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Autore: profumodiricordi_    04/09/2017    0 recensioni
L’ultimo giorno d’estate è quello che ci godiamo di più, lo sanno tutti.
Vivi tutto, senti tutto, lo respiri a pieni polmoni consapevole che dal giorno seguente un ticchettio insopportabile scandirà ogni ora della tua giornata.
Sveglia, vai a scuola, studia e così via fino alle vacanze di Natale.
L’ultimo giorno d’estate si saluta il mare, si mettono via i vestiti leggeri e si appendono le fotografie al muro o probabilmente ci si ritrova sulla cima di una vecchia terrazza alle tre del mattino con tanti pensieri nella mente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When Summer Ends.
 
 
L’ultimo giorno d’estate è quello che ci godiamo di più, lo sanno tutti.
Vivi tutto, senti tutto, lo respiri a pieni polmoni consapevole che dal giorno seguente un ticchettio insopportabile scandirà ogni ora della tua giornata.
Sveglia, vai a scuola, studia e così via fino alle vacanze di Natale.
L’ultimo giorno d’estate si saluta il mare, si mettono via i vestiti leggeri e si appendono le fotografie al muro o probabilmente ci si ritrova sulla cima di una vecchia terrazza alle tre del mattino con tanti pensieri nella mente.
Nessuno di loro ha avvertito gli altri, nessuno poteva giurare con certezza che non si sarebbe ritrovato da solo, nel bel mezzo della notte, a guardare le luci della città che lampeggiano e mescolano come piccole fiamme, a sentire il freddo pungente di settembre.
 
La prima ad arrivare è Margot, si siede sulle piastrelle umide portandosi le ginocchia al petto e con un movimento veloce della mano si sistema un ciuffo dietro l’orecchio. E’ uscita di casa in punta di piedi, con una coperta e un pacchetto di sigarette; se sua nonna la vedesse scuoterebbe la testa così forte. Se la immagina, col vestito a fiori e gli occhiali sul naso. Fa freddo e la felpa le copre appena le braccia, assieme ai jeans consumati che si è infilata in tutta fretta.
Margot sbuffa e pensa, alterna queste due azioni molto spesso. Dice che i suoi pensieri la annoiano, che vorrebbe immaginarsi qualcosa di diverso ogni tanto. Tutti sanno che in realtà non vuole.
Pochi attimi dopo qualcuno le si siede accanto, le allaccia un braccio dietro alle spalle dove posa la testa coperta da una cascata di capelli biondi.
Carrie è la sua migliore amica da anni ormai, nessuno sa spiegarsi come sia possibile. Loro stesse se lo domandano a volte.
Allunga una mano, sfilando una sigaretta dal pacchetto – sarà tutto diverso domani? –
La guarda con la coda dell’occhio, mentre Margot annaspa. Lo sa già che no, non ci sarà nulla di nuovo.
- Non lo è mai –
Carrie sorride, guardando in basso – lo sai cosa intendo –
- In realtà no –
- lo stai cercando ancora? –
Margot si passa le mani tra i capelli – lo cerco sempre – risponde. Per lei non cambia mai niente.
Si preoccupa troppo, piange troppo, lo cerca troppo. Il suo amore esotico, quello che le sembra così irraggiungibile, misterioso.
E’ troppo romantica, crede che sia tutto come lo si legge in quei libri da quattro soldi che trova in saldo al negozio in centro.
E crede in lui. Nei denti leggermente irregolari, i nei sul collo e la barba che si fa crescere sul mento.
- Smetti di cercarlo. Oppure trovalo. –
Carrie è difficile da comprendere. Non le importa di niente, le importa di tutto, sta bene da sola, vuole qualcuno.
Margot pensa che qualcuno non lo abbia ancora trovato, che cambierà idea.
Che però per adesso si bastano così.
Parlano, tanto e di tutto.
Poi le scale antincendio sul lato del palazzo iniziano a tremare, mentre dei passi svelti si avvicinano nella foschia della notte.
Kevin si appoggia alla ringhiera, i piedi intrecciati e una sigaretta dietro all’orecchio che si appresta ad accendere.
Loro tre hanno molto in comune. Vizi, pregi, difetti.
- Non ne posso più – esordisce, asciugandosi la fronte con il dorso della mano – non ne posso già più –
Carrie gli si lancia addosso, le braccia attorno al collo -  non hai ancora iniziato –
- E ho voglia di smettere –
Kevin è un anno più piccolo, pur non sembrandolo affatto.
E’ alto, moro e intelligentissimo.
Lui e Margot si scambiano un’occhiata d’intesa prima che lei gli si sieda accanto.
- E così anche quest’anno è andato –
Carrie scuote la testa – andato non vuol dire quello che pensi tu –
- Cioè? –
- Sprecato. Sparito. Un anno in meno per far sì che il tuo ragazzaccio sia davvero tuo. –
Margot ride, la sua amica tende ad enfatizzare troppo qualsiasi cosa dica.
Kevin non è così, anche per questo si assomigliano.
Anche lui è confuso, anche lui prova tante cose che non lo fanno dormire la notte.
- Pensate che domani l’estate sia davvero finita? – chiede, la voce che trema.
E’ una di quelle domande che rimarranno in sospeso, perché lo sanno tutti che sì, l’estate è già finita e loro non dovrebbero di certo essere seduti sul pavimento di una terrazza, le prime luci dell’alba ormai quasi alle porte, ma non è questo ciò che intendono.
Si domandano se l’inverno li porterà lontani, se Margot avrà tempo per tornare a leggere ciò che ha appuntato sul suo diario di pelle, se Carrie smetterà di allontanare chiunque non sia uno di loro o se Kevin sorriderà ancora in treno di mattina e si infilerà le cuffie appiattendosi contro il sedile, come l’inverno scorso, come prima che finisse l’estate.
- Come mai siete qui stanotte? – Margot si sistema meglio accanto a Kevin, coprendosi le spalle infreddolite con la coperta.
- Prima tu. – la esorta Carrie, schiacciando un mozzicone contro il muro.
- Non dormo quasi mai la notte –
- Questo lo sappiamo – puntualizza – il vero motivo –
- Dormo poco la notte e ho paura. Perché non so niente. Non so cosa sarà diverso, diamine, se io sarò diversa. Non sono pronta a lasciare l’estate. –
Kevin già lo sa, gli basta poco perché la sua migliore amica sia come un libro aperto per lui – ora tu – indica la bionda che si sistema i capelli sotto un ampio cappello che ha appena tirato fuori da una borsa scura.
- Sono qui perché volevo vedere se ci sareste stati anche voi. – ammette, ha gli occhi sinceri e a Margot si chiude lo stomaco. La verità è che non è abituata a dover essere quella forte. Le piace potersi adagiare tra le braccia dei suoi amici e farsi ripetere cose che talvolta si dimentica. Chi è, cosa vuole e perché lo vuole.
- Kev? –
Il più piccolo si schiarisce la voce e mordicchia l’unghia del pollice, lo fa sempre quando è nervoso o non sa cosa dire.
- Sembriamo la versione ridotta del “Breakfast Club” –dichiara.
Margot ridacchia – noi siamo meglio di loro –
- In ogni caso sono qui perché a casa c’era troppo silenzio, non mi piace. Io ho sempre qualcosa da dire. –
 
 
All’orizzonte l’alba illumina il cielo scuro, l’estate è davvero terminata.
Carrie corre veloce lungo le scale, se sua madre svegliandosi non dovesse trovarla potrebbe davvero rinchiuderla in un collegio femminile. Saluta entrambi gli amici con un cenno della mano prima di avviarsi verso casa, consapevole che si vedranno di nuovo tra meno di due ore.
Kevin e Margot si trascinano lungo la strada, il sonno perduto che appesantisce ogni passo.
 
Poche ore dopo sono insieme, Carrie e Kevin cantano, le voci stridule fanno voltare ogni passeggero del treno nel raggio di qualche metro.
Margot sorride, si gira verso il finestrino e lui è lì. E’ cresciuto durante l’estate, si è fatto la barba e tiene le spalle un po’ più dritte.
L’estate è finita, ma non significa che l’inverno possa essere peggiore.
 

 
 
Xx
Giulia.

 
   
 
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