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Autore: eliseCS    02/09/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
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A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
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A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
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In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 7



Forse un po’ gli costava ammetterlo, ma la festa non era male.
 
Quando i suoi genitori gli avevano detto che la famiglia avrebbe partecipato alla festa organizzata per l’anniversario dei Malfoy era rimasto basito, sconvolto quando suo padre gli aveva detto senza mezzi termini che lui non sarebbe potuto rimanere a casa.
Suo fratello si era smaterializzato alla volta del Manor nel primo pomeriggio: lui e Rose avrebbero dato una mano a Scorpius con l’organizzazione.
E in effetti sembrava che la cugina avesse un certo talento per la cosa.
La band dei The Remebralls - una delle ultime emergenti del momento - era stata ovviamente ingaggiata dai Malfoy, ma per il resto…
 
All’ingresso era stato affisso un avviso che ricordava ai partecipanti che era obbligatorio tenere sempre indosso la propria maschera – a meno che qualcuno non la volesse ritrovare incollata con un incantesimo di Adesione Permanente – e che solo allo scoccare della mezzanotte, quindi al termine della festa, sarebbe stato possibile toglierla.
Sempre all’ingresso ad ognuno veniva consegnato un biglietto con un indovinello da risolvere - quelli se li era dovuti inventare Albus. La soluzione indicava un punto esatto del grande giardino dei Malfoy dove il diretto interessato si sarebbe dovuto trovare a mezzanotte.
Il bello era che i biglietti erano tutti doppi, quindi quello era un modo come un altro per sorteggiare la prima persona che uno avrebbe visto senza la maschera.
Ovviamente se le persone non si erano riconosciute prima c’era più gusto.
 
Se non aveva visto male era stato allestito un tavolo apposta per giocare al gioco babbano della bottiglia e un altro per l’altrettanto babbano obbligo o verità.
Gli faceva strano vedere persone che appartenevano alla casa di Serpeverde che erano a Hogwarts con lui partecipare a quei giochi con così tanto entusiasmo…
 
Il pensiero che però aveva occupato la sua mente per tutto il tempo che aveva impiegato a prepararsi – e no, non era stato poco – aveva il nome di una persona: Eltanin.
Aveva orecchiato durante la settimana un pezzo di conversazione via Metropolvere tra Scorpius e suo fratello, e Malfoy era tutto contento perché sua sorella aveva risposto alla lettera dei genitori dicendo che alla festa ci sarebbe stata anche lei.
Non sapeva come sentirsi al riguardo: erano passati sette anni dall’ultima volta che l’aveva vista, da quella lezione di Pozioni.
Sette anni eppure se pensava a lei ancora si vedeva davanti una ragazzina pallida e schiva con i capelli quasi albini e un caratterino insopportabile.
E se si metteva a pensare che in realtà le continue lotte e i litigi con lei erano stati iniziati perché era stato lui a, metaforicamente, tirare la prima pietra… beh, diciamo che non era fiero di se stesso.
E così gli era venuta l’idea: ne avrebbe approfittato per scusarsi con lei per tutti quello che era successo quando anche lei era ancora a Hogwarts.
 
E davvero, le sue intenzioni erano delle migliori, ma quando il suo sguardo si era posato accanto a Scorpius e aveva riconosciuto lei la sua mente aveva di colpo dimenticato tutto quello che si era prefissato di fare.
 
Avrebbe sicuramente avuto altre occasioni per scusarsi con la ragazza, non era invece altrettanto sicuro di poter riuscire a provare a parlare con Ella un’altra volta.
 
Sembrava quasi che la ragazza dell’Accademia avesse intuito la sua intenzione di avvicinarla perché passò la maggior parte del tempo a rincorrerla mentre lei si mimetizzava tra gli altri invitati.
Generalmente non era uno che imponeva la sua presenza, ma aveva pur sempre un orgoglio, e se Ella era così decisa a volergli stare alla larga lui voleva almeno sapere perché prima di lasciarla definitivamente perdere.
 
Verso le dieci e mezza la sua occasione sembrò presentarsi: la ragazza non sembrava essersi accorta che ormai era riuscito a raggiungerla e lui potè avvicinarsi senza che quella riprendesse a scappare di nuovo.
Si bloccò irrigidendosi all’istante quando lui la chiamò.
“Ella?”
 
Adesso che ce l’aveva davanti e si era fermata poteva finalmente osservarla bene.
Il vestito che indossava non poteva essere più diverso dalla maglia e dai jeans che aveva qualche giorno prima.
L’abito era color blu notte e risaltava benissimo con la sua carnagione chiara e i capelli biondi.
Il corpetto presentava delle arricciature sul davanti fino alla vita da dove la gonna scendeva lunga e morbida fino ai piedi.
Avendo passato tutto il tempo a guardarla mentre le dava le spalle sapeva che la schiena era nuda, attraversata da un incrocio di tessuto dello stesso colore del vestito arricchito da ricami argentati.
I capelli lisci erano stati raccolti in uno chignon che, per quanto se ne intendeva lui, sembrava abbastanza elaborato, fissato da un fermaglio dello stesso colore dell’abito.
Il viso invece era coperto da una maschera coordinata al vestito, impreziosita da alcuni nastri e una piuma sulla parte destra, che lasciava scoperti solo le labbra e gli occhi scuri.
Occhi che in quel momento stavano guardando ovunque tranne che verso di lui.
 
“Bella serata, eh?” cercò di rompere il ghiaccio.
La situazione stava diventando imbarazzante.
“Non è esattamente il mio genere ma non mi lamento” replicò lentamente lei.
James poteva distintamente sentire nella sua testa una voce che urlava dieci punti per Grifondoro nel momento in cui realizzò che la ragazza gli aveva risposto, addirittura cortesemente, e non l’aveva invece mandato a quel paese.
“Perché, quale sarebbe il tuo genere?” domandò sperando di riuscire a tenere in piedi la conversazione.
Potè vedere gli occhi della ragazza assottigliarsi dietro la maschera come a scrutarlo meglio.
In realtà non poteva sapere che in quel momento Ella stava ripensando ai festini a tema non del tutto legali che regolarmente le quattro Case organizzavano all’Accademia: con il Whisky Incendiario che servivano i ragazzi della Casa del Fuoco non di rado era capitato di incendiare sul serio qualcosa…
 
Sorprendendosi di se stessa alla fine sorrise: “Diciamo che di solito si tratta di feste un po’ più movimentate”
“Ah… beh, in effetti potrebbe essere lo stesso per me…”
“Non pensavo che i Malfoy avessero conoscenze anche… ad Antiques” riprese abbassando la voce. “ Mi era sembrato di capire che tutta la faccenda fosse piuttosto riservata”
“In effetti, ma temo che questi non siano affari tuoi” commentò semplicemente lei mantenendo però un tono leggero per non sembrare sgarbata. “E tu invece? Conosci qualcuno dei padroni di casa?” chiese di rimando. Non era di certo il caso di mettersi a parlare di Antiques e dell’Accademia in quel momento, il motivo per cui si trovava lì in quel momento era affar suo.
“Scorpius, il figlio dei Malfoy, è il migliore amico di mio fratello minore, Albus. Nonché fidanzato della mia cugina preferita. Dovevo pur venire a tenere la situazione sotto controllo” scherzò.
Ella annuì senza aggiungere altro.
Il discorso sembrava essere arrivato ad un punto morto.
 
“Volevi chiedermi qualcosa in particolare?”
“Ti ho fatto qualcosa?”
Domandarono contemporaneamente.
 
Ella rimase spaesata per un attimo: “Come?”
“Ho notato come…sei nei miei confronti, che hai cercato di evitarmi dall’inizio della serata. Io… mi stavo solo chiedendo perché, ecco” il ragazzo approfittò del fatto che Ella per il momento non sapeva come rispondere.
“Il punto è…” continuò poi senza neanche sapere perché stesse per parlare della cosa con una perfetta sconosciuta “…che anch’io mi sono comportato così – anzi, in realtà molto peggio - nei confronti di una persona, una volta, diversi anni fa e… credo di non aver mai rimpianto una cosa così tanto, come sono anche sicuro che quella persona si sarà chiesta un sacco di volte perché lo facevo”
“Non hai mai provato a chiedere scusa?” domandò Ella ritrovando finalmente la voce.
Il ragazzo scosse la testa: “Non credo che sarebbe servito a qualcosa. Questa persona… io l’ho trattata davvero male, ma davvero tanto. Non credo che potrebbe mai perdonarmi”
“A volte le persone possono sorprenderti”
“Sarà anche come dici, ma ormai non ha comunque più importanza. Non vedo quella persona da anni, non saprei nemmeno come fare a contattarla, anche se…”
“Anche se?”
“Credo che tecnicamente dovrebbe essere anche lei qui stasera”
Ella trattenne il respiro: “James, chi è questa persona?” domandò cautamente.
Il ragazzo sospirò prima di dare la sua risposta: “Eltanin Malfoy, la sorella maggiore di Scorpius Malfoy, nonché primogenita dei padroni di casa”
“Oh”
“Sì, beh…”
 
“James!”
Albus si stava facendo strada verso di loro chiamando a gran voce il fratello.
Ella si sistemò meglio la maschera sul viso.
“Cosa c’è Al?” si vedeva lontano un miglio che il maggiore dei Potter era quantomeno infastidito dall’interruzione.
“Ti ricordi la Rivers?” andò al punto Albus.
“La ragazza con cui Lily litigava sempre a Hogwarts?”
“Sì, ecco, non solo a Hogwarts…”
James guardò il fratello esasperato allargando le braccia: “E quindi?”
“Credo che tra poco lasceranno da parte le bacchette e passeranno alle mani…”
James si passò una mano tra i capelli sbuffando.
“Ci vediamo dopo, ok?” disse rivolto a Ella.
La ragazza annuì: “Buona ricerca” gli augurò riferendosi al suo proposito di trovare la figlia dei padroni di casa per scusarsi.
Lui annuì. “Andiamo” aggiunse poi prendendo il fratello per un braccio.
“E poi avete il coraggio di dire che sono io l’attaccabrighe in famiglia…” Ella lo sentì dire mentre si allontanava.
 
 
 
Riuscire a separare Lily dalla sua vecchia rivale - vecchia, avevano finito Hogwarts solo da un anno… - non era stato affatto facile.
Dopotutto la ragazza sembrava aver ereditato il talento naturale della madre per le Fatture Orcovolanti e la Rivers aveva avuto l’infelice idea di fare un commento davvero poco carino sulla famiglia Potter quando Lily aveva già la bacchetta in mano perché stava facendo qualche dimostrazione di quello che aveva imparato allo stage da Spezzaincantesimi che aveva da poco cominciato a frequentare alla Gringott.
Quando alla fine la situazione si fu di nuovo calmata uno Scorpius dall’espressione grata gli si avvicinò per ringraziarlo.
“Davvero non sarebbe stato bello se si fossero messe a dare spettacolo” asserì il biondo. “Sarei intervenuto io, ma…”
“Evita, ti prego. Non voglio sapere cosa stavi facendo con mia cugina…”
Malfoy arrossì appena.
“Comunque” aggiunse riprendendosi subito “Ti ho visto che le parlavi, prima” specificò indicando con un cenno del capo una figura vestita di blu con tanto di maschera abbinata che in quel momento si era avvicinata a uno dei tavoli per prendere da bere.
“Sì...” rispose James facendo scorrere il suo sguardo sulla ragazza cercando allo stesso tempo di mascherare il suo stupore nello scoprire che Scorpius Malfoy conoscesse Ella.
Ma d’altronde era dei Malfoy che si stava parlando: poteva davvero essere sorpreso che avessero tali conoscenze?
“Non è una che si lascia avvicinare facilmente dagli altri, eh?” aggiunse giusto per dire qualcosa.
Scorpius sembrò guardarlo perplesso per un attimo, poi scosse il capo.
“No” confermò “Ma questo pensavo lo sapessi già” concluse, lasciandolo poi a domandarsi cosa volesse dire.
A James venne la sensazione di essersi perso qualcosa.
 
 
 
§
 
 
 
Scorpius raggiunse la sorella nel momento in cui quella diede un morso a un voluminoso bignè che aveva appena preso dalla tavolata del buffet dedicata ai dolci.
“Mi era sembrato di vederti parlare con Potter prima… non mi sembra che sia andato così male alla fine, no?”
“Mm-mm” acconsentì la ragazza con la bocca ancora piena.
“Avete parlato civilmente e tutto il resto… in realtà quando ci ho parlato prima sembrava quasi avesse incontrato un’altra persona”
“Sì ecco…” disse timidamente Eltanin dopo aver finalmente mandato giù il boccone.
Cavarsela con Potter era stato più facile e rapido del previsto.
Due frasi su come stesse andando la festa; sì, conosco qualcuno e poi basta.
“Potrei non avergli detto che ero io ed essermi presentata come qualcun altro…” concluse.
In effetti non era stato difficile fingersi una delle tante ragazze con cui probabilmente aveva di solito a che fare.
Scorpius la guardò con tanto d’occhi: “Tu che cosa?”
Eltanin scrollò le spalle: “Non mi ha riconosciuta, non è stato difficile fargli credere di essere una delle tante invitate, non mi ha neanche vista senza maschera. Ho deciso che non era il caso di rovinare la serata a tutti solo perché noi due avremo potuto mettergli a litigare come ai vecchi tempi, come d’altronde hanno fatto sua sorella e la Rivers, proprio un bello spettacolo…”
“Sei incredibile!” fu il commento del ragazzo prima di voltarle le spalle e andarsene.
Eltanin non era del tutto sicura che fosse stato un complimento.
 
 
 
§
 
 
 
Ella continuava a leggere la parole scritte sul suo biglietto chiedendosi se avrebbe avuto il coraggio di andare fino in fondo o no.
Era quasi mezzanotte ed era quindi arrivato il momento per gli invitati di risolvere l’indovinello scritto su quel piccolo cartoncino e capire dove si sarebbero dovuti trovare quando sarebbe arrivato il momento di togliersi la maschera.
La ragazza sapeva già dove sarebbe dovuta andare: le foglie alte come muro di cemento che fanno perdere il senso dell’orientamento erano sicuramente le siepi del piccolo – si fa per dire – labirinto che sorgeva al limitare del giardino, impossibile sbagliarsi.
Il punto era che aveva paura di chi sarebbe stato lì con lei, visto che ogni indovinello era doppio e l’intera cosa era stata pensata per far sì che due persone si trovassero insieme allo scoccare dell’ora.
Sospirando cominciò a dirigersi verso la sua destinazione, al massimo sarebbe potuta andare via.
 
Evidentemente quella sera qualcuno ce l’aveva con lei, perché James raggiunse il posto indicato nel biglietto nel suo stesso momento.
Entrambi si ritrovarono ad essere davvero sorpresi per il fatto di essere di nuovo insieme.
“Io… se vuoi posso fare cambio con qualcun altro, non sei obbligata a… è solo uno stupido gioco” borbottò James palesemente a disagio.
Ella scosse la testa: “Lascia perdere, non fa niente. Oramai siamo qui, no?” e lo pensava davvero.
“Va bene” assentì il ragazzo.
 
Rimasero in silenzio finchè dal resto del giardino non cominciarono a sollevarsi esclamazioni festose mentre alcuni fuochi d’artificio si levavano nel cielo.
Manco fosse la notte di capodanno…
 
Sorridendo appena i due si tolsero le rispettive maschere.
James non riusciva a fare a meno di fissare come incantato Ella: gli sembrava di vedere finalmente nitidamente il suo visto, rispetto a quel giorno all’Accademia quando gli era sembrato di non poterlo mettere bene a fuoco.
Sarebbe potuto rimanere così per ore.
 
La ragazza che si schiariva la voce leggermente in imbarazzo per la situazione fece finire il momento.
I fuochi erano terminati e nel giardino erano cominciati ad arrivare gli invitati che avevano partecipato alla festa per adulti che avvisavano i rispettivi figli che era arrivato il momento di togliere il disturbo.
“È meglio che vada” sussurrò Ella, e prima che James potesse fare qualcosa per fermarla la ragazza si era già allontanata confondendosi tra la folla.
 
 
 
 
Ormai tutti gli invitati, di entrambe le feste, avevano lasciato il Manor.
Il signor Potter si era trattenuto a parlare con il signor Malfoy mandando a casa la moglie e la figlia: Albus non aveva voluto sentire ragioni ed era rimasto ad aspettare il padre così da poter parlare ancora con Scorpius – durante la festa non aveva avuto molte occasioni per farlo – e James si era accodato così da poter bere ancora qualcosa di quello che era rimasto in tavola.
“Vorrei proprio sapere dov’è finita Eltanin, dall’ultima volta che le ho parlato ha passato il resto del tempo ad evitarmi…” commentò Scorpius ad un certo punto.
Al nome della ragazza la burrobirra che stava bevendo gli andò quasi di traverso.
Alla fine era stato così preso da Ella che si era completamente dimenticato della sorella di Malfoy e del suo proposito di provare a chiedere scusa.
Ma d'altronde come avrebbe mai potuto pensare ad un'altra quando aveva Ella davanti?
Scosse la testa come a voler scacciare il pensiero e finì la burrobirra.
 
“Ragazzi possiamo andare” il signor Potter fece il suo ingresso in giardino accompagnato dal padrone di casa.
Quest’ultimo si guardò intorno prima di chiedere: “Dov’è tua sorella?” rivolto a Scorpius.
Il ragazzo fece spallucce: “Si è volatilizzata appena è finita la festa”
L’espressione dell’uomo sembrò rabbuiarsi: “È già andata via?”
James e Albus seguivano interessati quello scambio di battute: alla fine dei conti nessuno dei due, nemmeno il più giovane che aveva più confidenza con Scorpius, sapeva davvero cosa ne era stato della ragazza dopo che aveva lasciato Hogwarts.
“No, non credo. Mi aveva assicurato che le avevano dato il permesso di stare via fino a domani sera, sarà qui in giro da qualche parte” lo tranquillizzò il figlio.
Permesso?” domandò a quel punto il signor Potter facendo per un attimo prevalere la sua indole da Auror.
“Sì, per… assentarsi da scuola…” rispose lentamente il signor Malfoy come se in realtà stesse pensando ad alta voce.
James accolse la risposta perplesso: scuola?
Suo padre sembrava aver avuto il suo stesso pensiero: “Scuola?” disse infatti ad alta voce.
“Sì, lei…”
“Papà…” lo interruppe Scorpius con tono ammonitore.
Se l’argomento di conversazione fosse stato un altro i presenti si sarebbero sicuramente stupiti di sentire il ragazzo usare un appellativo così familiare e informale.
“Sai che Eltanin non vuole che se ne parli…” aveva intanto concluso il ragazzo.
“… perché si vergogna a far sapere che va ancora a scuola?” se ne uscì James.
 
Nell’attimo in cui aveva terminato la frase avrebbe voluto picchiarsi da solo: come poteva pensare di farsi perdonare dalla ragazza se gli uscivano ancora certe cattiverie?
A sua discolpa avrebbe potuto dire che, davvero, non era stata sua intenzione offendere.
Voleva solo fare una battuta – sapeva benissimo che Eltanin era troppo secchiona per poter essere ancora a scuola – anche se era pienamente consapevole di aver decisamente sbagliato soggetto, luogo e tempistica.
Non erano più dei ragazzini: quando avrebbe imparato a mettere un filtro tra cervello e bocca e di conseguenza a tenere chiusa quest’ultima?
 
Il signor Malfoy strinse le labbra senza dire niente, suo padre sembrava esasperato e imbarazzato allo stesso tempo e Albus aveva la faccia di chi si stava chiedendo come faceva ad essere parente di un essere tanto stupido.
Se le occhiate avessero potuto uccidere James era sicuro che dopo quella che gli aveva riservato Scorpius si sarebbe potuto ritrovare a terra stecchito nel giro di un attimo.
 
“A scuola ci va perché è un’insegnante, razza di idiota!” esclamò il ragazzo arrivandogli a due centimetri dalla faccia.
Quello che aveva appena rivelato lasciò i Potter colpiti, ma Scorpius non aveva ancora finito.
“E poi ti chiedi come mai Eltanin abbia passato tutta la serata a cercare di stare lontano da te ed evitarti?”
Beh, quello non lo sapeva fino a quel momento…
“Sei così pieno di te che non ti accorgi che ogni volta che apri bocca offendi sempre qualcuno…”
Ok, forse stava esagerando.
“E quando le hai parlato e lei mi ha detto che si era fatta passare per qualcun altro le ho pure fatto la predica, ma a quando pare aveva ragione lei e ha fatto bene…”
Adesso James era davvero perplesso: lui non aveva parlato con Eltanin, non l’aveva neanche vista, non avrebbe saputo dire nemmeno di che colore fosse il vestito che aveva indossato!
“Senti, non so di cosa tu stia parlando, ma…”
Il ragazzo non ebbe il tempo di finire la frase che ci fu un boato assordante e tutti loro vennero sbalzati all’indietro da una potente onda d’urto.
Quando si rialzarono i tavoli della festa erano stati rovesciati e una figura di nero con una maschera in volto era apparsa davanti a loro.
La sua bacchetta era puntata verso Scorpius, anche lui in piedi, che però sembrava essere trattenuto da delle funi invisibili che gli impedivano qualsiasi movimento.
 
“Buonasera Malfoy”
 
 
 
§
 
 
 
Appena terminata la festa Eltanin era corsa in camera sua a cambiarsi.
Non che il vestito fosse brutto o particolarmente scomodo, ma riteneva di averlo tenuto addosso più che abbastanza.
 
Risalendo lungo il corridoio aveva incrociato la madre che le aveva chiesto di avvisare il marito che lei avrebbe continuato ancora un po’ la serata in un locale con alcune sue amiche e zia Daphne, visto che l’uomo era momentaneamente impegnato a parlare di questioni di lavoro con il signor Potter.
Prima si sarebbe tolta il vestito e poi sarebbe andata dal padre.
 
Aveva indossato i jeans con cui era venuta via quel pomeriggio e una maglietta con la scritta I’m on fire che le aveva regalato un suo amico della Casa del Fuoco per il suo ultimo compleanno.
Adorava quella maglia.
I suoi piedi cantarono l’alleluia quando li liberò da quei trampoli infernali che sua madre aveva avuto l’ardire di chiamare scarpe e per finire si sciolse i capelli dall’acconciatura raccolta in cui erano rimasti costretti fino a quel momento; erano così tirati che la testa stava cominciando a farle male.
 
 
Stava per raggiungere lo studio del padre per avvisarlo come le era stato chiesto quando si bloccò di colpo sulle scale stringendo il corrimano a causa del riflesso involontario che aveva acquisito a Hogwarts per il fatto molto simpatico che alle scale piace cambiare, soprattutto con qualcuno sopra.
Solo che le scale di casa sua non erano come quelle della sua vecchia scuola, non si muovevano.
Eppure lei avrebbe giurato di aver sentito il pavimento tremare…
 
Raggiunse di corsa la prima finestra che incontrò che si affacciava sul parco della casa e quando guardò fuori dovette trattenersi dallo stropicciarsi gli occhi per escludere di avere un’allucinazione.
 
Fuori c’era un uomo con una maschera sul viso – di certo però non uno degli invitati della festa appena conclusa – che stava duellando contro suo padre e il signor Potter.
Suo fratello era fermo poco più in parte che guardava il padre sempre più preoccupato mentre cercava di divincolarsi da qualcosa di invisibile che sembrava trattenerlo.
 
Eltanin si riscosse e senza pensarci due volte cominciò a correre – quasi volando – per raggiungere l’esterno della casa.
Nel mentre tirò fuori la sua finta bacchetta sperando che nessuno si accorgesse di qualcosa e che anche quella non decidesse di dare forfait come quella che l’aveva preceduta.
 
Poteva farcela.













Ma salve!
Avrei voluto pubblicare ieri in occasione del primo settembre dei famosi "19 anni dopo" ma sono stata fuori tutto il giorno e non ce l'ho fatta.
Diciamo pure che in realtà la pubblicazione di questo capitolo non era proprio prevista in tempi così brevi, ma... ho passato l'esame di inglese (!!!) e quindi volevo festeggiare la cosa anche con voi :)
Passando alla storia...
Come (spero) avrete notato all'inizio del capitolo non c'è più il disclaimer del salto temporale: se la cosa doveva essere stata chiarita (almeno un po') lo scorso capitolo, credo che adesso non ci siano più dubbi.
Io tutti gli elementi ve li ho dati, potete trarre le vostre conclusioni... ...e aspettare il prossimo capitolo per vedere se sono giuste XD
Qualche ideuccia nuova potrebbe essere arrivata grazie ad un viaggio in treno abbastanza illuminante (la Rowling insegna...) anche se per il momento non è ancora nulla di concreto (tutto questo per dire che per il momento vi dovrete ancora sorbire lunghe attese tra un capitolo e l'altro).
Vi ricordo come al solito che non mordo e che non è mia abitudine spedire maledizioni o malocchi insieme alle risposte delle recensioni quindi fatemi sapere che ne pensate!
E poi praticamente è adesso che è iniziata la storia, quindi...
Vi saluto prima che queste note diventino più lunghe del capitolo stesso
A presto!
E.
   
 
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