Anime & Manga > Tokyo Ghoul
Segui la storia  |       
Autore: Philly123    14/09/2017    0 recensioni
Fu una sera di autunno, pioveva, per terra era bagnato. Sono i miei primi ricordi, i primi ricordi di quando incontrai i Ghoul. Di quando incontrai Uta.
-
[N.d.A. Salve a tutti, questa è la mia storia! E' un periodo un po' pesante e scrivo solo e unicamente per rilassarmi quindi perdonate le sviste, non rileggo molto. Per il resto adoro il personaggio di Uta ma credo che al momento sia molto piatto. Ho deciso di renderlo un figo frustrato come lo immagino nella mia mente. Spero che l'idea vi piaccia. Commentate se volete!]
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Uta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I miei piedi ticchettavano sull’asfalto ancora umido. C’era stato un acquazzone poche ore prima, uno di quelli autunnali, improvvisi e inaspettati, così ero uscita con le scarpe di tela e cercavo di evitare quelle pozzanghere. Tenevo lo sguardo basso, attenta unicamente a non inzupparmi i piedi. La strada andava avanti da sola, senza che nemmeno me ne accorgessi, poiché avevo percorso quella via molto spesso negli ultimi mesi. Un passo falso e le scarpe bianche sarebbero diventate color del fango, con un lago all’interno.

Plic.

Una goccia. Forse stava ricominciando a piovere. A quel punto mi sarebbe bagnata ben oltre le scarpe.

Plic.

No aspetta, non era pioggia quella.

Girai velocemente lo sguardo, per vedere con la coda dell’occhio una goccia rossa che si mischiava all’acqua della pozzanghera vicina. Quel colore era così strano. Formava degli sbuffi nell’acqua, come dei tentacoli che si diramavano nel marrone torpido del fango. Alzai lo sguardo finalmente, dopo molto tempo, tenendo pressato quel cappellino che così facilmente cadeva. Puntai gli occhi verso l’alto, sul balcone del palazzo accanto.

Una mano. Era attaccata al braccio in modo strano, innaturale. Come se le articolazioni si fossero ribaltate. Le dita erano rotte, e da quelle scendevano gocce di sangue.

Non provai paura, in realtà, mi sembrava solo tutto così finto. Come se guardassi quella scena in tv, o vedessi un manichino in una recita scolastica. Il viso dell’uomo non si vedeva, forse non c’era nemmeno. La pancia, invece, quella si vedeva. C’era molto rosso. Rosso ovunque, e pezzi di carne, di organi.

Cominciai a realizzare che quella era una persona. Una persona vera.

Ebbi un conato, e poi solo panico.

Mi stringeva lo stomaco per evitare di vomitare, un’altra mano alla bocca.

I ghoul!

Perché ero così lenta?! Dovevano essere stati ghoul che infestavano Tokio a fare una cosa tanto schifosa.

Mi misi a correre, pestando ripetutamente le pozzanghere, persi il cappellino e continuai, quasi a occhi chiusi. Il fiato era sempre di meno, col cuore che scoppiava dalla velocità, i muscoli bruciavano. Perché?

Presi di petto qualcuno, e per colpa dell’acqua caddi a terra. Sentivo l’umidità salire per i gomiti, un senso di disagio. Annaspai, cercando di alzarmi, ma tremavo così forte da riuscire soltanto a ricadere nell’acqua sporca.

-Ragazzina, ma che combini?-

Non volevo alzare lo sguardo. Avevo una paura matta di guardare sopra di me. Quando ci riuscii, le immagini erano comunque tutte appannate dalle lacrime. C’era un giovane uomo. No. Non un uomo, un ghoul. Aveva entrambi gli occhi rossi e non portava nemmeno una maschera. La sua espressione era stranita, gli occhi spalancati e le labbra socchiuse. Sentii la paura passarmi nelle vene, eppure nessuno dei miei muscoli si muoveva. Ero spacciata. Sarei diventata il suo pasto!

-Vattene da qui prima che qualcuno ti trovi, stupida. Sei fortunata ad aver incontrato me.-

Cominciai a notare che era un ghoul davvero strano, aveva i capelli lunghi, rasati da un lato, e i tatuaggi sulle braccia. Andava in giro vestito da punk o qualcosa di simile.

-Io… Io non…- Non riesco a muovermi! Stavo tentando di dire, ma le parole non uscivano dalla mia bocca, come se le corde vocali fossero seccate in gola.

-Eccoti! Uta di merda!- esclamò qualcun altro alle mie spalle.

Da brava codarda, tutto quello che riuscii a fare fu nascondermi la testa fra le mani, come per sparire nell’asfalto, anche per sempre, sarebbe stato meglio di morire nella bocca dei ghoul.

-Vattene, Goro, non ho voglia di giocare con te adesso.-

-Guarda, guarda. Chi c’è lì? Uno spuntino di mezza notte?-

No. No. Questo non poteva succedere. Non poteva succedere proprio a me. Dovevo reagire. Dovevo fare qualcosa. Raccolsi tutte le energie, sentivo i muscoli che dolevano, non volevano reagire. Appena in piedi…

BOOM!

Dolore. Cos’era successo? Dolore. Odore di sangue. Sangue? Il mio sangue. Dov’ero? La strada. Ero ancora in strada. Vedevo delle macchie di colore, o meglio delle sfumature di grigio. Un fischio stridente. Così forte da far scoppiare la testa. Non sentivo il corpo. Le due figure di prima erano lontane, stavano combattendo forse. Emanavano delle luci strane, come dei serpenti di luce. Ma cos’era successo? Sentii il mondo scivolare via, perdetti i senti mentre la guancia attaccata all’asfalto si bagnava di sangue.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Ghoul / Vai alla pagina dell'autore: Philly123