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Autore: Stregatta_Khan88    12/09/2017    1 recensioni
Dopo un mese, Diana e Chef Russel si incontrano nella splendida Roma: lei decisa a portare avanti il suo progetto letterario; lui convinto di volerla aiutare... Ma quando due poli opposti si attraggono e due arti diverse trovano tante similitudini tra loro, è difficile fermare un fuoco che divampa
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si erano entrambi scordati del tempo che scorreva, non sapevano neppure che ore fossero.

Bastava rimanere insieme.

Russel si rese conto di essersi addormentato, solo quando sentì un movimento accanto a lui, la rete del letto che scricchiolò non appena Diana, dopo essersi alzata, tornò seduta vicino a lui, con le gambe incrociate ed il suo block notes in grembo.

Russel sentì la penna che tracciava sul foglio delle parole, prima di sbirciarla, intenta a pensare alle parole. Si appoggiò ai gomiti, inclinando il capo.

«Scusa, me sono addormentato».

Diana lo guardò da sopra le spalle e sorrise. «Oh, tranquillo, hai dormito solo dieci minuti».

«Che fai?» Le domandò indicando il quaderno col mento. «Ti è venuta altra ispirazione?».

Arrossì. «A dire il vero ho scritto una poesia».

«Ah, anche tu poeta? Come me?».

«Le ho lette su internet le tue» ridacchiò porgendogli il block notes, con l'espressione imbarazzata ed il rossore sulle guance. Disse: «Tu sei forse più esperto di me. Ti va di leggerla? Ti avverto che sono un po' decadentista come poeta, da romanziera un po' meno».

Russel sorrise prendendo il quaderno e lesse con attenzione le parole scritte:

 

Angelo nero/Creatura di oscura bellezza/che attendi il crepuscolo/suprema essenza della distruzione/smarrita sulle vie della rinascita/Angelo perso tra mille bugie/Angelo caduto/nella buia ombra del destino/che attendi la pioggia/per non piangere da solo/Angelo dannato dalla cruda realtà/ Angelo condannato/un'anima persa nelle ombre...”

 

Un brivido lo scosse, soffocando una sonora esclamazione di stupore. Alzò gli occhi verso Diana con l'espressione esterrefatta.

«Dia', favolosa».

«Ne ho scritte tante di questo stampo, però le ho su un altro quaderno. Se vorrai te le farò leggere» arrossì ancora di più sfuggendo il suo sguardo.

Russel rise e la prese tra le braccia, tornando disteso con la testa di Diana sul petto. Le accarezzò i capelli mentre lei stava zitta.

«La poesia è una cosa molto intima, lo sai?».

«In teoria denuda l'anima. Da una poesia si capisce molto dell'autore» rispose Diana.

Russel la baciò sul capo, cercando di nascondere la commozione che era salita dal suo cuore agli occhi, diventati lucidi.

«'Ndo se' stata tutto questo tempo, Dia'?».

«Nata, cresciuta e vissuta a Sarnico» ironizzò girando la testa verso di lui, che non perse occasione per prenderle il viso tra le mani. La baciò a stampo ripetute volte, ripetendo:

«Bella sei! La mia bella scrittrice gotica».

«Il mio Chef tamarro» ridacchiò lei.

 

«Quindi siete ufficialmente fidanzati ora?» Esultò Romina tenendo il suo piccolo sulle ginocchia che guardava Diana nello schermo del pc timidamente.

Erano un paio di giorni che non si parlavano al computer, le cose successe l'avevano allontanata dai social per un po'.

Amici e fans virtuali le avevano mandato parecchi messaggi, chiedendo notizie sulla sua assenza, per lei giustamente fondata.

«Lo siamo» rispose Diana sorridendo radiosa, colma di una gioia che non aveva mai provato in tutta la sua esistenza.

«Progetti per il futuro?».

«Non li facciamo ora» affermò con un'alzata di spalle. «Entrambi vogliamo vivere la giornata. L'unica cosa abbastanza a breve è un viaggio».

Romina sorrise maliziosa. «Viaggio, eh?».

«Non so ancora dove, ho lasciato tutto nelle sue mani, Gabrio ha detto mi stupirà».

«Scriverai anche in viaggio?».

«Ovvio, redigerò un “diario di bordo”, collegato a questo della sua vita, che già sto facendo, raccontato da me».

«Hai già il titolo, scommetto...».

«Lo sai che lo metto sempre per ultimo» Diana adocchiò Romina preoccupata, notandola che rifletteva con una mano sotto il mento. Facendo schioccare dita e lingua esordì:

«Ci sono! “Storia di uno Chef e la Scrivana che narrò le sue gesta”. Fighissimo».

Diana si resse il volto con entrambe le mani replicando scettica: «Lunghetto... e poi esiste un libro intitolato “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”».

«Ops... Louis Sepùlveda» borbottò Romina a testa bassa. Diana rise ancora, salutandola poi per uscire: Jayne e Valeria l'attendevano al bar per l'aperitivo dove, quando arrivò, venne accolta da un'esultanza briosa.

«Calici in alto, signore» annunciò Valeria, «Un brindisi per la nostra scrittrice che ha realizzato il suo sogno più grande: l'amore».

«E tre hip, hip urrà per lo Chef che si è guadagnato un tesoro di femmina» Jayne picchiettò con il gomito nel braccio di Diana, facendola arrossire.

Disse apertamente che le due la stavano facendo sentire in imbarazzo, anche perchè le assidue frequentatrici del bar, signore un po' attempate, curiosavano parecchio.

«Che t'importa? Vivi ed ama» suggerì Jayne.

«Come l'hanno presa i tuoi?».

«Bene» rispose a Valeria, «Meglio di quanto non immaginassi. Non si sono neppure opposti al progetto di viaggio insieme».

Diana sapeva il perchè.

Aveva vissuto la sua intera esistenza chiusa nel suo guscio, sicuro e protettivo, difficilmente aveva strafato, non aveva neppure mai preteso. La libertà era sempre stata un sogno ma non aveva mai forzato nessuno per averla.

Il sogno si mostrava concreto, finalmente, ed alla sua età i genitori stessi si erano sentiti in dovere di concederle la possibilità di vedere e scoprire. Non si preoccupavano perchè non era sola, lo Chef sarebbe stato con lei e forse, dopo averla vista sperare per vent'anni nella gioia e nella speranza di trovare il vero amore, erano sicuri che finalmente fosse arrivato. Suo padre disse una frase che le rimuginava in testa da un paio di giorni:

Sei una scrittrice, e come tutti gli scrittori, devi esser lasciata libera di esplorare confini che solo la tua fantasia è riuscita ad immaginare finora”.

Un po' come scoprire nuovi sapori e profumi, nuove fragranze, accostamenti di ingredienti impensabili ma che, alla fine, potevano creare un'accoppiata vincente.

 

Chef Rubio ha ragione quando sogna la libertà. Ha ragione quando decide di lanciare sfide: sfidare le cose che non si conoscono è un gran bel modo di crescere. Come la paura: la paura si vince solo se affrontata, un bel romanzo nasce dopo tante prove, come un piatto speciale. La libertà, fondamentalmente, è provare, sfidare, la vita è una sfida continua. Il Mondo ti apre gli occhi...”.

 

Diana tracciò una linea che segnava la fine degli appunti per quel capitolo del lungo romanzo-diario. Aveva scritto tante pagine di appunti, ma sapeva che quel numero incalcolabile di parole altro non erano che un prologo.

Sorrise, chiudendo il quaderno ed infilandolo nello zainetto, osservando il suo trolley da viaggio, pronto per iniziare una nuova avventura che mai si sarebbe aspettata.

Il suo cellulare emise un bip alla ricezione di un messaggio che lesse, scoppiando a ridere:

A' bella, te vengo a pijia io o scendi tu?”.

Senza rispondere mise in spalle lo zaino e trascinò il trolley al piano di sotto, dove Russel l'attendeva appoggiato al fianco del suo fuoristrada. Sorrise a Diana, prendendole la valigia e caricandola nel portabagagli. Una volta comodamente seduta accanto a lui, che allacciò la cintura e la guardò, gli chiese:

«Perchè fai sempre il coatto?».

«Pecchè non sarei io, altrimenti» mise in moto l'auto ed uscì dal cortile del palazzo di Diana, che con un profondo respiro d'incoraggiamento, si abbandonò sul sedile e lo sbirciò ancora una volta.

«Dove siamo diretti?».

«Ovunque» rispose Russel, «In un qualsiasi luogo che ancora non sappia della nostra vita».

   
 
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