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Autore: Cicciolgeiri    17/06/2009    9 recensioni
Nightmare Before Christmas
Uno shot dedicata ad uno dei miei film preferiti, il capolavoro di Tim Burton: Nightmare Before Christmas. Zero, il cagnolino di Jack, certe cose non può capirle, ma sa essere comunque un buon amico, anche se è un po' irrequieto!
Questa ficcy è un... esperimento, mettiamola così, perciò, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zero era il cane di Jack Skeletron, il Re delle Zucche, ed era un cane fantasma.
Si ricordava di essere stato investito da un’auto nel mondo degli umani, tanti anni prima, ma del suo passato non rammentava molto. Sapeva solo che adesso il suo migliore amico era Jack e l’unico suo desiderio era di poter restare sempre al suo fianco.
In effetti, i cani non desiderano molto: sono fedeli e leali e in cambio necessitano solamente di un po’ del nostro affetto. Ci donano tutto il loro amore incondizionato e non si può fare a meno di fare lo stesso con loro, perché sono così allegri e vivaci, così giocherelloni, che farebbero sorridere anche una statua di pietra.
Zero era uno di quei cani e Jack amava trascorrere il suo tempo con lui. La loro era un’amicizia silenziosa: i cani non parlano, ma, dopotutto, per riuscire a far trapelare certi sentimenti, le parole non sono necessarie. Avvolte è più opportuno rimanere in silenzio a godersi il paesaggio, o ad ascoltare un qualche rumore in lontananza, a beneficiare in tranquillità della compagnia di colui che ci sta accanto, piuttosto che parlare.
Il gioco preferito di Zero il cane fantasma era il riporto: Jack si staccava una costola e la lanciava in aria, lontano, lontano e Zero correva a riprenderla abbaiando felicemente, il lenzuolo al vento.
Quella notte, al cimitero, Jack e Zero stavano giocando al riporto, ma non erano da soli. Con loro, ad osservarli con un sorriso stampato in volto, seduta su una lapide, c’era Sally.
Sally era la fidanzata di Jack da più o meno un anno e Zero, nonostante fosse solo un cagnolino fantasma e certe cose non potesse capirle, pensava fosse spaventosamente carina, inoltre emanava un buon odore di foglie bagnate e si sa che le ragazze con un buon profumo hanno sempre molto successo, specialmente tra i tipi come Jack, che a quei piccoli dettagli fanno molta attenzione.
Jack era uno scheletro riflessivo e gentile, nonostante fosse anche terrificante quanto bastava per risultare molto affascinante agli occhi delle ragazze.
Jack era davvero un buon partito e aveva tante ammiratrici, ma per lui sembrava esistere solo Sally, le sue orbite oculari non vedevano che lei.
Jack era dovuto andare parecchio lontano da casa e aveva dovuto fare tanti errori prima di capire che ciò che gli serviva veramente per riempire il vuoto che sentiva dentro di sé era più vicino di quanto non immaginasse, ma alla fine se ne era accorto e lui e Sally da quel giorno non si erano più separati. E Zero, nonostante fosse solo un cagnolino fantasma e certe cose non potesse capirle, pensava che fosse una cosa molto, molto romantica.
<< Zero, prendi questo! >> esclamò Jack, facendo roteare la costola in aria, per poi lanciarla verso l’alto. L’osso candido brillò per un attimo alla luce della luna, per poi confondersi con l’oscurità del cielo. Zero prese la rincorsa abbaiando allegramente e poi volò al suo seguito e l’afferrò a mezz’aria, prima che potesse ricadere tra le lapidi.
<< Bravo, Zero! >> Jack e Sally applaudirono e Zero trotterellò nuovamente verso di loro con aria soddisfatta, stringendo la costola del suo amico in bocca a mo’ di trofeo.
<< Sei davvero un bravo ragazzo >> disse Jack accarezzandogli il capo con la mano ossuta e prendendo la costola che gli porgeva, << proprio bravo! >> rimise l’osso al suo posto sotto il frac e riprese a carezzarlo. Zero adorava farsi coccolare, così fece una capriola in aria e si mise a pancia in su in modo che lo scheletro potesse accarezzargli anche la parte inferiore del lenzuolo, ossia quello che una volta era stato il suo pancino. << Eh, eh … bravo il mio piccolo >> Jack sorrise e continuò a riempirlo di gesti affettuosi e carezze e Zero accese il suo nasino rosso per dimostrargli tutta la sua contentezza.
Da quando c’era Sally, Jack era sempre allegro e le loro visite al cimitero si erano fatte più frequenti e piacevoli: giocava di più, veniva coccolato di più ed era anche più felice, perché i cagnolini fantasma non desiderano molto, vogliono solo che il loro padrone sia contento. E se Jack lo era, anche Zero lo era. E’ un legame forte e indissolubile, quello tra i cani e i loro proprietari e anche quello tra i cani e le fidanzate dei loro proprietari può trasformarsi in qualcosa di così fantastico: infatti, a Zero, Sally stava molto simpatica; era stata lei ad aver fatto rinsavire Jack, lei a farlo tornare quello di un tempo, lei ad avergli ridato il suo padrone com’era prima, se non migliore. E Zero, nonostante fosse solo un cagnolino fantasma e certe cose non potesse capirle, pensava che valesse proprio la pena di volere bene anche a lei.
<< Piccolo, vieni qui >> Sally agitò una delle sue manine di stoffa nella sua direzione e lui, facendo una rapida giravolta attorno a Jack, le corse incontro abbaiando la sua felicità. Le si accucciò in grembo, constatando con piacere quanto fosse soffice rispetto a Jack. Non riusciva proprio a capire come il dottore avesse potuto rimpiazzarla con quell’altra bambola. Ma lui, in fondo, era solo un cagnolino fantasma e certe cose non poteva capirle.
<< Credo che tu gli piaccia >> disse Jack con un sorriso, accostandosi alla lapide. Sally si voltò a guardarlo e anche lei sorrise, continuando ad accarezzarlo distrattamente. << Oh, anche a me lui piace molto >> Zero sollevò il capo con aria interrogativa: Sally aveva smesso di carezzarlo e lei e Jack si stavano fissando. I cani spesso non si rendono conto che ci sono dei momenti in cui abbaiare, rompendo l’atmosfera, non è molto opportuno, ecco perché il piccolo Zero, proprio sul più bello, lanciò un sonoro guaito che distolse i due l’uno dall’altra, facendoli sobbalzare. E, nonostante fosse solo un cagnolino fantasma e certe cose non potesse capirle, l’occhiataccia che Jack gli lanciò lo fece rendere conto che, probabilmente, avrebbe fatto meglio a fare il bravo, per una volta.
  
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