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Autore: Lily710    12/09/2017    4 recensioni
I capitoli di questa storia (precentemente conosciuta come "The Epic War: this is YOUR end!") stanno subendo una totale fase di riscrittura, con aggiunta di nuove scene ed eventi chiave. Per saperne di più, leggete l'avviso che trovate al primo capitolo.
Non fu mai ben chiaro come la "semplice" copia di uno smeraldo del Chaos, in grado di permettere il viaggio nel tempo, potesse essere capace di sconvolgere a tal punto le vite dei nostri protagonisti. È riuscito a salvare una riccia proveniente dal futuro, Darkly the Hedgehog... ma se dopo tale evento lo smeraldo non si fosse distrutto, come invece lei stessa credeva?
Se fosse finito altrove, avesse fatto viaggiare tre individui nel tempo e nello spazio in epoche completamente diverse e, solo allora, si fosse effettivamente disintegrato?
Un mistero vissuto per anni, forse secoli prima che i nostri eroi venissero al mondo, nell'ombra... la stessa “ombra” che, ormai da giorni, tormenta i sogni della povera Amy. La stessa che metterà in pericolo l'Universo.
La stessa che apparirà nella luce o sparirà nel calore ardente... un po' come quello generato dalla lava.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cream the Rabbit, Miles Tails Prower, OC, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Capitolo della vecchia versione della storia
Sonic

Prima di avventurarci, presi insieme a Tails del cibo, dell'acqua e diverse torcie, nel caso si fosse fatto buio.
Lui portò con sé la sua invenzione, ed io conservai invece una piccola coperta: sapevo benissimo che era estate e faceva parecchio caldo, ma avevo la sensazione che ci sarebbe servita, in un modo o in un altro.
Decidemmo di prendere anche i Chaos e i Sol Emerald, nel caso dovessimo averne avuto bisogno – essendo una questione abbastanza seria dove forse, per una volta, pareva che quella Testa d'Uovo non avesse messo il proprio zampino.
I primi li conservai io, i secondi Blaze.
Così partii da casa con il mio gruppo, evitando di camminare troppo rapidamente poiché gli altri non sarebbero riusciti a stare al mio passo.

***

Avevamo cercato ormai in ogni minimo angolo di quelle colline, ma di Amy non avevamo trovato nemmeno un aculeo, e per giunta si era già fatto tramonto. In più, odiavo il fatto di non poter correre.
Eravamo disperati, non sapevamo più dove andare; poi però, mentre osservavo il panorama, mi accorsi per caso che a pochi chilometri da dove ci eravamo fermati vi era una costruzione, probabilmente abbandonata.

«Ehi, possiamo cercarla dentro quell'edificio!» esclamai attirando l'attenzione degli altri, indicando poi ciò che avevo visto.
«Proviamo a guardare lì dentro, no? Tanto abbiamo cercato già ovunque... e quello è l'unico posto in cui non siamo stati.» i miei amici si dimostrarono leggermente titubanti.
«Sinceramente, vista così è abbastanza inquietante... sembra una prigione abbandonata o qualcosa di simile, non mi ispira troppa fiducia.» commentò Blaze sospirando, mentre Cosmo annuì trovandosi d'accordo con la gatta.
«Avete ragione, ma è la nostra ultima possibilità... proviamoci! Se non troviamo nessuno, me ne assumerò le responsabilità.» dichiarai speranzoso, cercando di convincerli.
Nonostante non fossero per niente sicuri alla fine accettarono comunque, fidandosi della mia parola.
Fu così che cominciammo a fare strada.


Era parecchio lontano, dato che quando arrivammo a destinazione ormai si era fatto buio; mi avvicinai poi a quello che pareva essere l'ingresso e vidi una scritta: “Closed since 1952”.
Subito dopo scrutai l'edificio dall'alto verso il basso, il quale era illuminato dalla luna: appariva davvero vasto, difatti per lunghezza si estendeva per moltissimi metri; in altezza, invece, ne era alto circa quindici – ed al centro della facciata iniziale presentava, immediatamente sotto quella curiosa frase, una malandata porta di ferro. La costruzione era infatti costituita da metallo in quasi ogni sua parte, sebbene fosse del tutto arrugginita: sembrava proprio una prigione abbandonata.
Ma come mai era ?

«Cioè, tu pensi che in un posto chiuso dal 1952 potrebbe esserci Amy? Scherzi, spero!» esclamò Knuckles rivolgendosi a me, confuso. 
«E chi te lo dice? Quel tipo lì sembra imprevedibile...» gli rispose Tails sbuffando.
Nonostante fossimo intenti a riflettere, ci accorgemmo che l'altro gruppo ci stava venendo incontro; si fermarono pochi secondi ad osservare quell'edificio, ma poi ci guardammo tutti negli occhi.
«Entriamo.»

La porta fece un cigolio tremendo appena la aprii, ma sebbene provai a lasciarla aperta questa si richiuse di colpo, facendoci sobbalzare. Pareva inoltre esserci buio pesto lì dentro, perciò utilizzammo le torcie che avevamo portato con noi.
Appena ne varcammo la soglia ci ritrovammo subito in un corridoio non molto lungo, dal tetto altissimo: le pareti grigio scuro presentavano molte crepe, mentre sul pavimento dalle mattonelle rotte si trovava qualche inquietante pozza di sangue prosciugata. C'erano ragnatele che si trovavano in ogni angolo di quell'edificio, e oltre a filarle i ragni si divertivano a scorrazzare in giro insieme agli scarafaggi. Puntando lo sguardo verso il soffitto, notai qualche catorcio di telecamera non funzionante puntata su di noi.
Alla nostra destra si trovavano diverse celle, alcune chiuse e altre aperte, nelle pareti delle quali vi erano incise delle scritte, quali date, nomi o “Help me”, invece a sinistra c'era soltanto il banale e grigio muro, dove vi erano appese alcune fotografie che ritraevano assurdi esperimenti.
La via era finita, e la decisione a quel punto consisteva se svoltare a destra o a sinistra.

«Aspettate, ma qui c'è una porta» affermò Darkly, facendoci giustamente notare l'ingresso che si trovava in mezzo al bivio: era talmente buio che non si vedeva neanche.
«A quanto pare... dobbiamo procedere separati.» concluse Tails, rassegnato.
Capimmo tutti che in fin dei conti era la scelta giusta, così prendemmo ognuno strade diverse.
Knuckles, Rouge e Silver andarono a destra, Shadow, Dash e Darkly a sinistra, mentre io, Tails, Cosmo e Blaze...
Andammo nell'entrata centrale.

***

Quel posto era abbastanza strano:
era un passaggio, ovviamente buio, dalle mura azzurre piene di muffa – il quale presentava soltanto scale che, rispetto a dove eravamo noi, erano in discesa e portavano chissà dove.
Impossibilitati nello scegliere, cominciammo a scendere quei gradini.
«Speriamo che vada tutto bene...» sussurrò Cosmo tristemente;
Quasi come fosse stato fatto apposta, la nostra unica torcia si spense, probabilmente a causa delle batterie scariche.
«Ce le hai le pile di ricambio... vero?» chiesi al mio migliore amico con sguardo supplicante, che per fortuna annuì.
Però, dopo averle cambiate, la luce non si accese: assunsi un'espressione abbastanza confusa, e Tails fece spallucce;
«Credo si sia fulminata...»
Merda.


Knuckles

«Tesoro dai a me la torcia, vi guido io!» esclamò Rouge col suo solito tono malizioso, rivolgendosi a me.
«No, faccio io» controbattei, illuminando le pareti.
Era un banalissimo e patetico tunnel bianco e nero e non c'era praticamente nulla, ma con molta probabilità portava in una stanza nella quale, magari, poteva trovarsi Amy.
«Eh no tesoro, tu ti arrabbi e perdi la calma troppo facilmente, dalla a me» rispose nuovamente a tono la pipistrella, facendomi innervosire.
«Ho detto no!» senza rendermene conto gettai lo strumento a terra, causandone la distruzione.

«Visto? Ho ragione, hai il nervosismo troppo facile...» continuò lei incurante, osservando lo smalto viola scuro delle sue lunghe unghie; «...e ora come facciamo, genio?» chiese poi seccata, guardandomi con sguardo truce e mettendosi le mani ai fianchi. In tutto ciò, il riccio grigio si sentì alquanto a disagio.
«Smettetela! Credo di averne una di riserva, state tranquilli.» ci rassicurò l'argentato.
«Ah, meno male che c'è lui...» sospirò ella maliziosa facendomi innervosire ancora di più, provocando nel frattempo un baccano tremendo con quelle che sembravano essere scarpe, ma che in realtà erano tacchi alti quasi quanto il Master Emerald.
Sbuffai; peggio di così non poteva andare.

All'improvviso qualcuno cacciò un urlo, pregando di essere lasciato andare. Era una voce femminile... familiare.
«Amy!» Urlai. I battiti del mio cuore aumentarono per l'agitazione:
in fondo tenevo parecchio a quella riccia chiacchierona e leggermente rompiscatole; alla fine, era davvero finita nel posto più improbabile che potessimo pensare.
Temevo che stesse soffrendo per chissà quale causa, perciò non avrei lasciato che un alieno proveniente da qualche oscuro e assurdo pianeta l'avesse aggredita.
Vidi Rouge in allerta, la quale cercava di capire la direzione di quelle grida, che continuavano a ripetersi.
«Viene da questa parte: su, caro, rompi il muro con la stessa forza con cui hai frantumato la lampada! Almeno è per una buona causa.» mi incitò lei, in tensione per l'amica.

Erano legate in fondo quelle due, ed anche pipistrella stava male al solo pensiero che la rosa fosse in trappola con quel tipo.
Feci come mi aveva detto, e così lo distrussi con le nocche; dei massi caddero ai nostri piedi, e finalmente riuscimmo a vedere qualcosa;
Amy era legata ad una sedia di metallo con delle corde, mentre Dark Zikos interagiva con dei macchinari.
Osservammo il tutto attraverso un vetro che, per qualche strana virtù, non era andato del tutto pezzi – il quale faceva da tetto a quella stanza e da pavimento ad una che era completamente vuota, dove camminavamo noi in quel momento.

«Cosa ha intenzione di farle quello?!» domandò Silver ansioso, entrando nella stanza dal pavimento trasparente.
Quest'ultimo si accorse che c'era un angolo in cui si trovava una frattura enorme; così scoprimmo che era grazie a quello il motivo per cui avevamo sentito la nostra amica implorare aiuto.

«Ma guarda: i tuoi amici sono venuti a prenderti! Ed ecco gli eroi che arrivano gloriosi, salvano la bella principessa e poi sconfiggono il nemico!» ironizzò il tizio, giocherellando con dei fili che erano collegati alle braccia della rosa. «Mi dispiace per voi, ma oggi non andrà come nelle favole: il cattivo non sempre perde, e gli "eroi"» continuò gesticolando «non sempre vincono
Strappò con violenza un pezzo di uno straccio e lo legò alla bocca della riccia con una corda, non permettendole di parlare.

Guardai Rouge e il riccio argentato con un'espressione indignata, ma allo stesso tempo determinata.
«Dobbiamo fare qualcosa. ORA!» ed entrammo tramite quel foro nella fatidica stanza.


Dash

Quel corridoio era COSÌ monotono!
Stretto, alto, con le pareti dallo stesso colore del sangue e... tremendamente buio.
Il pavimento invece era orribilmente appiccicoso, come se vi fosse della colla sparsa sulla superficie. Lo era talmente tanto che le mie scarpe si erano incollarono alle mattonelle almeno una decina di volte.
Osservai ogni singolo dettaglio: era tutto distrutto, vuoto, spento.
Nel frattempo uno scarafaggio salì tranquillamente sulla mia spalla, ma io altrettanto morbidamente lo cacciai via con un colpo secco da parte della mano.
«Okay, umh... dove ci dovrebbe portare questo, umh, inutile ed infinito corridoio?» domandai alquanto seccato, sperando di ottenere risposte.
Silenzio.

D'altronde, cosa potevo aspettarmi dalla Forma Di Vita Perfetta e sua sorella, se non l'essere taciturni e impassibili?
Sospirai, adirato.
Non mi piaceva molto l'idea di avere accanto qualcuno non parlava, dato che io facevo di tutto tranne stare zitto.
Darkly però non si comportava così con me, anzi: conoscendola da moltissimo tempo, si dimostrava leggermente più aperta nei miei confronti. Shadow invece no, dato che le uniche con cui si apriva un po' di più erano la sorella e Rouge, la sua amica più stretta, anche se dialogava molto raramente pure con entrambe.
All'improvviso sentii qualcuno urlare...
Ma solo pochi secondi dopo realizzai chi era davvero.
«M-ma è Amy! Non ci credo... dobbiamo fare qualcosa, e SUBITO!» esclamai preoccupato, e anche abbastanza confuso riguardo alla direzione di quelle grida.

«Il suono sembra provenire da questa parte...» sussurrò la riccia, che si fece seguire da me e dal fratello.
«Non mi fido... fermati Darkly, si tratta sicuramente una trappola» proferì poi il bicolore.
«Vorrà dire che saremo cauti» gli rispose lei. Poi mi guardò negli occhi per un istante e mi sorrise, e successivamente continuò a fare strada.
Non so bene per quale motivo, però lo fece.
Non lo faceva quasi mai, erano perle rare i suoi sorrisi; li amavo tantissimo, erano stupendi. Lei era stupenda: attraente, seria ma simpatica e soprattutto – anche se all'apparenza non sembrava così – la persona più buona al mondo. Avrei fatto di tutto pur di proteggerla, essendo la mia migliore amica da ben otto anni.
O forse...

Shadow si fermò di colpo; così tornai alla realtà, accorgendomi di trovarmi in un vicolo cieco assieme agli altri due; la prima cosa che vidi era un piccolissimo microfono, la seconda un timer.
Sentimmo nuovamente la nostra amica urlare, ma adesso non sapevamo più dove andare. I battiti del mio cuore accelerarono: cosa stava succedendo?!
L'oggetto faceva il conto alla rovescia, e allo scadere del tempo nessuno sapeva cosa sarebbe potuto accadere;
Magari niente...
... o magari una catastrofe.

“Ups, direzione sbagliata! Bello quel timer, non trovate? Tranquilli, non vi succederà nulla, salterete soltanto in aria fra cinque... quattro... tre...”

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[Aggiornata il 07/07/2020]

(Old) Angoletto dell'autrice: salve ragazzi! (Non odiatemi per aver finito il capitolo in questo modo xD)
Innanzitutto, grazie mille a tutti coloro che hanno recensito, o anche chi ha solo letto: siete preziosi, vi ringrazio di cuore. ^^
Come al solito, accetto qualunque tipo di consiglio costruttivo e, nel caso in cui notiate degli errori, fatemelo sapere senza problemi (e grazie per tutte le volte che lo fate <3). Bene, detto questo spero vi sia piaciuto e alla prossima!
Baci, Lily :3
   
 
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