Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: mega n    03/09/2017    0 recensioni
Aleksandra Miusov, esperta agente dello S.H.I.E.L.D., riceve da Coulson un'importante missione: deve evitare che l'HYDRA entri in possesso di un pericoloso manufatto alieno, ma suo malgrado si ritroverà a necessitare l'aiuto dell'unica persona che ucciderebbe a prima vista senza nemmeno pensarci...
Dal testo:
«Cosa ci fai qui, agente Miusov?», mi domandò con un ostentato tono di sorpresa. Era disarmato, e in trappola, ma pareva mi avesse aspettata per tutto quel tempo nascosto nella boscaglia, come un fuggitivo disperato. Ero consapevole che mi sarei potuta aspettare di tutto da uno come lui, Coulson mi aveva avvertita, e il fascicolo informativo di cui mi aveva fornita era decisamente ricco di informazioni. E poi, lo conoscevo piuttosto bene.
«Non saprei, tu che dici? Sono uscita per una battuta di caccia, agente Ward, e tu invece?», replicai ammiccando al fucile che gli stavo puntando contro, nonostante entrambi sapessimo che non gli avrei sparato… anche perché avevo finito le munizioni.
«Cercavo te, se proprio vuoi saperlo», rispose sorridendomi.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Grant Ward, Nuovo personaggio, Phil Coulson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Leggi Shakespeare?», domandai sorpresa all’uomo che mi trovai davanti entrando in quel piccolo negozietto all’angolo della strada.

Lo conoscevo, tempo prima ci andavo spesso per passare del tempo quando mi annoiavo o quando rischiavo di uccidere qualcuno dei miei colleghi, in preda alla rabbia per qualcosa che aveva detto. Quella volta, però, era diverso. Nell’esatto istante in cui ero entrata, mi ero resa conto che tutto ciò che avessi fatto da quel momento in poi sarebbe stato condizionante dell’esito della mia missione.

«Me l’hai consigliato tu, ricordi? Qualcosa come due mesi fa… da quanto tempo non ci vediamo!», rispose sorridendo l’uomo, posando il libro sul bancone, «Dimmi solo una cosa e poi mi dici perché sei qui… come va a finire tra Otello e Desdemona?».

«Non voglio rovinarti il finale, d’altronde ti basta leggere le ultime pagine per scoprirlo, non chiedermelo; ora pensiamo agli affari, piuttosto», replicai freddamente, «Ho bisogno di un’arma».

«Un’arma. D’accordo, come desideri; che tipo di arma?», si arrese il mio interlocutore.

«Carter, mi conosci ormai: mi piacciono le cose semplici, ma non devono passare inosservate… dammi un fucile, il più costoso che hai», replicai con tranquillità e leggerezza, guardandomi intorno con indifferenza e disinteresse.

«Un fucile? Parti per una battuta di caccia adesso? Non ti credevo il tipo di persona che ama uccidere animali…», commentò Carter mentre gli porgevo i documenti.

Sorrisi mentre mi passava un catalogo aperto alla pagina dov’erano riportati tutti i tipi di fucili in vendita.

«No, infatti devo uccidere delle persone, mio caro, ma tu fa’ finta che sia andata a caccia…», ribattei ironicamente, «Dammi quello che può contenere più munizioni… e con il prezzo più elevato, almeno mi libero di un po’ di banconote, mi sento il portafoglio troppo pesante», ordinai senza nemmeno dare un’occhiata al catalogo.

«Va bene, un momento solo e te lo porto.», concluse il negoziante scomparendo dietro una porta di legno alle sue spalle.

 

***

 

«Agente Miusov», dissi accostando il cellulare all’orecchio.

Era Coulson; due volte in un giorno, un record!

«Lieto di sentirti; hai ricevuto il rapporto sull’Obelisco?», domandò la gracchiante voce del direttore dello S.H.I.E.L.D., che non lasciava trasparire alcuna emozione.

«Naturalmente, ho appena finito di leggerlo.», risposi freddamente, mentre sfogliavo distrattamente un fascicolo su quel misterioso manufatto alieno dal potere di pietrificare le persone. Piegai la testa fino a toccare la spalla per evitare che mi cadesse il telefono e ripresi a preparare il mio armamento; in realtà avevo appena finito di modificare, caricare e lucidare il fucile, ma poco importava, avevo letto le informazioni che mi sarebbero state utili per la mia missione e ciò sarebbe bastato.

«Molto bene…», mormorò Coulson, e dal tono con cui mi si rivolse intuii che aveva altro a cui pensare, preoccupazioni ben peggiori… dopotutto, ero una delle spie migliori dell’agenzia – parole sue, utilizzate per convincermi ad accettare l’incarico, ma pur sempre vere.

«Ah, Coulson, mi servirebbe un favore…», lo interruppi.

«Perché ogni volta che pronunci questa frase non c’è mai da aspettarsi nulla di buono?», chiese ostentando una certa calma, ma non riuscendo a camuffare la paura che pareva perseguitarlo costantemente.

«Perché sono una spia russa dai metodi non convenzionali?», replicai, citando la frase con cui si apriva il rapporto su di me redatto da Nick Fury in persona.

«Oppure perché ti piacciono le cose costose e durante le missioni mi chiedi soldi in continuazione?», mi provocò il direttore. Più che altro mi divertivo a spendere i soldi in armi costose, era il mio passatempo preferito, come quello di un mio vecchio amico era costruire armature high-tech…

«Tutti hanno bisogno di un hobby, Phil», ammisi divertita.

«Già, ma i soldi sono i miei…», obiettò Coulson contrariato, «E anche se ti ho affidato una missione estremamente delicata, non ti darò altri soldi oltre a quelli promessi».

Scossi la testa ridendo: «Non ti chiederò dei soldi, ho solo bisogno di un favore».

Impiegai diverso tempo per convincerlo ad accettare, ma alla fine, come previsto, cedette senza troppe storie, il che era un bene, considerando che nemmeno io ero molto convinta di ciò che gli chiesi, nonostante mi fosse indispensabile: avevo il terrore degli aerei, era comprensibile che mi credesse impazzita quando udì la mia richiesta, ma fu costretto a fidarsi, d’altronde ero l’unica persona disponibile per un simile compito.

Compito che, sapevo bene, non sarebbe stato per niente facile. Ma ero pronta… e abituata a portare a termine missioni impossibili anche più difficili di quella, naturalmente.

 

   
 
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