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Autore: miseenabime    06/09/2017    4 recensioni
"Una delle cose che il suo primo cavaliere aveva cercato di farle capire, e che lei aveva notato nel corso di quell’incontro, era che Jon Snow non si sarebbe piegato. [...] aveva capito che l’unico modo per fare di Jon Snow un alleato era guadagnarsi la sua fiducia, e Jon Snow non si sarebbe mai fidato di un’estranea."
Ambientato dopo la 7x03.
Il soggiorno di Jon Snow a Dragonstone da più punti di vista e lo sviluppo della relazione con Daenerys.
Vorrei tanto essere in grado di gestire una storia con più trame e personaggi, ma siccome sarebbe solo un bel casino, si parlerà principalmente di chi si trova a Roccia del Drago. Ah, dovrebbe avere 9 capitoli (prologo escluso). Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Davos Seaworth, Jon Snow, Missandei, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7: Principio
 
 
 
“I think I’m ready now
if this is the way it ends
this is the way it’s meant to be
we will be spilled in blood
and this is the way they’ll remember us.

Emerge from the shadows we will
emerge from the shadows.
This is the way it ends.
Don’t tell me it’s meaningless”

 – L. Pigg
 

 
Quella mattina Daenerys non avrebbe voluto altro che restare a letto. Era una di quelle giornate che non ti senti in grado di vivere e tutto quello che la mente e il corpo chiedono è restare fermi, in un muto e statico riposo e lasciare che le ore scorrano loro addosso, senza avere la forza di affrontarle. Invece, non solo si era dovuta alzare, ma doveva anche affrontare ogni singolo minuto di quella giornata, in cui ogni sforzo fisico e mentale le costavano il doppio, il triplo delle energie. Ora, infatti, si stava trascinando a forza verso la stanza di Jon Snow, per chiedergli quale nave dovesse preparargli per il viaggio. Sì, perché ormai aveva praticamente dato per scontato che lui se ne sarebbe tornato a casa, al nord. Chi non l’avrebbe fatto: lui è un re là, è amato dalla sua gente e circondato dalla sua famiglia. Persino lei avrebbe scelto di tornare a casa. Perciò, quando si trovò davanti alla sua porta esitante, si diede della sciocca mentre soffocava quel piccolo barlume di speranza che, dal fondo dei suoi pensieri, le ripeteva che magari Jon non sarebbe partito, che magari non sarebbe finita così, magari.
Bussò alla porta.
 
Colpi alla porta.
«Entrate» Jon non chiese nemmeno chi fosse, non ce n’era bisogno.
Una chioma argentea fece capolino dalla porta.
«Stai partendo» Daenerys vide i bagagli e, nonostante si fosse data della sciocca, avvertì lo stesso un breve e intenso colpo al cuore.
Jon guardò le sue cose piegate e ammucchiate in giro per la stanza «No»
«Stai facendo le valigie» gli fece notare la ragazza, come se a lui fosse sfuggito.
«No» affermò Jon, facendo piegare e Daenerys la testa di lato, con fare interrogativo «Beh, ho fatto le valigie» spiegò «Ma ora le sto disfando»
«Perché?»
«Riporrò i vestiti in ordine crescente di morbidezza di tessuto»
«Cosa?»
«Ho cambiato idea, Daenerys» per quale altro motivo dovrei disfarle.
«Hai cambiato idea»
«Sei stata sempre gentile con me. Certo, a parte quando mi hai fatto rinchiudere, ma insomma, avevi i tuoi motivi. Per il resto, non mi sembra corretto andarmene via così e poi, potrebbe esserci altro lavoro»
«Quindi resti per educazione
Aveva frainteso. «No» Jon le si avvicinò, osservando quella faccia corrucciata. Quella bella faccia corrucciata «Resto» enfatizzò la parola «perché voglio aiutarti. Tu hai aiutato me, io aiuterò te, con la tua guerra»
«Mi sembra di aver capito» gli occhi della ragazza si addolcirono, mentre, imitando i suoi movimenti, gli si avvicinava «che c’è una sola guerra da combattere: la nostra».
Jon aggrottò leggermente le sopracciglia.
«Se prima non sconfiggiamo la minaccia a nord, ci sarà ben poco da governare. Un enorme cimitero» spiegò, riprendendo le parole del loro primo incontro.
Finalmente gli credeva: Jon non poté fare a meno di sorridere, riconoscente e anche un po’ commosso – ma non l’avrebbe mai ammesso «Hai cambiato idea»
«Sembra sia un’abitudine di questi tempi, non trovi?» lo stuzzicò sulla sua falsa partenza.
Jon trattenne una risata «Perché?» perché mi credi? Perché ti fidi? Perché proprio ora?
Daenerys si fece più seria e, con la mano sinistra, gli porse un messaggio.
«È arrivato un corvo, è arrivato per te» la ragazza vide i primi segni della preoccupazione sul suo volto «Tranquillo, non l’ho letto. Nessuno l’ha letto. La cosa importante è che arriva dalla cittadella, dal tuo amico. Hai sempre detto la verità»
Verità. Quel corvo poteva contenere la verità su di lui. Jon si sentì schiacciato al suolo dalla pressione nella stanza e un senso di inquietudine lo pervase al solo pensiero che il suo passato potesse realmente rivelarsi proprio come temeva. Come temevano. In questo vortice di sentimenti contrastanti, un improvviso calore sul suo petto lo riportò alla realtà. Non si rese conto di quanto bruciasse finché non vide la mano di Daenerys su di sé, mentre le dita si facevano spazio tra i lacci della semplice maglia che indossava. Era come se la propria pelle ardesse al suo tocco.
«Cos’hai qui?» gli chiese, allargando la superficie di pelle visibile. La sua curiosità si trasformò in preoccupazione con una punta di timore, alla vista della prima cicatrice. «Cosa…»
«Mi hanno pugnalato»
Daenerys alzò gli occhi, visibilmente angosciati, verso di lui «Chi?»
«I miei confratelli»
La preoccupazione di Daenerys non fece che amplificarsi «Perché?»
Jon non rispose. Si scostò un po’ dalla ragazza e si tolse la maglia, mostrando tutte le cicatrici. La vide sussultare, mentre cercava di contenere le sue emozioni, come una vera regina.
«Volevano uccidermi» disse. Si riavvicinò a lei e le prese una mano. L’appoggiò prima sulla cicatrice che aveva notato lei, poi la spostò su quella proprio sopra il suo cuore «L’hanno fatto».
Vide i suoi occhi viola inumidirsi mentre la fissava, prima di tornare a osservare lui. Probabilmente non avrebbe dovuto raccontarglielo, non avrebbe dovuto dirle della sua morte, ma ormai sentiva di potersi fidare di lei e i suoi occhi – quegli occhi – non facevano che confermarglielo e riconfermarglielo ogni volta. Daenerys deglutì e spostò di nuovo lo sguardo sul suo petto.
«Anche questo» con un dito gli accarezzò la cicatrice sul cuore «Dimostra che hai detto la verità. Sempre».
La sua mano restò ferma ancora per un po’ sul cuore di Jon, prima che non riuscisse ad impedirle di farsi trascinare e vagare per il suo petto, fino ai suoi fianchi. Dal suo canto, Jon le si era impercettibilmente fatto più vicino e ora le posava una mano sulla guancia, con le dita all’attaccatura dei suoi capelli e il pollice che accarezzava leggermente la pelle. Ma non gli bastava, quella distanza era ancora troppa, nonostante in realtà li separassero pochi centimetri. Per cui, con l’altra mano, le cinse il fianco e l’avvicinò di più a sé. Daenerys alzò gli occhi verso di lui, che la percepì un po’ titubante.
«Quel corvo» disse timorosa «vuoi leggerlo?»
E sapere chi sei. Sapere da dove vieni. Sapere chi è la tua famiglia. Sapere se è così che deve finire. Sapere… no.
«No, non ancora»
La baciò.
 
 
-
 
 
L’aria sulla spiaggia era più forte e insolitamente più fredda, quasi a rispecchiare quello che stava per accadere, quello verso cui si stavano imbarcando. Salpavano verso Grande Inverno, tutti loro e nonostante i suoni delle parole degli uomini e i rumori delle ultime armi che venivano caricate, chi regnava sovrano, quella mattina, era il silenzio. Il silenzio gelido, che sapeva di minaccia. Il silenzio che si faceva sentire negli ululati del vento, nel leggero dimenarsi delle chiome degli alberi, nell’aspro e lieve fischio nelle orecchie di chi riusciva ad ascoltarlo. Il freddo e la pesantezza di quella mattina non potevano che essere un presagio a ciò che stavano per affrontare, che li aspettava al di là della barriera. Un freddo leggero, quasi impercettibile, ma che riusciva a entrarti dentro e gelarti le ossa pian piano, un centimetro alla volta.
Poi all’improvviso fu il caldo, un caldo prima tiepido, affettuoso e rilassante. Poi divenne un caldo che brucia, che scioglie. Un caldo che dà energia e non lascia scampo, familiare ma pericoloso, ma soprattutto, un caldo che dà sicurezza.
Daenerys strinse la mano che aveva raggiunto la sua.
Guardò per l’ultima volta la sua spiaggia, la sua isola, il suo castello, prima di andarsene, probabilmente per sempre, verso un futuro incerto. D’improvviso la nostalgia e la paura la colsero per un attimo impreparata e riuscirono a far breccia dentro di lei. Strinse. Il calore, quel calore, le scacciò quasi subito. Mentre la sua isola scompariva in lontananza, non lasciò la presa su quella mano nemmeno per un secondo.
Jon fece lo stesso.




















Angolo Autrice
Oh mamma, ce l'abbiamo fatta. Non vi dico quanti casini sono successi nell'ultima settimana tra università, casa, danza, ma eccoci, la fine. Arriva con la fine della serie -sigh-, ora dovrete ibernarmi fino al 2019, è l'unico modo. Comunque, un paio di cose: l'ultimo capitolo inizia più o meno come inizia il primo (stessa frase, soggetto diverso, evviva i parallelismi) e cosa che potrebbe piacere o non piacere, ne sono conscia: ho volutamente omesso la descrizione del loro bacio. Perché? Perché mi ero dilungata le prime due volte, quando stavano per, e questa, quella buona, beh ecco, mi sono sentita di farla succedere così, senza che vi dessi io i dettagli ma che li creaste voi. Bene, non credo di aver altro da dire. Vorrei ringraziare uno a uno chi mi ha lasciato una recensione: 
DanceResh84pillyAGiorgiaXXfree_happypapergirl e lesto914, siete stati tutti gentilissimi e fantastici, grazie davvero <3
Bene, credo sia il momento di salutarci, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la fine non vi abbia deluso, fatemelo sapere
Un bacione, alla prossima
Hyp.
  
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