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Autore: Tefnuth    29/08/2017    0 recensioni
Tricha non si è mai sentita veramente integrata nella città in cui è nata, e nemmeno in quella in cui è andata e vivere per studiare all'università. Si annoiava, per questo ha deciso di lasciare l'America per la Romania, dove il nonno, un brillante scienziato dell'Alaska, è a capo di un centro in cui si studiano persone molto speciali che sembrano discendere da antiche creature mitologiche. Era stato lui a chiamarla e lei aveva subito preso l'occasione, anche se all'inizio era scettica. Tuttavia il suo mondo di carta si brucia, quando conosce la verità dietro alla visite mediche cui lei non poteva mai assistere, cosi decide di far scappare le persone con cui ha stretto amicizia e di andare con loro. Ma nemmeno la lettera che lei lascia al nonno basterà a placare la pazzia latente in lui, e così la vita di Tricha subirà una brusca svolta che lei non aveva previsto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non è possibile! – Esclamò Xander, tremante per lo stupore. – Non può essere vero” continuava a negare la presenza della persona che aveva davanti agli occhi.

“Finalmente siete arrivati. – Disse Rellik, voltandosi verso il gruppo senza alcuna preoccupazione. – Vi piace, la vostra nuova amica? Io la trovo un bocconcino appetitoso” si leccò le dita tozze.

“MALEDETTO! – Ringhiò il ragazzo aquila. – Cosa le avete fatto?”.

“Dovresti chiedere al dottore: è lui che ha fatto il miracolo. – Il golem si mise in posizione di attacco. – Ma per quello dovrete passare sul mio corpo”.

“Con piacere!” Xander si gettò ad ali spalancate su gigante di pietra, e con lui anche Felis.

“Ehi!” gridò Tricha, arrabbiata per essere stata tagliata fuori dalla lotto. Avrebbe volentieri ripreso a combattere contro Rellik, se Silex non l’avesse prepotentemente afferrata per un braccio.

“Ferma qui signorina” le ordinò, stringendo con forza l’arto ruvido a causa delle squame.

“LASCIAMI!” ringhiò Tricha strattonando il braccio prigioniero.

“Ti prego cara. – La implorò Abnoba, occupando completamente il campo visivo dell’amica. – Vogliamo solo aiutarti”.

Tricha non ascoltò, poiché il suo nuovo istinto le stava gridando di partecipare alla lotta. Fu il suo naso a farle cambiare idea: una folata d’aria le riportò alle narici il profumo di Joseph. Si fermò di colpo, e i suoi occhi individuarono immediatamente la porta, lasciata aperta da cui di certo era passato l’uomo. E non le importava se davanti c’era l’imponente uomo di pietra, che se la stava vedendo contro Felis e Xander. Con un paio di spallate, forti e improvvise, la ragazza si liberò dalla presa di Silex; scattò verso il golem e gli passò sotto le gambe i scivolata oltrepassando direttamente la porta.

“Ma dove va?” domandò allarmata Abnoba, pensando soprattutto a quello che avrebbero dovuto fare per raggiungerla.

“Dobbiamo riprenderla! – Propose Silex, anche se riconosceva il problema maggiore: superare la barriera mobile. – Io creerò un diversivo, e tu corri alla porta appena l’ammasso di ghiaia si sposta”.

“D’accordo capo”.

Aiutata involontariamente da Xander, che stava occupando la visuale di Rellik con l’apertura della sue ali, e da Felis che stava tentando di strangolare il mostro, Silex si attaccò alle gambe del golem e con molto sforzo riuscì a fargli perdere l’equilibrio.

“ORA!” urlò la donna gargoyle, ma la sua voce mise in allarme Rellik.

“Non credere di farmela!” il golem prese Xander per la collottola e lo lanciò contro la povera Abnoba.
 
La porta che aveva preso portava ad un nuovo corridoio con più ramificazioni e più porte segrete. Per una persona normale sarebbe stato impossibile trovare la sua preda, ma per una cacciatrice dall’olfatto sopraffino era fin troppo facile. L’unica difficoltà che doveva superare Tricha, era quella di distinguere la traccia nuova da quella vecchia; una cosa che imparò subito quando aprì la prima porta. Al suo interno non c’era Joseph, anche se sicuramente vi sarà entrato più di una volta, ma uno stuolo di corpi deformati. Moltissimi di questi erano ormai cadaveri in putrefazione, mentre pochi altri ancora dovevano esalare l’ultimo respiro. Se ancora fosse stata umana, Tricha sarebbe di certo scappata a gambe levate vomitando anche l’anima, e invece si limitò a guardare l’ammasso di marciume con indifferenza e a richiudere la porta. Fu l’unica volta in cui sbagliò il tiro, perché dopo qualche altro passo il soffitto si alzò fino al cielo. Era entrata in un hangar sotterraneo, collegato poi con l’esterno tramite una porta blindata automatizzata.

“FATTI VEDERE!” urlò Tricha, seguendo decisa la scia dell’odore. Sperava in una caccia all’uomo, ma Joseph la stava aspettando dietro ad un grande furgone telonato con un fucile in mano.

“Sei stata scaltra. – Le disse l’uomo, tenendo le distanze e tenendo in mano un display. – Usare i tuoi amici per superare Rellik, molto furba”.

“Lui è solo una pedina, io voglio il re. Che siano loro ad occuparsi del tuo leccapiedi” Tricha si avvicinò, e dal fucile di Joseph partì un colpo che la colpì sulla spalla; le squame pararono il proiettile e la ragazza sentì solo un lieve fastidio.

“Come immaginavo. – Affermò lo scienziato. – Ma la tua evoluzione è avvenuta poco fa, e scommetto che se sparassi qualche altro colpo finirei con il trapassarti” rise.

“Vuoi provarci? - Chiese lei, avvicinandosi fiera e decisa. – Vuoi davvero uccidere la creatura che tanto adori?”.

“Potrei farlo, ma preferirei di no. – Joseph abbassò l’arma. – Vieni con me” le propose.

“Ed essere cosa: la tua cavia, la tua schiava? – Tricha prese il fucile dalle mani del nonno. – Non ci penso nemmeno” lo colpì in pieno volto con l’impugnatura dell’arma, e poi gli diede un forte calcio allo stomaco. Joseph rotolò qualche metro più in là.
UCCIDILO

Gridò la voce nella testa della ragazza.

“Che ne dici, se adesso fossi io a giocare un po’ con te? – Domandò lei, rigirando il nonno con il piede. – Si giochiamo, come quando ero piccola” pose il piede sul braccio dell’uomo, e premette finché non sentì l’osso scricchiolare.

“Non farlo, ti prego cara” la implorò l’uomo.

“Adesso sono di nuovo la tua cara nipote? – Lei tolse il piede dal braccio. – Credevo di essere la tua dea, o forse sono la tua schiava? Deciditi”.
FALLO

Disse di nuovo la voce, e la ragazza ruppe l’osso del nonno con un colpo secco.

“AAAAAAAHH” gridò lo scienziato.

“Di che ti lamenti? – Chiese lei, facendo rotolare l’uomo un paio di volte. – Questo non è niente in confronto a quello che ho dovuto sopportare io” lo colpì di nuovo con il fucile.

“Ferma, ferma” la implorò Joseph, alzandosi con fatica.
NON ASCOLTARLO

“Hai idea di cosa voglia dire: sentire il proprio corpo che si sgretola? – Tricha colpì di nuovo, con più forza e sul braccio rotto. – Hai una vaga idea di quello che ho dovuto passare?” stava urlando.

“Ma guarda come sei adesso! – Provò a dire l’uomo. – Sei la creatura più bella che abbia mai visto”.
UCCIDILO
 
“Non hai idea del mostro che hai liberato” Tricha pose la canna del fucile sulla testa dell’uomo, pronta a tirare il grilletto.

“NON FARLO TRICHA! – Le gridò Xander, attirandone l’attenzione. – Non farlo” il suo volto era pieno di graffi, e le braccia viola per i lividi. Anche Felis versava nelle stesse condizioni.

“Dov’è Rellik?” chiese Joseph, incredulo nel vederli ancora vivi.

“Volevi dire lui? – Silex scoprì ciò che aveva in mano: la testa del golem. – Si è preso un lungo periodo di riposo”.

“Quel buono a nulla!” imprecò lo scienziato.

“ZITTO TU!” Tricha lo spostò violentemente di lato, ancora pronta ad ammazzarlo.

“Fermati Tricha. – La interruppe Abnoba, aggrappandosi al braccio dell’amica. – Non è così che risolverai le cose”.

“Forse no, ma almeno mi toglierò lo sfizio” la ragazza scostò la driade, e si preparò al colpo.

“Non ti permetterò di farlo! - Affermò Xander, avvicinandosi e togliendole il fucile dalle mani. – Tu non sei così”.

“E che ne sai? – Chiese lei fissandolo negli occhi. – Hai mai pensato che forse ha conosciuto solo una parte di me?”.

“Conosco la ragazza che mi ha salvato”.

“Tse, allora sei lontano dalla realtà. – Tricha spinse il ragazzo lontano da lei. – E ora lascia che mi faccia il regalo di compleanno” si girò, ma Joseph era sparito.

Il gruppo sentì il rumore di un motore, e poco dopo un furgone schizzò davanti a loro.

“Arrivederci ma cherie” la salutò Joseph uscendo dall’hangar.

“Tricha, n…noi” provò a dire Xander posando una mano sulla spalla della ragazza, ma quella si girò velocemente e gli ringhiò contro

“Lo hai fatto scappare! – Lo accusò, mostrando i denti. – Ce l’avevo in pugno”.

“Ti avrebbe uccisa, sai che ne sarebbe capace” le disse Felis.

“Un motivo in più per toglierlo dal mondo! – Affermò la ragazza. – E ora, grazie a voi, devo ricominciare da capo. Grazie tante” e corse verso l’uscita, sparendo all’orizzonte.

“TRICHA” la chiamò Xander, ma Felis lo fermò.

“Lasciala andare. – Gli disse. – Non è più la ragazza che abbiamo conosciuto”.
 
Il giorno seguente, tutti i notiziari riportarono la triste notizia:
“Questa mattina la polizia ha trovato i cadaveri di molti dipendenti della Kiruna Agency. Ancora non si conoscono le dinamiche dell’accaduto, ne l’arma con la quale sono state dilaniate le vittime, ma pare che l’assassino o gli assassini siano penetrati nel laboratorio e abbiano fatto una strage. Pare inoltre che il direttore, Joseph Kiruna, sia scomparso.  La polizia ha aperto un’indagine”.
  
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