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Autore: Ilarya Kiki    13/09/2017    3 recensioni
...soprattutto al lettore.
Attenzione, si tratta di una parodia. In questa storia potrete trovare:
-ROMANCE!!!
-Diciassettenni in tempesta ormonale
-Cani
-Disagio
-Scheletri senza i vestiti
-Altro Disagio!!!
Attenzione: la storia è sconsigliata a chi ha livelli di serietà troppo alti, in caso di bruciature rivolgersi a Grillby (lui sì che è un esperto).
Dal testo: "Papyrus, ma secondo te perché gli esseri umani sono così attratti da noi?" - "Non so Sans, forse perché siamo come loro... ma più nudi."
Genere: Comico, Parodia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Papyrus, Sans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Caro diario,
visto che nello scorso capitolo mi sono dimenticata di scrivere recupererò adesso eehehehehehehehehe anche perché non so se avrò molto tempo per farlo dopo anzi forse non avrò tempo per niente lolololol!!!!
L’appuntamento col robo-star è andato davvero una merda. Non solo mi ha appesa sopra il pozzo di lava, ma non sono nemmeno riuscita a baciarlo in diretta, e Sans non si ingelosirà mai!!! Giuro, peggiore idea della mia vita. E poi, sono pure in primo giorno di ciclo, che merdaaaaaaa!!!!
Se potessi esprimere un ultimo desiderio sarebbe, ummmmm… vorrei tanto che girassero un film sulla mia vita e diventassi una star tipo… tipo Padre Pio, ecco! Così almeno sarei famosa e tutti…

 

“Cosa diavolo hai da blaterare sull’orlo della morte, sciocca umana!? Guarda che la diretta è finita!”
“NON MI ROMPERE I COGLIONI MENTRE STO AGGIORNANDO IL MIO DIARIO SEGRETO, PINGUINO DE LONGHI DI STOCAZZO! ORA TE LA SEI GIOCATA, SE AVEVI ANCORA UNA VAGA POSSIBILITA’ CHE IO TE LA DESSI, L’HAI PERSA DEL TUTTO!!!”
Sousy scalciò dalla rabbia mentre il robot la teneva appesa per il colletto sopra la lava nello stanzino del Core, indignata per quella gravissima intrusione nella sua intimità. Nessuno poteva interromperla mentre aggiornava il suo diario, e anche se si era vista costretta a declamare a voce alta invece che scrivere (dato che non poteva usare le mani per usare articoli di cancelleria), questo non cambiava nulla, anzi! Quello stupido quadrilatero di latta non si era minimamente accorto che la diretta stava continuando, e lui non aveva fatto altro che interrompere i suoi ultimi momenti di vita di fama televisiva!
“Sta ferma!” si lagnò il robot mentre il suo monitor veniva bombardato di piedate.
“Se c’è una cosa che non hai capito – ringhiò Sousy – è che in questo buco di caverna c’è solo una persona che ha il permesso di tentare di uccidermi!!!”
“Questo si vedrà, sacchetto di carne!”
E partì la rissa.

 

Sans apparve con uno lieve schiocco di fronte alle porte del Core, con la felpa ancora piena di briciole di noccioline e gli occhi pesti per prolungata esposizione al programma televisivo, pronto a scattare. Quella stupida struttura era stata progettata per essere riorganizzata a piacimento per rendere più difficili le intrusioni, e Mettaton ne aveva approfittato sicuramente: lui e la mocciosa potevano nascondersi ovunque lì dentro. Razza di idiota, stupida, stupida Sousy. E stupido, stupido Sans. Quella situazione di merda era tutta colpa sua: se non avesse tirato così tanto la corda con la ragazzina, adesso lei non starebbe correndo pericolo di vita con quello psicopatico di un arrivista robotico…
Certo, se lei fosse morta l’anima poteva sempre essere usata per rompere la Barriera – che era stato il suo piano d’azione per i primi 30 secondi di frequentazione che aveva avuto con Sousy – ma, adesso, l’anima se la sarebbe assorbita Mettaton per inseguire i suoi sogni di gloria nel mondo in superficie. E comunque Papyrus si era affezionato a lei, nonostante fosse piacevole come un mattoncino Lego nelle pantofole, e Sans non poteva permettersi di lasciarla morire così. Dopotutto, anche lui si stava divertendo con lei, e il suo cuore non era ancora diventato così tanto arido dal rimanere insensibile di fronte alla morte di una bambina con la quale aveva passato tanti momenti di qualità, spezzando la monotonia dei riavvolgimenti temporali.
Il piccolo scheletro scattò nel corridoio principale della centrale termica deciso a setacciarne ogni anfratto nel minor tempo possibile, evitando il teletrasporto per non correre il rischio di ritrovarsi dentro a un pozzo di lava per sbaglio: l’ansia gli divorava tutti i pensieri.
“Merdamerdamerdamerdamerda dove vi siete cacciati…?”
Svoltò a un angolo correndo a velocità folle e qualcosa di molto duro, che si muoveva alla sua stessa rapidità ma in direzione opposta, gli si schiantò addosso, sbattendogli sul cranio e spingendolo indietro a gambe all’aria. Fece appena in tempo ad aprire gli occhi e recuperare un minimo di lucidità che si trovò di fronte una ninfa blu muscolosa e urlante. In pigiama.
“SANS PENSAVO CHE FOSSI METTATON NON CORRERE IN GIRO COSI’ SENZA AVVISARE CHE È UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA!”
Undyne gridava fuori di sé dimenando le braccia, arrabbiatissima. Sans si rialzò in piedi a fatica, sentendo la spina dorsale indolenzita protestare dolorosamente. Ma non avevano tempo da perdere.
“Ehy – disse lo scheletro – carino l’outfit.”
Undyne indossava una cannottierina beije e un paio di pantaloni di plaid rosa, decorati con teneri coniglietti.
“STA ZITTO! – rispose lei arrossendo rabbiosamente – SONO DOVUTA USCIRE COSI’ COM’ERO! HAI VISTO IN TV!?”
“Certo che sì, dobbiamo sbrigarci, prima che Sousy finisca ammazzata.”
“STAI SCHERZANDO!?!?”
Sans si voltò allibito verso il comandante della Guardia Reale, e la vide ancora più paonazza e incazzata, con le zanne scoperte come un piranha che ha appena avvistato la preda – decisamente terrificante.
“È UMANA! È UNA UMANA!!! CI HA PRESO TUTTI PER IL CULO! LA AMMAZZO IO QUELLA STRONZA!!!!”
Sans deglutì, temendo di finire arrostito da quello sguardo di fuoco.
“Veramente…”
“NON POSSO PERMETTERE CHE METTATON PRENDA L’ANIMA CHE SPETTA DI DIRITTO AL RE!!! MUOVIAMOCI!!!”
Sans decise di rimandare il problema su come impedire a Undyne di fare a fette Sousy a dopo che l’avessero trovata, anche perché poi avrebbe fatto a fette anche lui una volta che avesse scoperto che l’aveva aiutata a nascondersi per tutto quel tempo.
Ovunque la si girava, la situazione faceva schifo in ogni sua possibile riuscita, come una sardina in padella.
Aprirono tutte le porte che incrociarono nel corridoio, si infilarono in ogni svincolo, sbagliarono strada tutte le volte e ogni volta la tensione saliva sempre di più, e l’irreparabile sembrava più vicino.
Sans ormai era quasi entrato in uno stato di trance, quasi come se quella ricerca fosse ormai come una sorta di punizione purgatoriale infinita per tutte le cazzate che aveva combinato negli ultimi giorni, quando spalancò l’ennesima porta e si trovò di fronte ad uno spettacolo orribile: Mettaton a terra, con lo schermo rotto e sprizzante scintille, e Sousy riversa vicino a lui zuppa di sangue.
Undyne lo raggiunse subito dopo e si raggelò:
“Oh maledizione – mormorò – qui è successo un casino.”
Sans era completamente immobilizzato. La consapevolezza di essere arrivato troppo tardi arrivò solo un attimo prima che Sousy muovesse un piede, riaccendendo qualche speranza di aver schivato l’irreparabile.
Lo scheletro corse da lei per vedere quanto gravi fossero le sue ferite e la trovò a occhi chiusi, con espressione sofferente.
“…Sans…” mormorò la ragazza, strizzando gli occhi nel tentativo di aprirli almeno un po’.
“Sousy, ma cosa mi combini?” sdrammatizzò lui, spaventato dal suo colorito pallido.
“…alla fine sei arrivato… - continuò lei, e lui fece spallucce - …sapevo che saresti venuto per me…”
“Non è il caso che ti sforzi di parlare, ora corriamo a chiamare un medico…”
No! Per me è troppo tardi ormai…” Sousy tossì, e Sans le prese le spalle e se la spostò sulle ginocchia, mentre Undyne sorvegliava tutto ad occhi spalancati.
“…e dire che ho organizzato tutta questa messa in scena solo per farti tornare da me, eppure guarda come sono finita…”
“Come al solito, sei una esagerata Sousy…”
“Farei qualsiasi cosa per te! *coff coff* Ma ormai è tardi… ma dimmi almeno, se ne è valsa la pena… mi ami almeno un po’…?”
Sans si girò verso Undyne, costernato e un po’ imbarazzato, e la trovò con gli occhi tutti luccicanti di lacrimoni. Tormentandosi le labbra coi denti, il capo della Guardia Reale accennò con la testa di assecondare quella poverina, che tanto ormai era alle sue ultime parole.
“Massì Sousy – rispose quindi Sans, rivolgendosi alla giacente – massì che ti amo.”
Sousy sorrise: “…e se non stessi per morire, un giorno magari mi avresti portata all’altare?”
“Eh!?”
La faccina sofferente di Sousy sembrava non poter patire una risposta negativa.
“…magari, un giorno, chi lo sa…”
No!” Con estremo sforzo Sousy si sollevò, delirante, e Sans dovette tenerla ferma a forza temendo che potesse uccidersi da sola per sbaglio con un movimento sbagliato. Undyne, ormai lasciatasi trascinare dall’emotività della scena, cercava di nascondere i singhiozzi.
“Non esiste magari, rispondimi o no, Sans!”
Lo scheletro sollevò gli occhi al cielo, costernato. C’erano due cose ora che poteva fare: essere stronzo fino in fondo, e con un bel NO! informare Sousy che la stava prendendo in giro fin dall’inizio, oppure tentare di avere pietà, e lasciarla andarsene almeno con i suoi sogni intatti. Come comunicato prima, Sans non era ancora diventato quel tipo di persona che gode (eccessivamente) nel veder soffrire gli altri.
, va bene? Ti sposerei Sousy.”
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!
La ragazza si sollevò all’improvviso raggiante, indicando lo scheletro col dito, con una energia tale che se tutti i morenti fossero stati così, probabilmente l’aldilà sarebbe deserto. Sans impietrì.
L’hai detto l’hai detto!
Undyne lanciò un urlo.
“Non solo hai detto che mi sposerai, ma l’hai fatto…”
“EHY! – tuonò Sans, terrorizzato – IO NON HO…”
“L’hai detto in diretta tv! Ahahahahaahhahahah!”
Sforzandosi di muovere la testa, il piccolo scheletro si voltò verso la telecamerina sul treppiede, con la lucina rossa accesa a mostrare che aveva, inesorabilmente, ripreso tutto. Sans materializzò un osso: “La trasmissione è finita!” esclamò, e scagliò il suddetto contro la telecamera, infrangendola in mille pezzi.

 

I teleschermi dei mostri di tutto il Sottosuolo (tutti, perché grazie al passaparola ormai ognuno sapeva di quella stranissima diretta, e anche il più antitecnologico dei mostri si era precipitato a casa del vicino per seguirne gli sviluppi) si illuminarono di statica ronzante. La diretta era finita.
“Per la coda di Godzilla.” Mormorò Alphys con gli occhi ancora puntati alla tv, ficcandosi in bocca l’ultima manata di popcorn.
“Migliore diretta della vitaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!” esclamò Papyrus scagliando i cuscini del divano fino al soffitto.

 

“Ero a tanto così dal licenziarti per sempre Sans, lo giuro.”
“…e si può sapere perché non l’hai fatto?”
“Perché quella mocciosa ha ingannato anche me. Dannata umana!”
Sans e Undyne si trovavano sul divano della casa degli scheletri, con una tazza di the in mano. Era molto tardi ormai, e Papyrus aveva insistito moltissimo nel far restare Undyne a dormire lì da loro non appena era arrivata accompagnando a casa Sousy e suo fratello maggiore. Un cuscino gibboso e una coperta erano già stati posizionati a lato del divano, e il the era stato prontamente offerto dal volenteroso padrone di casa come premio di consolazione dopo quelle ore di tribolazione. Poi se ne era andato a dormire – come già accennato, era molto tardi e Papyrus si trovava già molto oltre l’ora della nanna.
Sans fece spallucce. Il suo sguardo perso nelle profondità oscure e bollenti della tazza di the sembrava quasi apatico nella sconfitta. Undyne continuò a lamentarsi:
“Che ne sapevo io che le umane sanguinano? Così, dal niente!? È disgustoso!”
“Eh… me ne sarei dovuto ricordare anche io.”
“Sì! Avresti dovuto! Eri tu quello informato in umanologia visto che la stavi coprendo! E adesso… - Undyne si ricordò della situazione nella quale si era cacciato Sans, e addolcì i toni - …beh, poteva andare peggio. E puoi sempre fare in tempo a mandarla a farsi friggere.”
“…potrei, ma non voglio rimangiarmi una promessa del genere.”
Lo scheletro sorseggiò un sorso di liquido bollente.
“…che genere di persona sarei? La verità è che lei è stata più brava di me. E poi… se si è spinta fino a certi limiti significa che ci tiene davvero moltissimo.”
“…mi stai dicendo che hai seriamente intenzione di sposarla!!!???”
Undyne aveva gli occhi fuori dalle orbite, e Sans fece di nuovo spallucce.
“Massì. Tanto…”
“Ma come tanto!?”
Undyne si sollevò sulle ginocchia e scosse la tazza così forte da far piovere buona parte del contenuto sul teschio del suo amico:
“Va bene fare il figo col nichilismo, ma questa è la tua vita! Non sprecarla, guarda che è una sola!”
Sans scoppiò a ridere e Undyne si infervorò ancora di più. Ci volle un urlo di intimazione proveniente dalla porta chiusa di Papyrus – che giustamente tentava di dormire – per zittire la donna pesce.
“Eh… - Sans si asciugò una lacrimuccia scesa per il gran ridere – anche se fosse solo una sola… chissene frega. – Spalancò gli occhi, fissando sempre il fondo buio della sua tazza - …credo che ormai questa linea temporale mi sia sfuggita di mano…”
“Cosa…?”
“Cosa?”
Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaans…”
Undyne e lo scheletro si voltarono subito verso la porta accanto a quella di Papyrus, dalla quale facevano capolino il viso e un piede della diabolica umana, Sousy.
Aveva occupato la stanza del suo nuovo fidanzatino con la scusa che la serata, nonostante non l’avesse ammazzata del tutto, era comunque stata parecchio traumatica per lei, e dormire nella cuccia non sembrava la soluzione più appropriata – né la più igienica.
“…guarda che io mi sono stufata di aspettarti, vado a dormire! Buonanotteeeeeee…”
La porta si chiuse, e Undyne sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Sans finì di bere il suo the e lo appoggiò per terra.
“BENE. Credo proprio che andrò a passare la notte da Grillbyz.”
Undyne sollevò il sopracciglio: “In quanto a vita matrimoniale, parti malissimo.”
“Mi godo i miei ultimi momenti da scapolo.”
Sans si allacciò la felpa fino al collo e prese le chiavi di casa – per quale motivo poi non si sa visto che tanto la porta era sempre aperta.
“Ma è aperto anche di notte quel postaccio?”
“Oh non per me… dopotutto io sono irresistibile!”
Lo scheletro fece un occhiolino e sparì dietro la porta, scomparendo nella notte.

FINALE MISTERIOSO PER UN CAPITOLO MOLTO POCO MISTERIOSO!
QUESTO MATRIMONIO S'HA VERAMENTE DA FARE??? RIUSCIRA' PAPYRUS A DORMIRE???
MA SOPRATTUTTO:

QUANTO TEMPO CI METTERA' GRILLBY A CACCIARE FUORI SANS DAL SUO LOCALE OLTRE L'ORARIO DI CHIUSURA!!??

TUTTO QUESTO E MOLTO ALTRO NELLA PROSSIMA PUNTATA DI BEAUTIF... BOH QUEL CHE E'.

 

 

 

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*Spazio Autrice*

*Sexy Sans is sexy*
*mi sono stancata di giustificarmi per i miei ritardi, quindi mi limiterò a dire HA! SON QUI!*
*Il fatto che siano rari nel tempo rende i miei capitoli piacevoli come una vincita alla lotteria!*
*Se, ci credo proprio tantissimo*
*Alla prossima morte di papa ciau!*

 

 

 

 

  
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