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Autore: Tony Stark    27/08/2017    1 recensioni
Forse questa era la volta buona. Forse stavolta non si sarebbe più svegliato.
[Personaggi: Henrik von Schneeplestein(Alter ego di Jacksepticeye)]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jacksepticeye
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Jacksepticeye's Egos'
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: Youtubers
Personaggi: Dr. Henrik von Schneeplestein(Jacksepticeye's ego)
Generi: Introspettivo, malinconico, triste, Angst
Avvertimenti: Pensieri suicidi, uso di sostanze stupefacenti
Coppie: Nessuna
Ambientazione: Non specificato
Introduzione: Forse questa era la volta buona. Forse stavolta non si sarebbe più svegliato
 
Henrik's Lament
 
Il neon sul soffitto lampeggiava ad intermittenza, quasi fosse in bilico fra il vivere ancora e il bruciarsi definitivamente, la sua sbiadita luce biancastra illuminava quella che aveva l'apparenza di una sala operatoria, sebbene non fosse in regola... forse amatoriale o una sala per le operazioni del mercato nero.
C'erano scaglie di vernice che spiccavano sulle piastrelle di un grigio polveroso, macchiate qua e là da quello che aveva l'apparenza di essere sangue secco. Il tavolo metallico e le strumentazioni sembravano però adeguatamente pulite anche se arretrate.
Un angolo della stanza era nascosto dalla penombra ed era riempito da scaffali e armadietti pieni di sostanze chimiche, la luce bianca illuminò come una lama, quella che sembrava una sedia metallica, scomoda e alquanto rovinata, c'era qualcuno seduto sopra.
La figura era alta, di corporatura esile, il busto e parte delle gambe nascoste da un camice bianco da dottore e all'altezza del cuore vi era cucito quello che pareva essere il suo nome "Dott. H. Schneeplestein", le mani coperte da guanti chirurgici macchiati, anche se la figura non sembrava farci caso. Ai suoi piedi c'era una cuffia medica, quella che doveva aver coperto i suoi capelli, corti castani arruffati con un ciuffo verde acido non in una situazione migliore. 
Gli occhi blu spalancati che fissavano il nulla, le pupille innaturalmente dilatate e un'opacità innaturale che sfocava lo sguardo in quegli occhi. L'espressione del chirurgo era vacua, come la sua postura quasi innaturalmente rilassata.
Una maschera per ossigenoterapia stretta nella mano sinistra.
 
Il dottor Schneeplestein si mosse di poco, riaggiustando pigramente e rigidamente la sua postura. Mormorando qualcosa fra sé e sé, ma le parole erano impastate ed inudibili. Sollevò ancora una volta la maschera al viso, mentre si piegava leggermente alla sua sinistra per digitare qualcosa su quello che sembrava un vaporizzatore per liquidi anestetici e poi prese un profondo respiro, e un altro dopo quello.
Henrik si sentiva confuso, no... non era esatto. Sapeva dove si trovava, sapeva cosa stava facendo, ma il resto era una placida sfocatura, non sentiva il peso del suo corpo, il movimento delle sue membra, come se il suo corpo non fosse più suo. 
Prese un altro respiro di quella sostanza, sentendo per un singolo istante la sua gola stringersi a causa di un moto di nausea. Quanto etere aveva preso stavolta? Non lo sapeva, non gli importava, forse questa era la volta buona.
Forse era la volta buona in cui riusciva a sovraddosarsi abbastanza da addormentarsi e non svegliarsi mai più.
 
"Che ne dici Peter e se non ti facessi più svegliare? Se ti facessi addormentare per sempre? Mi basterebbe farti dare un altra sola singola dose di anestetico" ricordava quelle parole. Ricordava ancora il paziente a cui le aveva dette, ricordava come il corpo di Peter si fosse rilassato, nemmeno una contrazione sotto la lama imperturbabile del bisturi. Ricordava il suono continuo del elettrocardiogramma, l'aveva perso. Aveva cercato di rianimarlo, aveva cercato... ma aveva fallito.
Come sempre...
...
"Non è ancora abbastanza, sono troppo lucido" si disse il dottore, prendendo un altro respiro di quel dolce etere, sentendo un altro moto di nausea scuotergli il corpo, ma senza che questo avesse la forza per reagire. 
Ecco... era così stanco... così tanto stanco.
Lo sguardo sfocato di Henrik si diresse verso il tavolo, dove aveva operato il suo ultimo paziente... anche lui deceduto a causa di un suo errore.
Una lacrima, singola poi seguita da altre scivolò dagli occhi blu spalancati dall'etere del chirurgo.
Era un fallimento, un completo fallimento... lo sapeva, lo accettava.
Prese un altro respiro, sentì i suoi occhi chiudersi, un suono intermittente simile ad un "bip" che suonava lontano, una piccola lucina rossa che brillava all'angolo della sua vista.
Henrik Von Schneeplestein chiuse gli occhi, un piccolo sorriso a piegargli le labbra mentre scivolava in un vuoto sonno senza sogni. Sperando che questa fosse la volta buona e che non si sarebbe mai svegliato.
   
 
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