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Autore: EmsEms    04/09/2017    2 recensioni
Indiana Jones!Bokuto alle prese con gli abitanti di un antico tempio urbano.
[BoKuroo]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Koutaro Bokuto, Tendo Satori, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono presa una pausa dall'angst ( sì, ho rimesso mano a Ragnarok, e l'ho mollato subito per scribacchiare questa storia stupida, perché sono una debole), e da Oikawa & company.
È ambienta a Berlino, per essere più precisi al BLUB. Spiegherò nella storia cos'è, ma vi metto il link con alcune informazioni più giù. Per chi mi segue su fb, posterò alcune foto di questo magico posto sotto l'aggiornamento :D
I ringraziamenti sono tanti stavolta: grazie a Belbu, la più originale guida turistica di sempre, a Mummu, che mi accompagna nelle mie avventure più spericolate, a Dingo, sfegatata fan della BoKuroo, e a Speister, la beta più paziente e adorabile del mondo <3 E grazie a chi legge questa piccola OS, siete carine <3


 

* * *


 

Bokuto non sapeva esattamente cosa aspettarsi. Quando Kuroo lo aveva bendato, si era mentalmente preparato ad un'avventura dei sensi. Dopo sette fermate di metropolitana ed un'arrampicata su un terreno scivoloso, durante la quale era stato accarezzato da una moltitudine di arbusti, Bokuto era arrivato alla conclusione che quello che Kuroo aveva in serbo per lui non avesse niente a che fare col sesso.
"Bro... Dove siamo?" chiese il gufo, inciampando per l'ennesima volta.
Kuroo riacciuffò il festeggiato prima che capitombolasse giù dalla stradina che avevano imboccato. Bokuto tornò subito all'attacco, mugolando un "Posso togliermi la benda ora?" che non riuscì ad impietosire Tetsurou.
"Non ancora, Bo."
"Dove mi stai portando?" insistette il gufo, stavolta con una nota d'isteria nella voce.
"Lo vedrai quando saremo arrivati" lo rassicurò il moro, sorreggendo il suo impaziente ragazzo, in precario equilibrio sopra una transenna.
"Quanto manca?"
Kuroo emise un sospiro prolungato: Bokuto poteva essere veramente petulante quando ci si applicava.
Fortunatamente, erano arrivati a destinazione. Cercando di non incespicare sulle tavole di legno disseminate sul pavimento, Tetsurou cinse la vita di Bokuto e con un movimento fluido della mano libera snodò la benda che copriva i suoi occhi.
"Buon compleanno" sorrise Kuroo, osservando Koutarou sbattere le palpebre più volte. La reazione del gufo, però, non fu esattamente classificabile come sorpresa. Quello che uscì dalle sue labbra, sotto forma di sussulto, suggerì a Tetsurou che il suo ragazzo era più terrorizzato, che deliziato dallo spettacolo davanti ai suoi occhi.
"Kuroo, bro..." mormorò con un filo di voce il gufo, sguardo che correva dal panorama davanti ai suoi occhi al moro accanto a lui. Tutto ad un tratto, Bokuto cadde in ginocchio, mani congiunte sopra la testa e lacrimoni impigliati fra le ciglia.
"Non mi uccidere, ti prego!" esclamò, riempiendo il silenzio che regnava intorno a loro con l'eco della sua preghiera. Kuroo rimase accigliato a guardare il suo ragazzo strusciare le ginocchia sul pavimento pieno di frammenti di vetro smussati dalla pioggia.
"Di cosa stai parlando...?" domandò pacatamente Tetsurou, grattandosi la nuca.
"Bro, mi dispiace di aver versato la birra sui tuoi appunti di chimica, sul serio. Non mi uccidere, ti prego, io ti amo."
A quel punto i tre neuroni assopiti che gli erano rimasti dopo la sbronza pre-cena (avevano cominciato a bere alle cinque del pomeriggio) si riattivarono, e Kuroo non riuscì a soffocare la risata che gli era montata nel petto.
"Bro, alzati, è pieno di chiodi per terra!" lo informò Tetsurou, aiutandolo ad alzarsi.
"Non mi ucciderai?" lo interrogò timidamente Bokuto, guance rigate dalle lacrime.
"Certo che no!"
"E allora perché mi hai portato qua?" chiese Koutarou, completamente disorientato.
Effettivamente Bokuto non aveva tutti i torti ad essere spaventato: la piscina abbandonata dove lo aveva trascinato appariva come il luogo perfetto per un efferato delitto. Quello che un tempo era stato un enorme parco acquatico, adesso era ridotto ad una rovina. Erano rimasti in piedi solo i muri esterni dell'enorme edificio, a sorreggere quel poco di tetto intatto che non era crollato durante il secondo incendio doloso, appiccato da un piromane dall'identità ancora incerta. L'ex resort si presentava dunque come la carcassa scarnificata di un animale, uno scheletro di travi annerite e pareti vandalizzate dal graffitaro di turno. Sul pavimento, poi, regnava il caos più totale: bottiglie spaccate, lamiere di acciaio, intonaco sbriciolato, bombolette spray e ogni genere di oggetto che sarebbe stato in perfetta armonia con uno scenario apocalittico.
Certo, Bokuto non poteva vedere altro che i contorni confusi dell'edificio, visto che ormai era sera, ma Kuroo, che aveva fatto un sopralluogo quella mattina, conosceva ogni pertugio e aveva un'idea ben precisa della planimetria di quel mostro ecologico immerso nel verde parco che costeggiava un fiume.
"Un po' di tempo fa mi dicesti che fin da bambino avresti voluto fare l'avventuriero" attaccò Kuroo, una volta che Bokuto si fu calmato. Koutarou sembrava ancora decisamente smarrito, ma Tetsurou era troppo impaziente di rivelare al suo fidanzato l'inusuale 'regalo' che aveva preparato per lui per sprecare altro tempo in futili chiacchiere.
"Purtroppo non ho abbastanza soldi per comprare un biglietto per mete inesplorate.... Sempre che ce ne siano ancora... Perciò, mi sono chiesto dove potessi trovare un'avventura per te... E mi è venuto in mente questo posto..."
Kuroo si rese conto solo in quel momento di quanto quel discorso suonasse idiota alle sue stesse orecchie.
"Dove siamo?" lo interruppe Bokuto, occhi vispi che frugavano nell'oscurità della notte, incapaci di dare un volume alle cose che lo circondavano.
"Una piscina abbandonata. È stata costruita su un antico cimitero indiano. Circola la voce che sia abitata dal fantasma dell'architetto, morto per cause misteriose."
"Davvero?" domandò Bokuto, nervi a fior di pelle.
"No. L'hanno chiusa perché l'ispettore sanitario ha trovato ratti morti nell'acqua."
"Fico."
Dopo quello scambio di battute piombò il silenzio. Gli occhi di Bokuto si erano ormai abituati al buio, e la presenza di Kuroo, che non aveva lasciato andare la sua mano durante tutto il tragitto, aveva scacciato ogni paura dal suo cuore.
Ora che osservava lo spettacolo con una disposizione diversa da quella con cui era arrivato, Bokuto si accorse di quanto perfetto fosse il regalo di Kuroo.
Tetsurou voleva farlo sentire come un archeologo temerario, pronto ad esplorare gli oscuri cunicoli di una piramide, o a farsi strada nella fitta vegetazione di una foresta vergine.
"È bellissimo" sussurrò Koutarou, stringendo la mano di Kuroo e rivolgendogli uno sguardo colmo di affetto.
Lì, in piedi fra le rovine di una piscina abbandonata, Bokuto si sentiva come se Kuroo gli avesse mostrato Atlantide. Prima che il gufo potesse riprendere la parola, Tetsurou districò le dita dalle sue per frugare nella borsa di tela.
"Ovviamente, come ogni avventuriero che si rispetti, hai bisogno di un cappello" borbottò il moro, rovistando nella borsa alla ricerca del suddetto accessorio, che secondo il suo modesto parere era un must nel guardaroba dell'esploratore. Con un sorriso obliquo, Tetsurou tirò fuori un cappello. Quel cappello.
A Bokuto vennero le lacrime, quando Kuroo gli porse la copia sputata del cappello di Indiana Jones.
"Buon compleanno, bro."
In preda all'euforia, Bokuto afferrò il suo ragazzo per il colletto e stampò le labbra su quelle invitanti del felino. Kuroo sussultò quando Koutarou premette la lingua nella sua bocca. Fu un bacio disordinato, durante il quale i loro denti cozzarono più volte, ma Kuroo si ritrovò comunque a sorridere.
"Ah, un'altra cosa" mormorò Tetsurou, asciugandosi la saliva che gli era colata sul mento e tuffando nuovamente la mano nella tracolla. Il sorriso di Bokuto scomparve alla vista del profilo di una pistola. Il terrore tornò ad espandersi dal petto alla punta dei capelli, ma, prima che potesse urlare, Kuroo premette il grilletto.
Bokuto riaprì gli occhi che aveva chiuso per accorgersi che nessuna pallottola lo aveva trafitto. In mezzo al suo petto, esattamente dove Kuroo aveva puntato la pistola, era apparso un puntino di luce, rosso brillante.
"Visto che sei il festeggiato, puoi incassare tre colpi. Io e gli altri però siamo fuori con uno solo."
"Cosa-?"
Kuroo fece volteggiare la pistola intorno all'indice, ancora infilato nell'anello che circondava il grilletto.
"Laser tag, baby" ridacchiò, porgendogli l'arma giocattolo e sfilando una seconda revolver finta dal fodero appeso alla sua cintura.
Bokuto rimase in silenzio a guardare la pistola che Kuroo gli aveva rifilato.
"Ok, regole generali: se ti colpiscono devi urlare 'colpito', se no nessuno sa se sei ancora in gioco. Qualunque cosa succeda, non buttarti a terra. Chiodi arrugginiti, ricordi? L'obiettivo è arrivare sul quel tetto laggiù" spiegò Tetsurou, indicando la cima di un'ala dell'edificio che non era stata divorata dalle fiamme.
"Io sarò il tuo braccio destro, e ti coprirò le spalle."
Koutarou non sapeva cosa dire e si limitò dunque a guardare il suo ragazzo a bocca aperta. Aveva organizzato una partita di laser tag in mezzo a quella specie di set di The Walking Dead per lui.
"Sei... Sei..."
"Fantastico?" suggerì Kuroo, inarcando un sopracciglio.
"Morto" esclamò una voce in lontananza. Bokuto abbassò lo sguardo sul maglione del moro, dove un puntino rosso aveva appena fatto la sua apparizione.
"Non abbiamo nemmeno cominciato, Tendou!" sbuffò Kuroo, cercando di uscire dal mirino di Satori. Bokuto si guardò intorno, alla ricerca dell'eccentrico compagno d'università.
"Il pallin-... La ferita è piccola. Deve averti sparato da lontano" osservò Koutarou, assumendo un tono serio. Neanche aguzzando la vista, era possibile individuare il nascondiglio di Tendou. Bokuto tirò su col naso, si calcò bene il cappello in testa, afferrandolo per la tesa, come un cowboy, e poi alzò sguardo deciso sul suo compagno d'armi.
Kuroo osservò la scena, divertito.
"Io dico che lo facciamo fuori, quel figlio di puttana" concluse Bokuto, impugnando bene la pistola.
"Roger that" rispose Kuroo, con un sorriso sinistro.

Bokuto e Kuroo si trovavano davanti ad una porta scardinata e, col fiato sospeso, si stavano preparando ad un possibile attacco a sorpresa.
Avevano deciso di fare il giro lungo poiché la piscina centrale, scoperchiata e quindi debolmente illuminata dalla luna, era sorvegliata da Tendou. Il rosso si era appostato in cima ad una torre dalle pareti di vetro, e disteso come un cecchino sul pavimento dell'ultimo piano, stava facendo una vera e propria carneficina.
"Bro, coprimi" bisbigliò Koutarou, preparandosi a spalancare la porta. Kuroo eseguì gli ordini senza fiatare: Bokuto era già stato colpito due volte, e un ultima pallottola avrebbe segnato la fine per lui.
Con un poderoso calcio, la porta si aprì, e un'ombra inquietante si materializzò davanti ai loro occhi. Entrambi puntarono il laser sullo sconosciuto, nero terrore che si era impadronito dei loro cuori impavidi. Quando il polverone si disperse nell'aria della stanza, però, i due ebbero modo di riconoscere la loro vittima.
"Tsukki, non stai giocando correttamente. Tendou ti ha ucciso, non dovresti andartene a giro come se niente fosse" protestò Kuroo, annodando le braccia sul petto.
"Innanzitutto non ho mai detto che avrei giocato al vostro stupido gioco. E poi non trovo l'uscita di questo posto" replicò il biondo, scrollandosi di dosso i pezzi di calcinaccio che gli erano volati addosso quando Bokuto aveva tirato un calcio alla porta. Kuroo posò l'indice sulle labbra di Tsukki, arricciate in una smorfia.
"Shh, Tsukki. I morti non parlano."
Senza scomporsi minimamente, Tsukishima pestò con violenza un piede del subdolo felino, assicurandosi che il tacco della scarpa affondasse per bene nelle sue stringate. In quell'esatto istante, un ululato agghiacciante si levò in lontananza, seguito da una risata così fragorosa, da riuscire a rimbalzare in ogni angolo della piscina abbandonata.

"Ragazzi, non vorrei creare allarmismi, ma Teru è appena precipitato in un buco!" annunciò la voce squillante di Tendou, udibile anche da chi si trovava dall'altra parte del complesso di rovine. Kuroo sfilò il piede da sotto lo stivale di Tsukishima e rimase col naso per aria ad ascoltare la cronaca in tempo reale del rosso.

"Sto bene" mugolò debolmente Terushima dalla botola nella quale era appena caduto. Bokuto e Kuroo cercarono di soffocare l'imminente attacco di risate, ma fallirono miseramente.

"Siete dei bambini, voi due" commentò Tsukishima, segretamente preoccupato per l'incolumità di Yuuji. Possibile che all'età di ventitré anni si comportassero ancora come se ne avessero avuti cinque? Kei decise di allontanarsi dal duo di idioti prima che il suo istinto omicida si palesasse.

Le ultime notizie che ebbero dalla torre di vedetta (ovvero da Tendou) prima di avventurarsi nei meandri del parco acquatico consistevano in un elenco di 'caduti' e in una lista dei modi creativi in cui erano morti. Asahi e Yamaguchi erano stati trovati abbracciati da Daichi, che si era mostrato abbastanza clemente da eliminarli dal gioco nel modo più veloce e indolore possibile.


 

* * *

Era da un po' che Koutarou e Tetsurou camminavano in silenzio. Il buio a mano a mano si infittiva, e la paura di essere colti alla sprovvista gelava il sangue nelle vene dei due 'esploratori'. In fondo al corridoio del piano terra i due ragazzi scoprirono quello che una volta doveva essere un bagno. Le pareti tappezzate di piastrelle riflettevano la luce fredda della torcia del cellulare di Bokuto, creando un'atmosfera che poco aveva da invidiare ai film horror.
"Bo..." sussurrò Kuroo, seguendo il capo della 'spedizione' in un vano un tempo adibito a doccia.
"Ci pensi che questa potrebbe essere l'ultima notte che passiamo insieme?" chiese con tono grave il moro, raccogliendo da terra il cappello di Bokuto. Per qualche strana ragione, quella frase sembrava avere lo stesso peso che avrebbe avuto sulle labbra di un condannato a morte. Koutarou cominciò a sospettare di essere il protagonista di uno strano film sulla fine del mondo a tal punto, da doversi guardare intorno per controllare che non ci fossero cameraman a filmare la scena.
Se era veramente l'eroe di quella storia, perché non approfittarne?
"Non dire così. Troveremo una via d'uscita."
La sua risposta risoluta sembrò piacere a Kuroo, che si slanciò verso di lui, facendogli perdere l'equilibrio. Bokuto finì con le spalle al muro, dita sepolte fra le ciocche corvine del suo affamato ragazzo e labbra premute contro la pelle tenera del suo collo. Il cappello cadde una seconda volta, ma Kuroo non si chinò a raccoglierlo, troppo preso dal consumare la bocca della sua dolce metà. I loro respiri si confusero, e le loro dita si avventurarono sotto i maglioni. Fu quando Kuroo arrivò alla pesante fibbia della cintura dei pantaloni di Bokuto, che le sue orecchie captarono un rumore.
"C'è qualcuno..." sussultò Tetsurou, adrenalina che era schizzata a livelli critici.
"Mi dispiace interrompere i vostri amoreggiamenti, ma siamo in guerra. E in guerra ogni distrazione può essere fatale."
I due amanti, colti con le mani nel sacco, si voltarono lentamente per scorgere Akaashi in piedi sulla porta.
"Keiji..." sussultò Bokuto, ma le parole lasciarono le sue labbra troppo tardi. Sulla fronte di Kuroo era apparso il rosso vivo del laser.
"Ucciso dal migliore amico del mio ragazzo. Questo è un colpo basso, Akaashi."
Tetsurou si accasciò addosso a Koutarou, fingendo di essere mortalmente ferito.
Bokuto aveva le lacrime agli occhi, quasi avessero realmente sparato all'amore della sua vita.
"Addio, bro. Ti ho sempre amato."
Bokuto non si sarebbe mai immaginato che il suo partner sarebbe morto così, fra le sue braccia. La cosa imbarazzante era che l'erezione causata dall'accaldata sessione di baci di poco prima non accennava ad andarsene.
"Bro, mi stai tirando giù i pantaloni" mugugnò imbarazzato Bokuto, cercando di sostenere il 'cadavere' del suo ragazzo con una mano e sistemarsi il cavallo dei pantaloni con l'altra.
Akaashi osservò la scena senza battere ciglio, con la stessa espressione indifferente di sempre. La parte del killer spietato gli donava contro ogni aspettativa.
"Bo, vattene prima che uccida anche te" sospirò Akaashi, mettendo su la sua caratteristica aria annoiata. Koutarou annuì, sconsolato. Non doveva gettare la spugna: aveva promesso a Kuroo che sarebbe arrivato sul tetto!
"Non ti deluderò, bro."
E senza guardarsi indietro uscì dalla stanza, proprio come il protagonista di un action movie. Mancava solo l'iconica esplosione alle sue spalle.

***

In cima al tetto si erano raccolti tutti i giocatori di quell'improvvisata partita di laser tag. Appena Bokuto arrivò all'ambitissima meta, ansimante e gocciolante di sudore per l'arrampicata, la luce artificiale di una lanterna lo accecò e la voce stridula di Tendou diede il là per uno stonatissimo 'tanti auguri a te'. Seduti accanto a una pila di casse di birra c'erano tutti quanti: Akaashi, Asahi, Daichi, Tendou, Kuroo, Yamaguchi e Tsukishima. Perfino Terushima era stato recuperato dai tunnel sotterranei per unirsi al coro fuori tempo di 'tanti auguri a te'.
Kenma, seduto nell'ombra della torre di alcolici, alzò il viso solo quando Taketora gli revocò il Nintendo per rimpiazzarlo con una lattina di birra. Kozume non protestò nemmeno quando il suo ragazzo gli stampò un bacio sul sidecut, sedendosi accanto a lui.
"Ragazzi... Io... Non so come ringraziarvi per quello che avete fatto per me" balbettò Bokuto, voce spezzata dalla commozione. Tetsurou circondò la vita di Koutarou e posò un bacio sulla sua nuca. Profumava della sua marca di gel preferita, un odore che Kuroo aveva imparato ad amare.
"Pensate che questo affare terrà?" chiese Terushima, muovendosi con cautela sulla superficie scricchiolante del tetto. Non aveva voglia di ripetere l'esperienza di sparire in un buco.
"Lo scopriremo solo ballando" scherzò Kuroo, sfilandosi di tasca l'ipod e lanciandolo a Tendou, in modo che potesse inserirlo nell'impianto stereo.

 

* * *

Eccovi il link:

 

http://fotostrasse.com/blub-berlin/#.Wa03kPlJbIU

 

 

 

 

 

  
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