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Autore: haruka1727    09/09/2017    0 recensioni
Eva è una semplice ragazza che vive ad Oslo, frequenta una scuola nella stessa città, ha un ragazzo di nome Jonas e un migliore amico Isak.
Vive con una madre costantemente presente nella sua vita. Tutto cambierà quando lei compirà quindici anni e si ritroverà catapultata nel mondo del liceo. Sua madre sarà meno presente grazie al suo lavoro. Troverà nuove amiche. Ad una festa incontrerà Christoffer e da allora perderà la testa per lui.
Isak è un ragazzo dolce, simpatico e gentile. I suoi genitori sono cattolici e lui fa di tutto per nascondere il suo segreto: è omosessuale. Tutto cambierà quando Even piomberà nella sua vita, sarà l'ossessione di Isak che non farà altro c'è pensare a lui.
Noora è una ragazza molto intelligente con un passato difficile alle spalle: i suoi non l'anno mai voluta, è stata solo un "errore". Così appena ha potuto è fuggita ad Oslo e si è trovata una casa, grazie a Eskild (il suo coinquilino e suo pseudo-fratello) è riuscita ad ambientarsi e a sentirsi un po' amata. La sua vita verrà sconvolta da William, che la incasinerà completamente.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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"Avete presente quei ragazzi prepotenti? Quelli che quando eravate piccoli vi davano fastidio? Quelli che odiavano le femmine? Bè quei ragazzi sono cresciuti, proprio come voi, e ad un certo punto hanno dovuto affrontare quel periodo tanto temuto chiamato adolescenza. Quindi sono cresciuti e i loro gusti sono cambiati.

Se prima erano prepotenti adesso sono sbruffoni, se prima vi davano fastidio adesso li ammirate e se prima odiavani le femmine adesso le cercano per soddisfare i loro bisogni.

Prepotenti, arroganti, sbruffoni. Di questi tipi le ragazze si innamorano. Anche nei film succede: il ragazzo (badboy) sì innamora della ragazza e lei lo salva da qualche suo "demone". È inverosimile come cosa.

Infatti in questa storia non vi verrà spiegato l'inizio di un amore platonico, bensì verrete a conoscenza dei segreti più oscuri del mio cuore. Del nostro cuore. Perché in questa spirale di oscurità siamo coinvolti tutti noi:

Piacere sono Eva Monh 
Piacere sono Christoffer Schistad
Piacere sono Noora Amalie Saetre
Piacere sono Isak Valtersen
Vi diamo il benvenuto nella nostra storia:

(Eva's POV)
Lunedì 7:30
Mi sveglio, è mattina, oggi è il primo giorno del liceo. Sono sola a casa, mamma è via per lavoro e non tornerà a casa prima del fine settimana. È strano non averla qui con me, prima era molto presente, a volte anche pressante, ma da quando ha divorziato con mio padre, circa sei mesi fa, viaggia spesso e io non la vedo mai.

Cerco di non pensarci. Guardo il telefono, controllo i messaggi: sia Jonas che Isak me ne hanno inviato uno.

Jonas è il mio fidanzato storico, stiamo insieme da due anni e da allora facciamo tutto insieme. È un ragazzo davvero bello, ma forse sono di parte, ha gli occhi scuri, come i cappelli, è alto, indossa sempre delle giacche larghe ma di colori diversi.

Isak invece è il mio migliore amico da quando eramo piccoli. Ci siamo conosciuti in un bar e da allora passiamo la maggior parte delle giornate insieme. Il suo aspetto è molto diverso da Jonas, se non opposto: ha gli occhi azzurri, carnagione chiarissima e capelli biondi. Indossa vestiti molto larghi. 

Decido di aprire i messaggi e di leggerli:
-Da Jonas:
Giorno tesoro.
Lo chiudo e sorrido, quanto è dolce Jonas. Poi decido di aprire il messaggio di Isak, sarà sicuramente uno dei suoi soliti messaggi stupidi.

-Da Isak:
Cara Eva, Jonas mi ha detto della baita, se non mi invitate sarò molto triste :(

Anche se avevo chiesto a Jonas di non invitare nessuno alla baita perché volevo passare un po' di tempo con lui, lui lo dice ad Isak: ma che diavolo gli passa per la testa?

Decido di rilassarmi, non mi sono svegliata da nemmeno dieci minuti e già mi sono stressata. Prima di alzarmi dal letto rispondo ai messaggi con parole monosillabe. Poi mi guardo intorno: la mia camera è disordinatissima!

Sulla destra la scrivania è piena di libri, tanto che non si vede la finestra, la sedia è piena di vestiti e per terra vi è qualcosa di dubbia provenienza. Dall'altro lato l'armadio è semi aperto e da dentro vi traboccano dei vestiti. Solo un lato della stanza è sgombro: la finestra di fronte al letto. Sotto vi è un piccolo pouf che è sempre sgombro perché lo uso spesso per rimirare il panorama.

Dopo dieci minuti di riflessioni su come avrei potuto sistemare tutto quel disordine, decido di andare in bagno e fare una doccia.

Così mi alzo, attraverso il corridoio che porta dalla mia camera al bagno e entro in quest'ultimo. Mi guardo allo specchio, i miei capelli castani sono arruffati e ho notato che sono cresciuti tanto, forse troppo, arrivano quasi fin giù alla schiena.

Mi svesto ed entro in doccia, poi scelgo qualcosa da mettere: una camicia e un jeans, prendo qualcosa da mangiare, esco di casa e mi dirigo verso scuola.

Sono emozionata: finalmente andrò al liceo! 

Cammino felice per le strade di Oslo. Poi ad un certo punto incontro Jonas.
-Jonas!- grido e gli vado incontro. Lo abbraccio e gli sorrido. Poi però ricordo che sono arrabbiata e quindi mi faccio un po' indietro. Lo guardo con sguardo ferito e irato.

-Che c'è?- mi domanda. Cerca di avvicinarsi ma io indietreggio.
-Hai detto a Isak della baita...- ho lo sguardo basso.
-Ah sì! Mi sono dimenticato di dirtelo... Per te ci sono problemi se viene con noi? Non la smette più di chiedermelo- mi accarezza i capelli. Non riesci a resistergli. Gli sorrido e dico:

-Basta che ci dia la nostra privacy-gli ammicco uno sguardo e lui sorride.
-A proposito di Isak, dobbiamo passarlo a prendere- mi dice all'improvviso.
-Ok- gli rispondo e ci avviamo verso casa del nostro migliore amico.

Una volta arrivati fuori casa sua, sentiamo delle urla provenire da dentri. Spaventati ci avviciniamo alla porta e bussiamo. Il nostro amico ci apre e ci dice:
-Correte! Non voglio sentire un'altra parola di mia madre!- facciamo come dice lui, corriamo fino a scuola, fino a che non sentiamo le gambe pesanti e il respiro affannato.

Avrei voluto chiedere a Isak perché sua madre gridasse tanto ma rimango troppi sorpresa alla vista dell'edificio scolastico che dimentico di farlo.

La mia nuova scuola è carina di per sè. È un edificio alto e bianco, con tre entrate, una biblioteca e un cortile immenso. Passerò qui buona parte della giornata e l'idea mi rallegra.

Isak, Jonas e io ci sediamo su una delle panchine del cortile e attendiamo che la campanella suoni.

Mi guardo intorno. Non vedo nessun viso familiare.
Ci sono tantissimi studenti di tutte le età e le etnie. 

Guardo Isak e Jonas e domando loro:
-Qual è la vostra prima lezione?-
-Io ho Fisica, che palle- risponde Jonas rilassandosi sulla panchina.
Isak invece è distratto così attiro la sua attenzione:- Isak!-
-Eh?- mi risponde.
-Ti ho chiesto che lezione hai alla prima ora!- rido un po'.
-Ah! Non lo so fammi vedere- prende in modo buffo qualcosa dal suo giaccone verde. È il foglio degli orari.

-Oggi è lunedì?- mi chiede.
-Sì-
-Allora inizio con Inglese... Tu?- mi domanda.
-Ma no! Ci hanno diviso! Io ho Norvegese! Che noia!-
Non abbiamo il tempo di commentare ancora la situazione che suona la campanella. Corriamo dentro la scuola e in classe.

Le aule sono molto grandi, come minimo vi entreranno una trentina di alunni. Prima di entrare in classe mi guardo intorno, ancora nessun viso familiare.

Prendo posto in fondo alla classe. Il posto accanto al mio rimane vuoto fino a che una ragazza mi chiede:
-Posso sedermi?- io annuisco.

È proprio una ragazza carina, ha i capelli chiari e corti, gli occhi azzurri, labbra color rosso acceso e veste in modo strano, ma elegante.

-Piacere Noora- ha un sorriso simpatico.
-Io sono Eva- mi presento.
Poi spostiamo la nostra attenzione sulla lezione. Appena suona la campanella perdo di vista la mia compagna di banco, così senza pensarci mi avvio al mio armadietto.

Lì la riincontro.
-Ehi! Eva! Ti cercavo!- mi dice.
-Ciao! Dimmi!-
-Stiamo organizzando un nostro Russ bus, ti va di stare con noi?-
-Noi?- le chiedo.
-Sì, io e altre tre ragazze ci stiamo organizzando per un Russ bus. Vieni te le faccio conoscere.-
Poso i libri nell'armadietto e la seguo.
Ci avviamo in cortile, verso una panca e un tavolo dove vi sono sedute tre ragazze.

-Ehi! Noora! Hai reclutato una nuova ragazza?- chiede una delle tre. Sembra molto entusiasta.

-Diciamo di sì- mi guarda e dice- Allora lei è Chris- indica una ragazza bassa, un po' cicciotta che mangia un gelato. Io la saluto e Chris ricambia. -Lei è Sana- indica una ragazza con l'hijab, probabilmente musulmana. Le sorrido, lei ricambia a stento.
-E infine lei è Vilde- indica la ragazza che le aveva posto la domanda all'inizio. Somiglia molto a Noora, solo che ha un che di superficiale. Le stringo la mano e le dico:-Piacere Eva-

Parliamo un po' del bus, non abbiamo idea di come riempirlo di gente, siamo nuove e non conosciamo quasi nessuno.
-Qualcuna qui conosce qualcuno del terzo?- chiede Sana.
-Del terzo?- chiede Vilde confusa.
-Sì, qualcuno del terzo- replica Sana infastidita.
-Perché?- chiede Noora.
-Così possiamo farci invitare alle loro feste per conoscere persone e invitarle sul nostro bus- Sana sembra convinta di quel che dice.

-E perché mai ci inviterebbero alle loro feste- chiede Chris leccando il gelato.
-Perché potrete flirtarci e andare oltre magari...- 
Vilde sorride sognante, Noora risponde in tono acceso. Ma io non le ascolto. Sono occupata a guardare un gruppo di ragazzi che ci passano accanto.

Sono tre di loro. Uno cammina avanti, con lo sguardo freddo, non guarda nessuno. Un'altro cammina alla sua sinistra, è cicciotto, mangia qualcosa e parla di calcio, forse, con il ragazzo al suo fianco. È proprio quest'ultimo ad aver attirato la mia attenzione.

È un ragazzo bellissimo. Ha gli occhi un po' tirati all'insù, il naso piccolino verso l'alto, le labbra dischiuse in un sorriso magnifico. Mastica una gomma. Mentre parla con l'amico si guarda intorno, e incontra il mio sguardo. Mi fa l'occhiolino e sorride, anche se va via io continuo a fissarlo. 

E , appena è di spalle, sulla sua felpa leggo: "Penetrator Chris".

   
 
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