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Autore: paige95    01/09/2017    0 recensioni
[Storia appartenente alla serie "Un amore incompreso"]
Ha toccato anche a me questa storia, ma fino ad oggi non avevo mai pensato di avere un altro figlio. È una grande responsabilità sia accettare che rifiutare. E poi c’è mio padre, che non credo acconsentirà tanto facilmente di macchiare la sua discendenza. Ora un nuovo pensiero mi frulla in testa e spero con il cuore di prendere la decisione più giusta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore incomprenso '
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Una lettera inaspettata
 
 
P.O.V Bra
 
È trascorso un anno dalla nascita del mio piccolo Charlie. Un bellissimo e sereno anno vissuto con la mia famiglia.
 
Ormai non esiste sera, che io mi addormenti, che Goten non sia accanto a me. Non ringrazierò mai abbastanza mia madre per avergli offerto quel lavoro alla Capsule Corporation, per avergli consentito di crescere i suoi figli e, in fondo, per avermi regalato questa felicità.
 
Mi sveglio come ogni mattina da sola, ma non mi sorprendo né preoccupo se non lo trovo accanto a me, esce sempre presto di casa e cerca di non svegliarmi. Lo ammetto, un bacio non mi sarebbe sgradito, ma attendo con ansia la fine della giornata per riceverlo.
 
È tardi ed in teoria dovrei iniziare la mia lunga giornata di lavori domestici e ovviamente accompagnare Lily a scuola. Quindi cosa sto aspettando?!
 
Mi alzo velocemente ed inizio a prepararmi. Mi blocco quando sento il campanello della porta. Non faccio nemmeno in tempo a scendere le scale, che mia figlia è andata ad aprire e a ricevere la missiva del postino.
 
In effetti è un po’ presto per la posta.
 
“Tesoro, per chi è?”
 
Lily si sforza a capire il destinatario, ha appena imparato a leggere e le concedo un momento per rispondermi.
 
“Si-gnor Son Go-ten” scandisce lentamente le lettere e alza lo sguardo su di me “È per papà!”
 
Me lo annuncia soddisfatta e le sorrido per essere stata così brava. Le prendo dalle mani la lettera.
 
“Tesoro, comincia a prepararti e poi scendi per fare colazione”
 
Mi ubbidisce e sale le scale. Indugio ad aprire la busta, noto il logo della Capsule Corporation e non capisco cosa debbano comunicargli via posta visto che lavora lì ogni santo giorno.
 
Al diavolo la privacy di mio marito! Dopotutto è anche la mia azienda. Forse la apro con troppa enfasi, perché la busta dopo pochi istanti è a brandelli. Ma poco importa, quello che a me interessa è il foglio ripiegato al suo interno.
 
Distendo la lettera davanti ai miei occhi e una parola attrae la mia attenzione: licenziamento. Mi blocco un momento. Istintivamente il mio sguardo scende sulla firma posta a piè pagina. Mio padre! Mio padre ha mandato a mio marito una lettera di licenziamento?? Mi viene da ridere. Tanto per iniziare, non sapevo neppure che lui potesse decidere le dimissioni dei dipendenti della Capsule Corporation, figuriamoci poi firmarle.
 
Non mi assale alcuna preoccupazione, anzi è una situazione alquanto ridicola. Sarà sicuramente lo scherzo di qualcuno. Poi però rifletto: e se fosse un meschino piano di mio padre per liquidare Goten? Dopotutto non sarà né il primo né l’ultimo, ma sicuramente è il più squallido e assurdo.
 
Non ho proprio tempo di passare da lui e chiedergli cosa stia combinando con i documenti dell’azienda, ma una chiamata non posso proprio risparmiala. Compongono il numero senza nemmeno distogliere lo sguardo dalla lettera, ho un’espressione davvero perplessa. Finalmente mi risponde qualcuno.
 
“Trunks”
 
“Ciao, Bra”
 
Avrei gradito qualcun altro, ma probabilmente si sta già allenando nella Gravity Room.
 
“Sorellina, scusa, ma non ho molto tempo. Se arrivo in ritardo anche stavolta, la mamma mi licenzia sul serio”
 
Ride, ma io sto diventando troppo seria per assecondarlo.
 
“A proposito di licenziamenti, sai per caso qualcosa di una lettera di dimissioni firmata da nostro padre e indirizzata a Goten?”
 
La mia domanda lo ha inaspettatamente zittito.
 
“Trunks? Sei ancora lì?”
 
“Sì, ma non so davvero nulla, mi dispiace. Devo proprio andare, Bra”
 
Riattacca. Ma che significa? Cosa stanno complottando mio padre e mio fratello?
 
Richiamo, sperando stavolta di essere più fortunata.
 
“Pronto!”
 
È mio padre e dal tono della voce è anche parecchio irritato, devo averlo distolto dal suo passatempo preferito.
 
“Papà, hai un minuto?”
 
Domanda scontata. Non gli do nemmeno il tempo di rispondermi per paura che mi venga negato.
 
“Hai firmato il licenziamento di mio marito?”
 
Anche lui fa una snervante pausa. Ma che hanno tutti stamattina?
 
“No”
 
A quella risposta così secca ricontrollo la lettera per paura di essermi sbagliata, ma non ho visto male.
 
Ma allora se lui la può firmare, io la posso revocare?
 
“V-va bene, grazie”
 
Riattacco senza nemmeno salutarlo. Per la verità non va bene proprio niente, inizio a spaventarmi e un pensiero comincia ad insinuarsi nella mia mente: e se fosse stato lui a licenziarsi? Ma per quale motivo? Non ha senso. Forse mi conviene aspettare Goten e parlarne tranquillamente con lui, sicuramente non è nulla, ma preferisco non sottovalutare questa storia se c’è di mezzo mio padre.
 
 
 
 
Il pomeriggio, tra mille impegni, trascorre tranquillamente. Quella notizia mi resta in testa, ma non mi causa particolari paranoie.
 
Come al solito, verso sera, mio marito rientra silenziosamente per non svegliare Charlie, che, dopo aver mangiato, cade tra le braccia di Morfeo.
 
Sento i suoi passi salire le scale e lo incrocio a metà strada tra la nostra camera e quella di Lily.
 
“Ciao, Bra”
 
Mi rivolge un radioso sorriso, ma ha un’espressione particolarmente stanca.
 
“Ciao, tesoro. Tutto bene?”
 
Si slaccia la giaccia, più per alleviare una sofferenza interiore che per reale fastidio.
 
“Solito. I bambini stanno bene?”
 
“Sì, stanno benissimo”
 
Tento di mostrarmi serena, lo vedo talmente provato che non ho cuore di aggiungere altra preoccupazione.
 
Mi rivolge un altro stanco sorriso e mi porge un lieve bacio sulla guancia prima di riprendere il cammino verso la camera.
 
Io però non riesco a restare ancora con questo dubbio e poi la lettera era per lui, quindi è giusto che gli venga recapitata.
 
La estraggo dalla tasca e mi avvio verso di lui. È seduto sul letto a contemplare un fascicolo. Rimango un momento perplessa sulla porta, è sconsolato, lo posso percepire dai suoi rassegnati sospiri, ma alla fine decido di entrare e sedermi accanto a lui. È talmente immerso nei suoi pensieri, che non si accorge nemmeno della mia presenza.
 
Gli poso una mano sulla spalla per distendere la tensione.
 
“Tesoro?”
 
Si volta di scatto verso di me, sbattendo le palpebre, probabilmente l’ho riportato all’improvviso alla realtà.
 
“Ehy”
 
Non sforza serenità, nella sua voce traspare solo una grande tristezza.
 
“Goten, che hai?”
 
Non mi risponde e continua a leggere quelle carte. Anche io poso gli occhi su di esse. Per la verità non leggo nemmeno una riga, attendo solo che lui mi risponda.
 
“Niente, amore, tranquilla”
 
Chiude velocemente quel fascicolo e lo ripone nel cassetto del suo comodino. Tenta di mostrarsi sereno, ma ormai io ho mangiato la foglia.
 
“Mi cambio in un secondo e scendo per cenare”
 
Si alza, lasciandomi perplessa. Potrebbe esserci un collegamento tra il suo umore e la lettera?
 
“Goten, che cos’erano quelle carte?”
 
Non mi sono mai intromessa negli affari della Capsule Corporation e tanto meno ho mai chiesto informazioni a mio marito, non mi è mai importato un accidente, ma se influiscono negativamente su di lui, iniziano davvero ad interessarmi.
 
“Lavoro”
 
Resta sul vago, ma a quella consapevolezza ero arrivata anche da sola.
 
“Che genere di lavoro?”
 
Continua a passarmi davanti, è intento a cambiarsi e non ha alcuna intenzione di fermarsi per riflettere e rispondermi.
 
Mi spazientisco e prendo in mano quella dannata lettera, che avevo appoggiato sul copriletto.
 
“È arrivata questa per te oggi”
 
Gliela porgo e non mi preoccupo nemmeno per averla aperta prima di lui.
 
“Di già?”
 
La sua domanda mi prende alla sprovvista. La stava aspettando? Abbasso la mano con la lettera e lo guardo con un’espressione tra il sorpreso e l’impaziente. Sono alla ricerca di risposte e Goten accoglie i miei dubbi.
 
“Ho fatto arrabbiare tuo padre, Bra”
 
È sinceramente dispiaciuto. Ora si spiega la firma, ma cosa può aver combinato di così grave per arrivare al licenziamento? Oltre ad esistere ovviamente, a parere di mio padre.
 
Non ha il coraggio di parlarmi, ma io non sono arrabbiata con lui, anzi sono preoccupata. No, forse un po’ arrabbiata la sono, ma non con mio marito, sono sicura che non possa aver fatto nulla di grave.
 
La nostra conversazione viene interrotta da Lily, che piomba nella nostra stanza.
 
“Papà!”
 
“Tesoro”
 
Gli corre incontro con l’intenzione di essere presa in braccio. Goten la accontenta, anche se con un po’ di fatica.
 
“Lily, stai diventando grande e di conseguenza un po’ troppo pesante”
 
Accompagna quella sincera considerazione con un sorriso per non sembrare troppo severo.
 
Mi intrometto tra i due.
 
“Dai, tesoro, lascia riposare papà”
 
La strappo dalle braccia di mio marito per concedergli un po’ di sollievo. La bambina ci rimane male.
 
“Mamma, io voglio stare con papà”
 
“Hai finito i compiti, signorina?”
 
A quella domanda si butta giù dalle mie braccia e si precipita nella sua cameretta. Chiudo la porta per evitare di avere altre intromissioni e cerco di essere più diretta possibile nell’affrontare l’argomento, qualunque esso sia.
 
“Goten, ma si può sapere che cosa sta succedendo?”
 
Il mio tono inizia ed essere allarmato.
 
“Nulla di grave. Davvero. È tuo padre che drammatizza sempre tutto” fa una pausa, probabilmente è alla ricerca delle parole più giuste per comunicarmi una notizia “Te lo avrei detto. È ovvio che te lo avrei detto, non potevo nasconderlo per sempre. È solo che prima è venuto a scoprirlo Trunks e lo ha detto a Vegeta e conosci tuo padre, ogni cosa è una catastrofe, specie le mie idee”
 
Mi sto davvero spazientendo.
 
“Goten, puoi arrivare subito al dunque, per favore??”
 
“Sì, scusa. Circa un mese fa ho letto un articolo sul giornale” è diventato estremamente serio “Parlava di un bambino che aveva perso il padre e la madre non poteva occuparsi di lui, così venne portato in una comunità per minori”
 
Abbassa gli occhi, la situazione di quel bambino lo commuove e non riesce nemmeno a proseguire. Istintivamente mi avvicino a lui per infondergli coraggio.
 
“Mi ha riportato alla mente la mia famiglia. Voglio dire, mio padre è mancato per tanti anni e mia madre si è occupata di me e di mio fratello. Io sono stato fortunato, ma lui non lo è stato, Bra”
 
Ora capisco perché quella storia lo ha coinvolto a tal punto, ma non pensavo che il suo passato fosse ancora così presente e influisse sulla sua vita. Lo abbraccio dolcemente per alleviare la sua sofferenza. Lui ricambia con sofferenza la mia stretta. Mi allontana delicatamente da lui dopo qualche istante e cerca i miei occhi.
 
“Forse sono stato impulsivo, forse tuo padre ha ragione” prende un respiro, forse siamo arrivati al dunque di questa storia “Le carte che hai visto sono una richiesta di affidamento”
 
Credo di non aver capito o forse è talmente assurdo che non riesco a realizzare.
 
“Hai avviato una pratica di affidamento per quel bambino??”
 
Indugia a rispondermi. Crede di aver combinato un guaio?
 
“Sì” si affretta a chiarire “Però, ripeto, te lo avrei detto. Anche perché essendo sposati ci deve essere anche il tuo consenso”
 
“E mio padre cosa c’entra?”
 
Alza gli occhi al cielo con rassegnazione.
 
“Quando lo ha scoperto, è andato su tutte le furie. Non sono riuscito a fermare Trunks, non sapevo nemmeno che tuo fratello lo sapesse, e lui lo ha detto ingenuamente a Vegeta. Il solo pensiero che un bambino che non sia un sayan diventi parte della famiglia gli ha fatto completamente perdere la ragione”
 
Decisamente troppe notizie stanno arrivando al mio cervello, troppe novità, ed io sto letteralmente andando in tilt. Non so cosa ribattere, non riesco a condannare mio padre, se neppure io so di volere quel bambino.
 
“Ho tentato di farlo ragionare, ma per poco non mi uccideva”
 
A quelle parole alzo gli occhi su di lui per appurare che non abbia qualche ferita.
 
“Tranquilla, non mi ha colpito. Ma quando ha visto che non c’era altra soluzione per farmi cambiare idea”
 
“Ti ha licenziato”
 
Ora finalmente sono riuscita a mettere insieme i tasselli.
 
“Esatto. All’inizio era solo una minaccia, ma pare che le minacce di tuo padre non restino tali per molto” mi fissa alla ricerca di una reazione “Non sei felice, vero?”
 
“Goten, io” sono rimasta senza parole “Non so cosa provo in questo momento. Quando è nato Charlie, pensavamo che avere altri figli comportasse un rischio per la mia incolumità. Ora invece mi parli di affido, io sinceramente non ci ho pensato, l’idea non mi ha nemmeno mai sfiorata”
 
Rimane un po’ deluso da quelle parole e non accenna a svanire dal suo volto quell’espressione di colpevolezza.
 
“Certo, ti capisco. Neanche io avevo mai pensato a questa eventualità. Però quando ho letto di quel bambino, non ti so spiegare cosa è scattato in me”
 
Che gli fosse scattato qualcosa di folgorante lo avevo capito anche io, dato che non si è preso nemmeno il disturbo di parlarmene.
 
“Questa storia va avanti da un mese?! Perché non l’hai condivisa con me? Pensavi che non ti comprendessi?”
 
Le mie domande lo spaventano.
 
“No, assolutamente! Ma non volevo stravolgere la nostra vita, se alla fine non fosse stato fattibile”
 
“Ed è fattibile?”
 
Mi viene spontaneo chiederglielo.
 
“L’iter è lungo e le carte che hai visto prima spiegano tutto quello che si deve fare per arrivare alla riuscita dell’affidamento, però secondo l’assistente sociale abbiamo buone possibilità”
 
Devo risedermi, in meno di mezz’ora mi è piombata addosso una grande responsabilità. Inizio a sentire un nuovo peso sulle spalle: la felicità di quel bambino dipende da noi.
 
“Goten, devo pensarci. Insomma abbia già due figli e Charlie è molto piccolo”
 
Si siede accanto a me e mi prende una mano per farmi percepire la sua vicinanza.
 
“Lo so, tesoro. Prenditi tutto il tempo che ti serve”
 
È comprensivo, ma io inizio a sentire una specie di macigno sul cuore.
 
“Devo anche convincere mio padre a non licenziarti”
 
“Ho combinato un casino, vero?”
 
Decisamente sì. Ma è già abbastanza provato, non posso anche dargli questa certezza. Rivolge lo sguardo al pavimento per la sconsolazione. Mi sfugge un sincero e amorevole sorriso.
 
“Amore”
 
Lo richiamo e lui alza gli occhi lucidi su di me.
 
“È bellissimo quello che stai cercando di fare per quel bambino. Ti sei immedesimato in lui, tu sai cosa vuol dire vivere senza un padre e stai cercando di regalargli una casa e una famiglia in cui ricevere amore. Io sono orgogliosa di te” mi sfugge una lacrima “Mio padre non comprende questo tuo travaglio interiore o forse non vi si sofferma nemmeno, visto che anche lui ha perso il padre presto”
 
“Grazie, Bra”
 
Riesco a disegnare un sorriso sulle sue labbra.
 
“Per cosa?”
 
“Per comprendermi”
 
Mi viene così naturale, non faccio alcuna fatica a cercare di stargli accanto, ad alleviare le sue sofferenze.
 
“Quanti anni ha il bambino?”
 
“Ha quattro anni”
 
È così piccolo, eppure non ha una famiglia che gli stia vicino e per giunta ha dovuto vivere la morte del padre.
 
“E non possiamo nemmeno resuscitare suo padre con le sfere del drago, vero?”
 
È una domanda ingenua me ne rendo conto.
 
“Temo di no, Bra. E poi comunque la sua famiglia non può occuparsi di lui”
 
“Tesoro, prometto che ci penso e prendo rapidamente una decisione”
 
Ha toccato anche a me questa storia, ma fino ad oggi non avevo mai pensato di avere un altro figlio. È una grande responsabilità sia accettare che rifiutare. E poi c’è mio padre, che non credo acconsentirà tanto facilmente di macchiare la sua discendenza. Ora un nuovo pensiero mi frulla in testa e spero con il cuore di prendere la decisione più giusta.
 
Continua… 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao a tutti cari lettori!
 
Riprendo con la serie “Un amore incompreso”.
Stavolta però la narrazione sarà in prima persona e cerco di soffermarmi sul punto di vista dei diversi personaggi.
Ovviamente non mancheranno contrasti, resto in linea con le precedenti storie.
Il tema è sicuramente più profondo, più attuale, ma ovviamente sempre inserito nell’universo di Dragon Ball.
Spero possa piacervi 😊
A presto 😊
Baci
-Vale
   
 
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