ti hanno costretto a scappare…-
-Non voglio la tua pietà, quindi ti conviene smettere di parlare ora che sei in tempo.-
-Non provo pietà per te, riesco solo a comprenderti più di quanto tu creda.-
Jon la guardò e in quello sguardo lei non vi lesse odio o rancore, trovò i suoi stessi sentimenti: la paura e la rassegnazione di dover sottostare a un destino che nessuno dei due aveva scelto.
-Oggi hai avuto paura che parlassero nuovamente di te, i Targaryen non si vedevano da anni ad Approdo del Re, eppure tu sei stata un’eccezione e in fondo come il popolo non posso che temerti anche io.-
-Temermi?-
-Ti sei vista Daenerys? Tu irradi potere, emani sicurezza e distruzione. Chiunque ignora questo è semplicemente un folle, e mio padre ti ha sottovalutato cosa che io non ho intenzione di fare.-
-Forse non dovresti fare certe confessioni proprio a me.-
-Forse non c’è modo migliore di conoscerti invece, dato che resterai qui per un po’ di tempo, non vedo nessun motivo per fare finta di niente.-
-Io…-
 
-Lord Stark? Suo padre il Re la sta cercando.- lo scudiero fece il suo ingresso velocemente, interrompendo la conversazione.
Daenerys fece un passo indietro, un passo indietro da tutto quello che Jon rappresentava che in quel momento era diventato la sua minaccia più grande.
-Grazie Robb, meglio che vada.-
Jon non le sorrise ma cercò di trasmetterle qualcosa con gli occhi, qualcosa che lei ebbe paura di cogliere e li distolse velocemente, aspettando che il ragazzo se ne andasse il prima possibile.
Ed in quel momento Daenerys rimase sola con le guardie che non avevano smesso di seguirla per un solo istante e lo scudiero del principe, lo guardò di sfuggita, cercando di farsi un’idea ma per una volta venne preceduta.
-Non deve essere troppo dura con lui.-
-Come?-
-Jon è un bravo ragazzo e questo ruolo gli è sempre stato stretto, un po’ come a sua sorella.-
-Lady Sansa è qui?-
-No, forse arriverà all’inizio della prossima settimana.-
-Forse il Re vuole mostrarle il nuovo giocatolo.- disse alludendo a se stessa.
-Solo quando la vedrà in ginocchio sarà il momento in cui il boia farà la sua apparizione, e nessuno potrà più proteggerla.-
-Perché tutti voi vi ostinate a parlarmi così? Io sono un vostro ostaggio, io sono il nemico!- urlò, provando a scacciare quel groviglio di emozioni che le si era annidato nel petto.
-Per lungo tempo ha avuto a che fare solo con i nemici, gente che la voleva morta, la cui semplice esistenza rappresentava un problema da risolvere, qua invece non troverà solo nemici.
Esiste anche altro nella vita. Non siamo tutti uguali.- concluse Robb.
-Cosa troverò?-
-Alleati- sussurrò piano, come se si fosse rivolto al vento, in un valyriano stretto e non del tutto corretto.
 
Daenerys arretrò velocemente, gli occhi sgranati e la bocca semi aperta per la sorpresa, nessuno a parte la sua famiglia e gli abitanti delle Terre Libere parlavano la sua lingua, la lingua che credeva morta con Viserys.
 
“Eppure c’è ancora speranza.”
Forse, forse non è tutto perduto. Se anche lo scudiero di Jon Stark conosce il valyriano, vuol dire che il popolo non ha dimenticato.
“Non sei sola.”
No. Forse non lo sono mai stata.
 
***
 
-Le ho nascoste Daenerys, come mi ha chiesto tu.-
-Dove sono? Dove?! Dove sono le mie uova!-
Dany girò lo sguardo intorno a se ma notò solo il buio, circondarla, annientarla.
Era sola.
-Perché non si sono ancora schiuse?-
-Rhaegar? Io non lo so!-
-Devi riuscirsi Daenerys, non hai più molto tempo.-
Il volto del fratello le sorrise, lo stesso volto che aveva amato tempo fa e che le era stato portato via.
-Il Drago ha tre teste.- sussurrò in preda alla disperazione, -Ed io sono sola.- calde lacrime le scivolarono lungo la guancia destra, non piangeva da anni eppure nei sogni non riusciva mai a smettere.
-Ne basta una sola per domarle tutte, te l’ho già detto. Sei tu la Testa del Drago.- disse, voltandole le spalle per andarsene.
-Non lasciarmi! No, ti prego!- allungò la mano verso di lui, verso il suo passato, verso tutto ciò che aveva perso.
Viserys apparve accanto al fratello, si guardarono e una vena di malinconia apparve nei loro occhi viola.
-Saremo sempre con te, sorella.-
-No, no, no, vi prego.-
-Non possiamo restare, lo sai. Adesso tocca a te.-
-Non posso farcela, non posso… Io, non sono come voi.-
-Sarà questa la tua salvezza, Daenerys.-
Rhaegar e Viserys la guardarono per un’ultima volta e poi le diedero le spalle, la mano che gli aveva teso era ancora alzata verso di loro, ma neanche questa volta l’avevano raccolta, neanche questa volta l’avevano portata via con loro.
Dany la lasciò cadere e sentì il freddo del suo cuore farsi sempre più pressante, sempre più intenso, come se fosse fatto solo di ghiaccio.
-Le mie uova… Io devo tornare da loro…-
 
*
 
Improvvisamente il freddo le attraversò i vestiti da notte e si alzò di colpo, un uomo la stava guardando e teneva in mano un bacile non più pieno d’acqua.
-Il Re vuole che tu faccia qualche attività extra.-
-E´notte fonda.-
-Non ha alcuna importanza, tu vieni con me.-
Lasciò cadere il bacile e le afferrò il polso, Dany provò a divincolarsi ma non ci riuscì per via dei solchi che le catene le avevano procurato, anche perchè il Mastino non era un animale facile da domare e lei non ci sarebbe riuscita.
 
 
 ∞Angolo Autrice: Buonasera a tutti!!
Questa storia l'avevo decisamente abbandonato o meglio messa da parte per migliori propositi ma in questi mesi ne era uscito poco e niente e insomma ho anche creduto che facesse davvero schifo o che fosse una visione del tutto distorta e che non avrebbe mai preso il volo.
Certo questi dubbi ancora ci sono ma voglio essere positiva stavolta e sperare che vi piaccia e che anche il meccanismo della storia diventi più "commestibile".
Inoltre ho appena aggiornato con il secondo capitolo una nuova storia, The wolf and the Dragon, spero che possiate passare a darle un'occhiata!
Per il resto grazie come sempre a chi dedicherà il suo tempo anche per una lettura :D

 
 
 
   
 
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