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Autore: _Noodle    02/09/2017    1 recensioni
[BoKuroo] Hogwarts!AU
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"La partita, iniziata una decina di minuti prima, vedeva i Serpeverde in vantaggio di cinquanta a zero. Bokuto, intriso di spirito competitivo, sfrecciava su e giù per il campo scagliando bolidi contro la squadra avversaria, Kuroo proteggeva il suo territorio come solo un feroce predatore avrebbe potuto fare e Tendou Satori, Serpeverde dai trascorsi miracolosi, cronista della partita e grande amico di Tetsurou e Koutarou, commentava il gioco con energica vitalità".
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Quando una partita a Quidditch, una scommessa e un consiglio sussurrato da voce amica possono portare alla migliore delle rivelazioni.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Koutaro Bokuto, Tendo Satori, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Room of Requirement.
 
 
 
 
 
 
 
Scope scintillanti fendevano l’aria come dardi infuocati. Tornado lucenti tracciavano complicatissimi percorsi ed eseguivano ancor più complicati movimenti, evoluzioni rischiose ed avventate. Le lunghe casacche giallo canarino della squadra di Tassorosso graffiavano il cielo terso di maggio confondendosi con lo scintillio del sole, mentre le divise verde smeraldo che indossava la squadra di Serpeverde mordevano le poche nuvole rimaste, subdoli diversivi contro cui i bolidi avevano ben poca efficacia.
Nelle tribune sottostanti, una miriade di bandiere colorate e di stendardi, di striscioni e di mascotte realizzate con la cartapesta accompagnavano gli studenti di ogni Casa nel tifo accanito per la propria squadra.
Il capitano della squadra di Tassorosso era Bokuto Koutarou, un ragazzo tutto gel e adrenalina, battitore talentuoso in grado di disintegrare un bolide con un poderoso calcio in mancanza della mazza. Era bello oltremisura, caparbio, ma lunatico, affezionato alla sua squadra più di quanto lo fosse alla sua vera famiglia.
Il capitano della squadra di Serpeverde, invece, era Kuroo Tetsurou, astuto ed ambizioso, un angelo tentatore dagli occhi nascosti, portiere inflessibile ed inarrestabile, muro invalicabile ed infrangibile. Anch’egli era di un fascino non indifferente: molto popolare tra le ragazze, veniva spesso nominato il re del campo.
 
La partita, iniziata una decina di minuti prima, vedeva i Serpeverde in vantaggio di cinquanta a zero. Bokuto, intriso di spirito competitivo, sfrecciava su e giù per il campo scagliando bolidi contro la squadra avversaria, Kuroo proteggeva il suo territorio come solo un feroce predatore avrebbe potuto fare e Tendou Satori, Serpeverde dai trascorsi miracolosi, cronista della partita e grande amico di Tetsurou e Koutarou, , commentava il gioco con energica vitalità.
<< Ed ecco Asahi Azumane, cacciatore dei Tassorosso, infilare la pluffa nella porta dei Serpeverde! Siamo in parità, ragazzi, cinquanta e cinquanta! È meglio che Kuroo metta in mostra i suoi talenti! >> ridacchiò Satori, lanciando occhiatacce a Kuroo, che lo fissò di rimando.
<< Hey, hey, hey! >> strillò Bokuto alzando le braccia e tenendosi in equilibrio con i bicipiti scolpiti.
<< Non pensare che sia finita qui, fratello! >>
Bokuto era volato in direzione di Kuroo e gli aveva lanciato uno sguardo malizioso e complice. Nessuno l’avrebbe mai detto (soprattutto tra i compagni di Kuroo), ma i due capitani erano amici più di quanto lo fossero mai stati un Serpeverde e un Tassorosso. Era impossibile l’amicizia tra le due case, si vociferava. Loro erano l’eccezione che confermava la regola. La fiducia in sé stesso di uno colmava le insicurezze dell’altro, la tenacia e la fatica compensavano il talento e la buona sorte. Due facce della stessa medaglia, o dello stesso biscotto alla zucca.
<< Non ti farò sfondare un’altra volta la mia porta >> ribatté Kuroo per provocarlo, suscitando nel battitore un risolino divertito.
<< Ed ecco il cacciatore dei Serpeverde, Suguru Daishou, schivare un bolide assassino e passare in mezzo alle gambe del cercatore di Tassorosso! Mettila dentro Suguru! >>
Incitato dalle parole di Satori, il bel serpente dagli occhi verdi non poté fare a meno che segnare, ribaltando dalla scopa Terushima, il portiere della squadra avversaria.
<< Merda! >> l’esclamazione sincronizzata di Bokuto e di Terushima non passò inosservata al portiere dagli occhi nascosti, che manifestò la sua soddisfazione sfoderando un ghigno compiaciuto e battendo il cinque a Suguru. Vedere Bokuto districarsi tra l’ira e l’insoddisfazione era lo spettacolo preferito di Tetsurou: sapeva che a quel punto, grazie ad una piccola spinta, Koutarou avrebbe dato il meglio di sé.
<< Scommettiamo tre pinte di Burrobirra corrette? L’ultima volta hai offerto tu, non vorrai offrirmele anche questa volta! >> esclamò Kuroo non appena l’amico gli passò vicino. Il patto venne suggellato da una vigorosa stretta di mano corretta con lo sputo.
 
I giocatori si rincorrevano, segnavano, tentennavano e agivano d’istinto, risultando non poco sconsiderati. A Suguru vennero segnalati diversi falli, mentre Terushima incassò un pugno nello stomaco da parte di Bokuto, impazzito per lo svantaggio e per l’imminente sconfitta che gli avrebbe inferto Serpeverde.
<< Non possiamo avere sessanta punti di svantaggio! Forza! E tu, Yamaguchi, vedi di prendere quel boccino alla svelta! >>
Le parole di Bokuto, che aveva tentato di incitarli, non fecero che agitare ancora di più la squadra. I Tassorosso sbagliarono diversi gol, Serpeverde guadagnò svariati rigori che Terushima non riuscì a parare, e la partita si concluse in bellezza con la conquista del boccino d’oro da parte della squadra verde-argentata.
Tra le grida per la vittoria e i lamenti per la sconfitta, le squadre si congedarono rumorosamente, anelanti chi di una doccia calda, chi di festeggiare come se non ci fosse un domani.
 
<< Bokuto, mi dispiace di non essere riuscito a parare quei rigori, mi sento un verme. È colpa mia se non vinceremo il campionato di Quidditch. >>
Terushima, dopo essersi fatto una doccia ristoratrice e aver cacciato Tendou, in cerca di reazioni post partita, dal loro spogliatoio, era uscito allo scoperto ed era venuto a scusarsi con Bokuto, più funereo che mai.
<< La colpa è mia. Non sono un buon capitano e mai lo sarò. Non sono all’altezza di Kuroo nel Quidditch, e non solo… >>
Bokuto teneva la testa infossata tra le mani, le guance erano rigonfie come quelle di un criceto intento ad ingozzarsi.
<< Non è vero! Ci hai sempre spronato e hai sempre dato il massimo, non rimproverarti per questo >> tentò di consolarlo il biondo, appoggiandogli una mano sulla coscia.
<< Non mi rimprovero solo per questo. Mi rimprovero di non riuscire mai a dare il meglio per rendere il mio migliore amico fiero di me. Offro birre e prendo pacche sulle spalle. Detesto non ricevere mai un complimento, o un qualunque altro gesto di apprezzamento da parte sua. È difficile convivere con questa sensazione. >>
Bokuto si alzò in piedi, dirigendosi verso la biblioteca.
 
<< Se vinciamo contro i Grifondoro la coppa è nostra! >> aveva esultato Kuroo, issato sopra le spalle di Tendou. Insieme, barcollanti e scoordinati, raggiungevano i quattro metri di altezza, ma grazie ad un incantesimo espandente i due erano riusciti ad alzare il soffitto di alcuni centimetri.
<< Lasciateli a me quelli di Grifondoro! >> sibilò Suguru, sollevando una bottiglia di burrobirra trafugata illegalmente dal pub di Madama Rosmerta e portata ancora più illegalmente all’interno del castello.
<< Avete visto quant’era disperato il battitore? Gli si sono ammosciati i capelli dallo sconforto! >> ridacchiò Daishou, tracannando la burrobirra con avidità.
<< Attento a come parli, Daishou >> commentò Kuroo, scendendo dalle spalle appuntite di Tendou.
<< Oh, giusto, dimenticavo che voi due siete amici! >>
<< Esattamente, quindi stai bene attento a quello che dici. Solo io ho il privilegio di prenderlo in giro. >>
Tendou, dopo le parole di Kuroo, lo fissò spalancando gli occhi e alzando le sopracciglia, come se si fosse appena ricordato di una cosa importante che doveva assolutamente essere rivelata.
<< Tetsu posso parlarti un attimo? >> sussurrò al suo orecchio, afferrandogli il braccio destro.
<< Tetsu? Da quando in qua mi chiami Tetsu? >> domandò l’altro arricciando le labbra e guardandosi attorno confuso.
<< Questo non è importante, vieni con me e non fare storie. >>
Satori trascinò Kuroo fuori dal dormitorio dei Serpeverde, conducendolo verso l’atrio e poi fuori, nell’immenso parco di Hogwarts. Si nascosero dietro un pino, Kuroo sempre più confuso e Tendou sempre più impaziente.
<< Ma perché ci nascondiamo qui dietro? Che sta succedendo? >>
Tendou tappò la bocca di Kuroo premendo la sua mano sottile contro la bocca dell’altro. Per un attimo il moro temette che volesse rapirlo.
<< Non parlare adesso, tocca a me >> bisbigliò il rosso guardandosi attorno circospetto << devo rivelarti un segreto. >>
Kuroo s’incupì leggermente, ignorando se l’amico gli stesse tendendo un tranello o fosse realmente sincero.
<< Ho scoperto una stanza che farebbe proprio al caso tuo >> rivelò in punta di labbra.
<< Una stanza? Che genere di stanza? Un’aula abbandonata? E perché farebbe al caso mio? >>
<< Molto meglio di un’aula abbandonata! È una stanza magica. Si trova al settimo piano, davanti alla statua di Barnaba il Babbeo. La scorsa settimana stavo cercando disperatamente di nascondermi da… beh, non è importante, ma la cosa importante è che, arrivato davanti alla statua e percorrendo avanti e indietro per tre volte il piccolo tratto del corridoio davanti a Barnaba, mi si è manifestata una stanza completamente vuota a mia disposizione. Prima non c’era! Sono riuscito a nascondermi, e, sebbene chi mi cercava fosse alle mie calcagna, non è riuscito a trovarmi.
Anche Shirabu dice di aver trovato una stanza magica al settimo piano. Una volta, quando era raffreddato, la stanza gli si è manifestata ed era piena di fazzoletti. Capisci cosa intendo? La stanza si manifesta e muta a seconda della tua esigenza. La chiamano, la stanza delle necessità. >>
Kuroo fissò Tendou a bocca aperta, sconvolto dal fatto di non aver mai trovato una stanza tanto utile e interessante all’interno del castello.
<< Perché non me l’hai detto prima? Quella stanza potrebbe essere la soluzione a tutti i nostri problemi, potremmo infischiarcene delle regole e commettere infrazioni e non essere mai beccati, se ci nascondiamo lì dentro. Dobbiamo andare subito a scovarla! >> esclamò Tetsurou, sporgendosi dal pino, pronto a scappare.
<< Ma allora non hai capito proprio nulla! La stanza si manifesterà a te solo nel momento del bisogno. >>
<< Quindi, dici che se non ne ho bisogno non la scoverò mai? >> chiese abbattuto Kuroo, abbassando leggermente gli occhi.
<< Centrato. Ma qualcosa mi dice che questa sera potrebbe tornarti utile. Apri gli occhi ogni tanto, tigre. >>
Tendou girò i tacchi, intento ad abbandonare il loro nascondiglio campestre, ma Kuroo lo fermò con un rapido gesto della mano.
<< Che cavolo stai dicendo? >>
<< Sto dicendo >> riprese Satori divincolandosi << che visto che tieni molto al tuo amico Bokuto, dovresti dedicargli qualche attenzione in più. Non dovrei accorgermene io, che sono il cronista… ho origliato la sua conversazione con Terushima dopo la partita e credo proprio che abbia bisogno di parlare con te. >> Tendou si allontanò, lasciando Kuroo dietro al pino, lo sguardo confuso e inebetito.
<< Oh, un’altra cosa! La vittoria non è tutto, ricordatelo. >>
 
<< Bro? >>
La voce di Kuroo echeggiò per tutta la biblioteca, rimbalzando sulle pareti stracolme di libri. Piccoli granelli di polvere caddero a terra, scossi dalla potenza della sua voce. Bokuto era seduto ad uno dei grandi tavoli di ciliegio, ma davanti a lui non vi era nessun volume interessante.
<< Come hai fatto a trovarmi? >> domandò Bokuto, alzando anche lui il tono di voce.
<< Sapevo che ti avrei trovato qui perché è l’unico posto in cui nessuno ti avrebbe cercato. Mi devi una burrobirra, ricordi? >> scherzò il moro, sorridendo radiosamente. Si avvicinò a Bokuto, afferrò una sedia in modo sgraziato e si sedette vicino a lui. Ciò che vide quando appoggiò i gomiti sul banco di legno, tuttavia, fu peggio che subire qualunque sconfitta: Bokuto aveva gli occhi lucidi.
<< Bro, che hai? Mi dispiace per la sconfitta, non pensavo l’avessi presa così male… >>
<< Questo perché non pensi mai a sufficienza >> rivelò con dolcezza Bokuto, voltandosi verso Kuroo. Una piccola lacrima gli solcò la guancia pallida.
<< Non abbiamo mai vinto una partita contro i Serpeverde. Non siamo mai riusciti ad ingannarvi o a studiare con precisione le vostre tattiche. Questo, forse, perché non sono un buon capitano, perché non sono il re del campo, come lo sei tu. >>
<< Ma che dici… >>
<< Lasciami finire >> lo interruppe Bokuto. La sua voce era incrinata e spezzata, ma non per questo irata o sconvolta. Era semplicemente affranto.
<< Il fatto di non essere mai riuscito a dimostrarti nulla per me conta molto. Non sono mai riuscito a dimostrarti di essere una persona che vale, un degno capitano, un degno leader, un esempio da seguire. E questo mi fa star male, perché sei… sei il mio… sei la persona che preferisco a questo mondo, Kuroo. E mi sarebbe piaciuto renderti fiero di me, una volta tanto. >>
Il portiere ammutolì, gli occhi spalancati e le pupille dilatate. Una luce nuova aveva illuminato i tratti squadrati del suo migliore amico, una luce che non aveva niente a che vedere con quella del sole. Era molto più accecante. Incapace di controbattere, Kuroo tentennò per qualche secondo, deglutendo rumorosamente e gesticolando con le mani callose.
<< Non c’è bisogno che tu mi dica niente. Continueremo lo stesso a divertirci, e io continuerò ad offrirti le burrobirre che ti devo >> sorrise Bokuto, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
<< No >> disse Kuroo ad un tratto, secco ed inflessibile. Bokuto curvò gli angoli della bocca verso il basso, spaventato che le sue parole avessero potuto ferire in qualche modo l’amico.
<< No. Io non posso accettare quello che mi hai detto. Non posso accettare il fatto che tu non ti consideri abbastanza, non posso accettare che tu non creda di essere un esempio. Io non posso,  Bo. E non me ne frega niente delle birre, non me ne frega niente delle vittorie a Quidditch o di ciò che io posso fare meglio. Tu, a differenza mia, hai il coraggio di provarci sempre. Io ho soltanto fortuna e una buona dose di talento, ma non penso che sia abbastanza. Per me sei un esempio, Bo. >>
<< Dimostramelo >> scandì glaciale Koutarou.
Kuroo lo fissò negli occhi color miele, cercando di non restarne intrappolato, come nelle sabbie mobili. Cercò di trovare le parole adatte per spiegare ciò che provava, cercò di trovare le parole adatte per garantire a Bokuto che ciò che gli aveva detto era la verità. Ma non ne fu capace. Aprì e chiuse la bocca per diversi minuti, espirò profondamente e allo stesso modo inspirò. Gli occhi di Bokuto non cessavano di scrutarlo, di tentare di trovare in lui delle risposte. Poi, le parole di Tendou gli affiorarono nella mente e nel cuore, e insieme a queste un nuovo e febbricitante pensiero. Afferrò la mano di Bokuto, e come se fosse stato il boccino d’oro, agognato e tanto atteso, lo trascinò via con sé.
<< Dove stiamo andando? >> chiese il Tassorosso, incapace di smettere di fissargli la mano, di fissare le loro mani, aggrovigliate l’una nell’altra.
<< Andiamo al settimo piano. >>
Una volta giunti davanti alla statua di Barnaba il Babbeo, Kuroo si fermò di scatto e prese a fissare il muro. Poi il suo sguardo ritornò a Bokuto, dubbioso, quanto stanco.
<< Senti, non ho voglia di mettermi nei guai in questo momento, Kuroo. Me ne vado. >>
<< No, aspetta! Aspetta >> gridò e successivamente bisbigliò Tetsurou. Dammi dieci secondi.
Kuroo camminò avanti e indietro davanti alla parete, per tre volte. Alla fine della terza, afferrò le mani di Bokuto e attese che succedesse qualcosa. Fu quando i loro fiati iniziarono a mescolarsi, quando i loro sguardi furono talmente strabici da incatenarsi che una porta si spalancò di fianco a loro, libera da qualunque mobilia, fatta eccezione per un morbido tappeto rosso.
<< Sapevo che ti avrei trovato >> disse impercettibilmente Kuroo, a pochi centimetri dalle labbra di Bokuto, tremante.
<< Cosa…? >> sospirò Koutarou.
Kuroo sposto lo sguardo verso la stanza, poi verso il soffitto, poi verso l’uomo che teneva stretto a sé.
<< Sapevo che avrei trovato la mia necessità. >>
Le loro labbra s’incontrarono, tremolanti e voraci, mordaci ed affamate. Non attesero che le loro lingue iniziassero a scoprire l’una la bocca dell’altro per gettarsi a terra, sul morbido tappeto rosso della stanza delle necessità. Iniziarono a rubarsi i pensieri e i sentimenti, le anime e la decenza, intervallando i tiepidi baci con dolci risate. Iniziarono ad esplorare i loro corpi allenati e a gettare a terra i vestiti, senza alcun timore che qualcuno potesse vederli o rimproverarli. Erano completamente liberi, orgogliosi l’uno dell’altro. Kuroo era fiero del coraggio che aveva avuto Bokuto nel rivelargli le sue paure e Bokuto era ammaliato dalla spontaneità con cui Kuroo era riuscito a dimostrare ciò che le sue parole gli avevano soltanto debolmente rivelato.
Restarono meravigliati da quanta magia potesse circondarli in quel momento, lì, al settimo piano, nella stanza delle necessità.
 
 
 
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Non ci crederete mai, ma sono viva. E sono anche terribilmente dispiaciuta di non essermi più fatta viva in questi mesi, ma tra impegni vari ed un incallito blocco dello scrittore, non sono stata in grado di buttare giù niente e di continuare la raccolta di OS che avevo iniziato, soprattutto. Avrei voluto e vorrei portarla a termine, ma non credo di esserne più in grado.
Nulla però mi ha impedito di scrivere questa piccola OS senza pretese per la mia dolcissima e preziosissima Ems, alla quale la dedico! Grazie per avermi spinto a ritornare a scrivere e grazie per regalarmi sempre parole bellissime <3 Questa storia è tutta tua e spero, in futuro, di regalartene di più belle, perché te le meriti tutte!
Ovviamente mando un abbraccio fortissimo a chiunque leggerà o recensirà questa storia, spero di aver lanciato un po’ di fluff e arcobaleni anche a voi! :3 Amo HP, amo questi due animali e amo le Hogwarts!AU. Questo è tutto! Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete voglia (:
_Noodle 
  
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