[...] Girò lentamente la testa sul cuscino bianco, fingendo di dormire ancora profondamente, quando, al contrario, stava spiando le mosse cadenzate e senza fretta che compiva Hajime mentre stipava vestiti di vario genere in un borsone nero con la tracolla. Tutto l’occorrente che gli serviva per stare lontano da casa un mese, insomma.
[...] Tooru sbuffò stizzito sollevando lentamente il capo, da cui ricaddero vaporose frange castane disordinate.
“Volevo vedere con i miei occhi se te ne saresti andato senza salutarmi”.