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Autore: ciredefa    01/09/2017    4 recensioni
“Sembra ci sia qualcuno qui-" bisbigliò Hunk.
“Ottima osservazione, Watson” ridacchiò Pidge, beccandosi un’occhiataccia.
I due si guardarono con intesa, e con un gesto veloce spalancarono la porta, premendo l’interruttore della luce.

{ School!AU | Questa storia partecipa al contest “Back to School” a cura di Fanwriter.it! }
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gunderson Pidge/Holt Katie, Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: Il prompt e il conteggio parole sono a fine storia. Giusto per non spoilerarvi il contenuto ahah.


 

Matematico




Hunk e Pidge erano soliti studiare insieme, prima di qualche compito in classe o esame. Non era difficile e si capivano al volo qualsiasi materia affrontassero, fisica, chimica, informatica e così via. Di Hunk, a Pidge piaceva particolarmente il fatto che fosse un buon ascoltatore, dandogli la possibilità di ripetere – e ciarlare – senza sosta d'intelligenze artificiali e computer, le cose che più preferiva.
Quel pomeriggio invernale però, entrambi avevano una brutta cera. Hunk sbadigliava in continuazione, e a notare le borse scure sotto i suoi occhi, probabilmente aveva giocato tutta la notte a uno dei suoi nuovi videogiochi. Pidge invece, da quando aveva poggiato piede giù dal letto, non le era andata una giusta: prima la sveglia che suona con mezz’ora di ritardo, poi il bus perso, infine la pioggia e la mancanza di un ombrello nella cartella.
Insomma, la classica giornataccia sfortunata da film; entrambi avrebbero preferito fare altro quel pomeriggio, ma la paura del compito di matematica, ‘complesso e articolato’ a detta della prof, li aveva portati in biblioteca.
Era mezza vuota, e le grandi finestre che davano sulle nuvole grigie rendevano il tutto più austero e poco accogliente. Scelsero uno dei tavoli nell’angolo della biblioteca, così che nessuno sarebbe venuto a disturbare nel loro studio matto e disperatissimo.
“Su, prima cominciamo prima finiamo” proferì Pidge, buttandosi sulla sedia di plastica. I due tirarono fuori libri, quaderni e penne e cominciarono a esercitarsi.
Erano integrali: Pidge si divertiva a risolverne di tutti i tipi, mentre Hunk era meccanico nel risolverle, sbagliando qualche procedimento.
“Allora no, prova a sostituire qui e qui” Pidge si allungò sul quaderno dell’altro, scribacchiando con la matita.
“Che noia incredibile” affermò Hunk, ciondolandosi sulla sedia.
“Non possiamo fare altrimenti” disse la ragazza, non staccando gli occhi dal quaderno.
“Oh sì che potremmo fare qualcosa: uscire da qui, andare in città a mangiare un boccone, e poi tornare a casa, sul mio letto”, Hunk guardava il soffitto sognante.
“Non farla così pesante, alla fine sono argomenti semplici questi”.
“Per te”.
“Ohh non cominciare con la solita storia”.
I due battibeccavano quando un tonfo riecheggiò nel muro vicino. E un altro. E un altro ancora.
Pidge e Hunk si guardarono: i tavoli intorno a loro erano vuoti, e non c’era nessuno nei paraggi. Scattò allora il senso di ficcanaso, e con passo felpato cercarono di seguire i rumori.
A pochi metri, una porta con su scritto ‘privato’ catturava l’attenzione dei due amici. Avvicinandosi, i tonfi svanirono e cominciarono bisbigli e versi soffocati.
“Sembra ci sia qualcuno qui-“ bisbigliò Hunk.
“Ottima osservazione, Watson” ridacchiò Pidge, beccandosi un’occhiataccia.
I due si guardarono con intesa, e con un gesto veloce spalancarono la porta, premendo l’interruttore della luce.
La vecchia lampadina illuminò una scena a dir poco divertente. Tra le scope, secchi e detersivi, c’erano avvinghiati due ragazzi: il bruno, che non si era nemmeno accorto della presenza di Hunk e Pidge, continuava imperterrito nella sua azione, mentre la sua mano era ben profondi nei pantaloni dell’altro. Il corvino, invece, nascosto nelle spalle del compagno, strabuzzò gli occhi e si ribellò alla presa, facendo notare la presenza dei due sull’uscio della porta.
Lance?!”
Keith?!”
A sentire le voci sorprese, Lance si girò in uno scatto e fulminò Pidge e Hunk.
Non mollò la presa su Keith – che in tutto questo era rimasto immobile e rosso per l’imbarazzo -, e cominciò ad urlare “INSOMMA! Io avrei da fare qui! Chiudete quella fottutissima porta!”, e visto che i due erano rimasti immobili, rincarò la dose, “LA PORTA!”.
Pidge richiuse, ancora imbambolata per la scena. Hunk lo stesso.
“Integrali di secondo grado?”
“Anche terzo”.
E tornarono sui quaderni.







★ Numero Parole: 605
★ Prompt/Traccia: A e B stanno studiando insieme in una zona poco frequentata della biblioteca quando sentono dei rumori soffocati e poco equivocabili.



 



 


 
   
 
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