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Autore: VelenoDolce    10/09/2017    2 recensioni
Un WTF della mia long 'La forza della fragilità' scritta come premio per KriElysia, che chiedeva tanto fluff...
La vita di Laufey e Farabuti dopo la nascita di Loki, tra piccole cose e tanta dolcezza. (La guerra con gli aesir non è mai arrivata ai livelli del canon, si sono fermati a piccole scaramucce.)
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Laufey, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Laufey sospira, la cena è interminabile, Loki gli dorme beatamente tra le braccia, il visino poggiato contro al petto. Attorno a lui tutti festeggiano l'arrivo del suo piccolo angioletto. Farabuti gli è accanto continua a sorridere e a cercare di dargli continuamente da mangiare, anche se lui si sente pieno come un uovo. Loki si agita, inizia ad avere fame, Laufey si domanda se può allattarlo lì o se il suo possessivo marito potrebbe dare di matto a vederlo spogliare davanti a tutti.

“Sta male?” Farabuti fissa il bambino con quella che potrebbe essere paura.

“Devo dargli il latte, poi starà bene.” Il piccolo re sorride e si slaccia lentamente la casacca, attende appena prima di aprirla ed esporre i piccoli seni pieni di latte.

“Ora si fa la pappa amore mio, solo un minuto di pazienza.” Sistema il bambino con cura, e gli accarezza piano la schiena quando inizia a succhiare.

“Sei perfetto marito mio.” Farabuti guarda ammirato il suo piccolo compagno, è così dolce con il loro bambino e così gentile con lui, nonostante sappia quanto è sbagliato. Vorrebbe accarezzare il piccolo, ma ha paura di fargli male, è così minuscolo, gli starebbe tutto in una mano. Si limita a guardarlo, il suo Helblindi non è mai stato così piccolo e silenzioso, era grosso e urlava sempre. Mentre Loki è perfetto come il suo amato sposo. Le cene sono diventate più leggere, non se ne era mai realmente accorto, è tutto merito di Laufey. Stringe con forza il bordo della sua maglia, non può permettersi parole sbagliate, non può fare gesti che possano mostrare quanto lui sia inadatto a stare lì, con tutti loro.




§§§


Laufey mette Loki nella culla, ormai ha un anno, non può continuare a tenerlo nel letto. Sospira, lasciarlo lì non gli sembra una cosa buona. Ma la culla è piena di morbidi cuscini e sete pregiate che avvolgono il piccolo in un bozzolo confortevole. Si infila la vestaglia e si corica, inquieto, suo marito arriverà tra poco, potrà far solo finta di dormire? Si nasconde sotto le coperte, non vuole...

Farabuti entra nel letto nudo, il dottore ha detto che avrebbero potuto riprendere a fare l'amore quando Laufey avrebbe messo il bambino nella culla. Non aspettava altro, vuole sentire ancora il suo amore, vuole unirsi con lui. Allunga la mano per accarezzare il marito, arriva ai bottoni.

“No...” La voce di Laufey è carica di tristezza, lui non ne capisce il motivo.

“Non vuoi?” Domanda avvicinandosi di più.

“Non ho mai voluto. Fai in fretta.” Laufey è rassegnato, non capisce nemmeno perchè sia sull'orlo delle lacrime.

“Ma... io...” Farabuti tentenna.

“Non mi vuoi?” Domanda ancora, con un filo di voce.

“No.”

“Io... ma io ti voglio.” Non capisce.

“Io no.”

“Perchè non mi vuoi?” È confuso.

“Non ti è mai importato, fai quello che vuoi, non mi posso opporre.” Laufey sospira.

“Ma io ti amo.” Farabuti inizia a piangere.

“Cosa ho fatto di male? Perchè non mi vuoi bene?” Singhiozza, il suo amore non lo vuole, cosa deve fare? Perchè sbaglia sempre?

“Mi hai preso senza chiedere se lo volessi, senza nemmeno aver mai parlato con me, mi hai trattato come una bambola, come se il mio volere non importasse.” Laufey sospira, il marito è in lacrime, forse ha esagerato.

“Non sei una bambola, sei importante, sei tutto per me.” Farabuti si stringe le braccia al petto, continuando a piangere.

“Non ti tocco più se non vuoi, perdonami, non odiarmi.” Non sa cosa fare.

“Calmati, non ti odio. Ma tu non fare più nulla che io non voglia.” Si gira e accarezza il braccio al marito.

“Faccio quello che vuoi, tu puoi farmi quello che vuoi. Io ti amo, sono tuo.” Per Farabuti è semplice, infatti non ha realmente capito il suo sbaglio, ma è sicuro che il suo Laufey farà la cosa giusta.

“Mio?” Laufey lo guarda annuire convinto. Non aveva mai pensato ad una cosa simile, aveva pensato che Farabuti volesse dominarlo, che lo pensasse inferiore. Ora capisce che suo marito non ha mai pensato a quello.

“Puoi abbracciarmi, nulla di più.” Dice tranquillo, facendo sorridere il re, che se lo stringe al petto.


§§§



Laufey guarda il marito e il figlio che cercano di prendere le bolle di sapone. Sospira e prende un altro dei documenti che deve controllare prima di passarli ai consiglieri, ha quasi finito e poi può raggiungerli. Loki ha appena compiuto tre anni e uno spiccato piacere a chiedere 'perché?' su qualsiasi cosa, mettendolo spesso in difficoltà. Spesso è proprio Farabuti a rispondere al piccolo, con la semplicità e la dolcezza che dimostra sempre quando è nelle loro stanze private. Cerca di concentrarsi sul lavoro, ma gli risulta tremendamente difficile. Sbuffa e alza il viso, guardando le finestre che danno sul guardino privato. Sussulta appena a vedere Helblindi che spia il padre, non pensava gli importasse. Finisce in fretta il lavoro e poi va a cercarlo.


“Sire.” Il ragazzino si inchina appena lui entra nel salone.

“Helblindi, non mi chiamare così, sono il tuo patrigno, niente formalità nei quartieri privati.” Laufey sorride tendendo la mano.

“Vieni con me.” Dice tranquillo.

“Dove?” Helblindi prende incerto quella mano tesa.

“Andiamo a giocare con Loki e Farabuti.”

“No... Papà non mi vuole.” Abbassa la testa, triste.

“Vedrai.” Laufey praticamente lo trascina per il corridoio.

“Papà, papà, le bolle!” Loki urla e agita le braccia.

“Non si prendono.” Dice pensieroso, poi una piccola bolla gli va vicino e lui cerca comunque di afferrarla.

Farabuti si ferma e guarda il marito e il figlio maggiore, non sa cosa fare, dovrebbe comportarsi da re, ma quello è il loro giardino privato.

“Facciamo le bolle che si prendono?” Laufey sorride dolce, quello è il primo incantesimo che ha imparato, ghiacciare le bolle di sapone per il marito.

“Bolle!” Farabuti sorride felice, è il suo gioco preferito scoprire quali bolle esplodono e quali no.

“Blindi, vieni, le bolle sono belle...” Dice incerto, se il marito lo ha portato lì vuol dire che può comportarsi come sempre?.

“Posso?” Il ragazzino lo chiede piano.

“Farabuti, insegnali il gioco.” Laufey sorride.

Laufey non sa dire quando e come il gioco sia degenerato, sa solo che ora ha tre bambini completamente fradici che sguazzano nel fango e lui che cerca di fuggire, invano, dal marito, che ha deciso che lui è troppo asciutto. Ride mentre si contorce tra quelle braccia forti, che lo trascinano inesorabilmente verso il fango.

“Io... Felice.” Farabuti lo stringe piano a se, sa che il marito è diverso da lui, e non lo capisce, ma lo ha accettato. Anche se gli manca fare l'amore con lui è contento di averlo accanto.


§§§


“Sono grande!” Loki lo dice serio, sdraiato nel lettino della sua nuova cameretta.

“Sei un bambino grande.” Farabuti sospira.

“Se ho bisogno c'è Blindi nella stanza accanto.” Sembra che sia il piccolo a dover rasserenare il padre.

“E passeranno a controllarmi durante la notte, ho sentito papà dirtelo.” Continua serio.

“Non mi succederà nulla.” Sorride.

“Ora faccio nanna.”

“Dolce notte piccolo mio.” Laufey sorride e gli rimbocca le coperte.

“Fai dolci sogni piccolo angelo.” Farabuti bacia Loki sulla fronte, prima di venir trascinato via dal marito.



Laufey si sdraia sul letto, sorride.

“Starà bene, ha già sei anni, Blindi dorme solo da quando ne aveva quattro.”

“Non per scelta mia. Io lo volevo con me, ma...” Farabuti sospira e scuote la testa.

“Dimmi tutto.” Il piccolo re lo dice facendo segno al marito di andare accanto a lui.

“Diceva che se non lo mandavo via si sarebbe accorto che ero sbagliato e mi avrebbe odiato. Che poteva diventare come me.” Farabuti si sdraia accanto al marito, coprendosi gli occhi con le mani.

“Tu non sei sbagliato, e Blindi ti adora. Tu sei diverso da noi, ma ti vogliamo bene lo stesso.” Laufey sorride dolcemente al marito.

“Anche io vi amo.”


§§§



Laufey è sdraiato sul letto a leggere un libro, anche se definirlo tale gli sembra strano, è praticamente un elenco di sconcezze che lui non si era mai nemmeno immaginato, ma che lo fanno sentire strano. Non ha mai desiderato niente sul piano sessuale, ma quelle descrizioni smuovono qualcosa dentro di lui. Sarà che sono scritte da un punto di vista che lui non ha mai nemmeno pensato di provare. È stato preso senza la sua approvazione, ora è sicuro di non voler mai più essere in quella situazione. Però... guarda il libro. Lo chiude con un colpo secco del polso. Non vale la pena pensarci, non potrebbe mai succedere. Mette il libro dentro al comodino, non vuole di certo che qualcuno lo trovi, sopratutto il suo curiosissimo figlio. Trema al pensiero delle domande che potrebbe fargli, fortuna è ancora abbastanza piccolo da non metterle in pratica prima di chiederlo.


Farabuti entra in camera e poi nel bagno, il marito è inquieto da alcuni giorni, sa il motivo, ma gli è stato detto di non fare nulla e ora non sa proprio come far ritornare il sorriso su quel bel volto. Si spoglia in fretta prima di entrare nella vasca da bagno, sospira, gli manca non poter amare il marito. Cosa può fare? Si lava in fretta, non deve pensare a quelle cose, non quando è così vicino alla fonte di tutte le sue fantasie. Si domanda se Laufey si arrabbierebbe a sapere che deve toccarsi tutti i giorni, quando è solo, per far abbassare quello che ha tra le gambe. Lo fa pensando sempre a lui, a come quel corpo è cambiato nei lunghi anni in cui gli è accanto. Come sarebbe averlo ora? Si domanda accarezzandosi sovra pensiero. Potrebbe anche farsi prendere, forse il suo amore vorrebbe? In fondo Laufey è più intelligente, più regale, più tutto. Si guarda allo specchio, forse il suo splendido marito vorrebbe qualcuno meglio di lui. Se si fosse sbagliato e il suo amore volesse lasciarlo per un altro? Gli occhi gli si riempiono di lacrime. Cosa farebbe se Laufey se ne andasse? Perderebbe tutto, è sicuro che i sui figli lo seguirebbero, nessuno sceglierebbe mai lui. Inizia a singhiozzare.

“Farabuti?” Laufey bussa piano alla porta, ma non riceve risposta. Sospira ed entra nella stanza da bagno.

“Cosa...” Si avvicina al marito, accarezzandogli la testa.

“Non mi lasciare, ti prego amore mio...” Farabuti è seduto per terra, non si era accorto del suo arrivo.

“So che sbaglio sempre, ma non mi lasciare solo... io...” Singhiozza troppo per continuare a parlare, cade in ginocchio e stringe a se il marito, affondando il viso nel suo petto.

“Cosa succede?” Laufey sospira, non capisce cosa stia passando per la mente del marito, a questo punto può solo cercare di ridurne il pianto.

“Non ti lascio...” La frase resta a metà, la sua mente l'ha finita in un modo che crede sbagliato. Il cuore gli batte forte, passa le mani tra i capelli cortissimi del marito, non capisce quello che gli ha detto il suo stesso cuore. Lui ama Farabuti? Com'è possibile che ami l'uomo che lo ha violentato, che lo ha costretto a cambiare la sua vita, che ha ucciso così brutalmente tutti i suoi sogni... Però sentirlo piangere gli muove qualcosa dentro, era da tanto che non succedeva, forse è quello il motivo del suo assurdo pensiero.

“Andiamo a dormire.” Non riesce a pensare a qualcosa per consolare il compagno. Farabuti lo segue senza smettere di piangere, tenendolo per mano. Solo quando sono sotto le lenzuola si rende conto che non l'ha fatto vestire. Forse il marito lo vuole prendere ancora senza il suo consenso? No, non è possibile, ha capito che è uno sbaglio. Cosa farebbe se dovesse provare? Ora non è più il bambino di un tempo, è diventato un re, un guerriero.

“Posso toccarti?” Farabuti lo sussurra piano, facendogli domandare cosa ci sia di strano, dormono sempre abbracciati, annuisce senza capire l'intento del marito. Sussulta quando sente la grossa mano sbottonargli la vestaglia, ma non ha il tempo di dire nulla quando sente la grande mano del marito chiudersi sul suo membro morbido.

“So che non vuoi che io ti prenda, ma...” Farabuti tentenna.

“Puoi prendere tu me?” Sussurra incerto, ma forse non sta sbagliando, nella sua mano il marito sta diventando duro.



§§§


“Andiamo a caccia?” Loki guarda il papà con gli occhioni dolci, sa che non gli verrà negato nulla.

“Io e te, Blindi e Padre possono restare qui per una volta.”

“La settimana prossima.” Laufey sospira.

“Oggi! Ho già avvisato Blindy, e padre, e preparato le provviste, e scelto i soldati, e...”

“Fermo, fermo...” Blocca la lista del figlio.

“Da cosa scappi stavolta?” Sospira.

“Se te lo dico domani?” Loki lo dice piano piano, cercando di intenerirlo.


“Blindi, sai cosa fare, controlla Farabuti, evita che i guerrieri lo travolgano, se ci sono problemi facci chiamare.” Laufey sorride al figliastro, che annuisce serio.

“Farabuti...” Sospira.

“Torniamo in pochi giorni, non preoccuparti, Blindi è con te.” Accarezza dolcemente il viso del marito.

“Ti aspetto...”


Il bosco ghiacciato è bellissimo, Laufey è uscito sempre di più da quando Loki è entrato nella pubertà. Non sempre per piacere, spesso perchè il suo piccolo terremoto ha combinato qualche guaio e lui ha dovuto trascinarlo via da palazzo. Non lo farebbe mai fare a Farabuti, lui è troppo malleabile nelle abili mano del figlio minore.

“Sembra che ci siano degli Guru in questa zona, a padre farebbe piacere averne una pelle.” Loki sorride troppo.

“Cos'hai fatto stavolta?” Laufey sospira, le guardie si tengono lontano da loro per suo ordine.

“Nulla...”

“Loki!” Lo sgrida con un rapido sguardo.

“Agnoborda, il gigante di fuoco che ha fatto da ambasciatore alcuni mesi fa...” Il ragazzo si guarda attorno, finge indifferenza.

“Credo sia tornato oggi per vedermi.”

“Perchè lo credi? Ma, sopratutto, perchè lui vorrebbe vedere te?” Il re sprona il cavallo verso una piccola valle, farà preparare lì il campo.

“Ci siamo scritti.” Loki smonta da cavallo con grazia, lo assicura al limitare di una piccola radura.

“Solo che lui ora vuole troppo. Non gli bastava chiacchierare di incantesimi e pozioni, no. Lui doveva uscirne con cose assurde!” Sbotta, alzando le mani. Sospira e si passa le dita tra i capelli neri.

“Vieni, siedi con me.” Laufey sorride al figlio, si toglie gli stivali prima di immergere i piedi nel piccolo fiumiciattolo al lato della radura.

“Non capisco cosa ci trovino in me.” Loki sbuffa infastidito.

“Tratto sempre tutti male se provano a fare qualcosa, e poi... Perchè? Che gli passa per la testa?” Si siede su un masso vicino alla riva.

“Non vorrei essere di parte, ma sei bellissimo, intelligente, dolce... be' almeno lo sei quando vuoi.” Il re ride divertito.


“Mio sire, una missiva urgente dal principe Helblindi.” Al quarto giorno di caccia un soldato arriva a cavallo.

“Papà, tutto bene?” Loki si avvicina.

Laufey annuisce appena, cosa può dire davanti a tutti? Che suo marito ha dato di matto quella mattina non è cosa da far sapere a nessuno.

“Dobbiamo tornare a palazzo, affari urgenti.” Guarda il sole, ha il tempo di tornare a palazzo se partono solo lui e Loki.

“Sellate i nostri cavalli, saremo più veloci, voi sistemate tutto, fate con calma, partite domani.” Va nella tenda sua e di Loki, per prendere il minimo necessario per il breve viaggio.

“Cosa succede?” Il figlio lo raggiunge subito, iniziando a preparare in fretta la sua bisaccia.

“Farabuti non sta bene, si è chiuso in camera nostra e dice che l'ho lasciato perchè è stato cattivo... Sinceramente non capisco il motivo come non lo ha capito Blindi, che mi ha solo chiesto di tornare subito a casa.” Sospira, perchè quella cosa strana? Gli sembrava che le cose stessero andando bene, cosa sta passando nella mente del marito stavolta?


“Papà, fammi entrare, non hai nemmeno fatto colazione o pranzo, dimmi cosa succede, ti prego.” Helblindi cerca ancora di entrare nella camera.

“Sono sbagliato.” Farabuti singhiozza. Ha dimenticato di prendere le sue pozioni, ora ha fatto un danno e il suo amore non lo vorrà più accanto. Si stringe nelle coperte, piange ormai da ore, smette solo quando deve correre in bagno a vomitare.

“Papà, lo sai che Laufey ti ama, come ti amo anche io e Loki, nessuno di noi ti lascerà mai, te lo giuro!” Il figlio non si vuole dare per vinto.

“Ho fatto una cosa grave, non gli ho chiesto se voleva...” È sicuro che verrà lasciato, il marito era stato chiaro, doveva chiedergli ogni cosa prima di farla. Non lo ha fatto. Non importa il motivo, ha sbagliato, non doveva dimenticarsi di una cosa così importante. Si alza per vomitare ancora. Poi sospira e apre la porta al figlio, se non lo volesse neppure lui? Torna sotto le coperte a singhiozzare.

“Papà, cosa succede... Sono qui, puoi dirmelo.” Le mani di Blindi gli accarezzano piano la schiena.

“Ho dimenticato. Ho fatto un danno. Lui vuole che io gli chieda il permesso. Invece ho dimenticato di prendere la medicina. Mi odierà.” Farfuglia frasi che per il figlio non hanno alcun senso, ma non se ne rende conto.


“Cosa succede?” Laufey guarda prima il figlio adottivo e poi il curatore, intuisce che l'ammasso enorme di coperte nel letto sia suo marito.

“Sta male, ma non vuole che lo tocchi nessuno. Continua a dire che ha sbagliato.” Blindi sospira.

“Ha vomitato tutto il giorno.” Continua alzando le spalle, non può dire che ha anche pianto disperatamente.

“Lasciateci soli.” Laufey aspetta che loro escano prima di sedersi sul bordo del letto.

“Farabuti...” Chiama dolcemente, riceve in risposta solo un piccolo singhiozzo.

“Dimmi cosa succede, prometto di ascoltarti e di non arrabbiarmi.” Dice tirando piano la coperta.

Farabuti si mette a sedere, gli occhi lucidi di lacrime, le guance scure dal pianto.

“Non mi lasci?” Sussurra incerto.

“Dimmi cosa hai fatto.”

“Ho dimenticato di prendere le pozioni. Da quando ho te non le ho più prese. Poi le ho dimenticate e ora... So che dovevo chiederti prima di fare qualcosa, ma ora non so cosa fare. Non mi lasciare, ti prego.” Riprende a singhiozzare.

“Non ti lascio, stai calmo.” Laufey non ha ancora capito cosa sia successo, ma se è solo una dimenticanza perchè il marito è così disperato?

“Che pozione ti sei dimenticato?” Forse è quello il punto della situazione, ma cosa può centrare lui con le pozioni del marito?

“Quella anticoncezionale.” Farabuti lo guarda con gli occhioni tristi.

“Perchè stai male?” Il piccolo re non sa se sperare di aver capito o di aver frainteso.

“Aspetto un bambino. So che hai detto che dovevo chiederti tutto quello che facevo con te, ma ho dimenticato le pozioni, non ho fatto apposta!”

“Calmati, va bene...” A Laufey manca il respiro. Un bambino... Non aveva mai pensato a una simile possibilità. Allunga la mano sulla pancia piatta del marito. Lui ha messo lì un bambino.

“È una cosa bella, amore mio.” Sorride e viene abbracciato forte.

“Ora però deve visitarti il dottore, e dobbiamo mangiare, non puoi digiunare, il bambino ha bisogno di crescere.” Accarezza dolcemente il viso del marito. Un essere così grosso, che sembra così forte, in realtà è fragile e dolce molto più di lui.


“Papà, tutto bene?” Helblindi guarda il padre, il pianto sembra finito, ma non è sicuro di cosa ci sia adesso su quel viso.

“Non lo so...” Farabuti risponde incerto, è seduto nel comodo divano, ma il marito è andato ad ordinare la cena, lasciandolo solo.

“Laufey torna, vero?” Cerca conferma nel figlio.

“Certo, lo ha detto solo due minuti fa, non se ne sta andando, papà, non ti lascia. Sembrava anche felice.”

“Felice?” Domanda con un filo di voce, il figlio annuisce convinto.

“Padre, stai bene? Guarda, ti ho portato un altro ciondolo per la tua cintura.” Loki si siede sul braciolo, mostrando il piccolo pendaglio a forma di falco.

“Com'è bello.” Farabuti lo guarda con gli occhi che brillano.

“L'ho creato da un corno, con la magia.” Il ragazzo si vanta, è orgoglioso di saper usare il seidr.

“Sei bravissimo.”

“La cena arriverà tra poco, oggi abbiamo da festeggiare.” Laufey arriva a sedersi con il marito, ha un sorriso che gli illumina il viso.

“Cosa si festeggia?” Helblindi lo domanda sorpreso, festeggiano forse il mancato annegamento nelle lacrime del papà?

“Le Norne ci hanno benedetto ancora.” Laufey lo dice divertito.

“Avrete presto un piccolo fratellino da viziare.” Sussurra stringendo il marito per la vita.

“C-cosa!?” Loki guarda i genitori con gli occhi spalancati.

“Fratellino? Chi...” Helblindi crede di aver capito, ma è una cosa alquanto strana.

“Farabuti è di due mesi.” Il giovane re lo dice orgoglioso, ma la reazione che riceve in cambio lo fa ridere, entrambi i figli sono arrossiti.


§§§


Tanto tanto tempo fa...

Lo so i miei tempi sono lunghi, ma fate finta di nulla.

Avevo proposto un piccolo gioco a premi, l'unico partecipante è stato l'unico vincitore ^^ ma il premio se lo è meritato comunque <3

Quindi ecco tutto per KriElysia quello che doveva essere una oneshot, ma è almeno di due capitolini. Come da richiesta è ambientata nello stesso mondo della long 'La forza della fragilità', ma è tutta cuoricini e fiorellini... bè, quasi ^^ io ci tento, ma qualcosina mi sfugge sempre.

Questa storia inizia dopo il capitolo undici, ma con una piccola differenza, la guerra non c'è stata, il piccolo Loki non è mai stato portato nel tempio e non è stato 'rapito' da Odino ^.^


Spero vi piaccia >,< e che mi lasciate un commentino...


A presto (spero)

Veleno

   
 
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