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Autore: Alley    12/09/2017    5 recensioni
“Ti odio” dice – ringhia, come un lupo incattivito -, il suono della sua risata nelle orecchie.
Gendry la lascia fare, il riso ancora stampato sulla bocca, poi, alla fine, la ferma afferrandole i polsi e la trascina verso di sé.
Sorprendentemente, Arya non sente il bisogno di opporre resistenza. La collera si spegne tutt’a un tratto, come una fiamma a cui è stato sottratto di colpo l’ossigeno. Lascia che Gendry la avvicini e, adesso, può contare ogni singola goccia stillata dalle sue ciglia, sentire il respiro affannato di lui soffiare sulle guance.
Adesso, Gendry non ride più.
“No.” I suoi occhi sono scuri come il fondale sotto di loro e incredibilmente belli. “Non mi odi.”

[A _Maria_, per augurarle buon onomastico]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nel buio del Parco degli Dei, l’acqua è una distesa nera ed immobile; baciati dalla luna, i rami dell’albero diga vi proiettano all’interno riflessi screziati d’argento. Il tepore risale direttamente dalle sorgenti sotterranee, riscaldando le conche, riempiendo l’aria con sbuffi simili a nubi di fumo.

Quanti anni siano passati dall’ultima volta che si è calata in quelle acque, Arya non saprebbe dirlo. Possiede dei ricordi, risalenti a quella volta, ricordi logori ed ingialliti come un vecchio foglio di pergamena: Sansa che si teneva ben lontana dalla riva per timore di venir schizzata e vedersi rovinato l'abito che portava indosso, Robb – Robb così giovane e bello, e vivo – e Jon che, invece, si bagnavano l’un l’altro con noncuranza, ridendo, e lei che li raggiungeva fiondandosi in acqua senza badare ai rimproveri che septa Mordane le avrebbe rivolto trovandola fradicia.

Non le importava, perché sapeva che Robb e Jon l’avrebbero difesa. Avrebbero detto che erano stati loro ad accordarle il permesso.

“Arya?" La voce di Gendry, in piedi accanto a lei lungo la riva, la riconduce al presente. "Ci sei?"

Arya scaccia via le immagini affollatesi nella sua mente, le sigilla in quel cassetto della memoria che, per quanto si sforzi di tenere chiuso, torna puntualmente ad aprirsi. “Immergiti” gli ordina.

Di sottecchi, scorge il cipiglio disegnato sul viso di Gendry dall’esortazione. “Come?”

“Immergiti” ripete, ancor più perentoria “Credi che ti abbia portato qui perché ammirassi la tua immagine riflessa? Avanti, muoviti.”

“Perché dovrei?”

“Perché è calda.”

Da quando è arrivato al Nord, Gendry non è mai riuscito ad abituarsi al freddo. Arya lo vede di continuo alitare sui palmi prima di sfregarli l’uno contro l’altro, strofinarsi energicamente le braccia attraverso le maniche nel tentativo di scaldarsi. Non importa quanto si copra; continua a congelare, l'organismo incapace di adattarsi a quelle temperature.

Durante il giorno, tra le sedute d’addestramento ed il continuo andirivieni a cui è sottoposto ogni angolo del castello, la soluzione offerta dalle sorgenti sarebbe stata impraticabile. Per questo, Arya ha deciso di sfruttare la notte.

“Solo se lo fai anche tu.”

“Non ne ho bisogno, io. Non soffro il freddo.”

Arreso, Gendry si sfila la maglia di pesante tessuto di pelo, i muscoli della schiena che scandiscono ogni movimento guizzando sotto pelle. Toglie le scarpe e i calzoni, poi si addentra in acqua.

“Sai nuotare, vero?” domanda Arya, preda di uno scrupolo improvviso. In risposta, ottiene un’espressione inaspettatamente allarmata.

“Quanto è profondo?”

“Non così tanto. Basta che non---”

In quel momento, Gendry viene risucchiato dall’acqua, strozzandole le parole in gola.

Arya raggiunge il bordo opposto della riva e si allunga verso il punto in cui è sprofondato. “Gendry!” lo chiama, ma è soltanto l'eco della sua voce a risponderle. “Gendry!”

All’improvviso, un braccio infrange la superficie per agganciarle il fianco e tirarla giù.

Arya impatta contro lo specchio d'acqua e sente le narici riempirsi; poco dopo, riemerge annaspando e con lo sdegno negli occhi – se li strofina per sgomberare la vista e spintona Gendry che sì, sa perfettamente nuotare, gli artiglia la nuca e prova a spingerlo verso il basso per ripagarlo con la stessa moneta.

Sfortunatamente, lui è troppo forte per lasciarsi affondare.

“Ti odio” dice – ringhia, come un lupo incattivito -, il suono della sua risata nelle orecchie.

Gendry la lascia fare, il riso ancora stampato sulla bocca, poi, alla fine, la ferma afferrandole i polsi e la trascina verso di sé.

Sorprendentemente, Arya non sente il bisogno di opporre resistenza. La collera si spegne tutt’a un tratto, come una fiamma a cui è stato sottratto di colpo l’ossigeno. Lascia che Gendry la avvicini e, adesso, può contare ogni singola goccia stillata dalle sue ciglia, sentire il respiro affannato di lui soffiare sulle guance.

Adesso, Gendry non ride più.

“No.” I suoi occhi sono scuri come il fondale sotto di loro e incredibilmente belli. “Non mi odi.”

Arya non sa chi dei due si sia sporto verso l’altro per primo; sa soltanto che, ora, la bocca di Gendry preme forte contro la sua. Arya l’accoglie, schiudendo le labbra per dare libero accesso alla sua lingua, poi si scosta quel tanto che serve per consentire alle parole di uscire. “Sì invece.”

Continuano a baciarsi, senza sosta né fiato, mani gambe braccia che si dimenano disordinatamente per tenersi a galla mentre toccano stringono spogliano – gli abiti scivolano sul fondo uno ad uno fino a quando, sotto le dita, non resta che pelle nuda e bagnata, carezzata dalla calura sparsa dal sottosuolo.

Finalmente, la schiena di Arya incontra la parete scoscesa che segna il confine del bacino. Gendry la spinge contro l’appoggio, premendola tra la fiancata ed il proprio corpo, e lei gli chiude la vita in una morsa carica di bisogno.

“Sei sicura?”

“Non fare domande idiote.” Arya cancella ogni traccia di spazio tra di loro – seni contro petto, fianchi contro fianchi, le braccia allacciate dietro il collo di lui. “Solo--- zitto.” Torna a baciarlo, a lungo e a fondo. “Sta’ zitto.”

E Gendry, allora, tace.
































Note
Facciamo gli auguri a _Maria_ e ringraziamola per averci reso edotti riguardo alle fonti d'acqua presenti nel Parco degli Dei in cui Arya e Gendry potranno fare cosacce nella S8 - l'idea di una loro ipotetica prima volta con quest'ambientazione è sua e le avrebbe sicuramente dato un'attuazione migliore di questa, se l'avesse sviluppata di persona, ma ve sò toccata io e quindi, niente, accontentatevi di questa versione ridotta e raffazzonata che però ci tenevo a regalarle.
 
  
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