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Autore: Stregatta_Khan88    10/09/2017    0 recensioni
Diana Tosi è una scrittrice squattrinata. Gabrio Rossato, in arte "Chef Russel" è noto cuoco da strada della televisione. Le loro vite presto s'incroceranno... Un colpo di fulmine, due arti diverse quanto simili. Un biglietto da visita che l'autrice manda ad un suo idolo, con la speranza di poterlo incontrare, un giorno..
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Allora, come vi sembro?». Domandò Diana girando su sè stessa, davanti agli guardi ammagoliati di Jayne e Valeria, che mimarono degli applausi da affollata platea.

«Non davo fiducia a quel vestito, al momento, ma rivederti ora mi fa cambiare idea» confidò Valeria annuendo tra sé e sé.

«La mia sis è meravigliosa!» Anche Romina era virtualmente lì con Diana e le amiche: attraverso la videochat di Facebook guardava e parlava. Quel pomeriggio si erano riunite tutte a casa sua, non avendo nulla da fare: Valeria non lavorava e non aveva affatto voglia di andare ad assistere alla partita di calcio del fidanzato, lo avrebbe visto la sera tranquillamente. Il marito di Jayne era ad un battesimo al quale lei si era rifiutata di partecipare. I genitori di Diana erano fuori porta.

Diana aveva indossato il suo nuovo abito da sera, dopo aver appostato il computer sul tavolo, così da ricevere da tutte e tre le amiche un'opinione.

«Abito nero e scarpe rosse sono il top» puntualizzò Jayne spingendo Diana seduta tra le grinfie sue e di Valeria, di fronte al laptop e agli occhi da lupa di Romina, che si teneva il viso con entrambe le mani. Le due si misero a spazzolare a ciocche i lunghi capelli di Diana, raccogliendole una ad una con delle forcine decorate con strass.

«Non tirate tante! Ho la faccia troppo tonda».

Romina rideva. «Lasciatele cascare qualche ciocca in parte» suggerì.

«Ti pettiniamo come me, al mio matrimonio, con la treccia cascante in laterale» spiegò Jayne.

«Piuttosto, ieri sera quando sei andata via con lui, dove siete andati? Siete scomparsi» intervenne Valeria.

«Mi ha portato a casa lui».

Romina notò subito che il colore del viso di Diana stava mutando e con un sopracciglio alzato si chinò più vicina alla webcam. Notando quel profondo silenzio anche le altre due si fermarono. Jayne mosse una mano davanti al viso di Diana, notandola pietrificata. Scambiò un'occhiata con Valeria, poi entrambe furono attratte dalla risatina malefica di Romina dal pc.

«Sis, cosa è successo?».

«Ehm... siamo stati in albergo da lui».

«Nella sua stanza?» Strillarono all'unisono. Diana strinse le gambe al pensiero della sera precedente e non riuscì a dire subito la verità. Valeria la spronò:

«Cos'è accaduto?».

«Abbiamo... fatto l'amore».

La quiete anticipò la tempesta. Le tre rimasero immobili a bocca aperta, mute inizialmente, per poi lasciarsi andare all'esultanza più sfrenata, riempiendo di mille domande, tipiche da giovani donne, la malcapitata Diana, ormai bordeuax.

Come è stato?”

Lo fa bene?”

Ma è dotato?

Sei venuta?”

Si coprì le orecchie per non infiammarsi di vergogna, strillando anche lei: «Tutto perfetto, proprio tutto! Basta come risposta?».

Fu schernita per tutto il tempo dalle amiche, che la notarono imbarazzatissima e confusa. Romina disse: «La buona notizia non si ferma a questo, eh!».

«E dove va a finire?» Bofonchiò Diana

«Ma ti rendi conto? Hai conosciuto il tuo idolo di Chef, che hai sempre seguito in televisione» prese la parola Valeria che tacque di colpo quando Jayne dichiarò:

«Seguito, conosciuto e scopato». Tre paia di occhi sgranati la fissarono. Aggiunse: «Ti aspetta a Roma».

«A Roma» ripetè fissandosi la french. Alzò la testa verso Romina che la stava ammirando come una futura sposa ammirerebbe un solitario, commentando:

«Sei un sogno, sis».

Jayne la annegò di lacca, ma ancora non era del tutto apposto, mancava il make up. Valeria corresse le sue sopracciglia e, consultandosi tra loro, scelsero il trucco ideale, dopo di che, delicatamente, le misero le tante odiate lenti a contatto.

Romina applaudì e le due si spostarono. Jayne prese lo specchio e lo mise davanti a Diana che si guardò stupita: il trucco leggero, perfetto, e la pettinatura impeccabile, con quell'abito da sera, la facevano sembrare più donna. I suoi occhi parevano splendere senza occhiali. Sorrise ed abbracciò le amiche, soffiando anche un bacio a Romina che ricambiò.

«Siete magiche, ragazze» ammise Diana.

«Questo lo tieni così» Valeria appoggiò nell'incavo delle braccia di Diana un lungo foulard rosso, che lasciò cadere morbido sulla sua schiena.

«E la pochette con le dita della mano unite, se no fa tanto raspa di gallina» continuò Jayne dando ancora una spruzzata di lacca sul suo ciuffo. «Farai un figurone stasera».

Diana non aveva dubbi sull'ottimo lavoro svolto dalle ragazze. Aveva solo timore di scoppiare a piangere davanti a tutti per via dell'arrivederci che avrebbe dovuto scambiarsi con Russel.

È un arrivederci... si ripeteva in continuazione.

 

Russel si guardò la casacca bianca con gli angoli del colletto tricolore, due piccole bandierine italiane, il doppiopetto chiuso da due file di bottoni dorati. Scosse il capo con ironia: non si vedeva proprio nella divisa da Chef bianca. Adocchiò Crocchio che a braccia conserte lo studiava.

Allargò le braccia per farsi vedere, con uno sguardo colmo di ovvietà, quasi a dire: “Ecco. Mi vedi? Faccio il cuoco modello”, ma non parlò.

Crocchio si avviò lungo il corridoio, diretto alla hall. Russel lo seguì dopo un po', mettendosi tra lui e Chef Corona nella fila d'accoglienza degli invitati alla serata. Frugò con gli occhi la folla, faticando ad individuare Diana, che non subito riconobbe, data l'eleganza sfrenata di cui la ragazza si era vestita quella sera, niente occhiali, la pettinatura splendida e quel vestiario semplice ma così eccitante.

Si guardarono.

Russel le sarebbe andato incontro e l'avrebbe baciata davanti a tutti, se non fosse stato obbligato a mantenere il rigido rigore di una serata di gala.

Corona lo sbirciò e ridacchiò: «Queste donne».

Stranamente Russel si accorse che anche Crocchio si era lasciato andare ad un sorriso più sereno del normale. Disse:

«Sai, amare è come scrivere un romanzo».

Russel sbirciò Crocchio perplesso da quell'affermazione, così poetica, proprio lui, uno dei colleghi più rigidi che avevano partecipato alla convention. Aveva associato amore e scrittura, doveva aver capito che tra lui e Diana, una scrittrice emergente, era nato qualcosa, ma fece finta di nulla. Crocchio continuò:

«Una volta che rispetti le regole base della scrittura, non esiste una vera e propria disciplina per mettere emozioni nero su bianco».

«Nun te seguo» mentì.

«Gabrio, non sono nato ieri» gli sorrise.

Russel sospirò guardando ancora Diana, che mordicchiava il labbro timidamente.

«Be', m'è successo».

«Anche la cucina, a volte, può essere presa più indisciplinatamente» ammise Crocchio.

«Me scoppia quasi il cuore a sentirte di' così».

«È l'ultima sera e tu sei uno Chef indipendente».

Russel si ritrovò una manata possente data sulla spalla da Chef Cannavaro che ridendo esordì:

«Vai o' soldat 'namurat!»

Spinto dai colleghi Russel si avvicinò a Diana che gli sorrise. Entrambi rimasero a fissarsi in modo contemplativo, dimenticando dove si trovassero, avvolti da quel misterioso silenzio che solo loro udivano. Insomma, Diana precipitò nelle tenebre, Russel si tuffò nel mare dei suoi occhi, e per entrambi non esistette più nulla.

Accarezzando la treccia laterale di Diana, lo Chef affermò:

«Sei di un'eleganza che mi fa quasi paura».

«Anche tu, Gabrio, stai molto bene».

«Ma...?».

«La tua rozza maschera di Chef da strada batte qualsiasi altra apparenza tu possa indossare». Gli porse il block notes che si era portata ed aveva tenuto nascosto dietro la pochette, per non deturpare l'eleganza. Russel alzò un sopracciglio, domandandole silenziosamente cosa significasse il gesto. Lei sorrise: «Mentre mi aspetti a Roma, visiona questa bozza che già ho riportato su computer» ammiccò e lui aprì il quaderno leggendo l'introduzione curioso:

 

Ho conosciuto uno Chef e me ne sono innamorata... Me ne sono innamorata perchè è un tipo che adora le sfide, ma odia stare troppo alle regole. Mi sono innamorata di uno Chef del quale racconterò la sua storia in questo libro, uno Chef che seguirei da Roma a Bankok, che maschera il suo animo dietro le tenebre del suo sguardo. Chi è? Be', lui si chiama Chef Rubio e vederlo in tv non mi bastava più...

 

«Chef Rubio?» Russel occhieggiò perplesso Diana che fece le spallucce, giustificando:

«Dovevo utilizzare un altro nome per copyright».

«E da dove l'hai tirato fuori questo nome?».

«Ho inventato, ma questo è solo l'inizio».

Gabrio sorrise e la prese in braccio, alzandola da terra. La baciò davanti a tutti, gli Chef applaudirono e, a ruota, il resto dei partecipanti. La serata era chiara e limpida sul lago, signore dei quella terra che assistette alla nascita di un nuovo amore, un amore accomunato da due arti tanto diverse quanto simili. Un uomo ed una donna che camminavano su due sentieri diversi, ma il traguardo era sempre lo stesso: cambiare il mondo creando.

   
 
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