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Autore: perriescola    06/09/2017    1 recensioni
Dal testo:
"Succedeva sempre così quando andava in missione con Emma.
Parte di lui non voleva lasciare l'istituto, temendo il peggio per le persone che lo abitavano e non riuscendo a fare a meno di pregare per la loro sicurezza.
Ma c'era un'altra parte di lui, la parte che più odiava di se stesso, che fremeva di gioia ed eccitazione al pensiero di stare da solo con la ragazza che tanto bramava ma che non avrebbe mai potuto avere."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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All we do is drive
All we do is think about the feelings that we hide
All we do is sit in silence waiting for a sign
Sick and full of pride
 
 
Julian continuò a fissare la strada, cercando di non distogliere mai lo sguardo dal paesaggio che si ritrovava davanti.
Riusciva a sentire il leggero russare della ragazza seduta sul sedile accanto al suo.
Guidava da tempo, ormai, dopo che i due erano stati costretti ad attraversare tutta la città alla ricerca dell’ennesimo demone che minacciava la popolazione californiana.
Emma era esausta, lui riusciva a percepirlo, non solo per il loro indistruttibile legame parabatai ma anche perché, in cuor suo, la capiva.
Gli incubi che perseguitavano entrambi, le ombre di coloro che amavano, erano vividi anche durante il giorno e loro proprio non riuscivano a liberarsene.
Per Emma era ancora peggio: lei non voleva liberarsi del ricordo dei suoi genitori, voleva ricordarli ogni giorno e, a volte, era proprio la loro immagine che la aiutava ad andare avanti, il desiderio di vendicarli le dava forza ed energia.
In tutti quegli anni, nient’altro era riuscito a motivarla così tanto da spingerla ad allenarsi duramente ogni giorno non solo per essere una buona shadowhunter, ma per diventare la migliore di tutti.
Julian dovette fermarsi al semaforo rosso, infastidito.
Batteva rumoroso le dita sul volante, impaziente di tornare a casa dai suoi fratelli.
La sua mente era oppressa da varie preoccupazioni e la paura che qualcosa di brutto potesse succedere a quei bambini, i suoi bambini, che tanto amava, era incastrata tra i suoi polmoni e quasi gli impediva di respirare.
Succedeva sempre così quando andava in missione con Emma.
Parte di lui non voleva lasciare l’istituto, temendo il peggio per le persone che lo abitavano e non riuscendo a fare a meno di pregare per la loro sicurezza.
Ma c’era un’altra parte di lui, la parte che più odiava di se stesso, che fremeva di gioia ed eccitazione al pensiero di stare da solo con la ragazza che tanto bramava ma che non avrebbe mai potuto avere.
Si voltò verso di lei, ammirandone i lineamenti tanto delicati quanto severi.
Lui lo sapeva bene: Emma Carstairs era tanto bella quanto pericolosa, avendo dedicato tutta la sua vita al combattimento.
A volte, mentre la osservava allenarsi giorno e notte, pensava che in realtà lo faceva solo per punire se stessa, per non essere riuscita a salvare le due persone che più amava al mondo.
In quel momento, osservandola dormire beatamente, non riuscì a non desiderare di farla stare meglio.
Voleva che fosse felice, che gli incubi la lasciassero in pace.
Era disposto a portare lui stesso il fardello del suo dolore-nonostante ne portasse già molti sulle sue spalle; era pronto a lottare con tutte le sue forze per cacciare via i demoni che la soffocavano.
A volte aveva paura dell’intensità di quei sentimenti, di come crescessero ogni giorno sempre di più facendolo quasi diventare matto.
Si chiedeva se sarebbe riuscito a mandarli via, un giorno, ad eliminarli del tutto.
Ma sapeva che non sarebbe mai successo; era la sua rovina, la sua maledizione, il suo peccato più grande.
Emma si stiracchiò leggermente, gracchiando in un modo che lo fece sorridere, poi aprì gli occhi marroni e lucenti.
Mentre si guardava attorno confusa, Julian distolse lo sguardo e si morse il labbro.
Cercò di fare finta di non aver notato come i suoi capelli dorati le incorniciassero il viso morbidamente, facendola sembrare più innocente di quanto non fosse.
Cercò di non pensare ai suoi grandi occhi profondi che scrutavano il luogo circostante, in preda alla confusione.
Julian ci provava con tutto se stesso, tentava disperatamente di convincersi che in realtà non la amava, che la sua era pura attrazione fisica.
Ma era tutto inutile, lo sapeva: non aveva mai provato certe cose con nessuna, non c’era mai stato nessun altro per lui se non Emma.
Voleva passare le dita tra quei capelli dorati e accarezzarle il capo per tranquillizzarla, voleva che appoggiasse la testa sul suo petto e che sentisse quanto velocemente battesse il suo cuore ogni volta che stavano insieme e-più di qualsiasi altra cosa- aveva disperatamente bisogno di poggiare le labbra sulle sue per constatare se fossero morbide come se l’era sempre immaginate, necessitava di sentire la sua pelle sotto le sue dita, di percepire nelle sue vene quel calore, quel fuoco, che intravedeva in lei durante una battaglia.
Non sapeva cosa avrebbe dato per essere lui stesso la causa di un sentimento così forte.
Ma era troppo difficile ammetterlo a se stesso, ed era ancora più difficile fingere di non provare niente per lei.
Sentì la voce della ragazza chiamarlo, frastornata.
Il suono arrivò alle sue orecchie così debole e dolce che, in un primo momento, pensò di esserselo immaginato.
Poi la dolce mano di Emma si poggiò sulla sua, ancora sul volante.
Non si era reso conto di averlo stretto quasi ferocemente fino a quando non vide le sue nocche bianche per lo sforzo.
“Jules?” ripeté la bionda, non lasciando andare la presa.
Il ragazzo si decise a voltarsi verso di lei, puntando i suoi occhi sui suoi.
Lo guardava con le sopracciglia inarcate, come se non capisse ciò che gli stava succedendo; la bocca semi-aperta, pronta a fare domande o a dire qualcosa di sarcastico, Julian optava più per la seconda.
“Sì?” chiese lui, controllando la sua voce in modo che suonasse serena e disinvolta.
Emma lo fissò ancora per qualche istante e per lui fu come una pugnalata doversi costringere a non avvicinarsi a lei per sentirne il profumo o per percepirne la morbidezza della pelle.
“Il semaforo è verde” rispose lei “e tu sei ancora fermo”.
Lo disse con una punta divertita nel tono, come se si sforzasse di non dire qualcosa per prenderlo in giro.
Quella frase scosse Julian dai suoi pensieri e lo portò ad alzare lo sguardo per constatare che sì, in effetti il semaforo era davvero verde.
Si chiese per quanto tempo fosse rimasto a osservare la sua parabatai dormire, e riprese a guidare imbarazzato.
Emma non riuscì a trattenersi e rise divertita, beandolo inconsapevolmente, poi si rilassò sul sedile guardando fuori dal finestrino.
“Hai proprio bisogno di riposare” quasi gli sussurrò, forse più rivolta a se stessa che a lui, poi tacque per il resto del tragitto.
Julian godeva di quel silenzio carico di domande prive di risposta, pensando che ormai era diventato il loro modo di comunicare, e tornò a concentrarsi sulla strada davanti a sé come se fosse davvero l’unica cosa sulla quale focalizzarsi.

 
 
 
Spazio autrice:
CIAAAO A TUTTI!
Lo so, non dovrei essere così entusiasta per questa cosa che ho scritto, ma ne vado proprio fiera.
Non ho mai scritto qualcosa sul fandom di Shadowhunters e sono felice di aver iniziato a farlo con questa coppia che amo tantissimo.
Il titolo e la frase all’inizio sono prese dalla canzone Drive di Halsey che, ovviamente, mi fa pensare un sacco a loro due.
Avrò letto Signora della Mezzanotte tipo tre o quattro volte e so per certo che è uno di quei libri che leggerei all’infinito.
L’ho amato tantissimo, mi sono già affezionata ai personaggi(Soprattutto a Julian e a Cristina) e non vedo l’ora che esca Signore delle ombre.
Julian è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, per questo ci tenevo davvero tanto a scrivere qualcosa sotto il suo punto di vista.
So che non è il massimo, ma è pur sempre un inizio.
Detto questo, vi invito a lasciare una recensione di qualsiasi tipo per farmi sapere cosa ne pensate: ditemi se vi è piaciuta, se ci sono errori, se vorreste leggere qualcosa di diverso o tutto quello che volete.
Vi ringrazio per aver letto fin qui,
Cascy
  
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