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Autore: Dynamis_    12/09/2017    1 recensioni
“Il suo sguardo straborda amore … ma non per me.
Ho visto come lo guarda, so quello che sente. Ancora una volta messo da parte. Eppure non riesco a fare altro che sorriderle, serbando quella tristezza nei meandri più reconditi del mio petto, mai sopita, sempre in agguato.
Non sono mai stato in grado di essere come lui, neppure una volta.
E intanto riuscirò a farmi bastare il suo sorriso.”

[Ciaran/Ornstein/Artorias]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cavaliere Artorias, Ornstein, l'Ammazzadraghi
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Bowed, Bent, Broken

“I suoi capelli dorati che danzano con la brezza, i tratti dolci del suo volto privato della maschera dietro la quale era solita celarsi, quel sorriso così bello che la luce del Sole pareva persino spegnersi, e le sue mani intrecciate alle mie mentre mi trascina verso la radura.
«Sei mai stato in questo posto, Ornstein?», mi sorride, con quel sorriso che non riuscirebbe mai a stancarmi, ma che vorrei veder brillare sul suo viso per una vita intera.
Colgo un fiore, lo metto tra i suoi capelli e le sorrido di rimando: «Mai, non con un fiore così bello». Lei arrossisce e volge via lo sguardo.”

 
Senti forse il mio stesso dolore, Artorias, mentre ti piego e ti spezzo, ti umilio nel modo più gretto che conosco? Percepisci il tuo cuore cadere a pezzi, la speranza abbandonarti il petto, ciò che hai avuto di più bello scivolarti dalle mani quasi fosse acqua grondante dalle tue dita?
No, tutto ciò non sarà mai abbastanza per ripagare ciò che hai fatto – ciò che mi hai fatto.
 
Una spinta più forte dell’altra, sudore stilla dai loro corpi divenuti un tutt’uno ma non è lussuria a muoverli, né piacere. È solo ira che lo spinge a possederlo lì, sotto lo sguardo delle imponenti statue della città degli Dei, mentre assesta uno dopo l’altro quei colpi carichi di risentimento e odio per colui che più di ogni altro aveva apprezzato nella propria vita. Il sudore gli bagna la fronte, il petto. E inarrestabile continua a dominarlo. Nulla importa in quel momento se non arrecargli dolore e tormento.

 
“Il suo sguardo straborda amore … ma non per me.
Ho visto come lo guarda, so quello che sente. Ancora una volta messo da parte. Eppure non riesco a fare altro che sorriderle, serbando quella tristezza nei meandri più reconditi del mio petto, mai sopita, sempre in agguato.
Non sono mai stato in grado di essere come lui, neppure una volta.
E intanto riuscirò a farmi bastare il suo sorriso.”

 
Voglio farti del male, voglio vedere il tuo sguardo morire sotto la forza e prepotenza delle mie percosse, la tua voce urlarmi pietà. Vorrei entrare nella tua testa, sentire ciò che pensi in questo momento, crogiolarmi nella tua paura, nel tuo dolore per provarne di meno io stesso.
Hai ridotto a brandelli, annientato, cancellato ciò che restava della nostra felicità, l’hai ferita e mutilata, né mai più potrà tornare ad essere quella di un tempo.
Capisci cosa significa perdere ciò che ti è più caro?

 
“Non l’avevo mai vista piangere, quelle lacrime mi avevano annientato. Ero uscito illeso da una guerra contro i Draghi Eterni, affrontato molte e più battaglie ma niente come quello mi aveva mai ferito.
I suoi occhi … ora così vuoti, privi di quella scintilla che mi aveva fatto innamorare.
Cosa hai fatto, Artorias?
«Partirà domani, per un viaggio senza ritorno».
L’avevo baciata, ma il suo sguardo non aveva accennato nemmeno un misero cambiamento.
E lentamente, senza proferir parola, avevo lasciato la stanza, colmo di furia mista a terrore: che mai più sarebbe tornata quella di prima.”

 
Sento delle scosse pervadere il mio corpo, sicché mi libero dentro di te e con forza ti strattono, il mio corpo ancora sopra il tuo, i miei occhi immersi nei tuoi, cercando di carpire cosa tu stia pensando, di cogliere – almeno per un attimo – un barlume di terrore o disperazione in quello sguardo sempre troppo misurato.
Neppure questa dannata volta sono stato accontentato. Cosa vedo nei tuoi occhi, Cavaliere del Lupo?
È forse … compassione?
E prima ancora che io sia in grado di pensare inizio a prenderti a pugni con immensa ferocia, mentre stille salate sgorgano dagli angoli dei miei occhi senza che io possa fare alcunché per fermale – senza che io voglia per una volta.
«Non …»
Mi manca il respiro, sono forte abbastanza per affrontare il più tenace dei nemici, ma non questo.
«… non portarla con te.»

 
 
Non erano più tornati. Ciò che restava di loro erano delle pesanti tombe riccamente istoriate lì nella Città degli Dei, prive di corpi, che mai erano stati ritrovati.
Benché egli non fosse lì con loro, l’Abisso aveva preso anche lui: lentamente, cautamente, ma lo aveva annientato, dilaniandolo pezzo dopo pezzo, fino a che non gli era rimasto più niente.
Posò un fiore sulla tomba di Ciaran, lo stesso che le aveva donato quel giorno molto tempo addietro, il dolore non arrestava la propria avanzata e lui era stanco di lottare. E provò di nuovo vergogna per l’addio che aveva loro elargito, il cui ricordo non gli dava tregua.
«Grazie per avermi fatto comprendere cosa significhi amare.»
 
Mem'ries light the corners of my mind
Misty water-colored mem'ries of the way we were

Scattered pictures of the smiles we left behind
Smiles we gave to one another for the way we were

Can it be that it was all so simple then
Or has time rewritten every line
If we had the chance to do it all again, tell me, would we, could we

Mem'ries may be beautiful and yet
What's too painful to remember 
We simply choose to forget

So it's the laughter we will remember
Whenever we remember the way we were

The way we were
Compositori: Alan Bergman / Marilyn Bergman / Marvin Hamlisch
Testo di The Way We Were © Sony/ATV Music Publishing LLC
   
 
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