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Autore: Tony Stark    11/09/2017    2 recensioni
Mostro è colui il quale non venendo compreso nelle sue ragioni, viene frainteso e temuto
[Personaggi: Antisepticeye, Jacksepticeye)
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jacksepticeye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Jacksepticeye's Egos'
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: Youtubers
Personaggi: Antisepticeye, Jacksepticeye
Generi: Slice of life, Triste, Malinconico
Avvertimenti: Nessuno
Coppie: Nessuna
Ambientazione: Non specificata
Introduzione: Mostro è colui il quale non venendo compreso nelle sue ragioni, viene frainteso e temuto
Prompt: "Un tempo avevo le ali, ed erano forti, ma mi sono state strappate" (cit. Malefica, dal film Maleficent)
"Se strappi le ali ad una fata è come se le strappassi via la sua anima" (cit. Valeria Zordan)
"Si dice "il tempo cura tutte le ferite", ma possono passare millenni, le mie non si rimargineranno mai" (cit. Valeria Zordan)
Parole chiave: - sangue di nero inchiostro - ferite mai risanate - abisso - inferno - rabbia - disperazione - ricordi di una vita ormai passata e cancellata, ma non dimenticata (data la diversità fra "Anti prima" e "Anti dopo" è come se fossero due vite diverse) - ingiustizia – demoni.

Note di Pre-storia: La storia di Anti qui presente è una mia invenzione, la potete trovare nel mio tumblr in inglese(ho deciso di considerarla canonica solo perché Jacksepticeye ha lasciato un “mi piace” e ha ribloggato il mio post) ma se volete potrei tradurla e pubblicarla sulla mia pagina Facebook

 
The birth of Mayhem
 
Era strano. Questo Jack aveva pensato ascoltando il silenzio e l’oscurità immobile che era diventata il mondo di Anti. Da quando era stato trascinato lì dal demone-?- non c’era stato un singolo istante di silenzio, e tanto meno di nera oscurità.
Era successo qualcosa ad Anti? Si chiese l’umano, avanzando nel mondo oscuro e muto della creatura, per poi trovarla, acquattata in un angolo. Le ginocchia al petto e le mani che gli coprivano il viso, le spalle scosse da quelli che sembravano singhiozzi.


Jack si avvicinò cautamente, temendo l’inganno, ma Anti non sembrò nemmeno averlo notato.
<< Anti >> sussurrò, chiamando la creatura, ma non ci fu alcuna reazione e Jack sentì il suo cuore stingersi ancora una volta per la preoccupazione. << Anti… va tutto bene? >>; Era una domanda pietosa, Jack lo sapeva, ma, ma in cuor suo sperava che Anti lo guardasse con quei suoi occhi neri e folli e ridesse della sua stupida, umana, preoccupazione… prima di scagliarlo da qualche parte e rinchiuderlo per un po’ lontano da tutti. Ma non fu ciò che avvenne.
Anti sollevò il viso, i suoi occhi neri erano lucidi e ricolmi di una sofferenza tale che Jack quasi la percepì come una presenza fisica, le tracce umide delle sue lacrime ancora gli segnavano il viso.
<< Un tempo avevo le ali >> soffiò, la sua voce flebile, neanche distorta ma con un tono completamente distrutto come di qualcuno che aveva perso ogni speranza, Jack notò che non sembrava nemmeno starlo guardando in quell’istante << ed erano forti, ma mi sono state strappate >> ; un singhiozzo lo interruppe, mentre incrociava le braccia sul petto le sue mani che andavano a stingersi sulle sue stesse spalle, come se cercasse di assicurarsi della sua fisicità… o come se cercasse qualcosa che non era più lì… da molto tempo, più di quanto l’umanità potesse ricordare. << Le mie ali… avresti dovuto vederle… erano bellissime… >> cominciò, un sorriso malinconico gli stese le labbra, usualmente curvate in un ghigno sadico, ma non adesso. La creatura ricominciò a parlare…
Narrando di un tempo in cui la natura dominava il mondo e la magia riempiva l’aria.
---
Volteggiava in aria leggero, sorridente, i suoi occhi blu come i più puri oceani che scintillavano di gioia.
Una foresta di pini che si espandeva per miglia e miglia sotto di lui, il sole brillava alto nel cielo, i suoi raggi caldi che lo illuminavano e brillavano sulle sue ali che avevano l’aspetto di nastri di pura magia, verde azzurro e blu che si mescolavano in una galassia traslucida, che da sottile come un filo diveniva sempre più ampia fino a fondersi al suo corpo, divenendo materiali.
La sua figura snella che si muoveva facilmente nel cielo, l’aria che scombinava i suoi capelli verdi come i prati d’Irlanda.
La magia e la natura intorno a lui cantavano, inneggiando alla bellezza di quella giornata.


Anti andò in alto, sempre più in alto nel cielo, confondendosi con le nuvole, ridendo gioiosamente, per alcuna ragione fuori dall’essere immerso nel suo elemento naturale. Il sole che pareva brillare appena più luminoso influenzato dall’animo giocoso e solare del fae che giunto nel punto più alto possibile si voltò come in una veloce piroetta le sue ali che seguivano il suo movimento con la leggiadria e l’ariosità di morbidi veli, prima che si lasciasse cadere, scendendo in picchiata. Veloce sempre più veloce.
Spalancando le ali nell’ultimo istante possibile, poco prima di sfiorare le cime, abbondanti di aghi verdi, dei pini.
Un lampo di rosa apparve nell’angolo della sua visione, prima che questo si avvicinasse, muovendosi con scatti rapidi e aggressivi, era vicino sempre più vicino, Anti lo notò quando ormai era troppo vicino per poter fare qualcosa.
<< Anti! >> esclamò il lampo, fermandosi con uno scatto. La sua magia che si dissolveva mostrando un fae circa della stessa età di Anti, i capelli di un vivo rosso fuoco, gli occhi di una morbida sfumatura di ambra e miele, le sue ali erano una mescolanza di rosa e rosso della forma di quello stesso paio di baffi che ornava il suo labbro superiore.


<< Dark! >> strillò il fae, sorridendo, prima di abbracciare l’amico per poi ridacchiare << Dovresti davvero far sparire quei… cosi… sono ridicoli >>


Dark rise bonariamente al commento del suo più caro amico << Questi “cosi” si chiamano baffi, Anti >>


<< Sì, sì, ma onestamente sono ridicoli. Voglio dire, guardati sei tutto intimidatorio, tipo “guardatemi sono il signore supremo dei fae del fuoco e poi hai quei baffi rosa… sono tremendamente ridicoli >>


Dark lo guardo qualche istante, per poi fare svanire i suoi baffi rosa con un semplice schiocco di dita << Meglio? >> chiese con un sorriso
<< Molto meglio >>


<< Perfetto. Comunque sono venuto qui perché voglio farti vedere una cosa, Anti. Vieni! >> esclamò entusiasticamente il fae prima di riprendere a muoversi come un fulmine senza nemmeno guardare se il suo amico lo stesse seguendo o meno.
Anti sorrise, scuotendo giocosamente la testa per poi seguirlo.


Poco sapeva il povero fiducioso e sciocco fae di ciò che sarebbe successo di lì a poco.


Dark lo condusse alla periferia di una piccola cittadina mortale.
Anti si fermò con uno scatto.
<< Dark, fermo >> soffiò preoccupato
<< Va tutto bene, Anti. >> sorrise l’amico << I mortali ci adorano ricordi? >>


Il povero fae di fuoco dalle ali che erano un turbinio di rosa e fiducia poco poteva sapere di quanto la religione potesse cambiare la visione dei mortali.
---
Anti si interruppe, il suo corpo che tremava, gli occhi colmi di lacrime trattenute, la sua voce si spezzò, più di una volta mentre pronunciava le parole che formavano un altra parte del suo passato. Quella che era stata il suo primo passo verso la rovina
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Anti correva, Dark dietro di lui, le ali rosa del fae di fuoco grondanti di sangue. Una folla di mortali dietro di loro, un uomo con strane vesti nere che pronunciava strane parole, in una lingua che i due fae non si erano mai prodigati di conoscere.


Dark scivolò sullo stesso sangue viscoso che colava dalle sue ali, Anti si fermò, tornando indietro. La folla di mortali era vicina, troppo, ma Anti poteva ancora volare, poteva portarli via entrambi.
Si chinò su Dark, aiutandolo ad alzarsi
<< Tieniti, ti porto via da qui >> disse, fermo. Il cielo che si scuriva plagiato dalla serietà furiosa del fae.
<< No, Anti. Lasciami >>
<< Cosa? Mai! >>
<< Anti, sul serio, sono troppo pesante. >> sussurrò Dark << E poi non possono uccidermi, ricordi? >>
<< Ti sei già sbagliato, Dark. Su muoviti, che dobbiamo andare >>
<< Non mi sbaglio questa volta. Tu vai, ci vedremo più tardi >>
Anti sospirò alla testardaggine del suo migliore e unico amico, ma gli sorrise. Le voci dei mortali che si facevano più vicine. << Va bene, Dark. Voglio solo che tu mi prometta che non farai nulla di stupido >>
<< Promesso, Anti. E ti prometto anche che ci vedremo più tardi. Al vecchio pino bianco >>


Anti si alzò in volo, le sue ali che catturavano il vento e lo portavano via da lì, più veloce di quanto un mortale potesse battere ciglio.
Quella era l’ultima volta in cui aveva visto il vero Dark.




Anti aspettò il suo caro amico sotto il pino bianco, lo aspettò finché i giorni divennero notti e le notti, di nuovo, giorni. Lo attese, quando i giorni divennero settimane e le settimane, mesi. I mesi, anni e gli anni, decenni. I decenni divennero secoli.
Ma Anti aspettò e aspettò, ligio alla promessa. Avvolto nelle sue ali per combattere il gelo e senza mai muoversi dalle radici del enorme e antico albero, nato quando lui e Dark stessi erano stati creati.
Lo attese e lo attese.
I giorni che divenivano tutti uguali, plumbei e tristi. Ma Anti aspettava e aspettava.
Fino a che non lo vide tornare.
Era strano certo, non aveva le sue ali e il suo istinto gli gridava di stargli lontano. Ma lui avrebbe riconosciuto quel viso dovunque.
<< Dark! >> gridò, richiamando la sua attenzione prima di lanciarsi verso di lui, stringendolo in un forte abbraccio, le sue ali verdi che si avvolgevano attorno alla sua figura. << Dark, Dark… mi sei mancato così tanto >>; Non era stato consapevole delle sue lacrime fino a che Dark non le aveva asciugate via.
Il fae di fuoco, ora stranamente gelato, lo aveva stretto fra le sue braccia.
<< Shh >> aveva sussurrato << Mi dispiace, Anti. Ti prometto che non ti lascerò mai più andare >>


Mai promessa fu più veritiera e venefica di quella.
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Anti interruppe il suo racconto per un attimo, il suo sguardo che sembrava allontanarsi di nuovo. Perso nelle profondità di chissà quale abisso senza fondo.
<< Dark mi ha gettato nell’oscurità >> sussurrò << Mi ha lasciato lì e poi l’abisso mi ha guardato dentro e io sapevo di aver perso tutto, ancora prima che mi strappasse via le ali >>; Anti lo guardò, fisso dritto negli occhi << Sai Jack, quando strappi le ali ad una fata e come se le strappassi via anche l’anima, la lasci vuota, malleabile… esattamente quello che Dark voleva >>
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Anti non ricordava l’ultima volta che aveva visto la luce. Aveva dimenticato la sensazione del sole sulla pelle, dell’aria fresca che gli soffiava contro il viso, mentre era bloccato in quella stanza buia e oscura.
Le tenebre tanto dense che sembravano quasi liquide e premevano contro il suo viso, contro il suo corpo, come se volessero entrare.
Anti si rifiutava di cedere, gli occhi chiusi e il corpo teso. Le ali avvolte intorno a lui.
Mentre si chiedeva perché Dark gli stesse facendo questo, perché il suo migliore amico lo stesse ferendo in questo modo, separandolo dal suo elemento naturale, lasciandolo nell’oscurità più pura.
Un rumore improvviso, uno scatto, i suoi occhi che si aprivano, fu questo ciò che bastò all’Oscurità per entrare in lui.
Anti ringhiò, scuotendosi e gridando mentre l’Oscurità scivolava dentro di lui, ribollente e nera come inchiostro. Il fae ringhiò e urlò mentre l’Abisso gli entrava dentro, strappando tutto ciò che non capiva e piegando il resto.
Quando tutto finì, Anti era lì, immobile. Il blu dei suoi occhi consumato dal nero più profondo, ma il fae ancora combatteva.


Non l’avrebbe fatto per molto.


Dark si presentò dopo quell’accaduto, un sorriso violento e sadico sulle sue labbra cineree, i suoi occhi che scintillavano di rosso cremisi.
Le sue mani forti, afferrarono una delle sue ali. Anti cercò di scrollarselo di dosso, di fargli lasciare la presa ma era tutto inutile, le catene di ferro e ossidiana che gli impedivano di muovere il suo corpo abbastanza per potersi difendere.


<< Oh, mio caro. Queste ali sono una vera bellezza >> lo complimentò sarcasticamente il mostro << Sarebbe un vero peccato se qualcuno te le portasse via >> aggiunse, tirando una, due volte. Senza vera forza dietro il gesto.
Anti si sentì gelare.
<< No >> sussurrò << No ti prego, non le mie ali. Non le toccare ti prego Dark. Non farlo >>


Dark rise, gelido. E il suono della sua risata fu come una cascata gelida per Anti. << Oh, mio caro >> rise Dark << Non mi farai cambiare idea, ti poterò giù con me! >> gridò, come improvvisamente furioso. Tirando d’improvviso l’ala destra del fae.
L’ampia ala verde e traslucida venne tirata e tirata, senza pietà dalla creatura che Anti credeva fosse il suo migliore amico.
Il fae urlò, lo supplicò di fermarsi, ma Dark non lo fece.
La magia del fae cominciò a cedere, già indebolita dall’oscurità, l’ala cominciò come a sfibrarsi e a strapparsi come tessuto ma con un rumore ben più umido e organico.
Anti lo supplicò la voce spezzata, “Fermati ti prego” diceva. Ma Dark tirò fino a che l’ala non venne strappata via del tutto, la sua struttura verde brillante e magica che marciva rapidamente. Prima viola poi nero e infine dell’ala non c’era più traccia se non una lunga ferita verticale sulla schiena del fae.
Dark ghignò e rise, prima di fare lo stesso con l’ala rimanente.
---
<< Una volta finito… di me non c’era più niente… solo quello che Dark voleva >> sussurrò sconfitto Anti, terminando il narrare dei suoi ricordi.
Jack era pietrificato, il suo cuore stretto in una morsa di tristezza e simpatia nei confronti della creatura, il fae che era stato trasformato in bestia. Senza pensare il mortale si avvicinò ancora al fae decaduto e lo strinse in un delicato abbraccio, quasi volesse consolarlo.
Allora qualcosa in Anti scattò.
Il suo vecchio sé che tornava ad essere soffocato dalla coscienza che Dark aveva creato per la sua arma.
Si scrollò Jack di dosso, ringhiando.
<< Non voglio la tua pietà, mortale >> sibilò, alzandosi in piedi << Vai! Vattene prima che decida di ucciderti una volta per tutte, tu inutile e debole essere umano! >> gridò la sua voce che si distorceva e si distorceva.


Una risata maniacale senza corpo che rimbombava in quel vuoto che era stato silenzioso e che ora si stava riempiendo di rumori distorti e di immagini orrende e disgustose.


Jack fece per andarsene solo in fine per vedere una delle “immagini” di Anti, la sua figura che si frapponeva ad un altra sua versione. E vide le ferite di cui Anti parlava.
Due lunghi tagli sfrangiati ancora sanguinanti, di un denso liquido simile a sangue ma dello stesso colore dell’inchiostro.


Jack sentì il suo cuore stringersi ancora una volta, soffrendo per la creatura che aveva sempre temuto.


E una triste e solenne certezza. Anche se fossero passati millenni le ferite, fisiche e mentali, che Dark aveva inflitto ad Anti non sarebbero mai guarite, lasciando quella creatura contorta e violenta. Il guscio di ciò che era stato e l’ombra di un passato cancellato ma che non sarebbe mai stato dimenticato.
   
 
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