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Autore: None to Blame    29/08/2017    0 recensioni
​Questa è la storia intima di una ragazza senz'anima e del suo ritorno alla vita.
 
"Take me back, Josephine,
To that cold and dark December
I am missing someone but I don't know who. 
Now I'm standing alone and I'm trying to remember,
Sometimes I wonder how I ever started loving you"
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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You may never understand
how the stranger is inspired,
but he isn’t always evil
and he is not always wrong.
Though you drown in good intentions
you will never quench the fire,
you’ll give in to your desire
when the stranger comes along.
 
Billy Joel, “The Stranger”
 
 
 


 
 
 
 
Giorno -8




 
Francamente, l’appartamento cade a pezzi. Macchie di muffa compongono strani disegni sul soffitto, crepe profonde solcano le pareti e mancano molte assi dal parquet. Il mobilio promesso dall’annuncio è vecchio e marcio, ma il ripiano cottura funziona, l’acqua calda arriva – dopo un paio di minuti – e lo scarico non dà problemi. Non ho ancora fatto il mio ventesimo passo su questo pavimento e già so che ci vorranno mesi di lavoro e valanghe di soldi che non abbiamo per rimetterlo in sesto. Mia madre si concede un attimo di cedimento, ma subito raddrizza la schiena e rivolge un sorriso smagliante all’agente immobiliare.

«Credo che faccia al caso nostro. »

Quindi sarà questa la mia nuova casa. Lancio un’occhiata ai vetri crepati delle finestre tenuti insieme dal nastro adesivo. Sento un improvviso nodo alla gola ma lo mando giù con decisione. L’agente immobiliare – Phil? Bill? – sta mostrando a mia madre alcuni punti del contratto.
« Quando possiamo trasferirci? » gli chiedo, infilando i pollici nelle tasche dei jeans. « Sei emozionata, piccolina, eh? » ridacchia. Neanche per sogno, vorrei dirgli. Devo solo prepararmi, abituarmi all’idea. Mi risponde che dopo la firma possiamo venire qui immediatamente, e non so se è una buona notizia oppure no.

« Voglio essere onesto con te, Maria » continua, rivolgendosi a mia madre « la casa è funzionale, ma ci vuole pazienza- »

« Ne ho da vendere. »

« Le finestre sono sfondate. I condotti del gas sono da rifare completamente. Il riscaldamento- »

« Siamo in California. Ci servirà a poco il riscaldamento. »

« Vorrei solo che ripensassi alla semi-indipendente sulla Lincoln Avenue. »

« Ceeerto, dici ai proprietari di abbassare di trentamila dollari! »

L’agente apre bocca per protestare ancora, ma mia madre gli mette una mano sulla spalla: « Phil, quello che ti ho offerto è il mio massimo tetto di spesa. Stiamo cercando un posto da più di un mese, mi hai mostrato dodici case diverse che sfondavano di brutto il budget. Il proprietario di questo appartamento è arrivato a chiedermi la metà della somma. È un bel quartiere, la scuola si raggiunge a piedi, c’è un supermercato qui di fronte, l’ufficio è a quattro fermate d’autobus e il condominio è tranquillo. Non m’importa quanto tempo ci vorrà. Mi sta bene questa sistemazione. »

Questo discorsetto convince l’agente, che annuisce e le porge i documenti, ma io conosco mia madre, so che lei è spaventata quanto me e più disperata. Forse spera che la casa le dia qualche preoccupazione, in modo da non doversi fermare a pensare. Non abbiamo mai lasciato l’Oregon. Lei ha trovato una casa sette chilometri più a sud rispetto alla villetta dei suoi genitori e non ci siamo mai allontanate da lì, neanche per una vacanza. Mio padre è quello che viaggia, e sono convinta che sia questo il motivo per cui si è infilato nelle mutande di tutte le stagiste che si è ritrovato fra le mani: l’atmosfera provinciale che trovava a casa gli faceva venire voglia di avventure più sfrenate. Con l’ultima avventura ha esagerato e così mia madre ha scoperto che non si trattava solo di sesso: aveva una relazione stabile con una delle sue ex segretarie, dalla quale ha avuto una figlia cinque anni fa.
Tecnicamente, io non dovrei sapere niente di tutto ciò. Me l’hanno tenuto nascosto motivando la separazione con qualche bugia ben organizzata. Ma mia zia Nina sa che ne ho diciassette di anni, non undici, e quindi mi ha comprato un gelato, si è seduta davanti a me e mi ha raccontato tutto.
Il giorno dopo, ho preso a pugni la mia migliore amica. Dopo una settimana, mia madre mi annuncia che ha intenzione di trasferirsi.

Ed ora siamo qui.
Un veloce tratto di penna ci separa dal rendere definitiva questa situazione. Mamma ha trovato un nuovo lavoro. Probabilmente compreremo una macchina. I bagni hanno lucide mattonelle verdi sulle pareti. La scuola ha corsi pomeridiani di teatro e ceramica.
Ho paura, ma mi adatterò. Ci adatteremo. 






 
   
 
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