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Autore: lunatique    26/08/2017    2 recensioni
Emma aveva 6 anni quando la conobbe e piangeva.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma

Questa va alla mia bimbetta dal sorriso affabile preferita,
ti voglio bene amore mio.

 


Emma aveva 6 anni quando la conobbe e piangeva. Piangeva goccioloni salati che le rigavano le gote rosee contornate dai codini color grano. Era la monella seduta al primo banco dal sorriso affabile ed il cuore un po’ troppo grande per lei che le piangeva sempre; e «voglio mamma» ripeteva come un nastro rotto che non la smetteva di riavvolgersi.
Piangeva e Serena pensò a quanto fosse buffa con quel nasino rosso che tirava su di tanto in tanto e gli occhi gonfi dal pianto.
Noemi aveva 10 anni la prima volta che Serena venne a dormire a casa sua e rideva. Rideva di una risata sguainata che le faceva strizzare gli occhi celesti proprio come il suo colore preferito, come la felpa che indossava sempre, come il mare e come il cielo che si baciano all’orizzonte. Buttava la testa all’indietro e congiungeva le mani sulla pancia coperta da quella sua felpa celeste come il mare, come il cielo e come i suoi occhi.
Rideva e Serena pensava a quanto fosse divertente con quella risata sguainata della quale solo lei era capace.
Emma aveva 17 anni e non piangeva più anche se la mamma la voleva ancora, aveva smesso di indossare felpe celesti ma i suoi occhi erano sempre del celeste più bello che avesse mai indossato. E con quelli guardava Serena che teneva la testa ancorata alla sua spalla ma non ne sentiva il peso, e passava le piccole dita a sfiorare la sua schiena in un gesto troppo materno per una che era ancora bambina come lei. Ma per Serena sarebbe stata anche quello; la monella coi codini di grano, l’amica dalle felpe celesti e la madre che le passava la mano sulla schiena quando Serena aveva bisogno di ancorare la testa alla sua spalla perché era l’unico posto in cui sentiva il profumo del mare e la calma del cielo ed il rumore del vento che muoveva la distesa di grano sotto il sole. Era l’unico posto che le ricordasse casa quanto si sentiva persa tra le situazioni che le sfuggivano di mano e la mente diventava più incasinata della sua cameretta che non sistemava mai.
«Posso dormire qui stasera?»
«E dove sennò?» E risero come al loro primo pigiama party e piansero come Serena la prima volta che si incontrarono, ma andava bene perché si sentivano a casa e con loro c’erano il mare, il cielo, i codini di grano e le felpe celesti. E questo gli bastava

   
 
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