RITRATTI

La parola autobiografia è di origine greca ed è composta da tre termini: autòs ( stesso ), bios (vita), grapho (io scrivo).
Il termine esplicita dunque lo scopo di questo genere narrativo: scrivere di se stessi, delle proprie esperienze. L'esigenza di parlare di sé accomuna tutti gli uomini di qualsiasi parte del mondo, letterati, non giovani, anziani e anche noi. Si ricordano fatti, persone, luoghi, tempi relativi al proprio passato per comprenderne il significato, cioè il nesso che hanno con il proprio presente, con la propria vita, e così si comprende qualcosa in più di sé stessi.
Questo è lo scopo dell'autobiografia: scoprire sé stessi cogliendosi in rapporto con ciò che ci è dato da vivere.
Le pagine autobiografiche, ma anche alcune biografie che leggeremo sono accomunate dalla serietà e dalla tenacia con cui i rispettivi autori o protagonisti hanno perseguito i loro interessi e i loro desideri, scoperti durante la fanciullezza, non lasciandosi arrestare da nessuna fatica, piccola o grande che fosse; e le parole della loro memoria sono sempre infuocate dal desiderio di rischiare, di “buttarsi” in ciò che la vita proponeva loro.
Pagine ancora più vive se il lettore coglie in loro l'invito a guardare il proprio presente non solo come frutto del passato, ma anche come seme  del futuro: solo un impegno serio e curioso con la vita presente permette di scoprire quelle attitudini o passioni che potrebbero essere segno di una strada interessante nel futuro.
Infine strumento insostituibile per l'osservazione della vita nel suo svolgimento è proprio la scrittura, accompagnata dal disegno, trasformiamoci dunque in scrittori e disegnatori: raccontiamoci.