Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Milla Renzi De Medina    31/08/2017    0 recensioni
È un assolato pomeriggio alla magione Phantomhive. Teoricamente è anche tranquillo, ma solo in teoria. Il conte si troverà a bere un the all'insegna della follia insieme a tre ospiti nuovi ed uno vecchio, col quale probabilmente non avrebbe voluto bere del the.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Pluto, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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SHARON
Sharon si stava chiedendo dove fosse finito Xerxes. Non era la prima volta che partiva senza avvertirla, ma era la prima volta che lasciava la dispensa intatta.

Solitamente la fanciulla calcolava i viaggi del servitore in base alla quantità di dolciumi sottratti, ma questa volta?

La ragazza era sconvolta.

In un momento chiamò Eques e corse a cercarlo.

REIM

Reim stava controllando e smisrando la posta ed i documenti del duca Barma, quando gli comparve davanti Eques.

Sobbalzò. Di solito, quando la signorina Sharon mandava il suo chain da qualche parte, era successo qualcosa di davvero grave per cui lei e Xerxes non riuscivano a cavarsela da soli.

La voce della signorina stessa interruppe il turbinio preoccupato dei pensieri di Reim.

"Reim, mi faresti una cortesia?"

"Certo signorina, mi dica" perché la ragazza sembrava tanto imbarazzata?

"Puoi preparare una sacca con dei dolci ed una coperta da picnic? Nel frattempo io parlo con nonna. Fatti trovare pronto quando torna Eques. Ti accompagnerà lui da noi."

Detto questo, il chain si volse in direzione di villa Rainsworth e parti, lasciando Reim interdetto.

XERXES

Xerxes era uscito ed aveva iniziato a camminare sovrappensiero, riflettendo sul caro Oz, su Jack, su come proteggere la signorina Sharon e la nobile Shelly, sui Baskerville e sulle intenzioni di Capello Pazzo, su Alice e su Alice.

Quando si era fermato, si era accorto di essersi perso. Aveva provato a tornare sui propri passi, ma senza poter prendere punti di riferimento, non vi era riuscito.

Si era seduto con la schiena appoggiata ad una roccia, disponendosi all'attesa.
Infilandosi una mano in tasca per recuperare un dolcetto, aveva scoperto di avere solo quelli miracolosamente sopravvissuti al giorno precedente. Estraendone uno dalla tasca, sorrise. Sapeva che la signorina Sharon lo avrebbe cercato presto, siccome non aveva preso dei dolci per il viaggio.

Fece appena in tempo a finire di pensarlo,che colse il rumore di zoccoli ed il familiare profumo di fiori e la signorina Sharon lo raggiunse in groppa ad Eques.

"Xerx, ma come ti è venuto in mente di andartene così?!? Mi hai fatta preoccupare!"

Il cappellaio matto aveva la netta sensazione che la signorina stesse piangendo, così le asciugò le lacrime e sorrise.

"Grazie signorina! Ero sicuro che sareste venuta"

"Senza di te si è perso come come un marmocchio qualsiasi" intervenne Emily.

"Emily, lo sai che a volte non è educato dire la verità" la riprese bonariamente Xerxes.

SHARON

La ragazza non aveva alcuna voglia di tornare subito alle responsabilità del suo rango, dunque fece una proposta al cappellaio: non tornare subito a villa Rainsworth e passare un normale pomeriggio in giro. Xerxes acconsentì e la signorina avverti tramite Eques la nonna Shelly e chiese a Reim il necessario per un picnic.

Quando quest'ultimo tornò col chain, i tre si avviarono per trovare il luogo ideale per una gita improvvisata.

CIEL

Ciel stava leggendo l'ennesimo plico di fogli riguardante un caso assegnatogli dalla regina e che lui -in qualità di cane da giardia della stessa- doveva proprio risolvere.

D'un tratto comprese cosa gli sarebbe servito davvero: un pomeriggio di pausa totale e completa.

Nonappena ebbe formulato questo pensiero, lo scacciò infastidito e tornò ai propri fascicoli.

SEBASTIAN

Sebastian percepiva l'irritazione del padroncino, ma non ne conosceva la ragione, quindi tornò a preparargi la merenda a base di the vaniglia e zenzero e torta al cioccolato guarnita di frutti di bosco.

Alle 16,55 prese il necessario e si avviò verso lo studio del signorino. Arrivatovi, posò delicatamente il vassoio sulla scrivania e guardò un momento fuori. Quello che vide lo stupì, lo stupì parecchio: nel giardino stavano passeggiando tranquillamente una ragazza dall'aspetto nobile, un uomo dall'aria pacifica ed uno che assomigliava ad un misto tra Undertaker e Grell. Quest'ultimo aspetto lo preoccupò, ma non lo diede a vedere.

"Avete invitato qualcuno, bocchan?" domandò cortesemente il demone.

L'espressione che comparve sul volto del signorino fu eloquente: quelli erano ospiti del tutto imprevisti.

"Accoglili. Che non si dica che non sono ospitale" replicò secco Ciel.

"Certamente, bocchan"

REIM

Dopo aver camminato a lungo nel bosco, i tre si trovarono in un giardino sconfinato ed evidentemente molto curato. Vi si addentrarono e si accorsero di un gigantesco cane bianco, che però non badò minimamente a loro, troppo impegnato ad inseguire un ragazzo che gli sfuggiva ridendo.

"Possibile che un contraente giochi col proprio chain?" domandò la signorina Sharon, incredula.

"No, non credo. Di solito i chain uccidono tramite il proprio contraente, non ci giocano insieme" rispose puntuale Reim.

"Può essere uno di quelli particolari, come Cheshire, il B-Rabbit o me" intervenne Xerxes.

"Non importa: andiamo avanti, tanto se non ci attacca, bene, altrimenti siamo in grado di affrontarlo e sconfiggerlo" concluse Sharon.

"Si, certo. Col temibile chain di Reim" interloquì Emily.

Dopo un'occhiata vagamente esasperata del diretto interessato, il commento della bambola venne ignorato e la passeggiata proseguì fino all'ingresso di una mastodontica villa.

SHARON

La porta si aprì lentamente e rivelò un maggiordomo allampanato con gli occhi rossi e l'aria seria, compita e cortese.

"Il mio padroncino vi invita ad entrare ed accomodarvi. Vi raggiungerà a breve" affermò il domestico con voce professionale, accompagnandoli presso un tavolino all'aperto "il signorino vi raggiungerà a breve" ribadì.

Quando se ne fu andato, Xerx prese la parola.

"Quello è un individuo da non sottovalutare... sono ragionevolmente convinto che sia un chain"

"No no, quello non è un chain... può essere peggio" puntualizzò Emily, aumentando lo sconcerto già causato dall'affermazione del cappellaio.

SEBASTIAN

Sebastian rientrò alla magione, ma non prima di aver udito le congetture sulla sua pericolosità e di essersi chiesto cosa fossero i 'chain'.

Corse il rischio di affidare il the a Bard ed avvertì Ciel che i loro inaspettati visitatori lo stavano attendendo in giardino, poi tornò di corsa dal cuoco.

CIEL

Dopo essere stato indirizzato dal suo maggiordomo, Ciel si era affrettato a raggiungere gli ospiti, stranamente -e segretamente- lieto dell'interruzione alla routine.

Arrivato al tavolo, si presentò.
"Sono Ciel Phantomhive, capofamiglia della famiglia Phantomhive. Piacere" declamò deciso.

"Io sono Sharon Rainsworth, futura erede della famiglia Rainsworth. Piacere mio. Loro sono Reim Lunettes, servitore della nostra famiglia e Xerxes Break, mio servitore personale, ufficiosamente mia guardia e... " rispose la ragazza.

"E praticamente sono uno la balia dell'altra e viceversa" la interruppe Emily.

"Stavo per dire mio amico" corresse la nobile, poi tornò a rivolgersi a Ciel, che nel frattempo stava fissando allibito la bambolina "e lei è Emily. Non badare a ciò che dice: a volte è vero, ma spesso sono cattiverie gratuite"

"Mi togli una curiosità? Il tuo maggiordomo è attorniato da un'aura di pericolo notevole... e non umana. È il tuo chain? Non ho mai sentito di te a Pandora" si informò Xerxes.

"È un contraente illegale" rispose Emily al posto di un decisamente confuso Ciel.

"Cosa sarebbe Sebastian? Comunque ho un contratto con lui, questo sì" e nel dire questo il nobile strinse i pugni sotto il tavolo.

"Un chain è..." iniziò a spiegare Reim.

"...una creatura che ha avuto origine nell'abisso e che per uscirne ha bisogno di sangue e di un contraente. Sono creature mostruose che lasciano delle bellissime ferite, quando lasciano qualcosa ovviamente" terminò una voce che nessuno a parte Ciel riconobbe.

"Cosa ti porta qui, becchino da strapazzo?" chiese secco quest'ultimo.

UNDERTAKER

"Loro. Loro sono il motivo. Sono un motivo più che sufficiente e molto interessante" fu la pronta risposta.

"Siamo lieti di essere interessanti, ma lei sarebbe?" chiese pacatamente Reim.

"Anche perché nemmeno tu sei innocuo... o umano se è per questo" puntualizzò Xerxes.

"E tu questo come lo sai? Non mi hai neanche guardato in faccia. Comunque sono un becchino e uno shinigami leggendario in pensione" rispose l'interpellato, con sincerità sconcertante.

Il cappellaio sorrise sarcasticamente "sta tranquillo, signor shinigami, questo non succederà mai. Non può succedere. Comunque cos'è il maggiordomo?" Xerxes non sapeva il perché, ma gli venne in mente Gilbert. *

SEBASTIAN

Sebastian arrivò in tempo per sentire l'ultima domanda. Servì il the, distribuì la torta e guardò il signorino in attesa, fin quando egli non annuì.

"Sono un demone" annunciò pacatamente "se mi è permesso, cos'è un chain?"

Gli venne spiegato (miracolosamentesenza interruzioni) da Reim.

"Sono venuto apposta. Volete un biscotto? Fatemeli vedere. Ciao Emily " cantilenò Undertaker

"Buon per te. Certo! No." replicò Xerxes

"Ciao Shinigami! Posso vedere il segnalibro rosa? Hai trovato gli occhiali?" rispose al saluto Emily

"Allora! Fatemi vedere questi benedetti chain" ingiunse Ciel.

"Il segnalibro rosa è un segnalibro come tutti gli altri. Porto le lenti a contatto comunque" Undertaker ignorò completamente la domanda del signorino.

"No. Mi spiace, ma no." fu la signorina Sharon a rispondere a Ciel, che rimase interdetto: non era abituato ai rifiuti.

"A cosa serve il segnalibro rosa? Mi passi un altro biscotto?" si informò Xerx.

"E perché no?" volle sapere il nobile.

"C'è anche la penna rosa" intervenne la bambolina.

"Perché può essere mortale" replicò la ragazza.

"Ne sai una più del diavolo" sorrise il becchino

Sebastian emise un piccolo colpo di tosse, vagamente esasperato dall'allusione.

In quel momento Xerx saltò dalla sedia e coprì gli occhi della signorina: era arrivato Pluto... in forma umana e non era una visione adatta ad una signorina perbene.

"Pluto torna in forma canina" ingiunse Ciel, completamente ignorato.
"Pluto torna in forma canina" ribadì Sebastian porgendogli uno dei biscotti di Undertaker.
Pluto ubbidì istantaneamente e tornò ad essere un gigantesco cane bianco, il cappellaio liberò la visuale della nobile e le conversazioni ripresero da dove si erano interrotte, più o meno.

"Hai detto che potrebbe essere mortale. Perché?" insistè Ciel.

"Lo so, lo so. Io so un sacco di cose" esclamò annuendo compiaciuta Emily.

"Cosa sarebbe Pluto?" Domandò Reim, subito prima di essere investito da una leccata epocale che lo alzò di alcuni metri da terra, lanciandolo via.

Sharon fu rapidissima "Vai Eques! Volevi vedere un chain? Eccoti accontentato, nobile Ciel"

Ma il chain non fece in tempo a raccogliere il servitore, che egli era già atterrato in groppa a Pluto e scomparso alla vista con Sebastian che li seguiva da vicino ad una velocità impressionante.

"E tu volevi vedere un demone in azione. Come vedi siamo stati accontentati entrambi"sorrise Ciel di rimando.

"E come mai non mi hai detto nulla di tutto questo?" domandò incuriosito Xerx.

"Te lo concedo" assenti Sharon.

"Mi scusi Sebastian, quindi Pluti cosa sarebbe?!?" urlò Reim dall'ombra della signorina.

"Ovviamente perché non mi hai chiesto nulla!" rispose tranquillamente Emily.

"È un cane demoniaco" fu la placida risposta del demone.

"Perché la tua ombra parla?" domandò Ciel incredulo.

"Perché? È un problema?" si intromise Xerx.

"Il problema non è il problema. Il problema è la tua reazione rispetto al problema. Comprendi?" cantilenò il becchino, ridendo. **

"La mia ombra è collegata ad Eques. Posso avere un biscotto?" spiegò la signorina.

"Eh?" Ciel era evidentemente seccato di non aver 'compreso'.

"Se voi siete in pericolo, Bocchan, io lo sento. Immagino funzioni nello stesso modo" esplicitò il demone.

"Era così difficile?" domandò sarcasticamente Emily.

"Evidentemente..." le diede man forte Undertaker, senza smettere di sgranocchiare un biscotto.

"Come si scende?!?" la voce di Reim irruppe nella conversazione nello stesso momento in cui quella di Sebastian chiedeva a Ciel di non compiere gesti avventati, cosa che il diretto interessato si trattenne a stento dal fare.

"È sufficiente che ti lasci cadere. Eques ti raccoglierà e ti riporterà qui" impartì la signorina Sharon, senza perdere il suo solito aplombe.

Quelle parole vennero eseguite all'istante e poco dopo il maggiordomo, il servitore, il cane ed il chain erano di nuovo con gli altri.

"Grazie signorina!" proferì Reim, che venne ripagato da un sorriso sereno e rassicurante.

Ciel si ritrovò a chiedersi come facesse quella ragazza a non perdere mai la calma. Le uniche due persone che conosceva che non si scomponevano mai davanti a nulla erano un demonr ed uno shinigami e -da quanto gli risultava- quella ragazza non era né l'uno né l'altro, ma un semplice essere umano, peraltro molto giovane.

"Posso sapere cosa pensi? Mi stai guardando corrucciato da più di un minuto" volle sapere la diretta interessata.

"È maleducazione! Se lo sappiamo persino noi..." intervennero in coro la bambolina, il brcchino ed il cappellaio, guardandolo con aria di rimprovero e scuotendo lentamente la testa.

"Penso che sei strana forte, ecco cosa penso!" sbottò seccamente il nobile, vagamente imbarazzato ed infastidito dall'osservazione dei tre.

"Ha parlato quello normale" intervenne Emily

"E te lo dice una bambolina che parla" rincarò la dose Undertaker.

"Che -sebbene cattiva- dice la verità. Sempre" ribadì Xerxes.

"Perché pensi questo di me?" Sharon si rivolse esclusivamente al nobile, ignorando completamente gli altri.

Per la prima volta in vita sua, Ciel agì come un bambino, completamente di impulso: rovesciò il the sull'abito della signorina.

Sebastian lo guardò allibito, Reim era fra lo stupito e l'indignato, Undertaker ridacchiava sgranocchiando l'ennesimo biscotto e Xerxes sembrava divertito dalla scena che Emily gli stava descrivendo.

E Sharon? Sharon non si scompose, non urlò e non lo guardò nemmeno irritata. Si limitò ad alzare gli occhi verso il nobile ed a domandargli serafica un cambio d'abito, dato che il suo a quel punto era completamente fradicio.

Ciel la guardò allibito "E poi mi chiedi perché ti reputo strana! Una ragazza normale su sarebbe alzata, mi avrebbe chiesto il perché del mio avventato gesto, avrebbe commentato qualcosa sull'immettibilità dell'abito e -probabilmente- mi avrebbe guardato inviperita, trattenendosi a stento dal colpirmi col ventaglio. Tu no. Tu non hai nemmeno smesso di sorbire il tuo the e l'unica cosa che mi hai chiesto è un cambio d'abito" il nobile riprese fiato e guardò Sebastian "accompagnala a cambiarsi"

La ragazza ringraziò con un delicato cenno ed i due si allontanarono.

CIEL

Quando la ragazza ed il demone se ne furono andati, in lontananza comparve una figura indistinta, che sembrava fluttuare.

Pluto parti di corsa per studiare il nuovo gioco. Tornò poco dopo con un enorme ghiro di peluches e -improvvisamente- si addormentò.

"Cosa è successo a Pluto?!?" Ciel era allarmato: non aveva mai visto il cane collassare così, tranne in presenza di Ash, il bianco messaggero della regina.

"Dovete tornare a Pandora. Avete un caso da risolvere" una voce fluttuò nell'aria.

Undertaker spiccò un balzo e si accomodò sul chain con la sua tazza di the "posso venire con voi? Mi passi un biscotto Xerx? Grazie" cantilenò prendendo il biscotto al volo.

"Se vuoi venire fai pure, non sarò certo io a fermarti. Aspettiamo la signorina Sharon e poi andiamo" disse lanciandogli degli altri biscotti.

Ciel li stava guardando basito: uno shinigami leggendario in pensione, becchino per passione, stava bevendo il the su un ghiro gigante e gli altri due ospiti stavano conversando (e facendo volare dolcetti) come se fosse tutto perfettamente normale.

"Scusate, qualcuno mi spiegherebbe CORTESEMENTE chi ha parlato e cosa sarebbe questo... coso?" La voce del ragazzino era seccata, a coprire lo stupore.

"A parlare è stato il ghiro... vi ricordate quando prima parlavamo dei chain? Ecco, questo è uno" spiegò Reim. "Ma avevate parlato anche di un contraente e non capisco chi sia in questo caso" precisò il nobile

"Dobbiamo già tornare?" Li sorprese una voce femminile a loro ben nota.

"Il contraente non è qui" rettificò solerte il servitore.

"Mi spiace signorina, ma qualche chain birichino richiede la nostra presenza" ridacchiò Xerx.

Sharon indossava uno splendido abito rosa e nero.

"Grazie per il cambio d'abito, Conte" sorrise dolcemente la ragazza.

"Da dove avete preso quel l'abito?" ghignò il cappellaio, immaginando la risposta.

"È mio, di copertura" arrossì leggermente Ciel.

"Bene, ora andiamo" stabilì decisa Sharon, togliendo l'altro dall'imbarazzo.

"Chissà che bella RAGAZZINA" rise Emily.

SHARON

La ragazza -come richiesto dal suo ruolo- assunse il comando ed ignorò la bambolina.

"Reim viaggerà con me su Eques, mentre Xerx starà su Yamane. Immagino che gli Shinigami abbiano i propri mezzi, altrimenti starai anche tu sul ghiro. Tutto chiaro?" impartì guardando alternativamente tutti, mentre Sebastian la aiutava a montare il sella.

"Agli ordini!" rispose il becchino con aria canzonatoria.

"Se volete tornare, la strada la sapete" ammise il nobile, quasi riluttante a confessare di essersi divertito.

"Volentieri, nonappena riusciremo a districarci!" Xerx precedette Sharon.

"Avremmo un problema" puntualizzò Reim "Per arrivare qui... ci siamo persi"

"Giusto, ma a questo punto sappiamo come tornare qui" riprese in un moto di pragmatica allegria Emily.

"Bene! Finiti i convenevoli! Andiamo!" ordinò di nuovo la ragazza, tirò in sella il suo compagno di viaggio e partì, non curandosi di essere o non essere seguita.

"È stato un piacere!" risero la bambolina, il cappellaio ed il becchino saltando su Yamane ed andando via.









Ottagonino della gatta pazza

*vi prego, capitemi

**capitemi, di nuovo

Spero che leggendo vi siate divertiti almeno la metà di quello che mi sono divertita io a scrivere, questo mi renderebbe il doppio felice di quello che sono.

(Capitemi ancora una volta)

Grattastinchi
   
 
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