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Autore: Darkness_Angel    06/09/2017    0 recensioni
La speranza è l'ultima a morire.
E questo, vale anche per il Comandante Shepard.
- Piccola One Shot ambientata post finale Distruzione in Mass Effect 3 -
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~There's Still Hope~


Dolore.
Il dolore è l'unica cosa che sento, le orecchie fischiano, gli occhi sono ancora ciechi ma non c'è una singola parte del mio corpo che non mi dolga.
Ad ogni respiro sento la mia cassa toracica scricchiolare in modo poco promettente.
Mi faccio forza, apro gli occhi.
Sopra di me si apre lo spazio infinito, un braccio semidistrutto della cittadella entra solo parzialmente nel mio campo visivo.
Non ho la forza di muovermi.
Fisso lo spazio sopra di me, punteggiato di stelle e di piccole sagome scure che potrebbero essere navi, ma non dei razziatori.
Ce l'abbiamo fatta, sorrido.
Dovrei muovere il braccio, sfiorare il factotum e avvertire che sono ancora viva, ma le mie membra non si muovono.
Inspiro, il dolore mi avvolge il petto. Chiudo gli occhi e sorrido C'è un Bar che mi aspetta.
 
 - Datele altra morfina, si sta svegliando -.
Voci ovattate mi circondano, una luce forte, bianca e artificiale mi brucia gli occhi quando tento di aprirli.
Non sono in un Bar.
Li stringo, poi li riapro, metto a fuoco una figura conosciuta, vorrei parlare ma dalla mia gola esce solo un rantolo soffocato, qualcosa mi impedisce di parlare.
Alzo un braccio, il dolore è atroce ma riesco a sfiorare l'uniforme bianca con la punta delle dita.
La figura mi sorride, ci fermiamo, sono sdraiata, non so' dove sono, sto male, ho paura.
- Va tutto bene Shepard, sei al sicuro - mi rassicura dolcemente Liara accarezzandomi i capelli.
Il suo volto conosciuto e amichevole mi rassicura un poco.
Vorrei fermarla, ringraziarla, chiederle se è tutto vero, dove siamo, cosa è successo e cosa sta succedendo, ma lentamente la nuova dose di farmaci fa effetto ed io scivolo nell'incoscienza.
 
- Comandante, Comandante Shepard -.
La voce arriva da lontano, gli occhi si aprono a fatica, sono pesanti, l’aria puzza di carne bruciata, plastica fusa, sangue e disinfettante; l’unica cosa che vedo è una forte luce bianca.
Sono morta.
No, non lo sono, se fossi morta non sentirei nulla.
Il dolore mi sveglia riportandomi alla realtà come una secchiata d’acqua gelata.
Spalanco gli occhi, cerco di gonfiare il petto per respirare a fondo ma qualcosa m’impedisce di riempire i polmoni d’aria.
Panico.
Cerco di muovermi ma sono bloccata ad un letto. Le braccia bloccate a croce, un tubo mi scende per la gola, lo sento graffiarmi la trachea, mi tappa la bocca, è lui che mi fa respirare ma vorrei soltanto vomitarlo.
- Respiri piano Comandante, va tutto bene – metto a fuoco il volto materno della dottoressa Chackwas che mi sorride da sotto una mascherina azzurra.
Cerco di rallentare il respiro, il cuore continua a martellarmi  nel petto come se volesse uscire.
- Battito cardiaco in aumento – recita una voce seria alle mie spalle.
Guardo la dottoressa chiedendole aiuto con gli occhi, ho freddo, ho paura e il dolore diventa sempre più insopportabile ogni secondo che passa, non posso resistere ancora a lungo.
- Va tutto bene, siamo in ospedale, la stiamo operando Comandante ma non possiamo continuare se prima non fa una cosa per me – mi dice in tono calmo, non stacca gli occhi dai miei, mi stringe una mano e mi accarezza la fronte.
Chiudo gli occhi, per un secondo è mia madre a rassicurarmi.
- So’ che ha paura, ma deve provare a muovere le dita delle mani -.
Perché? L’ultima volta sono riuscita a muovermi, perché ora pensi che io non possa farlo?
Mi concentro, ogni fibra del mio corpo è sovraccarica di dolore ma in qualche modo riesco a sollevare un poco le mani.
Il dolore mi avvolge il petto in una morsa, ansimo, il tubo mi soffoca.
- Perfetto, so’ che fa male ma ora muova quelle dei piedi –
Tu non hai nessuna fottuta idea di quanto faccia male.
Fisso la dottoressa, mi concentro sul suo sguardo calmo e fletto un piede alla volta.
Il dolore risale lungo la spina dorsale come una scarica elettrica, arriva al cervello e mi fa perdere la calma.
Inspiro bruscamente, voglio liberarmi, non voglio che tutti mi osservino, voglio scappare.
- E’ stata bravissima Comandante, ora la rimettiamo a dormire – mi rassicura la dottoressa.
Fa un cenno con il capo a qualcuno dietro di me, la stanza è silenziosa, gli occhi iniziano a chiudersi senza che io gliel’abbia ordinato.
Ho paura ad addormentarmi ma tutto diventa buio e cado in un sonno profondo senza sogni.
 
Gli unici rumori in tutta la stanza sono il mio respiro e un bip che si ripete ad intervalli regolari; mi accorgo che segue il battito del mio cuore. Apro lentamente gli occhi, sono distesa in un letto, coperta da lenzuola bianche. L'aria profuma di disinfettante e di qualcosa di dolce che non riesco a identificare, sembrano fiori.
Sono in una stanza sterile, dalle pareti bianco sporco, due porte, un tavolo con un vaso di fiori, un carrello con attrezzatura medica e un piccolo armadio.
Nel mio braccio sinistro vi è inserita una flebo la mano rilassata contro il fianco. Nel destro rimane solo un cerotto nell'incavo del braccio ma la mano è tenuta stretta in un'altra, una con tre dita e il Turian a cui appartiene sta dormendo con la testa appoggiata sul mio letto, seduto su di una scomoda sedia di metallo.
Chissà da quanto tempo è lì.
Muovo leggermente le dita, combattuta se svegliarlo o lasciarlo dormire, sembra ne abbia bisogno.
Garrus reagisce subito, mi stringe la mano e alza la testa di scatto guardandosi intorno stordito dal sonno prima di voltarsi verso di me.
Non realizza subito, forse si aspetta di vedermi ancora addormentata, per questo sospira, ma poi i suoi occhi azzurri si sgranano per la sorpresa.
- Jane... - sussurra, come se la voce troppo alta potesse farlo risvegliare dal sogno.
Gli sorrido, mi sento a pezzi ma sono felice.
- Ciao –
La mia voce è flebile, roca, come quella di chi non beve o parla da settimane. Gli stringo con forza la mano e lui ricambia la stretta, gli occhi gli diventano lucidi ma non piange; ha capito che non è un sogno.
- Jane - questa volta pronuncia il mio nome a voce alta e mi abbraccia, piano, come se fossi fatta di cartapesta. Mi accarezza dolcemente i capelli, io gli appoggio la testa nell'incavo del collo; non posso fare di più, ho tubi e fili ovunque ed inoltre il mio corpo non mi risponde completamente.
Mi da un bacio su una tempia e poi appoggia delicatamente la sua fronte sulla mia, sospira e mi stringe la mano.
- Sei tornata –
Chiudo gli occhi e sospiro - Sono tornata -.

Fine
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Grazie per essere arrivati sino a qui :3
Spero che questa piccola Ff vi sia piaciuta e che non abbia riportato alla mente troppi brutti ricordi c':
Mi scuso in anticipo se mi fosse sfuggito qualche errore, per quante volte lo ricontrolli un paio a volte scappano sempre ^-^"
Ancora grazie per aver letto, se vi va lasciate pure una recensione, mi fa sempre piacere ricevere consigli/critiche o solo pensieri su quello che ho scritto :3
Un abbraccio,
Darkness_Angel.
 

 
  
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