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Autore: Annapis    05/09/2017    2 recensioni
*storia scritta in collaborazione con DevilLight*
Per il matrimonio di suo cugino Natsu, Sting accetta di fare un salto alla Celestial Boutique.
Solo non si aspettava che quel buono a nulla di suo cugino si mettesse a raccontare le proprie esperienze sentimentali alla commessa.
Ne tanto meno si aspettava di dover fingersi il suo fidanzato per il futuro matrimonio.
Che dire, se esiste un angelo guardiano ha deciso di lasciarlo in balia delle pazzie di Natsu, quest' oggi.
E mai scelta é stata più saggia.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu, Natsu/Lucy, Sting Eucliffe, Yukino Aguria
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Missione  Amore
 
 
Sting sbuffò, forse per l'ennesima volta nell'arco di dieci minuti. Fissò svogliatamente la gente che passava per il centro di Crocus, la cittadina dove suo cugino l'aveva portato per andare alla migliore boutique della regione di Fiore.
Ovviamente era stata Lucy, futura moglie di Natsu, a metterli su un autobus, ignorando i loro "piccoli" problemi coi mezzi di trasporto e a dar loro le indicazioni necessarie per raggiungere il famoso negozio.
Voleva che sposo e testimone per una volta fossero quanto meno presentabili e indossassero dei vestiti che coprissero pettorali e addominali.
A Sting sinceramente non importava molto di quello che avrebbe indossato, già abbastanza sicuro che avrebbe tirato giusto la fine della cerimonia, prima di venir rovinato da una delle solite risse.
In più non si sentiva per niente dell'umore adatto a questo genere di cose.
Tant'è che in un primo momento ignorò la gentile e carina commessa che li aveva caldamente accolti con un sorriso al Celestial Boutique.
Osservó svogliato Natsu girare tra i vari capi, confondendo quelli da donna con quelli da uomini.
L'unico suo chiodo fisso era Mirajane; la stessa ragazza che l'aveva, neanche due settimane fa, lasciato.
Nel modo più dolce possibile ma, comunque, abbandonato.
Quasi non sentì la commessa albina ridacchiare quando Natsu prese un capo a caso (una camicia) e chiese se andava bene per un matrimonio.
Quando notó che era verde fluo con delle palme viola si disse che, della disponibile commessa, avevano proprio bisogno.
Yukino, questo era il nome che Sting lesse sulla targhetta posta sulla camicia azzurra della commessa, fece un sorriso dolce e si rivolse a Natsu. -Vi serve un completo per un matrimonio?-
-Da sposo per lui e da testimone per me- rispose Sting, anche perché Natsu si era già allontanato verso una camicia rossa con lo stemma di un drago stampato su una manica. -Hey, Sting, questa è perfetta! Lucy sarà tutta un fuoco nel vedermi!- esclamò raggiante Natsu.
-Ci serve disperatamente il tuo aiuto- mormorò infine Sting, guardandola esausto.
L'albina gli sorrise, riuscendo comunque a non sembrare minimamente falsa.
-Per il matrimonio dirie camicia bianca, giacca nera come i pantaloni e un fiore all'occhiello- provò, menzionano sicuramente un outfit più che comune.
Fece qualche passo verso una pila di vestiti trovando quelli che aveva nominato poco prima.
Sting, nonostante tutto, si prese un momento per osservarla, i capelli erano bianchi, ma non come quelli di Mirajane che tendevano all'argento, ma avevano più una sfumatura azzurra, che gli ricordavano il cielo primaverile, le labbra rosa incorniciavano un sorriso dolce e gentile. Doveva ammettere che era carina e che quegli occhi azzurri, che ora lo fissavano, erano davvero belli, con la stessa sfumatura intrigante che le intaccava la voce.
 Tese i vestiti appena presi verso Natsu -la misura é unica- precisó -Li ci sono i camerini, li vuoi provare?- provò gentilmente, mentre altre clienti entravano e un' altra commessa, dai capelli violastri, le andava a servire.
Natsu, sbuffando per l'assenza dell'orribile camicia si diresse subito ai camerini, spostando le tende.
Lui invece si sedette su una piccola poltroncina rivestita in un tessuto viola imprecisato.
Sperava che Natsu fosse veloce, non aveva voglia di aspettare.
Nel mentre Yukino stava già rovistando tra altre camicie. -Hai delle preferenze?- gli chiese.
Sting si limitò ad alzare le spalle, non aveva preferenze particolari, sperava solo in qualcosa di non troppo caro. In quanto testimone, oltre a pagarsi il proprio di vestito, doveva versare soldi anche per quello dello sposo e sapeva che già solo quello gli sarebbe costato un occhio della testa.
Il suo sguardo si posò inevitabilmente sulla camicia che Natsu teneva poco prima e che aveva, a malincuore, lasciato. -Qualcosa di non troppo vistoso- ci tenne a precisare.
La risata di Yukino gli arrivò fresca e allegra alle orecchie, lo sguardo puntato sulle sue labbra.
 Si sentiva doppiogiochista, Sting, nel guardare le labbra di un' altra ragazza che non fosse Mirajane, quella che aveva  amato e che, sì, l'aveva lasciato, ma ancora amava.
Velocemente, quindi, riportò di nuovo lo sguardo sulle tende viola melanzana del camerino dove Natsu si era rinchiuso, controlló sull' orologio, neanche sette minuti prima.
 Passarono un altro paio di minuti prima che Natsu uscisse dal camerino, miracolosamente intatto e con la camicia allacciata. Nel modo giusto.
L'amore aveva fatto decisamente miracoli a suo cugino.
-Come te li senti?- chiese Yukino, fissando il rosato
-Si, mi calzano a pennello- si vantó, mettendo in mostra le scarpe nere lucide e il pantalone di velluto.
-Prendi questi?-
E Sting pregò che quella giornata finisse presto.
-Certo.- le fece un sorriso largo, dei suoi soliti.
-Perfetto- disse, rivolgendosi poi alla sua collega, dicendole di cominciare a mettere sul conto quei vestiti.
-Toglieteli prima di rovinarli senza neanche averli messi- lo rimbeccò Sting.
Natsu ovviamente la colse come una provocazione.
-Guarda che io posso farti il culo con questi vestiti addosso!-  s'infurió, probabilmente incurante dello spettacolo inutile che stava dando a tutte le clienti.
E della pessima figura che ci stava facendo.
Yukino sperò che non facessero davvero.
Sting ghignò. -Voglio proprio vedere come farai- rispose, ancora comodamente seduto sulla poltrona viola.
Yukino si morse il labbro a disagio, ci aveva messo giorni a cucire quegli abiti prima di esporli. Il solo pensierlo di vederli distrutti le faceva salire un senso di angoscia.
Forse fu per questo, e per la faccia leggermente seccata di una cliente, che decise di frapporsi tra i due.
-ehm- tentò, a disagio.
Chissà perché le persone all'apparenza più normali si rivelavano poi i peggiori guastafeste.
Tossicchió, ma venne totalmente ignorata.
Insomma, era raro che Yukino perdesse la pazienza, ma alla quarta volta che i suoi richiami venneró ignorati, come quelli di una bambina verso il padre che guarda la sua squadra del cuore, Yukino esplose.
Con delicatezza, ma esplose.
-Silenzio!- si ritrovò a gridare, prendendo poi una colorazione scarlatta quando gli sguardi di tutti si posarono su di lei. 
-Per favore- pigolò.
E desiderò davvero scavarsi una fossa e seppellircisi dentro, soprattutto quando incontrò gli occhi azzurri di Sting, confusi e divertiti, posati su di lei.
Perché ovviamente lei doveva sempre fare delle figuracce davanti a sconosciuti. A sconosciuti intriganti e potenzialmente interessanti. Si maledisse di nuovo da sola e decise di rompere la tensione che ancora permeava l'aria.
-Deve provare il suo vestito anche il testimone, no?- tentò di rimediare, portando una ciocca modestamente lunga dietro l'orecchio e mettendo, involontariamente, in mostra l'orecchino a forma di angioletto, quello delle emoji.
In uno sprazzo di lucida saggezza, Natsu rientrò mestamente nel camerino.
-Taglia?- chiese Yukino, dando le spalle a Sting, con le guance che piano piano perdevano rossore.
 Alzatosi dalla poltrona e aspettando che il cugino uscisse, Sting borbottó una xxl.
Andava abbastanza fiero del suo fisico, muscoloso ed allenato, le spalle larghe che potevano sostenere il peso di una ragazza e le braccia muscolose che potrebbero far sentire al sicuro qualcuno.
Ma l'unica persona che voleva proteggere era l'unica che non poteva avere.
Abbassò la testa e, ne fu certo, se fosse stato un animale anche le orecchie si sarebbero inesorabilmente abbassate.
Facendolo sembrare più tenero di quanto quell' orecchino grigio al padiglione sinistro non potesse fare.
Era il sogno di ogni donna, Sting, anche di quelle che tirano fuori la pistola dalla borsetta... 
Il sogno di ogni donna era quello di avere due spalle robuste su cui piangere. E lui le aveva le spalle larghe, oh sì, lui ne aveva portati di pesi e di illusioni, di convinzioni e desideri. Come piacerebbe a Yukino ora appoggiare le guancia sulla sua spalla mentre era lì e restarsene così. E allora gli direbbe di averlo aspettato da sempre uno come lui.
Scossé furiosamente la testa, Yukino, facendo ondeggiare il caschetto azzurro e portando una mano al cuore, in mezzo ai seni, che batteva furioso.
Come milioni di   cavalli inferociti e i loro zoccoli che battono sul terreno fangoso, pronti a correre veloci e liberi.
Tre secondi dopo iniziò la sua distratta ricerca per i capi che aveva in mente.
Distratta perché più volte fece cadere qualcosa e le toccò piegarsi per riprenderlo.
Ecco, questa era la cosa che più odiava di quella stupida divisa: nel piegarsi o fare qualsiasi movimento, diventava incredibilmente aderente.
E nonostante Sting avesse in mente un'altra ragazza, gli occhi seguirono ogni movimenti di Yukino e le linee del suo corpo finché finalmente, dopo diversi e impacciati tentativi, non riuscì a trovare i capi che aveva pensato per il biondo.
-Ecco a te.- gli disse allungandoglieli e cercando di non fremere quando le loro mani si sfiorarono. Perché doveva essere così attraente?
Sting sorrise. -Grazie- borbottò, proprio nel mentre Natsu usciva dalla cabina.
All'inizio non diede molto peso a ciò che aveva in mano, solo una volta che fu in quel piccolo camerino dalla luce a neon si rese conto.
Camicia grigia a mezzemaniche, giacca e pantaloni bianchi.
Un bel completo, dopotutto.
Si spoglió in fretta e agganció la maglietta verde a quella specie di mini appendiabito mentre lasciò cadere il pantalone per terra.
Si sedette sul piccolo sgabello dentro il camerino e cominciò a sistemarsi i pantaloni.

Intanto Yukino e Natsu erano nel negozio, parzialmente deserto, mentre la ragazza gli impacchettava il completo.
-A quando il matrimonio?- gli chiese, tanto per rompere l'imbarazzante silenzio che c'era tra i due.
-Due settimane.- rispose Natsu con un sorriso enorme sul volto.
A Yukino sembrò davvero innamorato e si sentì un po' gelosa, lei non aveva nessuno che la guardava o parlava di lei con degli occhi così luminosi che parevano brillare al solo nominarla. 
Sospirò, forse un giorno sarebbe capitato anche a lei.
-Congratulazioni!- disse infine, essendo comunque contenta che qualcuno avesse trovato il vero amore quando al giorno d'oggi sembrasse quasi impossibile
-Grazie, ma un po' mi dispiace- si grattó la nuca, scompigliando i capelli rosa.
Yukino lo guardó perplessa, quasi offesa.
Lui aveva e avrebbe avuto ciò che lei piú bramava, ed era dispiaciuto?
Sembra una barzelletta, ingiusta e discriminatoria, avrebbe osato dire.
Natsu probabilmente non brillava di perspicacia, notò Yukino, perché, anche dopo ancora un paio di minuti in cui lo guardò, aspettandosi che continuasse, lui rimane in silenzio fissandola a sua volta.
-Ehm... Perché?- si ritrovò così a chiedere.
Come se aspettasse quella domanda, Natsu fece un ghigno. -Bhe, Sting, è stato mollato da poco...- disse.
Yukino quasi impercettibilmente lanciò uno sguardo al camerino, e da sotto la tendina, vide un paio di piedi e dei pantaloni a terra, arrossì leggermente, ma comunque vistosamente, e quasi senza accorgersene si ritrovò a pensare "È un peccato, è molto bello..."
-Lo pensi davvero?-
Accortasi della figura appena fatta -davanti ad un cliente e cugino del ragazzo, poi- arrossi ancora di più.
A disagio, si puntelló sui talloni, mormorando un appena udibile "beh si, ecco...io".
Con sua sorpresa, il rosato scoppiò a ridere.
Ed aveva una risata talmente contaggiosa che, guardandolo di sottecchi, anche Yukino si ritrovò a sorridere.
Con quella risata l'imbarazzo le sfuggì all'istante. Sarà stato pure rumoroso e vivace, ma era simpatico e, forse anche per il suo carattere spensierato, riusciva a far stare le persone a proprio agio. Fece per dire ancora qualcosa, quando dal camerino giunse un tonfo sordo, un'imprecazione e poi la voce di Sting che la chiamava.
Yukino, rapida, si allontanò dal bancone avvicinandosi ai camerini. Quasi senza pensarci scostò immediatamente la tenda...
Era abituata a servire le clienti femmine, di solito ai maschi ci pensava Kagura.
Fu un riflesso involontario che la fece sgranare gli occhi nel trofare Sting mezzo seduto, in boxer e i pantaloni bloccati a metà.
Non seppe mai se avesse avuto qualcosa da dire, perché un traffico di: "oddio scusa, mi dispaice! Che casino! Perdonami!" lo investirono.
Con uno scatto richiuse la tendina del camerino, le guance in fiamme per una delle sue ennesime figuracce e per l'imbarazzo che le scorreva nel corpo come lava ardente.
Prese un paio di respiri, cercando di calmare i battiti inferociti del cuore, che le pulsavano nelle orecchie, coprendo qualsiasi altro rumore.
Non si accorse nemmeno che Sting le aveva detto qualcosa - e neanche di Natsu che, ancora fermo al bancone, rideva - finché non vide la sua testa bionda che sbucava da dietro la tendina. -I pantaloni sono un po' stretti- disse con un ghigno, a metà tra il malizioso e l'imbarazzato.
-Io...- provò a dire Yukino ancora mezza intontita. -Ehm... Sí, subito, vado a cambiarteli!-
Frugó tra i pantaloni da cerimonia che tenevano stesi, in bella vista, su quella specie di stendino.
Nascose la testa tra le gambe dei suddetti indumenti, mentre Natsu continuava a parlare.
-Sting era proprio perso della sua ragazza- cominciò, non pensando minimamente al fatto che, magari, e sottolineo magari, il biondo avrebbe preferito tenere per se quelle informazioni.
D'altra parte, però, nemmeno Yukino lo fermò, fin troppo interessata alle vicende amorose di un cliente.
Non era una che si faceva i fatti degli altri, non le erano mai piaciuti i pettegolezzi e il suo stile di vita era molto per il "vivi e lascia vivere", però lei non aveva chiesto niente, era stato Natsu che aveva iniziato a parlare e non era educato interrompere una persona... Giusto?
Yukino scosse la testa, chi voleva prendere in giro? Sting le interessava, e non perché era, senza dubbio, un ragazzo molto attraente, ma perché aveva visto qualcosa nei suoi occhi di molto più profondo e complesso di quanto sembrava voler apparire.
Con una taglia più grande di pantaloni e gli occhi chiusi, passò il capo al ragazzo ancora dentro il camerino.
Lui la ringraziò, e appena la tenda fu chiusa Natsu riprese a raccontare.
-L'ha lasciato settimane fa ma lui fa ancora il depresso- borbottó, le braccia incrociate al petto.
In quel momento, gli sembrava tanto un bambino che commenta il comportamento di un adulto.
-Beh...- provò, in difesa del biondo.
Anche lei ne aveva passate di storie finite male, di depressioni per problemi, alla fin fine, non così gravi.
Yukino si morse le labbra indecisa, alla fine l'unica cura per i cuori spezzati era il tempo e la consapevolezza che nonostante tutto, potrà andare solo meglio, dovrà andare meglio...
Con ancora il broncio Natsu disse: -Siamo usciti con Lucy e una sua amica e non l'ha neanche guardata...-
-Ha ragione- non si accorse nemmeno di aver parlato, Yukino.
-Non si deve mai cercare di sostituire una persona con un' altra, é inutile-
Non sapeva se stava cercando di scusare il biondo o se lo diceva per esperienza personale.
 Erano mesi ormai che si era lasciata con Rogue, e le prime volte che era uscita, si era resa conto che nessuno era come lui, nessuno lo sarebbe mai stato. Come chiunque in futuro sarebbe stato unico, e le avrebbe lasciato qualcosa addosso, sia negativo che positivo.
Natsu, vedendo l'aria malinconica di Yukino, con gli occhi bassi e lontani persi tra i ricordi, fece un sorriso a trentadue denti; uno dei suoi tipici, benché consapevole che lei non potesse vederlo. Le si avvicinò e mettendole una mano sulla testa, -Ti ha guardata- disse.
-C-chi?!- qualcosa, nel petto di Yukino, si scosse.
Non era tecnicamente possibile.
Sting era bello, ma amava la sua ex.
E se l'aveva guardata, beh era un caso.
-Sting ti ha guardata- ripeté lui.
E Yukino quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
-Non come guardava Mira- continuò e il cuore dell'albina perse un battito...
-Ma molto di più delle altre ragazze-
... E accelerò di colpo, quasi a volerle uscire dal petto. Si trovò a sorridere imbarazzata. -Bhe... Ecco...-
-Potresti venire al matrimonio!- esclamò alla fine Natsu raggiante, continuando quel discorso, incurante che fosse più che altro a senso unico.
Probabilmente, se la futura sposa fosse a conoscenza che il suo futuro marito stava invitando al matrimonio una ragazza per farla ballare con suo cugino, non ne sarebbe stata felice. 

Ma Yukino non sapeva che, punto numero uno, Lucy era un accanita shippatrice di qualunque essere vivente -si shippava con Natsu, Nick di zootropolis e Jack Frost- e, punto numero due, aveva cercato in lungo e largo una ragazza per Sting.
-È gentile invitarmi da parte tua- gli sorrise.
-Si terrà fra due sabati alla Cattedrale di Kardia, alle undici- disse Natsu, interrompendo Yukino e annuendo tra sé per essersi ricordato tutto, orario compreso. Lucy l'aveva segregato per ore in casa per farglielo ricordare, minacciandolo di arrivare in orario se non voleva essere mollato sull'altare. Segretamente - o così pensava lei, visto che Natsu l'aveva sentita chiaramente - aveva pregato Sting di trascinarlo in chiesa, in pigiama piuttosto.
Ancora ora si chiedeva se Lucy pensasse che fosse davvero un caso perso.
Non che avesse tutti i torti, comunque.
Yukino si ritrovó quindi a sospirare.
-Ho il turno di mattina, non posso certo assentarmi- biascicó con l'intenzione di non andare.
Natsu fece il broncio. -Non puoi venire quando hai finito?- si lagnò.
Fece per rispondere, quando si sentì la tenda della cabina venite spostata e Sting che fece la sua entrata. Vestito da testimone...
-Allora? Come sto?- 
Un sorriso sollevava gli angoli delle labbra, mentre Sting, in perfetti panni da modello, girava su se stesso e si fermava davanti allo specchio con un espressione volontariamente  provocante.
Yukino si lasciò  andare ad una smorfia non troppo convinta, per quanto il bianco l'intonasse mancava qualcosa.
Natsu, invece, spinto forse dall'atteggiamento  da burlone scoppió a ridere, mormorando a farica un: "sei ridicolo."
Yukino gli si avvicinò, una smorfia a contrarle le labbra, mentre continuava a studiarlo.
Sting, ignorando il cugino che stava ancora ridendo, fissò a sua volta l'albina, inclinando la testa. -Non sto bene?- mormorò. A lui piaceva il completo e non voleva cambiarlo, tutt'al più che l'avrebbe messo solo per un giorno.
Yukino gli passò le mani sulla giacca, le parole di Natsu dette poco prima che le rimbombavano nella mente.
-Il bianco ti dona- mormorò forse un tantino troppo seria, ma c'era da dire che Yukino, al suo lavoro, ci teneva.
"Ma manca un tocco di colore" si disse mentalmente, mentre lasciava Sting impalato davanti allo specchio e andava a frugare tra i papillion e le cravatte.
Colore.
Serviva necessariamente più colore.
Prese tra le mani una cravatta azzurra, sentendone tra le dita il tessuto delicato; poi cercò anche un farfallino di una tonalità di ceruleo leggermente più scura. Li fissò entrambi indecisa, l'azzurro esprimeva pace, tranquillità, le sembrava un colore perfetto per qualcuno che doveva fare da testimone. Che poi il blu fosse il suo colore preferito e che gli ricordasse gli occhi di Sting, bhe, non c'entrava nulla
-Sting, dillo anche tu a Yuki di venire al matrimonio, su- si lamentó il rosato.
A sentirlo così, Yukino non avrebbe mai detto che si doveva  addirittura  sposare, gli sembrava un eterno Peter Pan.
Poi si accorse di una cosa.
Quel piccolo, determinato soggetto.
Yuki?!
Sospirò, non era più abituata a sentirsi chiamare così.
Solo Sorano la chiamava così.
Solo lei, neanche Rogue.
Era passato tanto da quando aveva rivisto sua sorella per l'ultima volta, era davvero piccola nel momento della morte dei genitori e lei e sua sorella erano state separate, divise in due orfanotrofi diversi. Era proprio vero che lei portava sfortuna.
-Ma perché dovrebbe venire al matrimonio! Non ti conosce neanche- disse Sting sulla difensiva, e anche leggermente imbarazzato, avendo capito anche le intenzioni di Natsu.
Intanto persa nei suoi pensieri, Yukino non si accorse dei propri occhi lucidi.
Come un bambino capricioso, Natsu cominciò a lamentarsi.
In fondo, diceva, il matrimonio era suo e poteva fare tutti quello che voleva.
-Si, nei tuoi sogni- lo derise il biondo.
Anche perché Lucy aveva organizzato tutto nei minimi particolari, Natsu aveva ben poco da decidere.
-Eddai, Yuki vieni! Ti lascio un pezzo di torta!- disse, Natsu, girandosi verso di lei e cercando di corromperla con due occhi da cucciolo, memore  delle volte in cui Lucy tentennava nelle sue decisioni a vederlo. Fino a quando non si accorse di una cose.
-Visto! Hai fatto piangere Yuki!- urlò Natsu al cugino.
-N-non sto piangendo- si difese l'albina.
E non lo stava certo facendo per il matrimonio, ovvio che no.
Sting s'irrigidi subito.
Odiava far piangere le ragazze.
Lo odiava
-S-sai se vuoi venire al matrimonio... Si bhe, un posto in più non cambia...- disse Sting vago, guardando ovunque meno che la ragazza, che, ora, oltre a essere imbarazzata e confusa, era anche alquanto stupita. Non era sicura se per la proposta di Sting, per il suo cambio improvviso o per l'abilità di Natsu nel manipolare le persone con la sua ingenuità.
Sbatté gli occhi un paio di volte, -Io, ecco, non...- mormorò.
Non finì la frase che Natsu, con un sorriso che gli attraversava il viso da uno zigomo all'altro disse -Telefono subito a Lucy-, per poi fiondarsi fuori dal negozio estraendo il cellulare dalla tasca dei jeans. Lasciando i due soli a guardarsi imbarazzati, ma con un senso di leggerezza nel cuore.
Restarono a fissarsi come due idioti per un bel quarto d'ora.
Ma avrebbero anche potuto continuare quella gara a chi abbassava lo sguardo per primo, che, ne era certa, lei stava perdendo.
Fu Natsu a distrarli, rientrando in tutta fretta e con un sorriso sornione in faccia.
-Lucy ha dato l'okay- disse in primis, e l'azzurra non fece in tempo a dire qualcosa -che fosse un ringraziamento o un "non ce n'era bisogno"- che il rosato la stupì.
-Ma le ho detto che sei la ragazza di Sting-
Yukino diventò rossa e Sting quasi si strozzò con la sua saliva, prendendo a tossire. -Si può sapere che cazzo hai fatto?- sbraitò il biondo.
-Lucy ha detto che farà suonare all'orchestra una canzone per voi-
-Ma...-
Non sapeva che dire, Yukino.
Da una parte ne era piacevolmente stupita, quasi lusingata.
Da un' altra, si sentiva estremamente confusa.
-Ma sai quanto me ne frega?!- si lamentò Sting.
Insomma, era appena uscito -*coff* stato mollato *coff*- da una relazione e già doveva fingersi un perfetto fidanzato?
Ma anche no!
Yukino lo fissò, forse anche un po' male, sebbene non volesse partecipare al matrimonio, la riluttanza di Sting un po' l'aveva ferita nell'orgoglio. Non che Yukino si ritenesse bellissima, ma era comunque consapevole di non essere brutta, per niente e Sting sarebbe stato fortunato a stare con lei.
Così con un'avventatezza che non sapeva di avere e con il sorriso di sfida rivolto al biondo, decise di accettare l'invito di Natsu.
-Beh...oramai la sposa (Lucy?) è già stata informata, sarebbe brutto rifiutare, no?- domandò a vuoto, perché il sorriso incoraggiante di Natsu e la mezza smorfia a dir poco imbarazzata di Sting erano già una risposta.
Mentre Yukino sorrideva abbastanza vittoriosa, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Sting, il biondo dal canto suo non sapeva se essere frustrato o imbarazzato. Una ragazza sarebbe stato benissimo capace di trovarla da sola, senza l'aiuto di suo cugino, probabilmente Lucy, con il fatto che vedesse coppie ovunque - o come diceva lei shippava - aveva contagiato Natsu.
Però alla fine non poteva certo lamentarsi.
Che Yukino fosse bella, era un dato di fatto.
Una bellezza un po' diversa da quella provocatoria  e accattivante di Mirajane, ovvio.
Lei era bella in modo delicato e mai volgare.
La voce dell'altra commessa gli arrivò  ovattata alle orecchie, e a stento riuscì a cogliere  i ben 174 bigliettoni che doveva sborsare.
E forse fu meglio così, perché se l'avesse sentito chiaro e tondo sarebbe svenuto sul momento.
Così allungó le banconote all'altra commessa dai capelli violastri legati con un fiocco bianco, guardando furtivamente Natsu e Yukino appartati lí di fianco a lui e con i telefoni in mano.
Probabilmente si stavano scambiando i numeri.
Sting sospirò, era una situazione davvero assurda, ma poi Yukino si girò verso di lui con un sorriso, anche a mo' di scuse per il gesto di prima e lui non poté fare altro che pensare che sì, era una situazione assurda, ma non poteva essergli andato meglio.
Si rese conto di essersi imbambolato quando Kagura
 gli mollò il sacchetto tra le mani - dopo tre richiami da parte della mora - e Natsu lo attendeva alla porta, saltellando sul posto come un bambino che aspettava il padre per andare nel primo negozio di caramelle.
-Bhe, ci si vede- mormorò alla fine.
Le due commesse, quasi all'unisono, chinarono le teste e salutarono con un educato "arrivederci."
Solo che poi, Yukino, era ancora lì, a sorridergli.
Si accorse di star ancora ricambiando il sorriso quando lui e Natsu si fermarono alla fermata del pullman, entrambi ansiosi - chi per un motivo che per un altro -  di tornare a casa propria e gli zigomi cominciarono a dolergli.
-Stai sorridendo come un'idiota- si fece beffe di lui il piú piccolo, sorridendo anch'egli malizioso.
-Sta zitto idiota! È tutta colpa tua se sono in questa situazione!- cercò inutilmente di difendersi Sting, le guance rosse per l'imbarazzo.
-Ora sei anche rosso come un adolescente alla prima cotta!- infierì ancora, sebbene sapesse che non fosse la sua prima cotta.
Sting aprì bocca come per protestare, ma il ronzio del pullman che arrivava e si fermava proprio davanti a loro, aprendo un secondo dopo le porte, lo zittí.
E mentre saliva sul mezzo con Natsu al seguito e si sedevano dietro una vecchia signora, il biondo si appuntó mentalmente di non coinvolgere mai più Natsu nelle sue situazioni sentimentali.
E, soprattutto, quando questi gli diede una gomitata indicando il riflesso dove era ben visibile un altro sorriso, che questa stupida discussione l'avrebbero continuata a casa.
Sì, con uno spruzzino d'acqua come pistola e un cuscino come scudo.




Note Autrice!
Ci tengo a ringraziare DevilLight per aver scritto con me questa storia, senza di lei non ci sarei mai riuscita.Grazie mille, ti voglio un mondo di bene😘

 
   
 
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