Berlin – Deutsche Melodie.
A Fabio Geda e
Marco Magnone, che mi hanno fatto conoscere la
bellezza di Berlino e del Reichstag.
Eins: Jakob - Never
let you down (Wookid)
Will you come along cause I'm about to leave this town
In my eyes,
a waterfall, all I can hear, a siren call
Could you be waiting by the shore, oh I could drown without you
Will you be holding out the
line when I fall?
Jakob si sentiva un fallito. Tutti gli
dicevano che lui fosse troppo buono. Bernd, Büchner 2, Timo, persino Britta.
Anche Sven, glielo diceva. Dicevano tutti che lui
pensasse prima agli altri, poi a se stesso. E Jakob aveva sempre pensato che
quella, fosse una cosa buona e giusta.
E invece.
Invece finiva sempre che gli altri si
approfittassero di lui.
E Christa. Christa, lei non l'avrebbe
mai e poi mai lasciata andare, anche se lo aveva fatto sentire uno schifo,
anche se lo aveva rifiutato, ferito. Ma lui la amava ancora, e sempre si
ripeteva che sarebbe stato così fino alla fine, fino a che tutto fosse finito.
Avrebbe sempre pensato prima a Christa, alla ragazza dai capelli lunghi e
biondi, dall'aspetto fragile ma dal carattere forte e spigliato. Ma Jakob si
sentiva comunque un fallito. Un ragazzino di quindici anni, dopotutto, che vuoi
che sappia fare?
Non sapeva come c'era arrivato, a
guidare i ragazzi del Gropius. Chi lo aveva eletto?
Non ricordava nemmeno perché Sabine lo avesse convinto a candidarsi.
"Sei grande", gli diceva
sempre Bernd. Bernd. Come
avrebbe fatto, adesso, senza di lui? Era perso, completamente. Era rimasto da
solo, senza una vera spalla. Timo lo sosteneva, sì, ma non lo incoraggiava.
Sapeva, Jakob, quanto il ragazzo più grande fosse freddo e di come non facesse
mai trasparire le emozioni che provava davvero, era suo amico, ma non avrebbe
mai sostituito quello che, una volta, era stato suo fratello.
E poi, si era reso conto di essersi
fatto una promessa, una volta. Aveva promesso a se stesso, e a Bernd, che avrebbe prima pensato alla vita dell'amico, e
poi alla sua.
Aveva fallito.
E avrebbe fallito anche tante altre
volte.
E avrebbe fallito con Christa, ma
l'avrebbe protetta con tutte le sue forze.
I'll never let you
down, never let you down
Never let you down, never
let you down
I'll never let you
down, never let you down.
Zwei: Christa - Fall to pieces
(Avril Lavigne)
If I had my way
I'd never get over you
Today's the day
I pray that
we make it
through
Make it through the fall
Make it through it
all.
Christa si sentiva fragile. Fragile per
amare, fragile per resistere. Fragile per la solitudine nella quale, a volte,
si trovava.
E lei, Jakob, lo amava.
Lei Jakob lo ammirava, lei a Jakob
avrebbe dato tutto. E avrebbe voluto amarlo, e avrebbe voluto restare per
sempre al suo fianco.
Aveva mentito, lo sapeva. Aveva mentito
al ragazzo che amava, sapeva soprattutto questo.
Lui, a lei, piaceva. Le piaceva da
morire. Ed era proprio per questo che lo aveva lasciato andare.
Christa era fragile, Christa, che una
volta era stata incapace di mentire, ora aveva detto un'enorme bugia, che la
faceva star male.
Che le faceva spezzare il cuore ogni
volta che vedeva Jakob piangere, anche se lo faceva quando era solo. E la
vicinanza, l'affinità con Jakob, le mancava così tanto da sembrare soffocarla.
E no, Timo non le piaceva. Sembrava che
fosse così, all'inizio. Per entrambi. Ma Timo a lei non era interessato, Timo
voleva soltanto sopravvivere da solo, solo con Verme. E a lei, nonostante
tutto, andava bene. Lei lo rispettava, lo ammirava, ma Jakob, Jakob non lo
avrebbe mai scordato.
Le bugie che aveva detto, erano a causa
della sua fragilità. Della sua paura di cadere a pezzi, della sua paura di
crollare se Jakob avesse cambiato idea, o fosse andato via da lei e dai suoi
compagni.
Christa aveva deciso di proteggere se
stessa e Jakob.
Più se stessa.
Perché era una codarda, una codarda
fragile, vigliacca, falsa e bugiarda.
E avrebbe dato di tutto per rivivere
quel momento, riabbracciare Jakob e rimettere ogni cosa a posto.
And I don't want to fall to pieces
I just want to sit and stare at you
I don't want
to talk about it
And I don't want a conversation
I just want to cry in front of you
I don't want
to talk about it
'Cause I'm in love with you.
Drei: Timo – Numb (Linkin Park)
I'm tired of being what you want
me to be
Feeling so faithless, lost under the surface
I don't know
what you're expecting of me
Put under the pressure of walking
in your shoes
Every step that I take is another mistake
to you.
Timo si sentiva perso. Confuso,
completamente intorpidito. Come se il mondo che gli era intorno fosse solo la
sua immaginazione. Avrebbe voluto che fosse così. Non era riuscito a credere a Rolf, la prima volta. Quando gli aveva detto che non era
suo padre. Tutta la sua vita era una menzogna. Aveva odiato Rolf,
aveva odiato Babette, aveva odiato il suo vero padre. Aveva odiato ogni cosa
che lo circondava. La rabbia era penetrata nelle sue membra, letale, violenta,
e insieme al sangue che gli scorreva nelle vene, sentiva un moto di violenza e
rancore, in tutto il corpo.
Ma la rabbia era sbollita, sì.
Non era più il ragazzino immaturo del Reichstag a cui piaceva fare a botte per gioco, a cui
piaceva fare da bullo ai bambini più piccoli. No.
Ma chi era? Chi era, Timo?
Non si riconosceva più.
Non sapeva più come sentirsi, non sapeva
più se reagire o rimanere immobile, come un burattino apatico. E non riusciva
nemmeno più a piangere, non riusciva più ad arrabbiarsi. Era diventato una
bambola di carne e pelle che non riusciva a reagire, che riusciva solo a
chiedersi chi, e cosa fosse.
Non provava affetto nemmeno più per
Jakob, o Christa, o Britta.
Non capiva se stesso, e questo lo
costringeva ad allontanare i suoi amici.
L'unico a cui davvero voleva bene, era
Verme. Verme non lo aveva mai lasciato. Verme non era una bugia. Verme era
l'unico frammento di verità che aveva, della vecchia vita. Il bambino era
rimasto con lui. Non era scappato, non gli aveva rivelato di essere una
falsità, una favoletta raccontatagli da bambino, non come Claudia, non come le
cose che gli diceva sua mamma, non come Rolf e
nemmeno come Bertrand. E quando Jürgen era con lui,
beh, era in quei momenti, che il ragazzo riusciva davvero a sentirsi Timo.
I've become so numb, I can't feel you
there
Become so tired, so much more aware
By becoming this all I want
to do
Is be more like
me and be less like you
Vier: Britta -
Mrs. Potato Head (Melanie Martinez)
Kids forever, kids forever
Baby soft skin turns into leather
Don't be dramatic it's only
some plastic
No one will
love you if you're unattractive
Britta si sentiva respinta. Si sentiva brutta, stupida,
inutile per Gropiusstadt, per l'Havel.
Avrebbe voluto piacere almeno a qualcuno, e non solo a Christa e a Nora.
I ragazzi non la volevano, perché il più
delle volte pensavano che lei fosse un'idiota, una buona a nulla. E Britta rideva, la prendeva scherzando, la cosa. Ma in
realtà non si sentiva così. Si sentiva piangere il cuore, si sentiva talmente
inutile da voler soltanto chiudersi in una camera e restar lì a piangere.
E c'era stato un ragazzo che a lei
piaceva. E che le aveva rivelato di essere innamorato di lei.
Solo che quel ragazzo non c'era più.
Bernd le mancava più di ogni altra cosa.
Ora, era lei a prendersi cura della
piccola Nina, sempre col sorriso, perché, come diceva sua nonna, quando Britta sorrideva, era bellissima.
E Britta,
bellissima, voleva davvero esserlo. Almeno sentirselo.
A Nina diceva che Bernd
ora era in Paradiso, il Paradiso in cui erano anche suo fratello Ferdinand e la
sua mamma. E la piccola non reagiva, si limitava solo ad accennare un piccolo
sorriso, a battere le mani in un modo tutto suo. Disegnava sempre, disegnava Bernd.
"Se lo disegno, tornerà da me, Britta?"
E Britta la
aveva abbracciata, rassicurandola. Non le aveva mentito, semplicemente non
aveva risposto. Ed era scoppiata a piangere.
Poi, però, era arrivato qualcun'altro.
Qualcun'altro che era più simile a lei di quanto pensasse.
Qualcuno che aveva perso tutto, qualcuno
che aveva perso il fratello e che era completamente a pezzi. E Britta, quei pezzi, voleva rimetterli insieme.
E un giorno, questo ragazzo, l'aveva
presa per mano, l'aveva abbracciata, con le lacrime agli occhi, e le aveva chiesto
di proteggerlo. E Britta lo avrebbe protetto. Lo
avrebbe amato. Proprio come aveva fatto con Bernd. E
finalmente, si sentiva bellissima.
Oh Mrs. Potato Head tell me
Is it true that pain
is beauty?
Does a new face
come with a warranty?
Will a pretty face make it better?
Fünf: Bernd – Heroes (David Bowie)
I, I will be king
And you, you
will be queen
Though nothing, will drive them away
We can beat them,
just for one day
We can be heroes,
just for one day
Bernd avrebbe voluto sentirsi un eroe. Sognava di poter
salvare qualcuno, poter salvare Jakob, Britta, gli
altri e se stesso dal virus.
Voleva essere un eroe, anche solo per un
giorno.
Ferdinand e sua madre gli dicevano sempre
che tutti sono eroi, gli eroi che servono al mondo per cambiarlo, migliorarlo,
riempirlo di vita.
Bernd ci aveva sempre creduto, ogni giorno. Ma non riusciva
a sentirsi un eroe.
Avrebbe voluto essere l'eroe che salva
il mondo da un'apocalisse, che difende le proprie opinioni e i propri pensieri
e che protegge le ragazze e gli amici.
Era sempre stato molto, molto timido.
Era estroverso, ma timido. Non gli piaceva mostrare le sue paure, ma ci
riusciva sempre, in qualche modo.
Tipo quella volta in gita, sul ponte.
Ogni volta che ci pensava, si vergognava di se stesso.
Poi, però, pensava a come Jakob lo aveva
difeso, e sorrideva.
Pensò che sono gli amici, a renderti un
eroe. A farti rialzare, a farti ridere e a sostenerti, a tirar fuori le parti
migliori di te.
E Bernd
pensava anche che con i suoi compagni, l'eroe lo era stato.
Anche solo per un giorno, anche solo per
quei tre anni.
Loro c'erano. Loro lo sostenevano.
E lui sosteneva loro.
Nina. Nina, sosteneva.
E gli amici, i compagni di quel mondo fantasma,
gli mancavano. Gli mancava sua sorella, gli mancava il suo migliore amico,
quello che per lui era come un fratello. Gli mancava la sua dolcissima Britta, gli mancava da morire.
Li guardava dall'alto. Sorrideva, quando
li vedeva ridere.
E sì, che lui fosse stato un eroe,
ancora lo pensava.
Though nothing, will keep
us together
We could steal time, just for one day
We can be heroes,
forever and ever
What'd you say?
Sechs: Wolfrun - Nobody's home (Avril Lavigne)
I couldn't tell you
Why she felt that
way
She felt it everyday
And I couldn't help her
I just watched her make
The same mistakes
again
Wolfrun si sentiva privata dalla gioia. Veniva respinta da
tutti, ognuno, a Berlino, tranne alle persone che di lei avevano paura. Pensavano
che lei fosse pazza. Matta da legare, insomma.
La sete di potere, la voglia di essere
il centro di tutto, la voglia che Berlino appartenesse solo a lei. Non solo
Berlino Ovest. Tutta quanta.
Sognava di dominare la Germania, essere
a capo del Mondo. Ma quella, quella non era cattiveria.
Lei voleva solo indietro la sua Dorothea.
Pensò che se lei fosse stata il capo, la
droga non sarebbe esistita assolutamente. Avrebbe spazzato via tutto il male,
avrebbe definitivamente chiuso ogni discoteca, e se fosse stato così, sua
sorella sarebbe stata ancora con lei.
Avrebbe voluto solo il bello, solo la
gioia, la libertà, quando era piccola. Avrebbe aperto un maneggio bellissimo,
come diceva sempre a Dorothea.
Avrebbe reso migliore il mondo, più
bello e più libero.
Era quello, il suo sogno. Da quando era
bambina.
Come quando sentiva quelle storie sul
nazismo, e sull'America che aveva liberato gli Ebrei. Lei avrebbe voluto essere
una di quei soldati americani che lottavano per la libertà.
Solo che adesso, con tutto il male che
c'era nel mondo, pensava che la gioia fosse solo qualcosa riservata alle
persone che meno lo meritano.
Non voleva più la gioia.
Voleva la morte, voleva la violenza.
O almeno così voleva far credere.
Wolfrun avrebbe solo voluto riabbracciare Dorothea.
Wolfrun avrebbe solo voluto tornare a casa.
Anche se, a casa, non avrebbe trovato
nessuno.
She wants to go home
But nobody's home
That's where she lies
Broken inside
With no place to go
No place to go
To dry her eyes
Broken inside.
Sieben: Büchner Due
- Wish you were here (Pink Floyd)
So, so you think you can tell
Heaven from Hell, blue skies from pain.
Can you tell
a green field from a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think
you can tell?
Büchner Due si sentiva solo. Tutti gli dicevano che non lo
fosse. Glielo diceva Jakob, glielo diceva Britta.
Ma lui era così che si sentiva.
A lui mancava suo fratello, quello che
era stato l'unica cosa che lo faceva sorridere.
Da quanto, non sorrideva?
Tanto, pensò.
Troppo, si ripeté.
I compagni di Gropius
cercavano di farlo reagire, ma lui rispondeva con occhiatacce, monosillabi, o
quei "voglio stare da solo", che non facevano altro che creare altre
crepe nel suo cuore già spezzato.
E Büchner Due
non voleva che il suo cuore si rompesse completamente.
Non piangeva, nemmeno. Da tempo.
Aveva perfino dimenticato come si
facesse, e a volte nemmeno ricordava come si chiamasse.
Louis. Si chiamava Louis Büchner.
E senza François, che senso aveva farsi
chiamare ancora in quel modo?
Con suo fratello, era andata via anche
la sua identità.
Era sbiadita, era quasi sconosciuta.
Lui, senza François, non era niente.
Aveva passato tutta la vita con lui, con
il suo gemello, e adesso?
Sapeva che non gli rimaneva tempo. Ma
quel tempo, quegli ultimi giorni, avrebbe voluto passarli con lui.
E invece, il destino, aveva voluto così.
Avrebbe voluto che Büchner
Uno, come lo chiamavano sempre, fosse stato ancora con lui.
Ancora lì.
Fino alla fine.
How I wish, how I wish you
were here.
We're just two lost souls
swimming in a fish bowl, year after
year,
Running over the same old ground.
What have we found?
The same old
fears.
Wish you were here.
Acht: Claudia - Take me away (Avril Lavigne)
I cannot find
a way to describe it
It's there inside, all I do is hide
I wish that
it would just go away
What would you do, you
do, if you knew
What would you do
Claudia si sentiva troppo grande. Come
soffocata, oppressa, in quell'enorme città fantasma che era Berlino, ma che a
lei era sempre sembrata troppo stretta. Fin da piccola, era sempre stato così.
Voleva andar via, correre da qualche altra parte, in cerca del posto a cui
apparteneva.
Voleva che qualcuno la portasse via da
lì.
Da sola, aveva paura. Ma non voleva
ammetterlo.
Sarebbe voluta scappare con Timo.
E maledisse la sua mania di potere,
maledisse la cattiveria e la pazzia con la quale lo aveva trattato.
Dopotutto, era ancora lui a piacerle.
Non Roberto, né nessun altro.
Con Roberto, non sarebbe mai fuggita.
Avrebbe fatto solo danni, quel buono a nulla.
Dove cercava Timo, trovava lacrime e
sensi di colpa.
Trovava tristezza, ogni volta che
provava ad avvicinarglisi e lui la respingeva.
Il suo cuore ogni volta si spezzava.
Timo non era neanche più lo stesso, e se
lei pensava che fosse cambiato in negativo, beh, quanto si sbagliava.
Se ne rese conto quando lo vide aiutare
una bambina, una volta. Non sapeva chi fosse, quella ragazzina.
La bambina, in ogni suo movimento, sembrava
vivere in un mondo completamente suo, un mondo che sembrava essere bellissimo.
Il mondo in cui, forse, Claudia avrebbe voluto essere.
E voleva conoscerla, quella bambina.
Voleva sapere come si chiamasse.
Nei suoi occhi, ci vedeva se stessa.
Quando ancora Claudia viveva nel suo
bellissimo mondo immaginario, dove poteva correre senza farsi male, senza che i
polmoni le andassero a fuoco per la stanchezza data dal virus, dove poteva
vivere con la sua adorata mamma.
Avrebbe tanto voluto tornarci.
All the pain I thought I knew
All the thoughts lead back to you
Back to what was never said
Back and forth inside my head
I can't handle
this confusion
I'm unable, come and take me away.
Nota
dell’autrice.
Ehi, gente.
So bene che in pochissimi leggeranno
questa raccolta, dato che la saga di Berlin,
purtroppo, è sottovalutata.
A parer mio, questa Saga mi ha
praticamente cambiato la vita. In meglio.
Sono di ritorno da Berlino, purtroppo. Vorrei
vivere lì, mi è piaciuta davvero tanto, e per questo, ho solo da ringraziare
infinitamente gli autori di questi fantastici libri.
Mi piacerebbe tantissimo una recensione,
anche se non conoscete, probabilmente, la saga.
Ho preso questa cosa anche un po’ per
farli conoscere, questi libri, perché, secondo me, meritano davvero.
E, sì, per chi ha letto la saga, come si
può notare sono indecisissima tra la coppia di Britta
e Bernd o quella di Britta
e B-Due. Ma ora che Bernd è morto – purtroppo - Britta e B-Due a vita.
Fabio e Marco (sì, scusate la
confidenza), se state leggendo, e se avete letto, sappiate che avete migliorato
il mio modo di vedere le cose e di vivere
(e lo ha cambiato anche un certo ragazzo berlinese di nome Timo). E infine,
Jakob e Christa, insieme, per me resteranno sempre una combinazione
meravigliosa.
- Bianca.