Film > Lo Hobbit
Segui la storia  |       
Autore: Venus80    29/08/2017    2 recensioni
Evelyn è una giovane strega forte e determinata amante delle avventure. Quando suo zio Gandalf le propone di raggiungerlo nella Terra di Mezzo per unirsi a lui e ad un gruppo di nani in un viaggio verso la Montagna Solitaria, non si lascia sfuggire l'occasione. Parte desiderosa di sperimentare questa nuova esperienza che la renderà ancora più forte, grazie anche ad un potere che finora non aveva mai conosciuto: il potere dell'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 18: Erebor
 
Evelyn avanzò a passi lenti su un colle tetro e freddo fino ad arrivare ad un’altura; si diresse verso il ciglio, si affacciò e al di sotto vide il corpo morto di Fili. Alla visione del nano senza vita, incominciò a respirare con affanno e il panico si impadronì di lei. Si allontanò dal ciglio indietreggiando e scuotendo il capo, poi si voltò di scatto e si mise a correre dirigendosi verso l’alto. Arrivò al livello superiore dove qualcosa la fece bloccare di colpo: a terra c’era un altro corpo morto. Si avvicinò piano piano con timore e quando fu vicina vide che si trattava di Kili. Il suo respirò divenne sempre più affannoso mentre guardava sconcertata il nano. Ad un certo punto sentì un rumore provenire dalla cima verso dove si diresse con titubanza; quando arrivò alla sommità, si trovò di fronte un enorme lago ghiacciato. Iniziò a percorrerlo lentamente mentre si guardava intorno; non vi era più alcun rumore, solo il silenzio assoluto. Ad un tratto, la sua attenzione fu catturata da qualcosa che si trovava vicino al ciglio; si diresse verso quel punto e, man mano che si avvicinava, capì che si trattava di un altro corpo che giaceva a terra senza vita. Si mise a correre con le lacrime che iniziarono a scenderle copiosamente e quando arrivò vicino al corpo e vide che si trattava di Thorin si accasciò sulle ginocchia e urlò con tutta la forza che aveva in petto.
           
Evelyn si svegliò di soprassalto respirando a fatica, tremante e il sudore che le imperlava il viso. “No, questo no!”, mormorò nervosamente. Dopo un primo momento di panico, cercò di calmarsi facendo profondi respiri e, quando il suo corpo smise di tremare, si alzò e si sciacquò la faccia. Poi si avvicinò alla finestra, aprì la tenda e vide che era l’alba. Avendo perso completamente il sonno, decise di vestirsi, prese la mantella, uscì dalla camera e si diresse al piano terra. Si guardò intorno notando che nessuno era ancora sveglio e dopo si avviò al portone d’ingresso mentre indossava la mantella; uscì sul porticato dove si fermò a contemplare la città prima di scendere gli scalini e addentrarsi nella piazza. Dopo qualche passo si fermò e osservò attorno a sé la città ancora addormentata respirando a pieni polmoni l’aria fredda che segnava la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno.
“Dove stai andando?”. Evelyn si voltò di scatto e vide Fili, con un’espressione seria sul volto, appoggiato al muro sottostante la balaustra del porticato della casa del Governatore e intento a fumare la pipa. Evelyn rimase immobile a fissare il nano che intanto si stava avvicinando a lei; quando furono di fronte, Fili spense la pipa e la ripose in tasca. Poi guardò dritto negli occhi Evelyn e chiese nuovamente, “Allora, dove stai andando?”. “Volevo solo fare un giro. Mi sono svegliata presto e non sono più riuscita ad addormentarmi”. “Come mai?”, chiese Fili. Evelyn ripensò al sogno e un senso d’angoscia l’attanagliò, ma cercò di non darlo a vedere. Meglio che per il momento non dica niente!, pensò la ragazza. “Beh, credo proprio che sia dovuto al fatto che ci stiamo avvicinando alla meta…la sola idea mi elettrizza”, replicò con decisione.
Fili la osservò dapprima perplesso, poi il suo viso si distese assumendo un’espressione benevola. Allungò una mano verso il viso di Evelyn e con le nocche le accarezzò la guancia esclamando, “Quanto sei bella!”. Evelyn indietreggiò ed esordì, “Fili! Io…”. All’istante la benevolenza lasciò il posto alla collera sul volto del nano che questionò interrompendo ciò che stava per dire la ragazza, “Sì, lo so! Tu sei innamorata di mio zio! Non c’è bisogno che me lo ricordi!”. Evelyn lo guardò mestamente, mentre Fili si voltò e si avviò verso il palazzo del Governatore. “Fili, mi dispiace!”, urlò Evelyn al nano. Fili si fermò e, senza voltarsi, rispose con tono risentito, “Sapessi quanto dispiace a me!”. Detto ciò, entrò nell’abitazione lasciando sola Evelyn con i suoi sensi di colpa.
Evelyn sospirò fissando la porta chiusa del palazzo del Governatore. Poi si voltò verso la città contemplandola per un po’ prima di mormorare con tono affranto, “Ma guarda che situazione! Fili non poteva essere odioso come Jago così non avrei provato alcun dispiacere a spezzargli il cuore?!”. Dopodiché si incamminò inoltrandosi nella città che poco alla volta si popolò di gente che si apprestava ad iniziare la giornata lavorativa: mercanti, pescatori, artigiani, fabbri. Tutte le persone che Evelyn incontrò le rivolsero un cenno di saluto, sorridendole con fare speranzoso, al quale lei ricambiò cercando di mostrarsi serena nonostante l’angoscia che si celava nel suo cuore.
Dopo un’ora Evelyn decise di ritornare al palazzo del Governatore e lungo la strada incontrò Bard. “Buongiorno!”, disse l’uomo. “Buongiorno!”, replicò Evelyn. “Cosa ci fate qui?”, chiese incuriosito Bard. “Un giro per schiarirmi le idee”, rispose Evelyn. “Beh, sarà meglio che rimandiate ad un'altra volta perché a palazzo c’è qualcuno molto preoccupato per voi che sta venendo a cercarvi”, dichiarò l’uomo. “E voi come fate a saperlo?”, domandò Evelyn perplessa. “Perché sono appena stato lì a portarvi i vostri vestiti e le vostre armi”, asserì Bard. “Oh! Vi ringrazio!”, replicò Evelyn. “Allora sarà meglio che vada prima che questo qualcuno dia di matto non vedendomi tornare”, aggiunse poi in tono sarcastico e, detto ciò, se ne andò.
Quando fu in prossimità del palazzo del Governatore, Evelyn vide del movimento davanti all’ingresso e, a poco a poco che si avvicinava, notò che si trattava dei nani riuniti attorno Thorin che, con fare nervoso, stava dando delle istruzioni, “Ci divideremo in gruppi. Gloin, Oin, Dwalin e Balin con me. Bifur, Kili e Fili. Dori, Nori, Ori e Bombur. Trovatela il prima possibile!”.
Evelyn vedendo la scena sorrise, si approssimò piano piano e poi si schiarì la voce per attirare l’attenzione. Tutti si voltarono subito verso di lei; dapprima la guardarono stupiti e poi un’espressione di sollievo si disegnò sui loro volti. Thorin si precipitò da lei, le prese le mani e affermò con ansia, “Ma dov’eri? Mi hai fatto preoccupare!”. Evelyn lo guardò amorevolmente abbozzando un sorriso e replicò, “Sono andata a fare un giro. Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria”. “Avrebbe potuto accaderti qualcosa!”, esclamò Thorin con voce carica di irrequietezza. “Vorrei ricordarti che sono una strega e sono in grado di difendermi da sola!”, rispose Evelyn con tono sprezzante. A quel punto il volto di Thorin si distese e assunse un’espressione più tranquilla abbozzando un sorriso. “Sì, lo so! Ma come ti ho già detto una volta, non posso fare a meno di proteggerti!”, asserì il re dei nani con posatezza. Evelyn ricambiò il sorriso e i due stettero per un po’ mano nella mano guardandosi intensamente negli occhi.
Ad un certo punto, i nani cominciarono a schiarirsi la voce e a tossire per attirare l’attenzione; Thorin ed Evelyn si voltarono verso di loro i quali li fissavano con un’espressione maliziosa. “Non per volervi interrompere, piccioncini, ma abbiamo una montagna da riconquistare. Sarebbe meglio non perdere altro tempo!”, questionò Gloin. Thorin guardò il nano con un’aria di rimproverò mentre Evelyn sentì una vampata di caldo e, imbarazzata, lasciò immediatamente le mani del re dei nani. A quel punto i nani ridacchiarono tra di loro, allora sia Evelyn che Thorin li fulminarono con lo sguardo e così si zittirono tutti. Evelyn si incamminò verso il palazzo del Governatore e passò accanto a Fili; lo guardò con la coda dell’occhio e notò che il nano la stava fissando con uno sguardo carico di rancore. Evelyn sospirò rammaricata mentre saliva le scale e varcava la soglia seguita dalla compagnia.
 
Evelyn si diresse immediatamente nella sua stanza; quando vi entrò cercò i suoi abiti e le sue armi che trovò adagiati sul letto. Si cambiò indossando la sua tunica, prese tutti i suoi effetti personali e scese al piano di sotto nel salone dove trovò i nani pronti e armati di tutto punto; mancavano all’appello soltanto Thorin, Bofur e Bilbo. Evelyn si guardò intorno per cercare i due nani e lo hobbit, ma scorse il Governatore che si stava dirigendo verso di lei accompagnato da Alfrid. Evelyn fece una smorfia di disappunto senza farsi notare e quando si trovò di fronte il Governatore sfoggiò un falso sorriso. Il Governatore la fissò con la sua solita espressione maniacale e le chiese con tono sornione, “Ma come mai vi siete preparata anche voi? Non vorrete mica partecipare a questa pericolosa impresa?”. Evelyn abbandonò il suo finto sorriso, assunse un’aria seria e replicò con risolutezza, “Certo! Perché non dovrei?”. A quel punto anche il volto del Governatore si fece serio e rispose titubante,”Oh…beh…potrebbe accadervi qualcosa e…per questo motivo pensavo che…potreste rimanere qui ad aspettare i vostri amici”. Evelyn lo guardò con cipiglio e dichiarò fermamente, “No, grazie! Ho viaggiato con loro fin qui affrontando ogni tipo di pericolo e non li abbandonerò proprio adesso. E ora, se volete scusarmi!”, e si allontanò dirigendosi verso la compagnia lasciando il Governatore ed il suo consigliere senza parole e nello sgomento totale.
Appena Evelyn raggiunse i nani, Dwalin le domandò con tono deciso e irritato, “Cosa voleva da te il Governatore?”. Evelyn guardò il nano e, abbozzando un sorriso, asserì pacatamente, “Oh, niente che non potessi risolvere da sola!”. “Uhm…sei sicura che non debba farlo a pezzi?!”, replicò Dwalin con fermezza. Evelyn si mise a ridere e poi affermò, “No, non è necessario! Ho già provveduto a rimetterlo in riga”. L’espressione severa del nano si addolcì lievemente per fare spazio ad un sorriso accennato.
In quel momento fecero la sua comparsa Thorin insieme a Bilbo i quali entrambi portavano una mantella di velluto rosso, dono del Governatore, il quale gli andò incontro e gli disse con tono entusiasta, “Vi ho fatto preparare una barca!”. “Bene! Allora possiamo andare!”, rispose il re dei nani con decisione. Detto ciò, si avviò verso l’uscita e la compagnia si affrettò a seguirlo; mentre si dirigevano all’esterno, Evelyn diede un’occhiata attorno a sé e notò che Bofur mancava all’appello.
 
Il gruppo si diresse verso il pontile dove era attraccata la barca messa a disposizione dal Governatore che nel frattempo stava andando verso il pulpito dal quale avrebbe tenuto un discorso di commiato. Mentre la compagnia percorreva le strade affollate di gente che era accorsa per assistere alla partenza di coloro che avrebbero potuto cambiare la sorte di Pontelagolungo e della sua popolazione, Evelyn si avvicinò a Thorin e gli disse, “Lo sai che siamo a corto di uno?! Dov’è Bofur?”. “Se non è qui, lo lasciamo indietro!”, replicò severamente il re dei nani. Evelyn rimase allibita dalla risposta di Thorin, ma prima che potesse ribattere, si intromise Balin asserendo, “Sì, per trovare la porta prima del calare del sole non possiamo rischiare ulteriori ritardi”. A quel punto, Evelyn rivolse a Balin la sua espressione sbigottita e successivamente indirizzò la sua attenzione a Bilbo sul cui volto si manifestò il medesimo sbalordimento.   
Giunsero al pontile e i nani iniziarono a salire sulla barca e, quando fu il turno di Kili, Thorin lo bloccò e asserì con tono risoluto,“Tu no!”. Poi, nel frattempo che aiutava a caricare sull’imbarcazione le armi, aggiunse, “Dobbiamo andare veloci! Ci rallenteresti!”. Kili guardò suo zio con stupore e, abbozzando un sorriso, replicò fermamente, “Ma di che parli? Io vengo con voi!”. La risposta di Thorin arrivò immediatamente, mentre era ancora impegnato a caricare le armi sulla barca, “Non ora!”. Kili lo fissò esterrefatto, così come Evelyn che stava assistendo a tutta la scena. Il re dei nani, appena notò l’espressione di suo nipote, si fermò e lo guardò con aria dispiaciuta. A quel punto, Kili dichiarò con tono risoluto, “Io ci sarò quando quella porta sarà aperta, quando scorgeremo le sale dei nostri padri, Thorin!”. Allora Thorin poggiò una mano sulla spalla di Kili e affermò con un tono più pacato e affettuoso, “Kili, resta qui! Riposa!”. Dopo spostò la mano sulla nuca di suo nipote e asserì abbozzando un sorriso, “Ci raggiungi quando guarisci”. Il volto di Kili si accigliò e tornò ad assumere un’espressione sbalordita; nonostante ciò, il re dei nani non aggiunse altro, si voltò e si avvicinò alla barca.
In quel momento, Oin si fece avanti dichiarando fermamente, “Io resto con il ragazzo! Il mio dovere è stare con i feriti!”, e detto ciò, risalì sul pontile. Dopodiché fu il turno di Fili dire la sua e affermò con fermezza, “Zio! Siamo cresciuti con le storie della montagna, storie che tu ci hai raccontato! Non gli puoi togliere questo! Lo porterò in braccio, se devo!”. Thorin replicò prontamente con tono serio e posato, “Un giorno diventerai re e capirai! Non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo nano…neanche se un parente!”. Fili spostò il suo sguardo da Thorin a Kili, il quale stava soffrendo a causa del dolore provocatogli dalla ferita alla gamba, e senza indugio risalì anche lui sul pontile. Thorin lo prese per un braccio e questionò severamente, “Fili! Non essere sciocco! Il tuo posto è nella compagnia!”. Il nano osservò suo zio con collera e rispose con decisione, “Il mio posto è con mio fratello!”. Dopo si divincolò dalla presa di Thorin e andò da Kili. Intanto Evelyn prima guardò sconcertata Thorin e poi rivolse la sua attenzione ai tre nani che sarebbero rimasti a Pontelagolungo; Kili la osservò con un’espressione mesta e sofferente, mentre Fili, appena si rese conto dello sguardo di Evelyn su di loro, le lanciò un’occhiata carica di risentimento.
Dopo che tutte le armi furono sistemate e tutti furono saliti sulla barca, vi salì anche Thorin, ma poi notò che Evelyn invece era ancora sul pontile e la sua attenzione era concentrata su Fili, Kili e Oin. Allora la chiamò, “Eve!”. Evelyn, sentendosi chiamare, si voltò e vide il re dei nani sulla barca che, tendendole la mano, le disse, “Andiamo o non faremo in tempo!”. Evelyn diede un’ultima occhiata ai tre nani, poi si girò verso Thorin, annuì, gli porse la mano e salì sulla barca.
Ad un tratto si udì il suono delle trombe che annunciavano l’arrivo del Governatore, che stava salendo sul pulpito dal quale avrebbe tenuto il suo discorso, accolto con un’ovazione e un applauso da parte del popolo; il Governatore fece il suo discorso mentre la compagnia si apprestò a partire acclamata dalla popolazione.  
 
Percorsero i canali della città fino a immettersi nel lago che separava Pontelagolungo da Erebor. La traversata durò un’ora durante la quale Thorin rimase per lo più in piedi a prua con lo sguardo rivolto costantemente verso la Montagna Solitaria la cui imponente figura occupava l’orizzonte. Quando giunsero a destinazione, trascinarono la barca sulla terra ferma e portarono con sé solo lo stretto necessario tra armi e cibarie, lasciando sull’imbarcazione le cose ingombranti e troppo pesanti; dopodiché si incamminarono risalendo le pendici.
Camminarono per un’ora fino a giungere in uno spiazzo dal quale poi salirono su dei costoni. Bilbo si fermò un attimo per riprendere fiato ed esclamò, “Che silenzio!”. Balin andò verso lo hobbit replicando, “Non è stato sempre così”. Poi si affiancò al mezz’uomo e indicando davanti a sé aggiunse, “Una volta quelle colline erano ricoperte di boschi”. Balin contemplò per un momento il panorama riprendendo fiato e dopo proseguì, “Gli alberi erano pieni di canti di uccelli”. Ad un certo punto un uccello si posò su una roccia e Bilbo lo osservò attentamente. La sua attenzione sul volatile fu distolta da Thorin che, giungendo alle sue spalle, dichiarò, “Tranquillo mastro Baggins! Abbiamo cibo, abbiamo arnesi, siamo ormai a buon punto”. Il re dei nani avanzò seguito da tutti gli altri e quando superarono un muro di roccia si trovarono davanti alla visione di una città desolata arroccata su un versante della montagna che si trovava al di là di una vallata. “Cos’è questo posto?”, chiese Evelyn incuriosita. “Una volta era la città di Dale…ora è una rovina! La desolazione di Smaug!”, rispose Balin. “Presto il sole sarà a mezzodì. Dobbiamo trovare la porta segreta prima che cali”, affermò all’improvviso Thorin. “Per di qua!”, intimò poi al gruppo mentre stava per incamminarsi. “Aspetta!”, esclamò Bilbo. Il re dei nani si fermò e si voltò verso lo hobbit che disse, “E’ questo lo spiazzo? Gandalf ha detto di attenderlo qui, a nessun costo dovevamo…”. Il mezz’uomo non fece in tempo a finire di parlare che Thorin lo interruppe affermando, “Tu lo vedi? Non abbiamo tempo per aspettare lo stregone…siamo da soli”. A quel punto il re dei nani rivolse il suo sguardo verso Evelyn che lo stava fissando con un’espressione irritata e allora le disse con tono pacato, “Eve! Mi spiace, ma se aspettiamo rischiamo di non arrivare in tempo”. Evelyn sospirò, distese il volto assumendo un’aria più calma e annuì lasciando esterrefatto Bilbo che stava guardando sia lei che Thorin con incredulità. Il re dei nani abbozzò un sorriso ed esclamò, “Venite!”.
Il gruppo si rimise in marcia e dopo un’altra ora arrivarono ai piedi di Erebor. Ci girarono in torno più volte, perlustrando ogni angolo, per cercare dove fosse il punto nel quale si sarebbe dovuta trovare la porta. Ad un tratto Thorin si fermò, piantò la spada nel terreno, guardò in alto e urlò, “Niente?”. “Niente!”, replicò Dwalin a voce alta. Allora il re dei nani tirò fuori dalla tasca una mappa, la aprì, la osservò e asserì, “Se questa mappa è vera, la porta nascosta è proprio su di noi”. Ad un certo punto, Bilbo gridò, “Quassù!”. Raggiunsero tutti il punto dove si trovava lo hobbit e videro una scalinata scavata nella roccia che saliva fino alla cima della montagna. Thorin, Bilbo ed Evelyn si lasciarono andare ad un sorriso. “Hai occhi acuti mastro Baggins!”, dichiarò il re dei nani con soddisfazione.
Senza perdere altro tempo, si avviarono a risalire la scalinata e dopo ore di camminata arrivarono alla sommità della montagna in un punto in cui vi era una rientranza. A quella vista, sul volto di Thorin comparve un’espressione felice. Poi avanzò avvicinandosi alla parete e asserì con esaltazione, “Deve essere qui…la porta nascosta!”. Dopo si voltò verso la compagnia e proclamò solennemente sollevando una chiave, “Che tutti coloro che hanno dubitato di noi rimpiangano questo giorno!”, e a quelle parole i nani esultarono.
Dopodiché avanzarono tutti verso la parete e Dwalin disse, “Allora, abbiamo la chiave…”, si avvicinò di più alla parete ed iniziò a tastare la superficie dichiarando, “…vuol dire che da qualche parte c’è un buco della serratura”. Thorin andò verso il ciglio, osservò l’orizzonte e mormorò, “Il raggio risolutivo del Dì di Durin…”, poi si voltò verso la parete e aggiunse, “…splenderà sul buco della serratura”. Intanto Dwalin continuava a tastare la parete mentre il sole poco alla volta stava calando.
Thorin teneva d’occhio il sole mentre Dwalin proseguiva nella ricerca della serratura, ma invano, allora il re dei nani, che iniziava ad essere impaziente, si avvicinò a Nori facendogli cenno con la testa di andare ad aiutare Dwalin e il nano obbedì. Nori si mise a picchiare sulla parete con un cucchiaio per sentire dove vi fosse una cavità e intanto Dwalin decise di provare a spingere la parete. “Stiamo perdendo la luce…avanti!”, affermò Thorin con apprensione. Nori e Dwalin proseguirono nel loro intento di trovare un’apertura, uno battendo sempre più forte con il cucchiaio e l’altro tirando calci alla parete, ma senza ottenere risultati. “Fa silenzio! Non sento quando dai i colpi!”, rimproverò ad un tratto Nori a Dwalin. Nel frattempo Balin e Thorin si guardarono preoccupati e gli altri assistevano alla scena impotenti e angustiati. Nori e Dwalin aumentarono i colpi sulla parete e Nori si lamentò, “Non c’è! Non c’è!”. Thorin guardò nuovamente il sole che stava calando e poi intimò, “Buttatela giù!”. Detto ciò, tutti i nani con mazze e picconi cercarono di abbattere la parete incitati dal loro re che urlò, “Presto!”. Thorin continuava a guardare con ansia il sole mentre Evelyn stava pensando a qualche incantesimo utile per aiutarli, ma nella concitazione non le venne in mente niente. “E’ inutile! La porta è sigillata, non la si apre con la forza…la magia è potente!”, asserì all’improvviso Balin. A quel punto si fermarono tutti e, sconsolati, buttarono a terra gli arnesi; intanto il sole sparì dietro le montagne.
“No!”, urlò disperato Thorin andando verso la parete. Poi si voltò verso i suoi compagni con in mano la mappa e, guardandola, mormorò con affanno, “Il raggio risolutivo del Dì di Durin…splenderà sul buco della serratura”. Dopo alzò lo sguardo e dichiarò con tono afflitto, “Questo è ciò che dice!”. Guardò uno ad uno i componenti della compagnia, i quali avevano tutti un’espressione affranta, e chiese, “Cosa ci è sfuggito?”. In seguito, avanzando verso Balin domandò nuovamente con voce rotta dalla commozione, “Cosa ci è sfuggito? Balin!”. “Ci siamo persi la luce…non c’è più niente da fare!”, replicò pacatamente Balin. A quel punto Thorin rivolse lo sguardo verso l’orizzonte intanto che Balin aggiunse, “Avevamo una sola possibilità!” I nani iniziarono a muoversi mentre Balin asserì con tono quieto, “Andiamocene ragazzi…è finita!”.
 
Evelyn guardò i nani sbigottita e lo stesso fece Bilbo che esclamò, “Un momento! Come…”, ma fu interrotto da Dwalin il quale affermò, “Troppo tardi!”. “Dove vanno?”, chiese con enfasi lo hobbit a Thorin intanto che i nani si incamminarono. Non ricevendo alcuna risposta dal re dei nani, il quale era in uno stato apatico, questionò, “Non potete abbandonare ora!”. Bilbo ed Evelyn osservarono Thorin che sollevò leggermente il braccio, aprì la mano e lasciò scivolare la chiave che cadde sulla roccia provocando un rumore metallico. Il mezz’uomo e Evelyn guardarono sbalorditi il re dei nani che si voltò, passò accanto a Bilbo lasciandogli in mano la mappa e se ne andò nonostante lo hobbit tentò di convincerlo a non arrendersi, “Thorin! Non puoi abbandonare ora!”.
I nani cominciarono la discesa della scalinata mentre Bilbo ed Evelyn rimasero ancora davanti alla porta convinti che si potesse trovare una soluzione. Intanto che Evelyn faceva mente locale di tutti gli incantesimi che conosceva e che sarebbero potuti essere utili per aprire una porta celata da un sortilegio, lo hobbit si avvicinò alla parete e iniziò a ragionare, “Sta accanto alla pietra grigia…quando il tordo picchia”. Rifletté un momento, poi guardò verso l’alto ed esclamò, “Il sole che scende!”. Evelyn fissò con aria inquisitoria il mezz’uomo che continuò nel suo ragionamento, “E il risolutivo raggio del Dì di Durin risplenderà!”. Bilbo sospirò e poi ripeté, “Risolutivo raggio!”. Fece qualche passo e disse nuovamente, “Risolutivo raggio!”. Dopo alzò gli occhi verso il cielo dove una mezza luna fece capolino da dietro delle nuvole e avanzò continuando a fissare in alto. Evelyn ruppe il silenzio chiedendo, “Hai per caso trovato una soluzione?”, ma appena finì di parlare si udì un rumore. I due si voltarono e videro un tordo appoggiato su una roccia, vicino alla porta, contro la quale batteva una ghianda che aveva nel becco fino a quando la ruppe, ne mangiò il frutto e volò via; ad un certo punto, la luce della luna illuminò la parete.
Bilbo guardò verso il cielo e poi la parete ed esclamò con gioia, “Risolutivo!”, mentre poco alla volta comparve il buco della serratura. Evelyn e Bilbo rimasero a bocca aperta dallo stupore e, dopodiché, lo hobbit urlò per avvisare i nani e richiamarli, “Il buco della serratura! Tornate!”. Il mezz’uomo ed Evelyn andarono verso la scalinata e guardarono giù, ma dei nani non c’era neanche l’ombra. Allora Bilbo gridò ancora, “Tornate! Tornate! E’ la luce della luna, l’ultima luna d’autunno!”, e poi si mise a ridere contagiando con il suo entusiasmo anche Evelyn. In seguito, lo hobbit esclamò con euforia, “Dov’è la chiave? Dov’è la chiave? Dov’è la…”, intanto che scrutava il terreno per cercarla, supportato da Evelyn. “Era qui! Avanti…era qui!”, asserì Bilbo mentre continuava nella ricerca della chiave insieme ad Evelyn. “Era proprio…”, non fece in tempo a finire la frase che il mezz’uomo urtò la chiave la quale volò via e stava per cadere nel vuoto se non fosse stato per Thorin che la fermò all’ultimo momento posandovi sopra il piede; lo hobbit ed Evelyn tirarono un sospiro di sollievo.
Il re dei nani fissò i due per un momento, poi si chinò, raccolse la chiave e si sollevò. La teneva stretta in mano guardandola con soddisfazione, intanto che fu affiancato da tutti i nani i quali avevano sul volto un’espressione compiaciuta. A quel punto, Thorin si avvicinò alla parete, inserì la chiave nel buco della serratura, la girò e, dopodiché, spinse con forza la porta finché si aprì. I nani rimasero tutti in silenziosa attesa mentre il loro re mormorò, “Erebor!”. Balin gli si avvicinò e con voce commossa esclamò, “Thorin!”. Thorin si voltò verso di lui e gli posò una mano sulla spalla per confortarlo. Poi si avviò lentamente all’interno e con tono flebile dichiarò commosso, “Conosco queste mura!”. Fece un passo avanti e aggiunse, “Queste sale!”. Avanzò ancora seguito da Balin, appoggiò una mano sul muro e asserì, “Questa pietra!”. Sospirò e dopo chiese al nano, “ Ti ricordi, Balin?”. Si spinse più avanti, poi si girò verso il nano e affermò, “Saloni pieni di luce dorata!”. Anche Balin avanzò e replicò con commozione, “Lo ricordo bene!”. Intanto che il nano fece ancora qualche passo, Evelyn si affacciò all’uscio per dare un’occhiata all’interno e quando Thorin la vide le disse dolcemente protendendo la mano verso di lei, “Eve! Vieni!”. Evelyn spostò la sua attenzione sul re dei nani, si avvicinò a lui e gli porse la mano. Thorin la guardò dritta negli occhi, abbozzando un sorriso, e asserì, “Questa è casa mia!”. Dopo con l’altra mano le accarezzò il viso e aggiunse, “E un giorno sarà anche casa tua!”. Evelyn lo fissò stupita mentre sul volto del re dei nani il sorriso abbozzato si ampliò.
Nel frattempo anche gli altri nani e Bilbo si erano fatti avanti entrando nella montagna attirando l’attenzione di Thorin e Evelyn. Nori si guardò intorno e, ad un certo punto, indicò un’immagine incisa sulla parete al di sopra della porta e Gloin lesse l’iscrizione in rune che contornava la figura, “Qui giace il settimo regno del popolo di Durin. Possa il cuore della montagna unire tutti i nani in difesa di questa casa”. Intanto che il nano leggeva, Bilbo avanzò più all’interno e osservò con curiosità l’immagine. Quando Gloin finì di leggere, Balin si avvicinò allo hobbit e gli disse con fierezza, “Il trono del re!”. Il mezz’uomo diede un’occhiata a Balin per poi rivolgere ancora il suo sguardo verso la figura. “E che cos’è quello…là sopra?”, chiese ad un tratto Bilbo. Balin fissò lo hobbit per un momento prima di rispondere con fermezza, “L’Arkengemma!”. Il mezz’uomo guardò il nano con perplessità e poi tornando ad osservare l’immagine esclamò, “L’Arkengemma?!”. Sentendo quella parola, Evelyn guardò attentamente la figura, soffermandosi sulla raffigurazione dell’Arkengemma. Anche Bilbo la fissò per un attimo prima di rivolgersi a Balin per domandargli, “E che cos’è?”. A quel punto intervenne Thorin che rispose con tono quieto, attirando l’attenzione del nano, dello hobbit e di Evelyn, “Quella, Mastro Scassinatore, è il motivo per cui sei qui”. Sul volto del mezz’uomo, così come su quello di Evelyn, comparve un’espressione perplessa con la quale guardò il resto dei nani che lo stavano osservando con serietà, prima di fissare nuovamente l’immagine.
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi con un nuovo capitolo! Scusate il ritardo, ma non ho avuto molto tempo per andare avanti e poi avevo un po’ perso l’ispirazione! Però sono tornata! :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Lo Hobbit / Vai alla pagina dell'autore: Venus80