Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: ThorinOakenshield    04/09/2017    3 recensioni
«Accendevo dei fuochi nei sotterranei di Castel Granito e rimanevo a guardare le fiamme per ore, facendo finta che fossero l'alito di un drago. Certe volte immaginavo che potessero incenerire mio padre. Altre volte mia sorella...»
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guancia gli bruciava terribilmente, il naso continuava a sanguinare, macchiandogli la camicia, conferendogli l’aria di un attaccabrighe reduce di una rissa da taverna, o di un cavaliere appena tornato da una battaglia.
Sua sorella Cersei gli aveva tirato uno schiaffo talmente forte da farlo cadere a terra. Non aveva nemmeno aspettato che si riprendesse dal dolore o che si alzasse: gliene aveva ridato subito un altro, facendogli sbattere violentemente la faccia contro il suolo, ferendo così anche il naso. Come se tutto quel supplizio non fosse stato già abbastanza.
Nano! Mostro! Assassino!
Queste erano le parole che sua sorella gli aveva sbraitato contro, mentre lo colpiva. A Tyrion non stavano facendo altro che rimbombargli nella testa.
A nulla erano valsi i tentativi di Jaime di calmare la sorella, la bambina non aveva smesso di ferire il nano, sia con le mani che con le parole.
Quando loro padre era giunto per sapere cosa stesse succedendo, Cersei si era subito messa sulla difensiva, dicendo che Tyrion l’aveva insultata e che lei aveva agito di conseguenza.
Jaime, in quel frangente, non aveva detto assolutamente nulla, non aveva detto a Lord Tywin che sua sorella aveva mentito, che Tyrion era innocente. Il nano sorrise con amarezza. E perché avrebbe dovuto farlo? Del resto, mio fratello ha sempre amato Cersei, ha sempre preferito lei a me.
Il risultato? L’ira di Lord Tywin Lannister si era scatenata su di lui, rinfacciandogli la stessa cosa che tutti non avevano fatto altro che rinfacciargli da quando era nato, la stessa cosa per la quale sua sorella gli aveva messo le mani addosso: aveva ucciso Joanna venendo al mondo. Aveva ucciso la sua stessa madre.
Tyrion non ci aveva pensato due volte ed era corso nei sotterranei, dove si rifugiava sempre per sfuggire dalle angherie della sua stessa famiglia, dove si rifugiava sempre quando sentiva la necessità di rimuginare.
Aveva accesso dei fuochi, ed ora si trovava a fissarli a gambe incrociate, con aria quasi ostinata.
Le fiamme danzavano scoppiettando, andando a creare delle ombre sulla parete. Il nano immaginò che fossero state dei possenti e feroci draghi, dei possenti e feroci draghi che avevano sputato lo stesso fuoco che ora lui stava fissando, un fuoco nel quale suo padre e sua sorella stavano bruciando tra grida di agonia.
Tyrion corrugò la fronte e posò il suo sguardo sulle ombre. “Vi prego, grandi e maestosi draghi, uccidete mio padre e mia sorella” sussurrò. I suoi occhi si riempirono di lacrime, la sua guancia continuava a bruciare, il suo naso a sanguinare. “Vi prego, uccideteli.”

   
 
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