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Autore: R who    01/09/2017    4 recensioni
|Teacher!AU|Merthur|2635 parole|
In cui Merlin e Arthur sono dei professori, e i loro alunni li shippano.
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“Morgana, sei malata” decretò Gwen, guardando sconcertata quella che una volta era la sua migliore amica che, entusiasta, stava guardando a sua volta il professor Emrys e il professor Pendragon, seduti uno accanto all’altro nell’aula professori.
° ° °
“Il punto è Merlin, che credo che qualcuno abbia dei sospetti, che qualcuno sappia. E molto probabilmente entrambi sappiamo di chi sto parlando” disse, alzando le sopracciglia con enfasi.
“Dio Arthur, sono solo dei ragazzini, non penserai davvero che...”
“Mercoledì, Gwaine è letteralmente caduto dalla sedia vedendomi sorridere quando sei passato correndo davanti all’aula” aggiunse Arthur, e Merlin percepì una nota terrorizzata nella sua voce.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Teach your children
di shipper, segreti e scuola

 
Merlin era assolutamente convinto che non appena entrambi avessero messo piede fuori da quell’aula lo avrebbe ucciso. Violentemente.
Probabilmente avrebbe dovuto dare retta a Will, che quando il preside aveva proposto a lui e ad Arthur di fare una lezione di compresenza per la nuova proposta del ministero, la filosofia dei numeri, li aveva presi entrambi per le spalle scandendo in tono decisamente troppo drastico “Non. Accettate. Questa. Proposta. Per. Nulla. Al. Mondo.”
Lui e Arthur, in tutta risposta, gli erano scoppiati a ridere in faccia perché siamo seri, Will si tratta solo di me e Merlin che facciamo una lezione insieme cosa potrebbe succedere di così grave? Merlin aveva annuito, uscendo dall’aula professori per prendersi un caffè, mentre Will crollava sulla cattedra prendendosi il volto tra le mani e continuando a ripetere “oddio, è la fine, è la fine, ci licenzieranno tutti.”
Arthur, dall’altra parte dell’aula, gli lanciò uno dei suoi sorrisi affabili, il labbro alzato nell’origine di un ghigno e gli occhi che -inutilmente- provavano a nascondere uno sguardo compiaciuto per aver trovato il modo di costringerlo a ripetere l’unico argomento che Merlin non riusciva a spiegare brillantemente. Dopotutto, avrebbe potuto rinunciare al posto di lavoro ed ucciderlo lì sul momento.
Il moro guardò Leon seduto al primo banco con il quaderno aperto e un’espressione curiosa sul viso, Guinevere che sedeva accanto a Lancelot, entrambi intenti a prendere appunti e Elena, che per la prima volta in vita sua sembrava interessata alla lezione.
Oh, se lo avrebbe ucciso.
Si alzò dalla cattedra, e senza smettere di guardare Arthur negli occhi, lo raggiunse, attraversando tutta l’aula. Poi iniziò a parlare camminando per l’aula.
“Come chiaramente potete notare, il professor Pendragon pensa che il capitolo nove del nostro libro si colleghi perfettamente con il suo argomento” Merlin strizzò l’occhio alla volta di Arthur (e poté giurare di aver sentito Morgana squittire) “ahimè, l’argomento è più complesso di quanto si immagini e spesso molti professori non riescono a spiegarlo bene” Merlin riuscì a vedere il sorriso di Arthur allargarsi vittorioso e soddisfatto. Il suo collega si posizionò esattamente davanti a lui, pericolosamente vicino a lui, ad essere sinceri.
“Oh, sono desolato professor Emrys “disse, calcando sulla r del suo cognome in modo decisamente poco adatto ad una lezione di compresenza. “non avevo idea di mettere alla luce una delle vostre lacune, cielo, è imbarazzante” aggiunse senza smettere di fissarlo, il tono divertito nella sua voce, un vero e proprio ragazzino competitivo, che tradiva la sua aria apparentemente dispiaciuta.
“Non si preoccupi, perché per puro caso ieri sera ho avuto modo di rivedere tutto il programma, prestando particolare attenzione al capitolo nove”
E Merlin dovette usare tutta la professionalità che aveva in corpo per non scoppiare a ridere come un bambino davanti al broncio deluso di Arthur.
°*°*°*°*°
  “Morgana, sei malata” decretò Gwen, guardando sconcertata quella che una volta era la sua migliore amica che, entusiasta, stava guardando a sua volta il professor Emrys e il professor Pendragon, seduti uno accanto all’altro nell’aula professori.
“Io non sono malata. Gwen. Io sono intuitiva” fece Morgana, la nota esaltata nella sua voce che rendeva il tutto decisamente meno credibile.  Gwen alzò gli occhi al cielo, perché erano al consiglio di classe in funzione di rappresentanti di classe e non di damigelle d’onore o stalker o qualsiasi cosa stesse facendo Morgana con quel taccuino nascosto sulle gambe.  Gwen, però, decise di rinunciare ad ogni buona intenzione quando Pendragon allungò il braccio intorno allo schienale della sedia di Emrys e Morgana squittì, iniziando a fare foto.
°*°*°*°*°
“Te lo giuro, Gwaine, si sono seduti vicini. Esattamente uno accanto all’altro.”
Gwaine indicò Morgana con un dito, il tono della voce tra il frenetico e l’incredulo. “Oh no, tu menti.”
“Gwaine, siamo seri, ti mentirei mai su quei due?”
Gwen, seduta in mezzo alle gambe di Lance, spostò lo sguardo da Morgana a Gwaine, da Gwaine a Morgana, sconvolta.
“E poi? Che hanno fatto? Si sono parlati?” Gwen girò la testa, guardando scettica il suo ragazzo. Lance si strinse nelle spalle, spostandole un riccio dietro l’orecchio. “Sono carini” soffiò.
Morgana interruppe la conversazione con un gesto stizzito della mano, per poi annuire vigorosamente attirando l’attenzione di tutti.
“Emrys non ha parlato molto, preso com’era a scribacchiare roba sulla sua agenda -oh, Percy, a proposito, credo che oggi voglia interrogarti-  ma Pendragon, oh si, lui si che ha salvato la situazione.” Morgana si fermò un attimo, giusto il tempo per controllare di avere l’attenzione di tutti su di lei. “Ha definito la conferenza di filosofia che il professor Emrys ha tenuto l’altro giorno brillante ed innovativa
“Oooh, che carino” sospirò Elena dall’ultimo banco. “Deve essere proprio innamorato per definire brillante quella roba” il commento di Elena creò un coro di “aww” per tutta la classe, mentre Leon ribatteva contrariato perché, a detta sua, la filosofia era sempre brillante e Gwaine lanciava un “Hai capito il Pendragon!” decisamente fuori luogo e decisamente detto a voce troppo alta, perché Gaius, il professore di scienze, si era girato a guardarli con il suo infallibile sopracciglio alzato.
“Oh insomma, fatemi continuare” Disse Morgana, attirando su di se l’attenzione dell’intera classe (e onestamente lei non si era nemmeno accorta che la stessero ascoltando tutti, ma d’altro canto, meglio così) alzò un lato del labbro in un mezzo sorriso e riprese a parlare. “Dicevo, non è finita qui, perché in tutta risposta Emrys si è girato verso di lui e gli ha sorriso in un modo che… oh non riesco nemmeno a spiegarlo, credo che se il professor Pendragon non fosse già cotto di lui, si sarebbe innamorato in quel preciso istante. E poi si sono stretti la mano e si sono guardati così a lungo, e così intensamente che il professore Agravaine -credo sia omofobo, in ogni caso non li shippa- ha finto un colpo di tosse per spezzare l’atmosfera, e quando dico atmosfera intendo tensione sessuale, ma questo lo sappiamo tutti dalla lezione di compresenza.” Poi, una pausa soddisfatta. “Gwen, confermi?” e Gwen, suo malgrado, si ritrovò ad annuire sognante perché si, Lance aveva effettivamente ragione e quei due erano proprio carini.
°*°*°*°*°
 Morgana non aveva calcolato di ritrovarsi a passare l’ora di buco accucciata dietro la porta dell’aula professori insieme a Gwaine, non erano ancora arrivati a quei livelli, anche se una volta avevano chiesto ad un ragazzino di primo tutti i dettagli della reazione del professor Pendragon alla notizia che Emrys avrebbe accompagnato la loro classe al campo scuola di una settimana, accompagnato dalla professoressa Freya (e per la cronaca, il resoconto era stato parecchio soddisfacente)
Durante l’intervallo, però, Emrys e Pendragon stavano parlottando a bassa voce per il corridoio, ridendo come due ragazzini, e prima di andarsene Emrys si era avvicinato all’orecchio di Pendragon e aveva sussurrato qualcosa che gli aveva fatto spalancare gli occhi per poi farlo arrossire in maniera indecente -e Morgana era abbastanza convinta che da quel momento in poi avrebbe smesso di chiamare il professor Emrys fiorellino innocente – lei e Gwaine erano rimasti pietrificati in mezzo ai corridoi, rischiando di scontrarsi con la mischia di studenti che camminava avanti e indietro, si erano scambiati un’occhiata d’intesa e, con i dovuti accorgimenti degni di un film di spionaggio, li avevano seguiti fino all’aula professori.
“McGrath. Macken.”
“Oh, professor Ealdor, che piacere vederla” disse Morgana a voce alta per coprire il “Oh merda, merda.” Di Gwaine.
“Ditemi, c’è un motivo preciso per cui siete accucciati dietro la porta dell’aula professori?”
“Oh, questa non è la tana per la partita di nascondino?”
Il professore si prese il ponte del naso tra le dita, sospirando “Nascondino, Macken?”
Gwaine si batté il palmo della mano sulla faccia “Accidenti, Morgana, Elyan ci troverà subito se non ci sbrighiamo, non voglio che vinca un’altra volta” e per essere più convincente lanciò a Morgana un’occhiata carica di aspettativa.
Il professor Ealdor incrociò le braccia, guardandoli con un sopracciglio alzato. Morgana dovette trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo e prendere a schiaffi Gwaine (probabilmente lo avrebbe comunque fatto, solo più tardi) per riuscire a mettere su un’espressione convincente, (dire cazzate le era sempre riuscito piuttosto bene, in effetti) tirare Gwaine per la manica della polo e urlare “tana libera tutti!” correndo per i corridoi.
Will sospirò esasperato, accasciandosi sul muro più vicino per poi andare a fare lezione. Avrebbe dovuto dare retta a sua madre e fare il dentista.
°*°*°*°*°
“Oh non ci credo! Questa volta eravamo così vicini!”
“Siamo ancora vicini, e non mi lascerò certo sfuggire quest’opportunità per via di un piccolo contrattempo, Gwaine”
“oh-oh mi piaci quando sei così decisa ragazza, cosa hai in mente?”
“il professor Ealdor non può restare a fare la vedetta per tutto il tempo, perché deve andare a fare lezione mentre casualmente sia per Emrys sia per Pendragon questa è un’ora vuota, e casualmente oggi siamo stati benedetti dall’assenza del professore della prossima ora.”
“Morgana, credo che il destino sia dalla nostra parte.”
“Oh, stai zitto e seguimi.”
“Ai vostri ordini coman...ahi! e questo per cos’era?”
“Nascondino Gwaine, sul serio?” disse Morgana avviandosi per i corridoi.
Gwaine la seguì, borbottando una serie di “come se tu avessi avuto un’idea migliore”
 °*°*°*°*°
“Mpf, Merlin” fece Arthur, la voce spezzata e gli occhi chiusi. “Siamo a scuola…” aggiunse a fatica “noi non dovremmo…”
“Vorrei ricordarti dove ci siamo dati il nostro primo bacio, Arthur” disse Merlin, staccando le labbra dal suo collo e guardandolo con un sopracciglio alzato. (Ignorò il sospiro infastidito di Arthur all’interruzione di quel contatto per il suo amor proprio”
Arthur si rabbuiò. “E’ che..”
“Che?” fece Merlin contrariato, staccandosi definitivamente da lui.
“Credo che qualcuno possa avere dei sospetti, Merlin” disse Arthur guardandolo negli occhi in maniera decisamente drastica.
Merlin roteò gli occhi. “Arthur, Will non ha dei sospetti, Will è il mio migliore amico, e lui non sospetta di noi, idiota, lui sa di noi” Arthur lo guardò storto, arricciando la bocca sentendo le parole “migliore amico”
“Oh andiamo, sai cosa intendo” disse Merlin, il tono severo inevitabilmente tradito da una nota affettuosa “evita di fare il bambino geloso ogni volta che chiamo Will il mio migliore amico”
Arthur in tutta risposta smise di guardarlo e si rabbuiò, girandosi dall’altra parte. Merlin sospirò, prendendo il viso di Arthur tra le mani e girandolo verso di lui. Scandì le parole, cercando di far arrivare ad Arthur quello che nemmeno lui riusciva a descrivere, né con le parole, né con altro. “
“Sai cosa intendo, Arthur. Will è il mio migliore amico perché chiamare te migliore amico, dare a te il ruolo di migliore amico, nella mia vita, sarebbe estremamente riduttivo. Come lo sarebbe chiamarti il mio fidanzato, o mio marito, o il mio amante, o qualsiasi altro termine che la lingua umana abbia concepito. Per questo preferisco chiamarti Arthur, perché è il tuo nome ed è l’unico modo in cui posso chiamarti senza ridurti a qualcosa che non sei.”
Merlin si ritrovò con il viso rosso e senza fiato, perché non era da loro parlarsi così esplicitamente, perché loro si limitavano a sguardi e silenzi, perché nonostante tutto si ritrovavano ancora a sorprendersi e ad arrossire come dei dodicenni. Guardò Arthur, mentre l’imbarazzo cresceva dentro di lui, e si fermò sulla sua espressione incredula, mentre l’affetto bruciava in ogni singola parte del suo corpo, sorridendogli.
Arthur abbassò lo sguardo, e Merlin giurò di sentirlo mentre tirava su col naso.
“Il mio nome, a voler essere corretti, Merlin, è Arthur Pendragon, e sottovalutare il Pendragon in questo modo ti mette in una posizione decisamente scomoda ai giorni nostri.”
Disse Arthur con la voce che tremava. Merlin rise, e gli tirò un pugno sul braccio.
“Il punto è Merlin, che credo che qualcuno abbia dei sospetti, che qualcuno sappia, e molto probabilmente entrambi sappiamo di chi sto parlando” disse, alzando le sopracciglia con enfasi.
“Dio Arthur, sono solo dei ragazzini, non penserai davvero che...”
“Mercoledì, Gwaine è letteralmente caduto dalla sedia vedendomi sorridere quando sei passato correndo davanti all’aula” aggiunse Arthur, e Merlin percepì una nota terrorizzata nella sua voce.
“E quindi sorridi quando mi vedi passare?” disse Merlin compiaciuto mentre gli strizzava la guancia, come se stesse parlando ad un grande Golden Retriever.
“Sta zitto, cretino” disse Arthur, tornando all’espressione terrorizzata di poco prima.
“Sono serio Merlin, per l’amor di Dio, loro sanno.”
“Come sei melodrammatico” rispose Merlin, lasciando cadere la sua testa sulla spalla di Arthur.
“Sono solo studenti, non essere paranoico” disse piano, soffiandogli nell’incavo del collo.
“So che sono solo studenti” riprese Arthur, iniziando a passargli lentamente le dita tra i capelli “ma ad essere sincero mi spaventano, quella Morgana in particolare”
Arthur riesce a sentire la risata leggera di Merlin sul suo collo.
“Morgana è il terrore di tutti gli insegnanti, Arthur, anche se personalmente la ritengo estremamente brillante.”
“Anche Tom Riddle era ritenuto brillante.”
La risata di Merlin, questa volta più calda e fragorosa, scoppia nuovamente sul suo collo.
“Non stai davvero paragonando una studentessa che ci shippa al Signore Oscuro, vero?”
La mano di Arthur si bloccò sulla testa di Merlin. “Che ci!?” fa, il tono alzato di almeno un’ottava.
“Ci shippa” rispose Merlin tranquillo.
“Morgana ci ha scippato? Quando è successo e perché non ne hai parlato con nessuno? Ha rubato qualcosa di importante alla scuola? Dio qualsiasi cosa sia non abbia soldi per acquistarla di nuovo, e poi hai pensato alle conseguenze legali?”
Merlin questa volta scoppia a ridere senza vergogna, piegandosi in due e tenendosi la mano con la pancia (Arthur non capisce cosa ci trovi di così divertente in una situazione come quella.)
“No, idiota” cercò di dire, tentando di riprendere fiato. “ci shippa, scritto con un’acca ed una i, è un termine che usano i giovani, credo, vuol dire che ci trovano bene insieme. Come coppia, intendo.”
L’espressione che si allargò sul volto di Arthur è quanto di più soddisfacente Merlin aveva mai visto in vita sua.
“Oh beh. Oh.” Disse, il tono ridicolmente soddisfatto e compiaciuto.
“Oh bene, cioè, male, cioè, benissimo direi” concluse, ogni tentativo di nascondere l’orgoglio completamente andato.
Merlin alzò gli occhi al cielo con una smorfia “Ora non essere così” disse, agitando le mani in sua direzione “non essere così compiaciuto, ecco” concluse, cercando di non pensare che le spalle di Arthur, che l’orgoglio che Arthur emanava, erano dovuti a loro due, e al fatto che dei ragazzini li trovassero bene insieme. Ed Arthur era orgoglioso di loro due, di loro due insieme.
“Io non sto facendo il compiaciuto, sono solo… divertito, perché sei così perdutamente innamorato di me che persino degli studenti del terzo anno lo hanno notato.”
Merlin lo guardò oltraggiato “Oh, quindi ora quello palese sarei io? Non prendermi in giro, Arthur, sappiamo entrambi benissimo che hai dormito durante tutta la mia conferenza”
“”Oh oh questa sì che è bella, Merlin, per tua informazione sono un grande esperto in campo di filosofia”
“Ovviamente, tanto quanto io lo sono in matematica.” Disse Merlin con una smorfia.
“Io almeno qualcosa della tua materia la so, non sono certo io quello che non sa fare le divisioni a due cifre”
“Non avrei dovuto dirtelo, quello, non fai che rinfacciarmelo e io non posso nemmeno ribattere perché tu sai quelle poche lezioni basilari di filosofia che ti salvano, ma prima o poi...”
Merlin venne interrotto dalla porta che si apriva, e da due figure che cadevano a peso morto dentro l’aula professori. 
Arthur sentì la voce di Gwaine e quella di Merlin urlare in sincrono “Merda!”
Guardò le figure di due dei suoi studenti sdraiate a terra, su entrambe le facce un sorriso stampato a forza di chi è stato beccato con le mani nel sacco, ed Arthur non aveva bisogno di uno specchio per sapere che sia lui sia Merlin avevano quella stessa espressione stampata in viso.
Bene.
Questa sarebbe stata difficile da risolvere.
 
n.d.a
l’idea di questa ff mi piace da matti, perché si, e mi ero ripromessa di fare il mio secondo ingresso in questo fandom con qualcosa di serio o angst, ma a quanto pare non riesco a prendermi sul serio né come autrice di ff né come persona. Spero vi piaccia perché io personalmente ho adorato scriverla, a partire dalla softness di Merlin ed Arthur fino al chaos completo che sono tutti gli altri.
Besitos! (in teoria studio spagnolo anche se non sono sicura che besitos esista nella vera lingua spagnola)
 
Oh, e il titolo è perché non avevo idee ed è una delle ultime canzoni che cantano in glee, quindi perché no.
   
 
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