Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=ecI0zizXJpY&feature=em-subs_digest.
In
balia di un folle
Il
soldato trascinò Trunks incosciente fino a un materasso
sporco e ve lo
lasciò ricadere, i talloni e la peluria castana della coda
del giovane si erano
sporcati di polvere, annerendosi.
L’uomo
si passò la mano tra i corti capelli castani e si sporse, le
piastrine che portava al collo gli ticchettarono sul petto.
Fece
scendere le catene rosso sangue dal soffitto e legò le
braccia del
giovane.
Trunks
mugolò e socchiuse gli occhi, le sue iridi erano liquide.
Intravide
la figura dell’altro intento a camminare avanti e indietro,
le tempie gli
pulsavano, boccheggiò e tossì.
Il
soldato chinò il capo, il viso allungato era contratto e il
sudore gli
solcava la pelle abbronzata e le guance incavate. Osservò
gli occhi di Trunks,
il giovane teneva lo sguardo basso.
<
Gli ho forse dato troppo droga? No, non devo essere magnanimo. Non
c’è
nessuna possibilità che io rischi di ucciderlo. Anche lui
è uno di quegli
alieni bugiardi, che si sono infiltrati nel nostro pianeta > si
disse. Serrò
i pugni, conficcando le unghie nei palmi e strinse le labbra.
<
Sì, un bugiardo, come mio padre. Lui non mi voleva bene,
nessuno me ne
vuole. Solo il generale.
Io
sono cresciuto senza affetto, nessuno voleva avvicinarsi a me. Ora,
però, l’adolescenza sta finendo e mi si prospetta
la possibilità di salvare il
mondo >. Ridacchiò tra sé e sé,
sfregandosi le mani.
Trunks
gemette, la sua coda ondeggiò, le braccia gli dolevano e la
vista
gli si annebbiò.
“D-dove
sono…” farfugliò.
“Non
certo nella tua bella torre, riccastro. Tu hai avuto tutto, maledetto.
Non sai cosa voglia dire essere rifiutato dal mondo, escluso dagli
amici. Avere
solo se stessi!” strillò l’altro. Si
sfilò la pistola dalla cintola e gli alzò
il mento con la canna metallica, Trunks la sentì a contatto
con la pelle.
“C-cosa…?”
farfugliò.
“Io
sono rinchiuso nella mia anima persa, come lacrime confuse nella
pioggia. Non voglio più essere una serie di gocce sprecate,
perse. Tu non sei
normale, proprio come me, ma tu hai tradito gli umani perché
sei alieno”
ringhiò. Gli allontanò la pistola dal viso e
utilizzò il calcio per colpirlo
alla nuca, strappandogli un gemito di dolore.
“Ti
odio! Tu hai tutto! Soldi, potere, amici, amore, calore e genitori che
amano!” strepitò il soldato.
Trunks
sputò sangue e alcuni grumi macchiarono il lercio materasso
su cui
era sdraiato.
“L-lasciami
andare… non ti ho fatto nulla, non ti conosco”
supplicò.
Gli
occhi castani dell’altro ispezionarono il suo corpo, coperto
solo da
dei boxer azzurro chiaro, e si soffermarono sul suo petto.
Il
soldato si leccò le labbra, guardando i suoi capezzoli e
scese a
guardare i suoi boxer strappati.
“Oh,
certo che sei così bello, qui, nel buco della mia anima.
Chissà se il
Generale mi farà rimanere qui con te. Imprigionati insieme
nel mio dolore, ma
tu stretto dalle catene della corruzione” sibilò.
Trunks
rabbrividì e una lacrima gli solcò il viso.
<
Sono in balia di un folle. Cosa devo fare? I miei poteri non
rispondono, non riesco a trasformarmi > pensò.
“Non
capisco” ammise.
“Non
puoi comprendere!” sbraitò il soldato.
Trunks
si dimenò, facendo tintinnare le catene e cigolare le molle
del
materasso, si graffiò le braccia e i polsi.
Il
soldato rinfoderò la pistola e gli si avvicinò,
si mise a gattoni sopra
di lui. Il suo viso era vicino a quello dell’altro, il suo
respiro caldo
sferzava il viso di Trunks.
“Hai
parlato di un generale. Chi è? Cosa vuole da me?”
chiese Briefs.
<
Oh, ha uno sguardo eterno, immortale. Sembra che il suo corpo sia
privo di tempo, desiderabile. Voglio intrecciarmi a lui come un
perverso
serpente > pensò, facendo un mezzo sorriso.
“Lui
può spegnere le fiamme del mio inferno” disse,
fissando le labbra di
Trunks. “Puoi anche tu? In fondo hai un volto
angelico” disse.
Trunks
sgranò gli occhi, avvertì il proprio battito
cardiaco aumentare.
“I-io…
voglio tornare a casa…” gemette con tono
terrorizzato.
“Tu
sei un ragazzo ricco che si sente migliore di me, ma ora sei ai miei
comandi” disse il soldato, afferrandolo per i capelli color
glicine, tirandoli
fino a farlo gridare di dolore. Fece aderire il proprio corpo slanciato
a
quello muscoloso dell’altro.
Il
soldato premette le sue labbra su quelle dell’altro,
infilandogli la lingua
in gola, mozzandogli il fiato.
Trunks
strinse gli occhi, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
La
pesante porta di metallo cadde a terra con un tonfo, un’onda
raggiunse
il soldato.
Sotto
gli occhi di Trunks quest’ultimo si trasformò in
polvere.
Vegeta
entrò e lanciò una testa mozzata sul pavimento,
aveva il collo
ricoperto di sangue e gli occhi bianchi, oltre che vitrei.
“Il
tuo generale non può aiutarti, maledetto pervertito. Vegeta-sama non perdona”
ringhiò.
“Papà!”
strillò Trunks. Scoppiò a piangere rumorosamente,
scosso da
tremiti.
Vegeta
frantumò la testa sotto lo stivale candido, raggiunse Trunks
e s’inginocchiò
sul materasso, facendolo cigolare. Abbracciò il figlio e lo
cullò contro di sé.
“Va
tutto bene, ora sei salvo” lo rassicurò.
“I-io…
ero in riunione e poi… mi sono svegliato qui…
papà, ti prego,
liberami” gemette Trunks.
Vegeta
gli accarezzò la testa.
“Queste
catene, come la droga che ti hanno dato, annullano i poteri saiyan.
Non preoccuparti, tua madre sta arrivando con una sega circolare.
Presto saremo
fuori” lo rassicurò.
<
E ti giuro che troverò uno a uno i membri di questa
organizzazione e
rimpiangeranno il giorno in cui Kami-sama
ha deciso di dargli la vita > pensò.