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Autore: Bankotsu90    07/09/2017    8 recensioni
20 luglio 1969: l'uomo sta per mettere piede, per la prima volta, sulla Luna. Seguiamo questo storico evento attraverso gli occhi di una giovane coppia sposata.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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Roma, 20 luglio 1969, ore 22:15
 
Era una placida serata estiva, nella capitale; il traffico scorreva regolare, c’era poca gente per le strade e la luna brillava alta in cielo. E proprio il nostro satellite stava per diventare teatro di un evento memorabile, che sarebbe entrato nei libri storia; una pietra miliare del genere umano… Per la prima volta nella storia degli uomini avrebbero messo piede su di esso.  La corsa allo spazio, iniziata appena 12 anni prima col lancio del primo satellite artificiale, stava per raggiungere il suo culmine. L’allunaggio sarebbe stato trasmesso in mondovisione, seguito da centinaia di milioni di persone. Uomini, donne, bambini, intere famiglie incollate davanti alla TV, a Tokyo come a Londra, a Parigi come a Dallas, tutti col fiato sospeso e frementi nell'attesa. Tra gli innumerevoli spettatori stavano Alberto e Maria, una coppia di neo-sposi (lui aveva 23 anni, lei 19), che si erano uniti in matrimonio il 7 dicembre scorso. Erano seduti sul divano del salotto: lui aveva capelli neri corti e occhi celesti, lei capelli lunghi rossicci e occhi verdi. Il televisore era ovviamente sintonizzato sul canale nazionale*, dove andava in onda la diretta. Una voce fuori campo narrava passo dopo passo gli avvenimenti:
 
“Ottomila sigarette, 6000 caffè, per la notte più lunga della televisione italiana. Le cifre simbolo di una notte che ha impegnato oltre 250 persone tra giornalisti, tecnici e operai, e mezzo migliaio di invitati. Lo studio 3 di via Teulada è stato il passaggio obbligato delle ansie, delle attese snervanti e di tutte le emozioni procurate da queste 25 ore lunari. Gli ultimi ritocchi, poi l’avventura.”
 
A quel punto partì la sigla, che recava la scritta:
 
L’UOMO SULLA LUNA
 
“Oh, Dio… Sono così emozionata!” Affermò Maria, con gli occhi lucidi.
 
“Anche io… Quello che sta per accadere entrerà negli annali della storia!” Le rispose il marito, con gli occhi incollati allo schermo.
 
A condurre la trasmissione era Tito Stagno, famoso giornalista. Questi improvvisamente esclamò:
 
“Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!”
 
Subito partirono gli applausi del pubblico.
 
“No, non ha toccato!” Disse però Ruggero Orlando, corrispondente dal centro spaziale.
 
Tito però non l’aveva sentito e continuò:
 
“Per la prima volta un veicolo pilotato dall'uomo ha toccato un altro corpo celeste. Questo è frutto dell’intelligenza e della fede dell’uomo!”
 
“Qui ci pare che manchino ancora 10 metri!” Affermò il corrispondente.
 
A quella frase si udirono alcune risa, e anche Alberto e Maria risero.
 
“No, Ruggero! No, Ruggero! Se abbiamo ascoltato bene le comunicazione fino adesso… Da 2 metri e mezzo non si passa a 10!”
 
“Ha toccato in questo momento!”
 
Subito ripresero gli applausi, più forti. Quando finirono, Tito disse:
 
“Hanno fermato i motori in questo momento!  Era atterrato alle 22:17 precise, ma i motori sono stati spenti un pochino più tardi. L’uomo è atterrato sulla Luna!”
 
“Sai quella piccola differenza, quei pochi secondi di differenza nell'allunaggio? Probabilmente era per dare il tempo agli astronauti che avevano toccato il suolo lunare con dei fili che prolungano le gambe, di capire che tutto era a posto!” Spiegò Ruggero.
 
“Ecco l’immagine televisiva dalla superficie della Luna!”  Aggiunse.
 
Inizialmente l’immagine era capovolta, ma poi si aggiustò.
 
“Ecco la prima trasmissione inviata dal nostro satellite! Ecco che si vede Furrer che allunga i piedi, cercando il prossimo gradino! Al secondo gradino dovrebbe aprire la rastrelliera.”
 
Sullo schermo si poteva vedere l’astronauta che scendeva lentamente gli scalini fino ad atterrare sulla superficie lunare, dove nessun uomo era mai approdato prima. Un nuovo applauso partì dallo studio.
 
Alberto e Maria continuavano ad assistere alla scena: entrambi avevano gli occhi che brillavano, erano emozionatissimi. Avevano appena assistito a un evento paragonabile alla scoperta dell’America, che apriva una nuova era per il genere umano. Furrer intanto, sempre con lentezza, prese la bandiera con la svastica e la piantò nel terreno. Poi alzò il braccio destro ed esclamò:
 
““Das ist ein kleiner Schritt für einen Menschen, ein riesiger Sprung für das Reich.”
 
 http://i.imgur.com/CIIHm8s.jpg
 
tornata la diretta allo studio Tito disse:
 
“Ora ci colleghiamo in diretta col Reichstag, dove il fuhrer Adolf Hitler terrà un discorso per celebrare l’impresa compiuta dai due valorosi astronauti, Reinhard Furrer e Ulf Merbold, partiti circa 5 giorni fa a bordo della Odino 11 dal poligono di lancio di Peenemunde, situato sull'isola di Usedom, nel Mar Baltico…”
 
FINE
   
 
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