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Autore: Arvati77    26/08/2017    10 recensioni
Con il permesso e l'approvazione della mia amica e socia di fanfiction MiciaSissi, ho scritto il seguito della sua one shot "Attimi d'amore"
Dal testo: ...Finalmente è tutto pronto. Ho lavorato a questa mostra per più di un anno, raccogliendo, ovunque andassi, immagini, scorci, frammenti d'amore, in tutte le sue forme. Non per niente l'ho intitolata "Attimi d'amore"... Ricordo perfettamente i due sconosciuti che me l'hanno ispirata, e le cui mani, a loro insaputa, ne sono diventate l'emblema, immortalate in un quadro ad acquerello che è stato poi riportato su volantini, poster e social per pubblicizzare l'evento...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio la mia amica e socia MiciaSissi per avermi dato la possibilità di scrivere il seguito della sua One Shot "Attimi d'amore":
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3696116&i=1

 

 

 

Mano nella mano

 

Finalmente è tutto pronto. Ho lavorato a questa mostra per più di un anno, raccogliendo, ovunque andassi, immagini, scorci, frammenti d'amore, in tutte le sue forme. Non per niente l'ho intitolata "Attimi d'amore"... Ricordo perfettamente i due sconosciuti che me l'hanno ispirata, e le cui mani, a loro insaputa, ne sono diventate l'emblema, immortalate in un quadro ad acquerello che è stato poi riportato su volantini, poster e social per pubblicizzare l'evento.
E' ormai sera. Domani si terrà l'inaugurazione. Prima di uscire dalla galleria romana che ospita i miei lavori, li passo in rassegna di nuovo tutti quanti, come una madre che accudisce i suoi figli. Ne controllo la disposizione e le etichette illustrative. Disegni a matita, acquerelli, tele a olio... quello che ho voluto rappresentare, sfruttando tecniche diverse e diverse prospettive, è l'amore nelle sue svariate manifestazioni: ci sono un uomo che cammina in un bosco immergendosi totalmente nella natura circostante quasi ne fosse parte, una donna anziana accudita dal figlio e una giovane mamma che culla il proprio bambino in fasce, due amiche che chiacchierano ridendo tra loro, un uomo che gioca con un orso come fosse un docile cagnolino... e poi ci sono loro, raffigurati in disegni che ritraggono i loro occhi, gli sguardi, le mani intrecciate, per finire con il quadro nel quale li ho rappresentati di spalle, seduti al tavolino di un anonimo bar, esattamente come li avevo visti all'aeroporto di Heathrow, seduti vicini a guardare qualcosa sullo schermo di un computer, con le mani intrecciate sotto il tavolo. L'ho intitolato "Mano nella mano". In verità, avevo fatto altri disegni di quei due sconosciuti, ritraendo i loro volti mai dimenticati, ma non potevo esporli senza chiedere loro il permesso, e così quegli schizzi sono rimasti sul mio taccuino, dove li custodisco gelosamente come il mio piccolo tesoro segreto. Mi guardo un'ultima volta intorno. Spengo le luci ed infine me ne vado. Non vedo l'ora che sia domani.

 

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All'inaugurazione si sono presentate diverse persone, più di quante mi aspettassi. Mi tratterrò a Roma per qualche giorno, per presenziare almeno alle prime giornate dell'esposizione. Oggi il via vai di gente è meno intenso, e ci sono molti stranieri. In fin dei conti, siamo in piena stagione turistica e la Capitale pullula di individui delle più svariate nazionalità. D'un tratto, dietro a una famigliola di tedeschi dai capelli paglierini e la pelle arrossata dal sole, scorgo qualcuno, due uomini, ed immediatamente li riconosco. Sono loro, la meravigliosa coppia grazie alla quale è nata questa mostra. Sono sempre splendidi insieme. Parlano fitto fitto tra loro, sfogliando la brochure sulla quale spiccano le loro mani. Chissà se si sono riconosciuti in quel disegno... Sorrido pensando alla singolare coincidenza che li ha portati proprio qui, e ora. Devono essere in vacanza. L'asiatico ha uno zaino in spalla e un abbigliamento sportivo: T-shirt bianca, pantaloni blu chiaro con il risvolto in fondo e scarpe da tennis. Il russo invece indossa con grande stile e naturale eleganza un paio di pantaloni bianchi e una leggera camicia azzurra con le maniche arrotolate fino al gomito e gli occhiali da sole appesi al colletto sbottonato.
Non riesco a distogliere gli occhi da loro. Il moro si sofferma a guardare con attenzione il dipinto di una bimba indiana che abbraccia il suo cane. Ricordo di aver abbozzato quel disegno sempre in un aeroporto, chiedendo poi ai genitori della piccola, che fortunatamente parlavano inglese, il permesso di farne un dipinto da esporre in una mostra. Anche il biondo osserva con interesse la tela, poi sorridendo dice qualcosa all'orecchio del compagno, e anche questi sorride. Mi viene da pensare che abbiano un cane che li aspetta a casa e che quel quadro l'abbia ricordato ad entrambi.
Tenendosi per mano proseguono nel loro giro per la galleria, ignari di avere i miei occhi incollati addosso. Ma qualcuno si è accorto che li sto fissando. Infatti, una ragazza dello staff mi si avvicina.
– Li hai riconosciuti anche tu? – mi dice piano, indicando con un cenno del capo i due che stavo guardando.
Sinceramente, non ho la minima idea di chi siano e nego scuotendo la testa.
– Ma come?! – si stupisce l'altra, squadrandomi come se fossi un'aliena.
– Sono Victor Nikiforov e Yuuri Katsuki! – continua lei – Due pattinatori sul ghiaccio famosissimi!... Anche se adesso Victor si è ritirato e si limita a fare da coach a Yuuri –
Cosa ci posso fare se io di sport non ne so niente?!
La ragazza si allontana e io ritorno alla mia osservazione. Bene, ora conosco l'identità dei miei due adorati sconosciuti. Vedo delle persone avvicinarsi loro porgendo foglio e penna. Devono essere dei loro ammiratori. Il russo, Victor, è più disinvolto, firma autografi ed elargisce sorrisi come se fosse il suo pane quotidiano. Ma quanto sono diversi questi sorrisi da quelli che dona al suo compagno!
Il giapponese, Yuuri, sembra invece imbarazzato e arrossisce lievemente quando gli chiedono una foto. Mai potrei descrivere in un disegno la dolcezza e l'amore con cui Victor lo rimira costantemente. E' come se in ogni sguardo gli ripetesse che lo ama e che non potrebbe mai fare a meno di lui. E lo stesso vale per Yuuri.
Salutati i loro fans, i due arrivano inevitabilmente di fronte al quadro che li ritrae... "Mano nella mano"... e a questo punto mi faccio avanti. Loro mi fissano straniti quando mi presento spiegando in inglese di essere l'autrice della mostra.
– Amazing! – esclama Victor, con uno sgargiante sorriso, mentre Yuuri educatamente saluta presentando se stesso e il compagno e si complimenta con me per i miei lavori.
– So chi siete – ammetto, senza confessare di averlo appena scoperto. Ma non posso non rivelare loro come sia nata questa mostra, e soprattutto quale sia il segreto della tela che hanno davanti. Spero non si arrabbino con me per averli ritratti senza chiedere il permesso, anche se non mi sembrano persone che se la prendano per cose simili.
Racconto loro di averli visti per caso all'aeroporto di Heathrow e di essere rimasta così colpita da entrambi da non aver potuto evitare di disegnarli. Il motivo per cui mi abbiano attratta mi pare piuttosto evidente, e credo che ormai l'abbiano capito, perciò su quello sorvolo.
Si scambiano una complice occhiata, dopodichè Victor mi chiede di poter vedere il taccuino con i miei schizzi. Annuisco soddisfatta e li porto con me nel retro della galleria, per mostrare loro, lontano da occhi indiscreti, i bozzetti che li riguardano. Sembrano entusiasti di quello che vedono, e benchè Victor lo esprima in maniera più evidente, Yuuri pare apprezzare altrettanto i disegni, per quanto siano tratteggiati velocemente e non rifiniti. Poi, di punto in bianco, Victor mi sorprende con una richiesta:
– Ci faresti un ritratto? – mi domanda, puntandomi addosso i suoi magnetici occhi azzurri.
– Victor... aspetta... magari non ha tempo – tentenna Yuuri. Credo che l'idea di posare per un ritratto lo imbarazzi da morire. Ma Victor non ha finito:
– Ho sempre sognato di posare per un nudo integrale! – esclama, al che mi viene da sorridere, mentre il volto di Yuuri si tinge di rosso come un pomodoro maturo.
– Victor! Cosa stai dicendo?! –
– Dai, Yuuri... poi tanto ce lo terremmo solo per noi... –
– Io... no... non so... –
– Dai, facciamo questa cosa insieme –
Sono terribilmente dolci in questo loro battibecco, e devo ammettere che l'idea di ritrarli senza veli mi attrae non poco. Ricordo di averlo pensato, soprattutto di Victor, la prima volta che li ho visti.
– Io sono a Roma per qualche giorno – intervengo – Se volete, vi posso fare un ritratto, decidete voi come. Vi lascio il mio numero di telefono. Quando avete deciso, chiamatemi –
Yuuri ringrazia chinando il capo, mentre le sue guance non accennano a spegnersi dal fuoco che le ha investite, e Victor mi sorride, entusiasta come un bambino che ha per le mani un nuovo giocattolo. Li accompagno di nuovo nella sala della mostra e li osservo allontanarsi fianco a fianco. Victor prende la mano di Yuuri, che istintivamente solleva lo sguardo su di lui. Si sorridono. E io mi sciolgo.
Chissà se alla fine lo farò davvero questo ritratto...

 

...continua??...

 

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Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.


 

NOTA DELL'AUTRICE:
Ma... questo ritratto verrà fatto?? Chissà che non arrivi la terza One Shot... e chi la scriverà? ^_^

A voi il link della terza one shot, "Ritratti": http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3700978&i=1

Alla prossima
Marta
PS: anche se non c'entra con Yuri on Ice, volevo dirvi che è appena stato pubblicato il mio primo romanzo. Si intitola "L'inverno nei suoi occhi". Se vi va di leggerlo lo trovate su Amazon ;)

   
 
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